36. QUANDO LA CONFESSIONE PORTA AL PROGRESSO
La preparazione e il ringraziamento
Domenica XVIII dopo Pentecoste, Meditazione, Castel Gandolfo, 6 ottobre 19631
Domenica XVIII dopo Pentecoste.
«In quel tempo Gesù, salito sopra una barca, attraversò il lago di Genezaret e andò a Cafarnao, la sua città. Alcuni gli presentarono un paralitico, disteso sopra il letto. Gesù, vista la loro fede, disse al paralitico: Confida figliolo, ti sono rimessi i tuoi peccati! Subito alcuni scribi pensarono dentro di sé: Costui bestemmia! Gesù, visti i loro pensieri, disse: Perché pensate male nei vostri cuori? È più facile dire: Ti sono rimessi i peccati, o dire: Alzati e cammina? Ora, affinché sappiate che il Figlio dell’uomo sulla terra ha il potere di perdonare i peccati: Alzati – disse al paralitico –, prendi il tuo letto e ritorna a casa. Il paralitico si alzò e andò via. Le turbe, visto tutto ciò, si intimorirono e resero gloria a Dio che aveva dato agli uomini un tale potere»2.
E qui Gesù, visto il paralitico, in primo luogo gli perdona i peccati: Figliolo, ti sono rimessi i peccati. E alcuni, contrari a Gesù, pensavano male, pensando che egli bestemmiasse, nel senso che non l’avesse il potere, Gesù, di rimettere i peccati; ma invece Gesù volle dimostrare che poteva rimettere il peccato. E quindi domandò agli scribi suoi avversari: È piuttosto facile dire: ti sono rimessi i peccati, o più facile
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dire: Alzati – guardando il paralitico –, alzati e cammina?. Ecco, Gesù dimostrava il potere di rimettere i peccati compiendo questo miracolo: il paralitico si alzò, prese il letto e tornò a casa.
Dobbiamo sempre ringraziare il Signore di aver istituito questo grande sacramento, la Confessione! Oh! È tanto facile mancare! Però il Signore, conoscendo la nostra miseria, stabilì questo sacramento che è il sacramento del perdono. E se non avessimo questo sacramento, in quali angustie ci troveremmo, dopo aver mancato?
Ora, il sacramento della Penitenza che effetti produce? Se è ben ricevuto, questo sacramento, in primo luogo rimette i peccati mortali, se vi sono; rimette i peccati veniali; e comunica la grazia, questo sacramento, la grazia santificante; e pure comunica la grazia attuale, cioè aiuti particolari per correggersi, per far meglio, per schivare il peccato; e poi la Confessione serve tanto anche a correggere i difetti, togliere certe idee, certe abitudini. La santificazione in primo luogo dipende dalla purificazione, cioè da toglierci di dosso il male: il peccato e i difetti; e poi fare anche la penitenza del passato, perché se abbiamo mancato dovremo fare la penitenza o di qua, sulla terra, oppure al di là, dopo morte.
Grande sacramento! Il sacramento del perdono, della riconciliazione, il sacramento che porta pace, il sacramento che ci toglie i mali: ciò che è difettoso, ciò che dispiace al Signore. Grande grazia!
Oh! Ricevere bene allora il sacramento. Rileggere il capitolo della Confessione, della Penitenza nelle Costituzioni3, per osservare quelle cose che sono determinate, quello che è nei vari articoli di questo capitolo della Penitenza, cioè della Confessione.
Ora la Penitenza, cioè il sacramento, per portare frutti, ha bisogno di una preparazione e di un ringraziamento: buona preparazione e buon ringraziamento.
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La buona preparazione, sì, e la ricerca delle nostre mancanze, sì… ma soprattutto il dolore e il proposito: queste sono le disposizioni due principali! Dolore vivo, proposito fermo! Eh, sì. Sappiamo bene che noi siamo molto fragili e dobbiamo molto umiliarci, ma come preparazione alla Confessione sacramentale [fare] gli esami di coscienza lungo la settimana, l’esame di coscienza nella Visita – specialmente in quello della Visita, l’esame di coscienza, perché c’è più tranquillità, c’è più tempo –. Allora, lì, durante la Visita, al punto dell’esame di coscienza vogliamo confessarci a Gesù, direttamente, e cioè conoscere i nostri errori; egli, Gesù, li conosce già ma è tanto bene che noi li accusiamo: Mi confesso a Dio onnipotente, alla beata Vergine Maria, perché ho peccato, ho peccato […]; per mia colpa, per mia colpa, per mia massima colpa4. Ecco il dolore, il dolore vivo! Ma questo dolore deve portare al proposito di non commetterne più. Ho fatto male: ecco il dolore; Non voglio far più il male: ecco il proposito. Quanto più è vivo il pentimento e quanto più è fermo il proposito, tanto più si ricaverà profitto dalla Confessione. E poi chiedere perdono a Gesù; e poi fare quindi… proposito non solo, ma preghiere perché non abbiamo più da ricadere. Così, se una persona fa l’esame di coscienza ogni giorno, arrivando al giorno della Confessione sacramentale si può dire che è già pronta, è preparata.
