Beato Giacomo Alberione

Opera Omnia

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23. L’ADDOLORATA1


La Chiesa due volte nell’anno celebra la memoria dei dolori di Maria: Maria addolorata. Una prima volta nel tempo di Passione che è disseminato di ricordi e di festività ad onore di Maria. Nella prima celebrazione durante il tempo di Passione la Chiesa ricorda particolarmente la partecipazione di Maria alla redenzione, come ella unì i suoi dolori ai dolori del Figlio per la salvezza degli uomini. Partecipazione intima: «Et tuam ipsius animam pertransibit gladius: Una spada trapasserà il tuo cuore, o Maria»2. Invece la celebrazione di oggi, ricorda la partecipazione di Maria alle pene della Chiesa, cioè alle pene del corpo mistico di Gesù Cristo, le pene che la Chiesa va soffrendo lungo i secoli, in tutti i tempi, oggi non escluso. Anzi, poiché la Chiesa dilata i suoi confini, ecco che da più parti vengono le sue angustie, le sue lotte, le sue persecuzioni. Maria soffrì e partecipò ai dolori del Figlio in un modo, ora partecipa al dolore della Chiesa in altro modo, perché oggi è gloriosa in cielo e partecipa con la sua misericordia, con la sua premura verso tutti i suoi figli.
Quindi le diciamo: Salve, Regina, Madre di misericordia. E man mano che si moltiplicano le pene della Chiesa, le persecuzioni, persecuzioni morali e, quasi vorremmo dire, persecuzioni dottrinali e persecuzioni fisiche, ecc., il popolo cristiano cresce nella sua fiducia e nella sua devozione a Maria, sperando da lei la salvezza. Anche in questi giorni ne abbiamo una testimonianza: la peregrinatio Mariae3 attraverso le province
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dell’Italia e la consacrazione a Maria di tutta l’Italia e di tutte le comunità, le parrocchie, le diocesi.
Maria partecipa alle pene della Chiesa. Quando noi leggiamo nel Vangelo quello che è avvenuto negli ultimi momenti della vita terrena di Gesù, ricordiamo la missione che Gesù Cristo affidò alla Chiesa e la missione che Gesù Cristo affidò alla Madre, costituendo Maria, Madre della Chiesa. Mentre si concludeva l’assistenza che Maria doveva a Gesù nella sua vita terrena, ecco che Gesù le affida la missione di assistere tutti i figli che sono nella Chiesa quando disse: «Donna, ecco il tuo figliuolo»4. Quello che abbiamo letto or ora nella Messa, erano parole rivolte a Maria, mentre Gesù indicava Giovanni, che allora rappresentava la Chiesa ai piedi della croce.
Nell’Epistola si parla di Giuditta5 che è una figura di Maria e della sua missione, perché il popolo, liberato dal timore dei nemici, anzi salvato per mezzo di Giuditta, cantava le lodi a questa donna forte. Le lodi contenevano in sostanza il pensiero: «Tu hai avuto premura e hai esposto la tua vita per il tuo popolo, ed ecco che per te noi siamo salvi»6.
Ecco, Maria è raffigurata in questa donna forte, ai piedi della croce, in questa donna che prende con sé Giovanni e «Giovanni prese con sé Maria»7. La Chiesa fu assistita da lei visibilmente nei primi anni della sua vita, nel suo primo svolgimento, e oggi viene assistita da Maria in cielo. Maria guarda tutti noi, conosce tutti noi in particolare. Perciò l’offertorio della Messa oggi è un po’ abbreviato: Ricordati, o Madre, mentre tu sei lassù in cielo, al cospetto di Dio, di parlare a nostro favore e di allontanare da noi l’ira di Dio meritata per i nostri peccati: «Et ut avertat indignationem suam a nobis»8. Meritiamo tanti castighi, siamo peccatori, ma figli tuoi9, o Maria!
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Ecco la nostra supplica a Maria in cielo: Custodisci la Chiesa, che siamo noi. Difendila dalle ostili insidie, salvala. Maria con S. Giuseppe salvò la vita al Bambino Gesù, la vita che Erode attentava, così salvi la Chiesa da tutti i nemici. E non solo salvi la Chiesa dai nemici, ma converta i nemici, perché questa Madre vuole altri figli, cioè che tutti entrino nella famiglia di Dio che è la famiglia di Gesù Cristo. Tutti divengano suoi figli. La Chiesa prega per tutti, a tutti perdona e per tutti supplica, perché la Chiesa ha il cuore stesso di Gesù, ha i sentimenti del cuore immacolato di Maria.
