Beato Giacomo Alberione

Opera Omnia

Effettua una ricerca

Ricerca Avanzata

3. COME CONOSCERE LA VIA A CUI DIO CHIAMA
Orientare la gioventù è la maggiore necessità attuale
Domenica tra l’Ottava dell’Epifania, Festa della Santa Famiglia
Ritiro alle ragazze, Torino (SAIE), 13 gennaio 1963
1

Il Vangelo di quest’oggi2 narra lo smarrimento e il ritrovamento di Gesù a Gerusalemme, nel Tempio.
Gesù era andato a 12 anni, insieme a Maria ed a Giuseppe, a Gerusalemme per le feste; e le feste duravano alcuni giorni, generalmente tre giorni e anche fino a sette giorni, secondo le varie feste dell’anno. Al ritorno gli uomini si accompagnavano tra di loro, le donne fra di loro, separatamente uomini da donne. E ai fanciulli era data la libertà3 di restare e accompagnarsi con le donne, cioè con la madre, oppure con gli uomini, con il padre. E così Gesù si fermò, Maria credendo che fosse con gli uomini e Giuseppe credendo che fosse con Maria; ma accortisi alla sera, dopo un giorno di cammino, che non vi era affatto né con gli uomini né con le donne, allora rifecero il cammino, un giorno, tornando a Gerusalemme. E lo cercarono e finalmente il terzo giorno lo trovarono; e lo trovarono nel tempio, là dove facevano le adunanze i sacerdoti e gli anziani, gli anziani del popolo che tenevano le adunanze per spiegare, studiare la Bibbia, la Sacra Scrittura. Trovarono Gesù in mezzo ai dottori. Allora, Maria meravigliata: Perché ci hai fatto così? Tuo padre ed io ti cercavamo ed eravamo angosciati per timore – oh, anche per timore
~
che fosse stata una negligenza –. Ma Gesù rispose: Non sapevate che io devo occuparmi delle cose del Padre mio?, e cioè che io dovevo proprio essere qui fra i dottori della legge a sentire come commentavano la Bibbia, interrogarli e rispondere, ecco. Infatti, sebbene un ragazzo di 12 anni, meravigliò i dottori, meravigliò per le sue risposte e per le domande… la sapienza che dimostrò. Ma comprendiamo quelle parole di Gesù: Non sapevate che io devo guardare le cose del Padre mio?. Cosa voleva dire? Che io ho una vocazione e che sono destinato ad occuparmi delle cose del Padre mio, cioè di quello che riguarda l’onore del Padre mio. E un giorno avrebbe predicato a trent’anni, per tre anni e un po’ più di tre anni, il Vangelo.
Proprio in questi giorni, anzi ieri, un ragazzo aveva risposto così alla mamma e al papà: Ma non sapete che io ho una vocazione? Che io voglio occuparmi delle cose di Dio?. Quel ragazzo aveva risposto così, e l’ho saputo ieri, stava lavorando in campagna con il padre e ripeteva al padre: Io voglio cercare delle cose più importanti, ecco. Voleva dire: la sua vocazione.