Poi ci vuole il ringraziamento. E il ringraziamento consiste prima nel ringraziare il Signore del grande sacramento ricevuto: sacramento di misericordia; e sempre abbiamo da tenerci umili per le nostre fragilità e perché nel passato tante cose abbiamo commesse che han dispiaciuto al Signore. Ringraziare il Signore!
Secondo, fare la penitenza, se si può subito.
E terzo, pregare per non ricadere, per non commetterli di nuovo. La Confessione ci aiuta a liberarci da molti difetti. Se dopo varie Confessioni, riconosciamo di aver tolto qualche difetto, è segno che la Confessione è ben fatta; e se dopo
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un mese, se dopo un anno da che uno si confessa ogni otto giorni… qualche cosa deve avere corretto, qualche cosa deve avere emendato, qualche purificazione ci sarà stata nella nostra anima: quello indica che le Confessioni sono ben fatte, se c’è un progresso.
Oh! Piuttosto abbondante la preparazione, ma anche piuttosto brevi le Confessioni… però dire tutto quel che è necessario dire, si capisce. Poi qualche volta può essere il caso di dover chiedere qualche consiglio: con l’occasione si può fare.
Oh, adesso, dunque facciamo un esame sulle Confessioni passate: se abbiamo sempre avuto le disposizioni, particolarmente se è stato vivo il dolore e se è stato fermo il proposito. Alle volte il confessore dice cose che son del tutto necessarie; per esempio, schivare le occasioni del peccato: lì è del tutto necessario e bisogna seguirlo. Poi molto ascoltare quello che ci serve e ci aiuta ad evitare le mancanze, i mezzi da adoperarsi. Grande importanza alla Confessione settimanale, perché è un mezzo sacramentale istituito da Gesù Cristo, che la Chiesa predica, che la Chiesa vuole che i religiosi seguano, lo usino questo grande mezzo sacramentale… Perché c’è sempre differenza tra una preghiera individuale, una preghiera con la Chiesa o il sacramento in cui interviene Gesù Cristo, ed è lui che assolve: Ti sono rimessi i peccati, Gesù aveva detto. Molte volte i peccati son conseguenze di trascuranze e molte volte anche avviene che le disgrazie umane sono disgrazie attirate sopra di noi per causa dei peccati. Quindi Gesù, prima di guarire, togliere quel male al paralitico, prima toglie ciò che è nell’anima: Ti son rimessi i peccati.
Veniamo alla conclusione. Quando noi ci accostiamo a ricevere questo sacramento, due disposizioni: il dolore e il proposito, sì. Dolore, nella nostra umiltà: Signore, siate misericordioso con me che sono peccatore!, «Agnus Dei, qui tollit peccata mundi, miserere»; facciamo un atto di umiltà e poi facciamo l’atto di fede: Tu che togli i peccati dal mondo. Non seguire con scrupoli, dubbi che agitano; quando il confessore ha detto basta è basta, e quindi non preoccuparsi
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troppo in maniera da essere impediti anche nel lavoro spirituale.
Conchiudiamo. Ringraziare il Signore che ha istituito questo sacramento e che ha dato il potere ai sacerdoti di rimettere i peccati, e inoltre guardare al Crocifisso misericordioso: Signore, perdonami sempre del male, sì, del male nella vita passata… Signore, abbi pietà di noi.
E poi sempre rivolgersi a Maria: una Salve Regina, per esempio, un’Ave Maria, per osservare i propositi che abbiamo fatto.
Sia lodato Gesù Cristo.
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1 Nastro originale 158/63 (Nastro archivio 145a. Cassetta 145, lato 1. File audio AP 145a). Titolo Cassetta: “La remissione dei peccati”.
2 Vangelo: Mt 9,1–8. Il PM cita e commenta il brano all’inizio della meditazione.
3 Cf C ’58, artt. 188–202.
4 Dalla preghiera del Confiteor (Confesso), citata in italiano.