INTRODUZIONE
Il presente volume presenta la predicazione di Don Alberione alle Figlie di San Paolo nell’anno 1959, anno che riflette il clima di rinnovamento e approfondimento del carisma sulla scia delle direttive del 1° Capitolo Generale FSP (1957).
Considerando il quadro d’insieme in cui è stato teoricamente suddiviso l’arco del magistero alberioniano (19151971), tale periodo viene denominato tempo della maturità e del Concilio in quanto il Fondatore, nel clima preparatorio al Concilio, ripropone alla Congregazione che ha raggiunto la maturità, i temi fondamentali del carisma paolino. Sollecitato dalle numerose giovani in formazione e dai gruppi di professe che di anno in anno accrescono le fila delle Figlie di San Paolo, Don Alberione richiama spesso, e soprattutto in occasione degli Esercizi spirituali annuali, alla fedeltà sempre più consapevole allo spirito paolino: Vivere e annunciare Gesù Maestro Via, Verità e Vita, onorato e vissuto nella consacrazione della mente, della volontà, del cuore, per la gloria di Dio e la salvezza delle anime, con l’aiuto materno di Maria, Regina degli apostoli e sull’esempio di S. Paolo.
I. LA PREDICAZIONE ALBERIONIANA: 1959
1. Contesto storico, ecclesiale e di Famiglia Paolina
Il contesto socio-ecclesiale dell’anno 1959, non si discosta molto da quello dell’anno 1958 (cf. Introduzione al precedente volume). Prosegue in Italia quella straordinaria trasformazione che riguarda i costumi, le abitudini, i comportamenti, la mentalità. Nel maggio 1959 il quotidiano inglese Daily Mail affermò che il livello di efficienza e di prosperità raggiunto dall’Italia era uno dei miracoli economici del continente europeo. Fra il 1955 e il 1963 oltre un milione di contadini, si trasferì dal Sud al Nord d’Italia in cerca di lavoro nel settore dell’indu-
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stria. Mai, nella millenaria storia degli abitanti della penisola, c’era stato un esodo così imponente dalla campagna alla città. Nel 1959 la crescita del prodotto interno lordo sfiora il 7%. E gli italiani cominciano a diventare un popolo di consumatori: migliorano le abitazioni e gli elettrodomestici che le arredano, cresce la disponibilità del tempo libero e delle ferie: inizia un nuovo modo di concepire il tempo, di vivere la festa.
L’inizio del 1959, segna la fine del governo di Amintore Fanfani (1908-1999) che rinuncia anche all’incarico di segretario della Democrazia Cristiana. Subentra Aldo Moro (19191978), eletto dal Consiglio nazionale del partito.
Robert Schuman (1886-1963) viene rieletto presidente dell’Assemblea Parlamentare europea e si avvia decisamente quella stagione di intensa vitalità per l’Europa comunitaria tesa a una sempre maggiore integrazione economica e politica.
A livello ecclesiale, il 25 gennaio 1959, dalla basilica di San Paolo fuori le mura, Giovanni XXIII (1881-1963) annuncia, senza alcun preavviso, la convocazione di un Concilio Ecumenico, l’indizione del Sinodo diocesano (24-31 gennaio 1960) e l’aggiornamento del Codice di Diritto Canonico. Tali risoluzioni scaturiscono dalla costatazione della crisi causata nella società moderna, dal decadimento dei valori spirituali e morali, dalle trasformazioni sociali e politiche in atto che esigono una risposta cristiana. Giovanni XXIII, con lo sguardo rivolto ai bisogni della Chiesa e del mondo, si accinge, con umile risolutezza di proposito, alla grande impresa, che egli ritiene volere divino. Il progetto del Concilio, come dirà lo stesso Papa Giovanni, non era maturato in lui come il frutto di una prolungata meditazione, ma come il fiore spontaneo di una primavera insperata. Nel messaggio al clero veneziano del 29 aprile 1959, sottolineava: Per l’annunzio del Concilio Ecumenico, Noi abbiamo ascoltato un’ispirazione; Noi ne abbiamo considerato la spontaneità, nell’umiltà della nostra anima, come un tocco imprevisto e inatteso. Fiducioso in Dio, senza esitazione, Papa Giovanni ne avvia la preparazione. Il 17 maggio 1959, solennità della Pentecoste, istituisce la commissione incaricata per procedere sollecitamente a una vasta consultazione, e poter determinare gli argomenti allo studio.
