Beato Giacomo Alberione

Opera Omnia

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INTRODUZIONE


La sera del 3 giugno 1963 si concluse il breve e fecondo pontificato di Giovanni XXIII, a quasi un anno dall’apertura del Concilio Vaticano II e a due mesi dalla sua ultima Enciclica Pacem in terris1, indirizzata non solo ai cattolici ma a tutti gli uomini di buona volontà. Il pontificato di Papa Roncalli ebbe il suo culmine perciò nell’accorato invito alla pace, in un tempo storico difficile e instabile, con il rischio di una nuova guerra mondiale: «La pace rimane solo suono di parole, se non è fondata su quell’ordine che il presente documento ha tracciato con fiduciosa speranza: ordine fondato sulla verità, costruito secondo giustizia, vivificato e integrato dalla carità e posto in atto nella libertà»2.
In un clima storico e sociale dove da un lato cresceva la speranza nella democrazia e nel progresso e dall’altro lato si respirava la paura del domani e l’incertezza nella vita dei popoli, Giovanni Battista Montini venne eletto Papa, il 21 giugno, con il non facile compito di portare a compimento i lavori del Concilio e avviare il cammino di rinnovamento della Chiesa.
Don Giacomo Alberione era in partenza per il Sud America proprio mentre Giovanni XXIII moriva; salutò così dal Brasile l’elezione di Paolo VI con grande gioia: inviò un telegramma al Papa, ricordò ai fratelli e alle sorelle lì presenti la lunga amicizia di Montini con la Famiglia Paolina, e sottolineò la felice scelta del nome che il Pontefice aveva assunto…
È stato scritto a ragione che nella Famiglia Paolina «l’anno 1963 sarà ricordato in modo particolare per le visite che il Primo Maestro ha fatto nelle nostre case estere»3, visti i circa 118 giorni trascorsi fuori dall’Italia. Il Fondatore, prossimo agli 80 anni,
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intraprendendo questi impegnativi viaggi per incontrare i suoi figli e figlie in tutto il mondo4, dimostrava di possedere ancora una certa dose di energia e vitalità e di essere veramente il padre che voleva incoraggiare e sostenere lo sviluppo del carisma, della missione e della santità paolina5.
Ricordiamo che era stato indetto, a partire dal 25 gennaio 1963, un Anno di particolare santificazione per tutta la Famiglia Paolina6: argomento che ritornò spesso in quel periodo nella predicazione del Primo Maestro, ma che in verità fu sempre fondamentale e imprescindibile per lui. Certamente, in quel tempo egli fu stimolato anche dalle questioni che il Concilio andava affrontando, quale appunto l’aspetto della santità nella Chiesa. In più, già da diversi anni, Don Alberione si stava prodigando perché venissero riconosciute le virtù eroiche di alcune figure di paolini esemplari: il canonico Francesco Chiesa, don Timoteo Giaccardo, fratel Andrea Borello e il giovane Maggiorino Vigolungo7. Ciò a garanzia, per chi aveva seguito il carisma del Fondatore, che nella Famiglia Paolina si può realmente camminare sulla via della santità, con l’approvazione della Chiesa che riconosce che la vocazione paolina produce santi.

Don Giacomo Alberione fu sempre presente alla seconda sessione del Concilio, che si tenne dal 29 settembre al 4 dicembre 1963. Nei mesi precedenti la sessione, egli non mancò di richiamare nella sua predicazione i contenuti degli schemi che in quell’anno, a più riprese, tutti i Padri Conciliari avevano ricevuto da esaminare, e sui
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quali dovevano presentare proposte ed emendamenti8. Scorrendo le meditazioni alle Apostoline di questo anno 1963, notiamo come egli si sia soffermato su alcuni temi del 2° schema (o schema rivisto) sulla Chiesa (De Ecclesia): la vita religiosa e lo stato religioso, gli istituti secolari, i laici, la santificazione, la chiamata universale alla santità9 (vedi pp. 118–119, 132, 163, 242).