In questa giornata, due considerazioni particolari che sono come due insegnamenti e due frutti della commemorazione dei dolori di Maria: primo, dobbiamo anche noi sentire le pene della Chiesa, le sofferenze che essa ha in tutte le parti del mondo, in Europa, in Asia, in Africa, in Oceania, in America. Dovunque la Chiesa è arrivata, dovunque ha membri, si può dire che ha pene, ha pene e premure. Premure per quelli che ancora non conoscono Gesù Cristo e pene per coloro che sono perseguitati, per i figli della Chiesa. E quanti oggi gemono sotto le persecuzioni! E quanti, senza essere nelle carceri, subiscono sofferenze in varie maniere! Noi dobbiamo avere il cuore di Maria, o meglio, riflettere in noi i sentimenti di compassione e i sentimenti di premura di Maria per noi. Perciò la preghiamo sempre al plurale: Madre di Dio, prega per noi peccatori. Prega per noi, e cioè per tutti i figli tuoi, o Maria.
Sentire interamente con la Chiesa, vuol dire: non solo pensare con la Chiesa, che è il primo sentire con la Chiesa, ma sentire con la Chiesa le pene che essa soffre, sentire con la Chiesa i desideri che ha della salvezza dei suoi figli e della salvezza di tutti gli uomini. Sentire con la Chiesa le premure per tutti i fedeli, per tutti gli erranti, per tutti gli eretici, per tutti gli scismatici, per tutti quelli che non sono ancora entrati a far parte del corpo mistico che è la Chiesa. Vi sono persone che hanno un cuore stretto, piccolo, pieno di egoismo. Non vedono più in là di un metro da loro. Vi sono persone, che hanno invece, un cuore largo, come il cuore di S. Paolo il quale portava tutti gli uomini in sé e tutti li racchiudeva, e per tutti aveva preghiere
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e premure e desideri santi, onde conoscessero Gesù Cristo e accettassero il suo Vangelo.
Pregare per tutti. Allargare il cuore. Ci sono le litanie dei Santi, ci sono le preghiere comuni. Quando diciamo il Padre nostro, particolarmente nelle prime tre domande preghiamo per tutti, affinché il nome di Dio sia riverito, adorato; affinché il regno di Gesù Cristo si estenda a tutti i confini della terra, comprenda tutti gli uomini, che tutti gli uomini compiano la volontà di Dio, la compiano sempre più perfettamente sull’esempio degli angeli e dei santi in cielo. Anche le altre domande sono al plurale, il che ci conferma di recitare il Padre nostro sempre per tutti. E così l’Ave Maria. E poi c’è la preghiera propria del giorno della commemorazione dei dolori di Maria, la Salve, Regina: rivolgi a noi quegli occhi tuoi misericordiosi. Guarda a noi che siamo in questa valle di lacrime, ecc. E particolarmente: Mostraci dopo questo esilio, Gesù, il frutto benedetto del tuo seno.
Pregare per tutti. E la preghiera oltrepassi i limiti della terra, vada al purgatorio, a quelle anime che Maria aspetta in cielo; salga a glorificare la Santissima Trinità e noi ci uniamo a tutti i cori degli angeli e a tutte le schiere dei santi in paradiso. Cerchiamo di aumentare la gloria di Dio, contribuendo alla maggior gloria di Dio, allietiamo tutto il cielo, ci uniamo ai sentimenti dei beati e degli angeli in cielo.
Secondo, Maria cooperò alla redenzione, e coopera adesso dal cielo alla salvezza degli uomini come mediatrice di grazia per tutti. Vedete, le varie apparizioni sono come una visita della Madre celeste ai figli. Di tanto in tanto Maria viene a richiamarli sulla via del cielo, viene a invitarli alla penitenza e alla santità. Così come abbiamo nelle ultime apparizioni.