Oh, non tutti sono chiamati per la famiglia e non tutti sono chiamati per la vita di consecrazione a Dio; anzi, e per lo più, le figlie sono per la famiglia, e cioè perché possano, formando una famiglia, formare dei fanciulli, delle giovani, dei buoni cristiani da condurre al paradiso, alla salvezza eterna. Oh! Ma vi è un certo numero di figliole che nell’intimo si sentono portate di più per le anime, per le opere di Dio, per le attività apostoliche, per la preghiera: giovanette, signorine, le quali sentono il desiderio di amare ma sentono anche che non gli basta una creatura, perché vogliono amare immensamente, un amore che non cada, cioè lo Sposo celeste. Poiché la donna è ordinata all’uomo, così come il Signore ha creato Eva ordinandola ad Adamo. Lo sposo: lo sposo umano, uomo semplicemente, oppure l’uomo–Dio, Gesù Cristo, lo Sposo celeste? Ecco la domanda. E allora, ecco, studiare pregando: Cosa vuoi, Signore, da me?.
~
E per conoscere la via a cui il Signore chiama, tre cose. Pensarci, e non infilare una strada così senza aver riflettuto bene, ma riflettere bene, e anche a lungo, secondo anche l’età. Secondo, pregare: Signore, che cosa vuoi da me? Che cosa sarò più contento di aver fatto quando mi troverò in punto di morte? Signore, illuminami!. E, in terzo luogo, chiedere consiglio. Naturalmente, venendo al ritiro, come avete fatto, con sacrificio, con tanta generosità, quello è una gran preghiera, questo giorno di ritiro, per conoscere la volontà del Signore. Eh, sì! Quindi la giovane, quando si affaccia alla vita, deve riflettere, deve pregare, deve consigliarsi.
Oh! Per quello che riguarda l’inclinazione a formarsi famiglia, ed è la vita più comune e la via più comune, già tutte avete un po’ di conoscenza, perché vivete in famiglia e sapete come vive la mamma, come è vissuta la nonna, come vivono donne del vicinato… e più o meno conoscete come è la vita di famiglia. E quindi lì non si trovano molte difficoltà a conoscere che cosa imponga, cosa voglia dire formarsi famiglia. Del resto è cosa sacra: il Signore ha istituito il matrimonio come sacramento.
Ma allora, sapendo già questo, faccio un accenno invece alla vita di consecrazione a Dio. La vita di consecrazione a Dio significa donarsi a lui, ed è certamente un sacrificio che richiede il Signore allora: sacrificio di lasciare il mondo, lasciare la famiglia e lasciare la via comune. Parlando della consecrazione a Dio, occorre subito pensare che vi è una divisione di Istituti, una varietà di Istituti. Ma, in primo luogo, quando l’anima decide di consecrarsi a Dio, trova due strade aperte davanti, cioè due generi di Istituti, due qualità di Istituti.
Vi è la vita contemplativa, cioè la vita claustrale, contemplativa, dove la vita si svolge in un convento… totalmente separate dal mondo, senza apostolati nel mondo, apostolato invece di preghiera e lavoro per la santificazione: è una via. E in Italia sono circa venti, ventunmila queste suore di vita contemplativa.
Poi vi è la vita attiva. La vita attiva, che importa preghiera e apostolato… la vita attiva in generale include la vita
~
comune e l’abito religioso. Quindi vi sono due occupazioni, non solamente quella di contemplazione e di preghiera, ma preghiera e attività. Quale attività? Missionaria; e opere caritative: ospedali, orfani, vecchi e simili; poi la scuola, l’educazione della gioventù; poi vi sono anche le Istituzioni Paoline le quali hanno i loro fini propri, e cioè le Figlie di San Paolo specialmente per la stampa, le suore Pie Discepole che hanno specialmente il lavoro per i sacerdoti, l’apostolato in questo senso, vi sono le Pastorelle per le parrocchie, vi sono le Apostoline per tutte le vocazioni, per la ricerca e [per] promuovere le vocazioni.
Oh, quindi due vie subito che hanno una separazione chiara, cioè vita contemplativa o vita attiva… ma sempre vita attiva unita alla preghiera: prima la preghiera e poi l’apostolato, cioè le attività, che possono essere – come ho detto – molto varie. Oh! Tuttavia, dopo che si è scelta una delle vie, per la vita claustrale vi sono anche parecchi Istituti, sì, e sono Istituti i quali alcuni sono più antichi, altri sono più recenti, ma tutti hanno la stessa vita in fondo, che è vita di raccoglimento, di preghiera, di mortificazione. Vi sono le Trappiste, ad esempio, vi sono le Benedettine, vi sono le Carmelitane, e poi varie Istituzioni le quali poi sono più diffuse in certe nazioni e in altre nazioni meno.
Oh, quanto alla vita invece che diciamo attiva, esige molta preghiera e, sotto un certo aspetto, esige di più preghiera che non la stessa vita contemplativa. Quindi, le pratiche di pietà. Oh, le pratiche di pietà, allora, per chi vive vita attiva, le pratiche di pietà: Comunione, meditazione, Messa… e poi preghiere varie: quella che più pratichiamo e che prepara poi all’apostolato [è] l’ora di adorazione ogni giorno con Gesù; poi vi sono le preghiere varie come il rosario, l’esame di coscienza, la Confessione ogni otto giorni, il ritiro mensile ogni mese, gli Esercizi Spirituali ogni anno, e poi le festività proprie di ogni Istituto. Quando poi c’è questa unione intima con Gesù di preghiera, allora si passa alle attività. Se si prende, si sceglie un Istituto in cui l’occupazione è la scuola alle giovani, la scuola che può essere ai bambini, può essere invece
~
la formazione della gioventù femminile, ecco, allora richiede studi, richiede più studi. Se devono fare scuola nel liceo o in altre scuole consimili – supponiamo le scuole normali per la formazione delle maestre –, queste devono prepararsi con lo studio. Se invece si danno alle opere caritative, vi sono delle opere caritative in cui c’è pure molto studio, in certe opere. Vi sono le suore che hanno studiato come medici, come medichesse, e quindi queste hanno corsi di studio più lunghi. E invece vi sono quelle suore che assistono solamente gli orfani o i vecchi… anche coloro che attendono agli ospedali hanno bisogno di una certa istruzione. Del resto poi fra queste varie opere di attività – ho detto – ci sono le missioni e ci sono tante attività quanti sono gli apostolati, si può dire. Si può dire che per ogni apostolato c’è un genere di Istituti, vari.