Sul versante dell’apostolato biblico, soprattutto dopo l’approvazione da parte della Santa Sede della Società Biblica Cattolica Internazionale, ottenuta nel 1960, Don Alberione si prodigò in diverse iniziative che ebbero una grande eco nella Chiesa e nella società, quale ad esempio La Bibbia a mille lire10. Un intervento di Giovanni XXIII durante l’Udienza Generale di mercoledì 13 febbraio 1963, fu l’ottima occasione e il pretesto per lanciare l’iniziativa de La Bibbia in ogni famiglia11. Il Papa invitava i partecipanti all’Udienza a verificare se in casa propria vi fosse il libro sacro, per aprirlo e leggerlo; altrimenti a «provvedere senza indugio» di procurarlo e metterlo in un posto d’onore, visto che è «un vero godimento per il cristiano addentrarsi sempre più nella conoscenza della Bibbia Sacra»12.
Don Alberione coinvolse in questa grande avventura tutta la Famiglia Paolina a vari livelli, e chiese soprattutto l’apporto dei laici, cooperatori e istituti aggregati. Anche Paolo VI, la Segreteria di Stato, la Congregazione del Concilio, caldeggiarono, benedissero e incoraggiarono molto l’iniziativa13.
Sarà interessante notare che qualche anno dopo, con la promulgazione della Costituzione dogmatica Dei Verbum del 18 novembre
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1965, il PM aggiungerà al concetto della Bibbia in ogni famiglia quello della Bibbia in ogni persona14.

Anche se già accennato nel volume precedente15, ricordiamo che il 19 febbraio 1963 Giovanni XXIII con il Breve Pontificio Alumni sacrorum, elevò a Unione Primaria la Pia Unione Preghiera, Sofferenza e Carità per tutte le vocazioni, associazione già approvata in alcune diocesi italiane.

Per la vita delle Suore Apostoline, fu certamente un anno complesso a motivo del cambio nella direzione dell’Istituto; della chiusura della comunità alla SAIE di Torino e della contemporanea apertura di una nuova casa in Veneto; del primo noviziato cosiddetto ufficiale con la nomina di una maestra delle novizie…
Si concluse l’esperienza lavorativa alla SAIE, durata poco più di 4 anni. Il 6 agosto, in una istruzione durante gli Esercizi Spirituali, il PM invitò esplicitamente le sorelle di Torino, le quali svolgevano ruoli di capoufficio nella SAIE, ad usare il tempo necessario per l’avvicendamento e le consegne a chi avrebbe dovuto sostituirle, per concludere tutto entro il 30 settembre. Egli sottolineò anche che è bene «lasciare con dignità e riconoscenza, perché avete lavorato, sì, ma avete fatto il noviziato del vostro Istituto» (p. 156).
Sappiamo che ad ottobre del 1962 erano iniziati i lavori di costruzione della nuova casa di Mole di Castel Gandolfo, vicina all’abitazione in cui risiedevano le suore. Durante gli Esercizi di agosto, Don Alberione sollecitò il completamento di questi lavori, e accennò all’altra casa che si stava aprendo: «Sollecitiamo la finitura della casa a Mole e prepariamo per un’altra, piacendo a Dio… e Dio già ci ha mostrato che la cosa gli è gradita. Quando il Signore manda soldi per fare le cose è segno che lui approva» (p. 157). Fu individuata
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una casa a Montebello Vicentino, acquistata grazie all’aiuto provvidenziale dell’abate trappista Domenico Turco16. Il 3 agosto il Fondatore aveva inviato richiesta al vescovo di Vicenza, Carlo Zinato17, di autorizzare l’apertura della Casa, informandolo che era stata acquistata per le Apostoline da un benefattore; nella stessa lettera gli comunicò che avrebbe avuto presto occasione di conoscere le Apostoline perché «allestiranno la Mostra Vocazionaria a ricordo dei Suoi anniversari». Nel mese di ottobre arrivò il Decreto di autorizzazione (Prot. N. 623/63) e una lettera del vescovo di Vicenza al Fondatore, datata 12 ottobre18. La casa fu aperta il 15 ottobre e Don Alberione vi designò come superiora Rosa De Luca (Madre Tecla).
Infatti, a fine settembre il Fondatore aveva operato un cambio nella direzione dell’Istituto affidando a Giuliana Santoli (Madre Caterina), che fino ad allora si trovava a Torino, l’incarico di Madre e guida. Inoltre, diede nuovi incarichi e ne confermò altri. In modo particolare, nominò la maestra delle novizie della Congregazione, Giuliana Verani (suor Maddalena), dando inizio al primo noviziato regolare19. La sua preoccupazione era certamente che l’Istituto acquisisse una fisionomia più chiara, per crescere decisamente e svilupparsi: «Adesso si mettono tutti i registri a posto, si fanno le cose regolari, comincia una vita vostra veramente di Apostoline» (p. 157).
Va poi tenuto presente che in quel periodo erano entrate in Congregazione alcune ragazze, ed altre si preparavano a farlo. Alcune giovani parteciparono agli Esercizi Spirituali di agosto insieme alle Apostoline e Don Alberione tenne alcune meditazioni per loro.
Come accennato sopra, si lavorò molto per organizzare, preparare e realizzare a Vicenza l’evento della Mostra Nazionale delle Vocazioni, in occasione del 40° anniversario di sacerdozio e del
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20° di Episcopato del vescovo Carlo Zinato. Fu allestita in 46 stands nel Seminario Minore vescovile, dal 31 agosto all’8 settembre20. Le Apostoline poterono avvalersi dell’esperienza acquisita con le altre Esposizioni, e utilizzarono metodo e organizzazione già collaudati. Alla Mostra era affiancato un programma di eventi e di incontri per categorie di persone. Ogni giorno era assicurata l’Esposizione Eucaristica continuata e la celebrazione della Messa per le vocazioni… Sul settimanale diocesano La Voce dei Berici del 25 agosto, venne pubblicato in prima pagina un articolo a firma Sac. Giacomo Alberione, nel cui titolo si annunciava l’imminente apertura della Mostra; l’articolo ricalcava abbastanza fedelmente il testo delle precedenti conferenze che il PM tenne ad Alba, Alessandria e Mondovì, con alcune varianti. Nei giorni della Mostra, infatti, egli si trovava all’estero, e non avrebbe potuto farsi presente di persona21.

