Beato Giacomo Alberione

Opera Omnia

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5. GESÙ VITTIMA PER LA NOSTRA SALVEZZA1


Il numero delle offese che dalla terra si lanciano contro Iddio è grandissimo. La continuità dei peccati degli uomini! Sarebbe una cosa inconcepibile e incredibile se non la si vedesse giorno per giorno, e se non si spiegasse considerando la debolezza umana, la debolezza che ci è venuta a causa del peccato originale. L’uomo, per sé, era inclinato al bene, al vero, al buono, a tutto ciò che è bello e santo, ma il peccato originale ha portato in noi conseguenze gravi, gravissime: l’inclinazione all’errore, a credere più alle parole vane e a quelli che seminano errori che non credere alla verità, al Vangelo. E così l’inclinazione al peccato, al vizio, e così l’orientamento di tante persone verso i beni della terra, dimenticando il paradiso. Debolezza del cuore umano! Debolezza portata a noi dalla colpa del primo uomo, quando il peccato entrò nel mondo a causa dei progenitori.
Allora, ecco, vi è un contrappeso, vi è la Messa che serve a trattenere la giustizia di Dio, perché non ci colpisca con mali maggiori. La Messa: se l’umanità stolta manda verso il cielo tante bestemmie, tante offese, quasi sfide a Dio, dall’altra parte c’è sempre il Crocifisso innalzato. Il Crocifisso prima innalzato sul Calvario, e adesso innalzato su innumerevoli altari, da una mezzanotte all’altra: «Ab ortu enim solis usque ad occasum offertur nomini meo oblatio munda: Da una mattina all’altra, dal mattino alla notte si offre al mio nome, al mio onore, dice il Signore, un’offerta, un’oblazione monda, santa»2. Hostiam puram, hostiam sanctam, hostiam immaculatam3. Gesù Cristo trattiene la giustizia di Dio con le sue mani stese, le braccia stese, con gli occhi rivolti verso il Padre celeste. Egli si è offerto proprio come ostia, oblazione, per gli uomini tutti, per la
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loro salvezza, perché il Padre perdonasse la nostra insipienza, i nostri errori, i nostri vizi.
Sì, in qualunque momento ci sia in noi qualche pensiero di sfiducia, quasi di scoraggiamento, guardiamo il Crocifisso! Ecco qui l’immagine del Crocifisso, l’immagine è innalzata. E sta bene questo Crocifisso così grande e così devoto su quest’altare4. Ma poi c’è la verità, cioè il vero sacrificio della Messa, il sacrificio offerto in adorazione e ringraziamento al Padre celeste, offerto in espiazione per i peccati degli uomini, e supplica per i peccati degli uomini. È sempre Gesù che sta elevato sul Calvario, su tanti calvari, che dice così: «Padre, perdona loro: non sanno quello che fanno»5. Ecco, Gesù prega per noi. Quando abbiamo peccato, non sapevamo proprio ciò che facevamo, il male che facevamo a noi e l’ingiuria che facevamo a colui che ci ama. E nello stesso tempo le pene che abbiamo causato a Gesù sul Calvario.
Egli già ci vedeva e vedeva tutti i peccati degli uomini di allora, e tutti i peccati che si potranno commettere fino alla fine del mondo. E tutti li ha espiati. Chissà quanto abbiamo pesato sul suo cuore quando è arrivato a sudare sangue! Quanto abbiamo pesato con le nostre ingratitudini, con le nostre miserie, con le nostre testardaggini, con la nostra superbia, con le nostre sensualità. Quando abbiamo voluto soddisfare l’odio, e abbiamo voluto soddisfare il cuore, ecc.
E allora offrire sempre al Padre celeste l’ostia divina. Offrire quest’ostia divina con tutti i sacerdoti che man mano, nelle varie ore della giornata fanno le consacrazioni sopra gli altari, e quindi elevano l’ostia. Farlo specialmente in questi giorni in cui siamo vicino alla Quaresima. Gli uomini, i cristiani dolorosamente hanno dimenticato un po’ la Quaresima e la penitenza, ma hanno aumentato le soddisfazioni e le allegrie smodate del carnevale. Dimenticano la Quaresima, perché non vogliono né digiuno né astinenze, ma moltiplicano i divertimenti peccaminosi. Dimenticando la penitenza, hanno aumentato i peccati. E
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allora il Signore aumenta sempre più il numero delle anime generose, delle anime che gli si consacrano, gli consacrano tutta la vita, tutti i sentimenti, consacrano a lui tutte se stesse: mente, cuore, volontà, corpo. Anime generose! Passare questi giorni in santa riparazione, riparazione dei peccati di questi giorni.
Ma voi dovete pensare, e certamente le Figlie di San Paolo lo sanno bene, che i peccati più numerosi oggi sono a causa della stampa, del cinema e della radio e della televisione. Voglio dire le trasmissioni cinema, radio e televisione che fanno la stessa via della stampa, e ce n’è assai più di cattiva che buona. Molti più errori che non verità si spargono nel mondo. E allora riparare, riparare!
Oh, notiamo bene: vi è una riparazione di parole, quando si dicono delle preghiere, e vi è una riparazione di vita, quando si cerca di vivere più santamente. La preghiera sta bene, le adorazioni sì, in riparazione, ma soprattutto santificazione di questi giorni. E santificazione anche delle notti, perché è proprio nella notte, alla sera che si stampano la maggior parte dei periodici, si trasmettono più pellicole e più comunicazioni di radio, di televisione, ecc., e vi sono più divertimenti pericolosi. Anche perché, dolorosamente, oggi la notte non si prende per quel che è, il tempo del riposo. Da tante persone la sera si trascorre poco bene, e poi al mattino non hanno un minuto per dire un Padre nostro e invocare le grazie. E quante volte potrebbero andare alla Messa! Non sanno il tesoro che hanno in parrocchia: Gesù che si immola e tiene lontano i castighi dalla parrocchia.
Allora, ecco la riparazione di vita che è fatta specialmente con la santificazione di questi giorni. Più pazienza nei mali. Offrire i nostri mali, che sono tanti, per tutti. Offrire le nostre orazioni. Offrire la vita. La vita con più fede nella mente; più amore a Dio nel cuore; più rettitudine, cioè più delicatezza di coscienza nella volontà; più santificazione degli occhi e della lingua che dobbiamo mortificare osservando il silenzio, e quando si parla, parlare sempre da religiose, da religiosi. Ecco, santificazione della vita! Questa è la riparazione più bella, più grande.
Riparazione che, unita alla riparazione che Gesù offre di se stesso al Padre immolandosi sugli altari, avrà il suo valore, cioè
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restituire al Padre celeste la gloria che gli uomini gli tolgono e gli negano, l’obbedienza che gli uomini gli negano, l’ossequio di volontà, di mente e di cuore che gli uomini devono a lui. Riparazione con Gesù! Allora la riparazione è veramente gradita.
Vedete, la riparazione di Gesù è intiera: ha dato la vita! Dà la vita nella Messa e ci offre di nuovo la vita! Così la nostra! Ripetere la professione religiosa, donargli di nuovo la vita, per viverla nell’osservanza.

O Gesù d’amore acceso....
Cara e tenera mia Madre Maria...
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1 Meditazione tenuta ad Albano il 3 febbraio 1959. Trascrizione da nastro: A6/an 61a = ac 104a.
2 Cf Ml 1,11.
3 Preghiera di offerta e intercessione del Canone Romano.

4 Riferimento al crocifisso in legno collocato nell’abside della prima cappella della Casa di cura in Albano Laziale.
5 Cf Lc 23,34.