Oh, la persona adesso potrebbe dire: Ma come posso fare a conoscere che cosa vuole da me il Signore per la mia vita?. Può essere che si domandi: Da chi consigliarmi?. In primo luogo occorre che ci sia una giovinezza innocente, sana: perché il Signore possa far sentire la sua voce, occorre che ci sia l’innocenza, cioè la vita di grazia; e anche se si è commesso qualche peccato, che si arrivi al pentimento e a rimettersi sulla strada buona, a rimettersi sulla strada buona. Questo è la prima condizione. Quando poi ci si è trovate in una famiglia buona, ci si è trovate in una parrocchia dove il parroco seguiva bene i fanciulli, le fanciulle, dove si è andati in una scuola in cui si rispettava la legge di Dio, ecco, allora ci si è trovate già in ambienti sani: e l’ambiente sano all’esterno e lo stato di grazia nell’interno… ecco la preparazione remota.
Poi come avviene la chiamata di Dio? Avviene in tantissime maniere. La più frequente è questa: quando si fa un ritiro, quando si fa un piccolo corso di Esercizi… nell’intimo il Signore parla. «Loquar ad cor eius» [Os 2,14]: quando si passano alcuni giorni in un ritiro, «loquar ad cor eius», parla il Signore al cuore: è lì il momento prezioso. Del resto, anche altri momenti: dopo la Comunione, dopo la meditazione… Altre cose: è morta quella persona e forse era una santa persona,
~
e si pensa: Ecco, quella viveva bene, e adesso avrà l’eterna ricompensa; può essere anche una morte improvvisa; può essere invece un libro che si legge; oppure una conversazione con persone che hanno una certa esperienza. Il Signore ha tante vie, ma alla fine di queste vie, in fondo rimane quel desiderio di donarsi al Signore, e cioè di voler amare Dio senza intermezza persona – Dio, Dio solo – per assicurarselo meglio il paradiso… per assicurarsi il paradiso e più bello, più felice. L’ispirazione di Dio, quindi.
Inoltre, con chi consigliarsi? I genitori sanno e conoscono la condizione di chi è sposato, ma non conoscono la condizione e la vita che fanno le suore, affatto. Neppure sospettano che in quella vita, che è di sacrificio, si goda tanta pace, non lo sospettano… tanta gioia, tanta serenità e tanta ricchezza di grazie e di meriti. Quindi i genitori non sono in generale affatto consiglieri. Anzi, quel libro che ho visto un giorno qui nel banco, dice: i genitori sono i pessimi consiglieri quanto a vocazione4. Oh, la vocazione è libera! La scelta dello stato è libera! Perché, siete poi voi che avete da vivere, mica han da vivere gli altri! Ed è il Signore che, creando, destina una persona per una via, per un’altra. Quindi scelta liberissima. Invece, una persona che ama realmente e che vuole il bene, il bene per la vita presente e il bene per la vita futura, cioè per l’eterna salvezza, non guardando soltanto a questo poco tempo che passiamo sulla terra… E nel pensare alla vocazione, sempre unire i due pensieri: la vita presente in ordine alla vita futura, le due vite. Dove voglio andare al di là? Al di là ci restano due posti: paradiso e inferno. Cosa voglio scegliere? Sì. Perciò si prenda per consigliere una persona disinteressata, ma che conosca le varie vite consecrate a Dio e cioè i vari Istituti, se vi è questa vocazione. Poi vi sono sempre tanti impedimenti per la via di consecrazione, per la vita religiosa, e quindi è necessario, nel chiedere consiglio, dire le difficoltà che si possono avere, o quanto a salute o quanto