Il presente volume raccoglie 38 meditazioni e istruzioni, più una riunione con le professe a Castel Gandolfo. Anche di questo anno mancano alcune registrazioni degli interventi del Fondatore, riportati o accennati nei quaderni di suor Maddalena Verani (qMV) e di suor Nazarena De Luca (qND). Le meditazioni di Torino sono 10, comprese le 4 tenute alle ragazze che partecipavano ai Ritiri mensili vocazionali. Come già detto in altre occasioni, alla SAIE il Primo Maestro parlava spesso a tutti i membri delle diverse Istituzioni riuniti insieme. Perciò, il suo argomentare tiene presente principalmente l’apostolato di quella Casa e le sue problematiche, oltre alla condizione di vita dell’uditorio laico e religioso, maschile e femminile. Delle 18 meditazioni tenute a Castel Gandolfo, una buona parte è inerente alla liturgia del giorno, altre si soffermano sulle devozioni paoline, Gesù Maestro, Maria e Paolo, e tre vengono pronunciate in occasione di una vestizione, di una professione religiosa e dell’entrata nel primo noviziato regolare. Sono 10 le meditazioni di Don Alberione negli Esercizi Spirituali, che per la prima volta le Apostoline vivono fuori Mole, nella Casa Divin Maestro
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di Ariccia, insieme alle Pie Discepole addette al servizio sacerdotale (dal 31 luglio all’8 agosto). Grazie agli appunti di suor Nazarena De Luca abbiamo potuto ricostruire l’ordine in cui vennero dettate le meditazioni. Precisamente, egli dettò la prima istruzione e le ultime tre a Pie Discepole ed Apostoline; oltre poi alle meditazioni dei predicatori ufficiali, dettò per le Apostoline e/o le ragazze in discernimento che erano presenti al Corso, le restanti meditazioni.

