Beato Giacomo Alberione

Opera Omnia

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24. LA LETTURA DELLA BIBBIA1


«Os justi meditabitur sapientiam et lingua eius loquetur judicium: Il giusto medita la sapienza di Dio, e allora la sua bocca parla secondo giustizia»2. Questo indica che noi dobbiamo meditare la parola di Dio e quando siamo pieni della Parola di Dio, allora queste cose che sono nell’animo vengono fuori e i discorsi riflettono ciò che noi abbiamo in cuore. Queste parole vengono citate così nell’Introito della Messa di oggi, festa di S. Matteo apostolo ed evangelista.
Stenta ad entrare nell’uso delle persone, anche pie, l’uso di leggere la Bibbia, in primo luogo il Vangelo, le Lettere degli Apostoli e gli Atti degli Apostoli, tutto il Nuovo Testamento. Poi i libri dell’Antico Testamento, dal Genesi in avanti. Un tempo si stentava tanto a introdurre l’uso della Comunione frequente, e quanto si è lavorato cinquanta, sessant’anni fa, per abituare le persone a comunicarsi frequentemente, tutte le persone in generale, le stesse suore, gli stessi chierici. Vi erano giorni in cui nei monasteri non si apriva il tabernacolo, perché non c’era nessuno che volesse fare la Comunione. Poi, poco per volta, si è arrivati qui: Confessione al sabato e Comunione alla domenica, e magari fino al lunedì, al massimo al martedì, poi non più. Questa è una eredità del giansenismo3. Il giansenismo cerca di allontanare le anime da Dio, spaventandole come se Dio fosse solo terribile. È terribile e lo sarà il giorno del giudizio, ora egli manifesta la bontà, la sua misericordia. E se è stato istituito il sacramento della Comunione sotto la specie del pane è perché capiamo che come il pane è necessario al corpo,
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così il pane eucaristico deve essere il nutrimento per l’anima: «La mia carne è veramente il cibo»4.
Ora, è necessario introdurre la lettura quotidiana della Bibbia. È vero che in qualche maniera lo fate già adesso, perché quando si usa il messalino per ascoltare la Messa vi è sempre un tratto del Vangelo della Messa, che è ricavato da uno dei quattro Evangeli e cioè di S. Matteo, di S. Marco, di S. Luca, di S. Giovanni. Questo è vero, ma particolarmente nella Visita qual è il miglior libro per la lettura spirituale? È la Bibbia, particolarmente il Vangelo. E chi vuole conoscere e vivere sempre meglio il Maestro divino, tenda a leggere le Lettere di S. Paolo. S. Paolo ha inteso meglio il Vangelo e Gesù Cristo. D’altra parte fu ammaestrato direttamente da lui. Possiamo arrivare a persuadere le suore che leggano tutti i giorni la Bibbia? Possiamo arrivarci? Sì? Coraggio allora.
La Bibbia ha tra Nuovo Testamento e Antico Testamento circa mille e trecento cinquanta capitoli. Se uno legge un capitolo per giorno, un capitolo non è poi tanto e sarà in generale una pagina, in circa quattro anni legge tutta la Bibbia5. Vi sono persone che non vogliono leggerne neppure un capitolo intiero, leggono quattro, cinque versetti, e allora invece di quattro anni ne metteranno sei o otto. Ma leggere un capitolo al giorno è già una buona misura, si entra già bene nella comunicazione con Dio. Vi sono persone che stentano a mettersi in comunicazione con Dio, e allora leggere la lettera di Dio agli uomini. Ecco, il Signore subito lì ci parla e noi risponderemo ringraziando, adorando la sua parola, la sua sapienza; risponderemo esponendogli i nostri pensieri, i sentimenti che possono essere di adorazione, di amore, di fede, che possono essere propositi, che possono essere domande. Per questo ho fatto stampare lo schema, schema o specchio-programma per la lettura quotidiana della Bibbia6. Vi verrà mandato, intendo che verrà mandato
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alle Figlie di San Paolo le quali hanno un impegno particolare, perché nella Congregazione si è cercato di concentrare tutto il meglio per la pietà, per la vita interiore, tutto il meglio.
Non vi sono molti libri di lettura spirituale, ma vi sono i libri che sono necessari per lo sviluppo dello spirito paolino e per affezionarsi sempre più all’apostolato. Tra questi mezzi, la lettura della Bibbia. Quando leggerla? Nella prima parte della Visita va benissimo. Poi vi sono tempi in cui magari si è sofferenti, si sta riposando. E quale miglior riposo spirituale che stare a sentire la parola del Padre celeste, la parola dello Spirito Santo, leggendo proprio la Bibbia dove Iddio ha parlato?
Come bisogna leggere la Scrittura? Non è un romanzo, non è un libro che narri delle vicende umane, no. Tutta la nostra religione è storica, è rivelazione. Il catechismo è ricavato dalla Scrittura e dalla Tradizione. Noi dobbiamo leggere la Bibbia con senso di figli. Questa Parola comprende tutto, e riconoscendo che lì parla Iddio, c’è la fede su questo che è divinamente ispirato, e che è parola di Dio, parola infallibile, parola che gli agiografi hanno scritto sotto l’ispirazione di Dio. Questa Sacra Scrittura viene poi conservata, custodita, diffusa dalla Chiesa. La Chiesa ha una cura particolarissima per la Scrittura, perché è il libro divino.