~
a preparazione nella vita o quanto a carattere o quanto si può prevedere, conoscere tra gli impedimenti che sono scritti nel Diritto Canonico, per cui negli Istituti non possono accettare chiunque. Vi sono gli impedimenti che si incontrano in varie giovani, le quali, pur avendo le migliori intenzioni, non possono abbracciare la vita religiosa; e d’altra parte, non potendolo, è segno che non c’è la vocazione, è segno che non c’è la vocazione.
Allora, ecco, queste sono alcune cose che possono servire come istruzione sulla scelta dello stato. Primo: è il gran problema vostro per la vita. Secondo: la vita più ordinaria è la via della famiglia; tuttavia il Signore ha scelto per sé anime che le vuol tutte per sé, persone che le vuol tutte per sé: allora la vita religiosa. Sì, le due vie: via contemplativa e via attiva. In ogni via… cioè contemplativa, ci sono varie Istituzioni; nella via di attività ce ne sono ancor di più di Istituzioni.
Poi vi sono gli Istituti Secolari. Istituti Secolari sono: i religiosi e le religiose senz’abito e senza vita comune… che vivono fuori dei conventi, non hanno l’abito religioso, non hanno la vita comune, devono vivere al modo dei cristiani: far l’apostolato in mezzo al mondo, e gli apostolati possono essere tanti. Ricordo solo le Annunziatine, che è uno degli Istituti della Famiglia Paolina. Oh, però queste persone così fanno la vera consecrazione a Dio, con i voti: povertà, castità, obbedienza. E allora si legano in una maniera più sicura, più perfetta. Tuttavia, non avendo la vita comune, possono vivere nelle loro case, o sole oppure anche unirsi due, tre secondo i casi, o anche di più, e poi lì vi sono tante circostanze e tante cose per cui si dovrebbe chiedere consiglio, per essere più illuminate a scegliere bene. Non hanno l’abito: appunto perché non si riconoscano, perché possano penetrare in ogni casa, portare una parola buona; perché molte persone del mondo hanno paura dell’abito religioso ed è difficile ad avvicinarle, e queste persone cercano appunto di avvicinarle senza che abbiano da sentire timore o ripugnanza coloro che han poca fede, in generale, e che han più bisogno della Parola di Dio.
~
Ecco quante vie ci sono. La grazia del Signore vi accompagni, la scelta venga fatta alla luce di Dio. Pensare sempre in avanti: Signore, che cosa vuoi che io faccia?. è stata la prima preghiera che san Paolo ha fatto a Gesù: «Domine, quid vis ut faciam?» [cf At 9,6;22,10], Signore, che cosa vuoi che io faccia? E Gesù gli ha risposto, ma non gli ha detto cosa doveva fare: Vai in città, Damasco, ti verrà detto ciò che devi fare. Là allora sarai consigliato [cf At 22,10], ecco. E lui andò e venne il consigliere: Anania. Il Signore certamente questa grazia, e cioè questa luce sul vostro avvenire, certamente il Signore ve la darà, se si prega e se si vive in grazia di Dio… questa grazia ve la darà. E ve lo auguro, e prego perché tutte indoviniate la strada su cui vi troverete bene e su cui potrete salvare e santificare l’anima vostra.