Un discorso a parte va fatto per la riunione del 3 ottobre con le professe, che ci presenta, in qualche modo, il primo gruppo di Apostoline in relazione con il Fondatore e tra di loro. Prima della riunione, durante l’Adorazione Eucaristica, Don Alberione pronuncia alcune riflessioni, registrate solo nella parte conclusiva (vedi pp. 215–216). Nel qMV i pensieri iniziali del PM sono sintetizzati con queste parole: «Avete da ringraziare il Signore che vi ha condotto fino a questo punto. Ringraziare la SS.Trinità che ha voluto questo Istituto. La Madonna che vi ha assistito. Prima di tutto cantare il Magnificat, ringraziare il Signore che ha voluto l’Istituto, ringraziarlo per le vocazioni». Prima di concludere l’adorazione, il PM comunica di nuovo l’ufficio di maestra delle novizie ricevuto da suor Maddalena e quello della maestra delle aspiranti, e quindi il cambio nella direzione con i nuovi incarichi per Madre Tecla (superiora a Montebello ed economa); e prosegue dicendo: «Voi accettate tutto quello che vi ho detto e il Signore certamente aumenterà le sue grazie». Il testo della riunione (vedi pp. 217–236) è da leggere e intendere con tutti i limiti e le parzialità che può contenere, visti anche alcuni passaggi poco chiari, la mancanza di sistematicità nel discorso, la difficoltà di riportare il colloquio in un testo scritto per la sovrapposizione delle voci, la fatica del Primo Maestro a sentire distintamente le cose dette, il parlare esplicitamente dell’una o dell’altra persona… Questa riunione ci permette di scorgere alcuni tratti della paternità di Don Alberione con le Apostoline: usando al contempo fermezza e mitezza, e in certi casi anche ironia, egli tenta sempre di riportare ad alcuni punti fermi, di indirizzare e di spronare verso un salto di qualità nella missione vocazionale e nella vita religiosa. Il tono del dialogo è quello del confronto e dell’ascolto, ma anche del definire e del pianificare. Il Fondatore appare qui come un uomo che sa dare fiducia, un uomo concreto e carico di esperienza, che sa dove vuole arrivare ma desidera anche che le Apostoline imparino a fare da sole i loro passi e le loro scelte.
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1 Cf GIOVANNI XXIII, Lettera Enciclica Pacem in terris, la pace fra tutte le genti fondata sulla verità, la giustizia, l’amore, la libertà [AAS 55(1963), pp. 257–304], 11 aprile 1963, in EnchEnc 7, 579–585.

2 Ibidem, 89.

3 Il Cooperatore Paolino, 7–8–9/1963, p. 10.

4 Il Primo Maestro si recò prima in Estremo Oriente: India, Giappone, Corea, Filippine, Australia (21 febbraio – 4 aprile); poi a Parigi (30 aprile – 12 maggio); quindi in America del Sud e Centrale: Cile, Argentina, Brasile, Venezuela, Colombia, Perù, Messico, con scalo di tre giorni in Portogallo (3 giugno – 13 luglio); infine in Canada e Stati Uniti (27 agosto – 16 settembre).

5 Si vedano i resoconti e le foto di queste visite nei diversi numeri del Cooperatore Paolino del 1963.

6 Sul senso e il fine, per la Famiglia Paolina, dell’Anno di particolare santificazione, si veda il San Paolo, Gennaio 1963, pp. 1–9; inoltre, le meditazioni e gli interventi del Fondatore ai diversi Istituti paolini, in Italia e all’estero, nei volumi dell’Opera Omnia di questo anno.

7 Solo per rimanere ai fatti del 1963, ricordiamo che il 18 gennaio si era concluso il processo per la raccolta degli scritti del canonico Francesco Chiesa, il cui corpo era stato traslato a novembre del 1960 nel Tempio di San Paolo in Alba; e fu aperto il processo per la ricerca e raccolta degli scritti del Servo di Dio Maggiorino Vigolungo (cf Il Cooperatore Paolino, 2–3/1963, p. 30). Il 30 aprile vi fu la esumazione dei resti di Maggiorino, che il 1° maggio fu traslato nel Tempio di San Paolo (cf Il Cooperatore Paolino, 6/1963, pp. 8–11).

8 Vedi su questo argomento l’ottimo lavoro di Andrea Damino, Don Giacomo Alberione al Concilio Vaticano II. Proposte, Interventi e “Appunti”, II edizione corretta ed accresciuta (solo digitale), Edizioni dell’Archivio Storico Generale della Famiglia Paolina, Roma 2005.