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Non mancarono supposizioni ed interpretazioni erronee, che il Papa provvide subito a correggere, precisando le finalità della futura grande assemblea. Ormai il Concilio era avviato.
Per la Famiglia Paolina, il 1959 è un anno ricco di benedizioni. Il 29 giugno le Suore di Gesù Buon Pastore (Pastorelle) ricevono il Decretum Laudis e l’approvazione delle Costituzioni. L’8 settembre segna la data di fondazione dell’Istituto Regina degli Apostoli per le vocazioni (Suore Apostoline). Nel 1959 agli Istituti Secolari aggregati alla Società San Paolo, si aggiunge l’Istituto di Gesù Sacerdote.
Su domanda della diocesi di Alba e della Società San Paolo, nel gennaio 1959 si avvia il processo canonico diocesano sulle virtù eroiche del canonico Francesco Chiesa (1874-1946), sacerdote diocesano di Alba, professore e direttore spirituale del seminario. Don Alberione lo ebbe anche come preziosa guida e aiuto personale per la nascente Famiglia Paolina.
Sempre nel 1959, il Primo Maestro, dona a tutti i membri della FP il suo scritto Maria Discepola e Maestra, per favorire l’approfondimento della devozione mariana. L’opera purtroppo è rimasta incompleta nell’ultima parte.
Nel mese di luglio 1959, viene inaugurata la Casa Divin Maestro di Ariccia con i primi corsi di Esercizi spirituali predicati dallo stesso Fondatore.
2. Realtà della Congregazione
In ottemperanza alle decisioni del primo Capitolo generale (1957), la Congregazione delle FSP viene suddivisa in sei Province, e il 24 giugno 1959 vengono nominate le sei superiore provinciali (cf C. A. Martini, Le Figlie di San Paolo, Note per una storia, 1915-1984, Figlie di San Paolo, Roma 1994, pp. 304-305).
I convegni della San Paolo Film, delle libreriste e delle propagandiste tenuti nel 1958 e i corsi di Esercizi spirituali del 1959, offrono a Don Alberione l’occasione per insistere anzitutto sul valore primario della spiritualità paolina: Vivere e comunicare, manifestare e irradiare il Maestro divino, vivente in noi, annunciarlo a tutto il mondo con tutti i mezzi.
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Il Primo Maestro invita a organizzare i canali di diffusione, specialmente quelli del cinema, mentre la sua sollecitudine di Fondatore lo proietta verso il mezzo di comunicazione che prepotentemente entra nelle case e nelle coscienze delle persone: la televisione.
Nella predicazione vi è una continua insistenza sulla necessità che lo studio sia integrato con l’apostolato, prepari ad esso e vengano introdotti tempi di vero e proprio tirocinio per unire la teoria alla pratica in modo da apprendere le modalità più adeguate a comunicare la ricchezza della dottrina cristiana. Per questo motivo, Don Alberione suggerisce di aggiungere, nei programmi delle scuole interne, l’anno di pastorale (med. 26) di cui egli ha fatto efficace esperienza fin dal tempo del seminario.
Pur tenendo nella massima considerazione gli studentati organizzati in Congregazione, il Fondatore permette che alcuni membri possano accedere alle Università Pontificie per poter divenire, a loro volta, insegnanti competenti nei corsi interni e nei rispettivi apostolati. Invita a valorizzare le doti naturali di alcune sorelle avviandole a frequentare particolari Istituti di musica, disegno, arte del libro, grafica, per migliorare e qualificare l’esercizio dell’apostolato.
Il Primo Maestro nell’incontro-conferenza del 13 ottobre 1959 (med. 26), ascolta le responsabili degli studi delle Figlie di San Paolo di Roma, e invita a rivedere i programmi per migliorare e crescere nella redazione che a lui sta particolarmente a cuore. Inoltre viene rivisto e completato il curriculum degli studi, integrandolo con corsi biennali teorico-pratici in vista dell’apostolato e favorire la preparazione culturale delle persone che, per vari motivi, non frequentano corsi sistematici di teologia.
Sempre preoccupato per la formazione dei membri, Don Alberione annuncia la programmazione di corsi di Esercizi della durata di un mese che inizieranno nel 1960 per la Società San Paolo, nel 1961 per le Figlie di San Paolo, nel 1963 per le Pie Discepole del Divin Maestro. Saranno Esercizi di sintesi per favorire il consolidamento della vocazione paolina, per rinvigorire le forze e stabilire definitivamente la vita in Gesù
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