In che modo dobbiamo cooperare alla salvezza degli uomini? Con la preghiera, ma anche efficacemente con l’apostolato. Portare la verità a tutti gli uomini con i mezzi che il Signore ci ha dato e che servono al Vangelo. Tutte le pubblicazioni devono riflettere il pensiero di Gesù, il pensiero della salvezza, la via della salvezza e i mezzi della salvezza, poiché Gesù Cristo è insieme Via, Verità e Vita.
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Fare bene il nostro apostolato e farlo con fine soprannaturale, con diligenza. Non perdere il tempo che è assegnato all’apostolato. Poi l’impegno per imparare, perché riesca sempre meglio sia nella redazione, nella parte tecnica e nella divulgazione, nella propaganda. Preghiamo per tutto l’apostolato paolino. Questo va ad imitazione di S. Paolo, il quale si è prodigato, ha sofferto così tanto e ha dato la vita per il Vangelo.
L’apostolato deve essere veramente un’esposizione e una predicazione della parola di Dio, sia che serva direttamente o indirettamente. Come quando stampiamo libri di lingua, grammatiche che servono indirettamente, ma sempre avere la mira ultima, l’evangelizzazione: «Opus fac evangelistae: Compi il tuo dovere di evangelista»10. E Paolo, quando scriveva così, non lo scriveva a uno degli evangelisti, ma intendeva rivolgersi a tutti coloro che hanno la missione di evangelizzare il mondo, a tutti gli uomini, perché, come dice Paolo in altro punto: «Il Signore ha stabilito non solo Dottori nella Chiesa, vescovi, ecc., ma anche gli evangelisti»11. Tutti: sacerdoti, discepoli, tutti gli aspiranti, tutte le suore devono camminare nella stessa direzione, nel medesimo spirito: evangelizzare! E ognuno può dire: «Evangelizare misit me: Il Signore mi ha mandato a evangelizzare»12. Contribuiamo, quindi, all’estensione della Chiesa. Cooperiamo a rendere più buoni i cristiani, sia quelli che stanno ancora sull’altra sponda, sia quelli che stanno già sulla nostra sponda, che sono cattolici. Oh, contribuire con la preghiera, con qualche penitenza, sacrifici e con l’apostolato. E il sacrificio sia di preferenza quello che si fa quando si mette la diligenza nel nostro apostolato quotidiano.
Allora due insegnamenti. Primo, raccomandare a Maria la Chiesa. Presentare a Maria questa Chiesa e presentarle tutti gli uomini che ancora non sono membri della Chiesa, intendendo che le sue preghiere accelerino il giorno in cui il Vangelo arriverà non solo in ogni parte della terra, ma arriverà ad ogni cuore, ai singoli uomini.
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Poi l’altro frutto: compiere bene il nostro apostolato in unione con l’apostolato che compie Maria oggi in cielo come mediatrice della grazia, come la Madre misericordiosa che partecipa a tutte le pene dei figli e per tutti ha premure e suppliche.
Ora, allargando il nostro cuore e confermando il nostro apostolato, cantate bene la Salve Regina, intendendo di estendere le intenzioni a tutti i figli di Maria e a tutti quelli che Maria desidera suoi figli.
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1 Meditazione tenuta a Roma il 15 settembre 1959. Trascrizione da nastro: A6/ an 68a = ac 117b. Stampata in ottavo
2 Cf Lc 2,35.
3 La Conferenza episcopale italiana stabilì che in occasione della conclusione del XVI Congresso eucaristico nazionale di Catania, il 13 settembre 1959, si consacrasse l’Italia a Maria. Per preparare tale evento fu promossa la peregrinatio Mariae, passaggio della statua della Madonna di Fatima in novantadue capoluoghi di provincia. A Roma, presso il Santuario Maria Regina degli Apostoli arrivò nel pomeriggio del 15 settembre 1959, ricevuta da Don Alberione, da don Lamera e dalle comunità paoline del comprensorio.

4 Cf Gv 19,26.
5 Cf Gdt 13,1-16.
6 Cf Gdt 13,17-20.
7 Gv 19,27.
8 «…di intercedere per noi presso Dio per distogliere da noi la giusta sua collera». Cf Ger 18, 20. Antifona all’Offertorio della Messa della memoria di Maria Addolorata, 15 settembre.
9 Parole che riecheggiano il canto liturgico popolare Immacolata, Vergine bella.

10 Cf 2Tm 4,5.
11 Cf 1Cor 12,28.
12 Cf 1Cor 1,17.