Leggerla con cuore di figlio vuol dire credere che lì parla il Padre celeste, parla il Figlio di Dio, parla lo Spirito Santo, la Santissima Trinità parla agli uomini. Questi libri sono tutti divinamente ispirati. Non sono la spiritualità particolare di un gruppo di anime, di una persona o di un’altra, di un santo o di un altro. C’è la spiritualità agostiniana, c’è la spiritualità francescana, c’è la spiritualità domenicana, c’è la spiritualità dei gesuiti, c’è un complesso di spiritualità, e ognuno segue più facilmente l’una o l’altra. E d’altra parte in ogni Istituto bisogna seguire la propria spiritualità. Ma la spiritualità è sempre un modo di intendere la Scrittura, non è un’invenzione, perché tutto viene dalla Scrittura e dalla Tradizione e ci è messo davanti per mezzo della Chiesa.
Ora noi dobbiamo considerare questo: ogni spiritualità è tanto preziosa quanto si innesta sulla Scrittura, sulla Rivelazione. È un modo di intendere e di applicare la Scrittura, e
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nessuna spiritualità che è praticata, insegnata dai santi, nessuna spiritualità si distacca dalla Scrittura. Ma la spiritualità che prima di tutto ogni cristiano deve possedere è lo spirito di Gesù Cristo interpretato secondo le quattordici Lettere di S. Paolo e le sette degli altri Apostoli. Quattordici e sette, ventuno. Ventun lettere, con l’aggiunta degli Atti degli Apostoli e del libro profetico dell’Apocalisse. Leggerla con senso di figli, quindi adorando Dio che si manifesta, che ci parla attraverso i libri sacri.
Secondo, con cuore di figli cioè docili. Noi non cerchiamo la critica né letteraria né storica né artistica, noi cerchiamo il senso, cioè quello che il Padre celeste vuol dire ai suoi figli. Con cuore di figli! Come voi quando leggete la lettera, supponiamo della mamma, del papà o di una persona cara, non badate tanto se c’è la sintassi, se c’è un bel modo di periodare, se c’è la grammatica osservata, ecc. Si guarda ciò che dice la lettera, il senso. Così ricevere la parola con cuore di figli, con semplicità.
Però non basta capirla, bisogna tradurla nella vita, perché lì è detto quello che il Signore ci dice di fare. E poi bisogna farlo. Perciò leggere la Scrittura con la preghiera e insieme alla preghiera, domandando la grazia di applicarcela e di predicarla. Sì, praticarla, vivendo da buoni figliuoli, perché lì il Signore ci insegna la strada del paradiso, la strada della santità. Allora leggere la Scrittura con il desiderio vivo di praticarla.
Poi, finita la lettura non chiudere il libro, ma venire ai propositi. Si può leggere e poi fare atti di fede. Del resto nel Libro delle preghiere vi sono due orazioni: Prima di leggere la Scrittura, e Dopo la lettura della Sacra Scrittura7. Ecco, in sostanza si domanda di credere alla parola di Dio, di amare e di vivere secondo la parola di Dio. Si chiede questo e quindi la santificazione della mente, del cuore e della volontà, della condotta.
Adesso che riceverete il foglietto dove c’è questo specchietto-programma per la lettura quotidiana della Bibbia, vedete di considerarlo e poi, se il Signore vi dà questa grazia,
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vi apra così l’intelligenza a capire che libro è la Bibbia, allora con cuore di figli aprirla e leggerla. Se non tutti hanno la Bibbia, si può continuare il bell’uso che avete qui, che una legge e si fa sentire da tutte le persone che sono in casa per mezzo degli altoparlanti. Allora tutti, se non possono mettersi in ginocchio, possono stare in piedi, come ci alziamo in piedi alla lettura del Vangelo, o possono stare a letto, perché è sempre il Padre celeste che parla. Ciò che importa è la riverenza, la semplicità e la fede con cui si accetta e il desiderio di praticarla dopo aver accettato la parola di Dio. Questo supplirebbe a chi non ha la Bibbia, ma almeno il Vangelo l’avrete tutti o il Nuovo Testamento che si compone di ventisette libri.
Questa mattina faremo a Gesù \questa promessa/? Quando egli sarà sull’altare, del resto è sempre presente nel tabernacolo, e particolarmente dopo la santa Comunione: \promettiamo di/ amare la parola di Dio. Poi, se il Signore vi darà grazia, dopo averne fatto frutto per voi, diffonderla. E chi potrà compiere questo apostolato avrà il merito: «Beati i passi di coloro che evangelizzano il bene»8. E chi non ha questo apostolato, pregare perché la parola di Dio sia accolta. Come dice S. Paolo: «Perché il Vangelo corra»9, e sia accettato e le persone che lo accettano glorifichino il Signore. Questo proposito può essere fatto oggi nella festa di S. Matteo, il quale scrisse il primo Vangelo.
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1 Meditazione tenuta ad Albano il 21 settembre 1959. Trascrizione da nastro: A6/an 69b = ac 119b.
2 Cf Sal 37,30.
3 Il giansenismo è una dottrina elaborata nel XVII secolo da Giansenio (15851638), il quale fondò la sua costruzione teologica sul principio che l’uomo nasce essenzialmente corrotto e quindi destinato a fare necessariamente il male; senza la grazia di Dio, l’uomo non può far altro che peccare e disobbedire alla volontà divina; alcune persone sono predestinate alla salvezza mentre altre no.

4 Cf Gv 6,55.
5 Occorre tenere presente che siamo alla vigilia dell’anno biblico indetto da Don Alberione nel 1960. In quella occasione il Fondatore dà importanti direttive per la lettura della Bibbia. Cf CISP, pp. 662-663.
6 Questo schema non si è rintracciato. Un indicativo schema per la lettura della Sacra Scrittura è anticipato qui sul San Paolo, agosto-novembre 1960. Cf CISP, pp. 662-663.

7 Cf Le preghiere della Famiglia Paolina, ed. 1985, pp. 70-71.

8 Cf Rm 10,15.
9 Cf 2Ts 3,1.