9 Cf Ibidem, pp. 114–123, 125–137, 168; in particolare gli autografi Appunti per il Concilio Vaticano II, nelle pp. 180–187.

10 Cf AP 1960, p. 10, nota 2.

11 La Bibbia, tradotta dai testi originali, con commenti e spiegazioni, illustrata e rilegata, di pagine XIX + 1355, era sempre diffusa al popolarissimo prezzo di mille lire.

12 Per il testo dell’Udienza, cf L’Osservatore Romano, 15 febbraio 1963, p. 1, titolato Il Santo Padre esorta alla lettura e meditazione della Sacra Scrittura. Le pagine ispirate guida e nutrimento della vita cristiana. Alcuni stralci di questa Udienza Generale furono riportati ne Il Cooperatore Paolino, 2–3/1963, p. 3; nello stesso numero del Cooperatore, un pezzo dal titolo “La Bibbia in ogni famiglia” invita a contribuire con una sottoscrizione, per integrare le spese vive verso coloro che “non possono sostenere il costo per l’acquisto del Testo Sacro”.

13 Cf il Cooperatore Paolino, 11–12/1963, pp. 28–29.

14 In una meditazione ai fratelli discepoli paolini, con data incerta, egli afferma citando DV 25: «Prima si diceva, secondo [come] era stata la lettera scrittami: “la Bibbia in ogni famiglia”. Ma ora, dopo il Concilio, [dopo] “Dei Verbum”, si direbbe che non solo “la Bibbia in ogni famiglia”, ma “la Bibbia in ogni persona”, come è una espressione qui nel Decreto. “Il Concilio esorta con ardore e insistenza tutti i fedeli, soprattutto i religiosi, ad apprendere la sublime scienza di Gesù Cristo con la frequente lettura della divina Scrittura”. […] “Si accostino essi volentieri al sacro testo, sia per mezzo della sacra Liturgia, ricca di parole divine, sia mediante la pia lettura, e sia per mezzo delle iniziative adatte a tale scopo e di altri sussidi”» (La rivelazione, la Bibbia, la Tradizione, commento alla “Dei Verbum”, in OOA online, codice: 100023).

15 Vedi AP 1962, pp. 12, 103–104.

16 Domenico Turco (Monastero Vasco/CN 1911 – Roma 1992), Abate della Abbazia dei Monaci Trappisti (Ordine Cistercense della Stretta Osservanza) delle Tre Fontane in Roma, che in precedenza era già stato generoso benefattore dell’Istituto.

17 Carlo Zinato (Torcello/VE, 18 dicembre 1890 – Vicenza, 23 giugno 1974) fu vescovo di Vicenza per 28 anni, dal 1943 al 1971.

18 I documenti citati si trovano nell’Archivio Storico Generale della Famiglia Paolina. Il decreto e la lettera di mons. Zinato sono stati scritti a Roma, dopo due incontri con il PM il 10 e 11 ottobre; nel decreto manca l’indicazione del giorno.

19 Nell’Archivio Storico Generale della Famiglia Paolina è conservato un autografo del Fondatore (N° 4365) datato “Castelgandolfo, 3 ottobre 1963”, che riporta in dodici punti ciò che «per le “Suore Regina Apostolorum” si è stabilito “ad experimentum”, fino al prossimo corso di Esercizi Ss. 1964». Questo testo si trova anche dattiloscritto su un foglio di carta intestata del Superiore Generale della Società San Paolo. In sostanza, Don Alberione vi ha sintetizzato i contenuti della riunione con le professe, avvenuta il 3 ottobre (cf pp. 217–236).

20 Nel primo padiglione la parte generale di presentazione della vocazione, nel secondo e nel terzo di presentazione del Seminario, nel quarto sulle missioni diocesane, e nei restanti padiglioni l’esposizione di quarantatré Congregazioni Religiose (cf Guida alla Mostra delle Vocazioni, Vicenza – Seminario Vescovile, 31 Agosto – 8 Settembre 1963, Edizioni Paoline, 88 pp.).

21 Per la documentazione sulla Mostra di Vicenza, vedi Suore Apostoline, Archivio Casa Madre Castel Gandolfo, APOS 08.