Sia lodato Gesù Cristo.

5[…] e la maggior necessità attuale sia orientare la gioventù nella vita. Tanta gente e tanta gioventù che è disorientata, cammina quasi, eh, quasi andando a zonzo, alla buona ventura. Ora la necessità maggiore, per quanto io vedo, è di aiutare la gioventù dai 15 ai 25 anni; e istruire con corsi di orientamento, con libri, pubblicazioni, conferenze, eccetera… orientare bene, in modo particolare con le pubblicazioni, orientare nella vita gioventù maschile e gioventù femminile. Come gente che se infilasse la prima porta che trova sulla strada, senza riflettere a dove entra… e si va così come se si giocasse a un gioco pericoloso: la vita è una cosa seria!
È tempo quindi che abbiamo iniziato, con la grazia di Dio, le Suore Apostoline, che hanno questo problema centrale della vita da seguire e aiutare a risolvere: orientamento nella vita. Perciò, se il Signore chiama alla vita religiosa, a consecrarsi a Dio, tutte le vie che indica la Chiesa, tutte le vie che
~
sono buone in quanto alle varie Istituzioni religiose, sì… ma oggi è necessario in modo più forte orientare la gioventù, sapere indicare una strada, o verso la famiglia o verso la consecrazione a Dio… quello che vuole il Signore!
E intanto una preparazione seria. Voi un poco sapete come succede: infilano la prima strada e abbracciano la vita della famiglia senza una preparazione… e poi, famiglie disorientate, famiglie in cui non c’è pace e famiglie in cui tante volte succedono poi dei disorientamenti, separazioni, eccetera. E la famiglia che è invece, la famiglia la quale deve essere la base della società e la base della Chiesa, ecco, la famiglia non costituisce più una base sicura. Oh! Perciò, adesso da alcuni anni particolarmente mi sono impegnato a questo lavoro: suore che si dedichino all’orientamento della gioventù, dai 15 ai 25 anni particolarmente, onde trovarsi nella vita soddisfatti. Delle pene ce ne sono dappertutto in qualunque stato, ma se uno si trova sulla sua via, ne avrà meno di pene e anche quelle che avrà, le porterà con pazienza, con merito, sì; e particolarmente poi la vita eterna: perché quando si indovina la via che vuole il Signore, che il Signore ha destinato per noi, è molto più facile, molto più facile… molto più facile entrare alla vita eterna!
Perciò in questo orientamento anche vostro nella vita e nei pensieri santi che il Signore vi ispira, pensare anche a questo, la maggior necessità attuale della Chiesa: orientamento e della parte maschile e della parte femminile, orientamento giusto nella vita. Ecco tutto quel che volevo dire.
Adesso vi do la benedizione sui vostri buoni propositi; e confidiamo, con la grazia di Dio, di rivederci! E intanto vi auguro un anno buono… già ben cominciato, ma che sia percorso santamente e lietamente.
Tanto salutate anche i vostri parroci e le vostre famiglie.

Sia lodato Gesù Cristo.
~

1 Nastro originale 1 s.d. (Nastro archivio 180a. Cassetta 180, lati 1/2. File audio AP 180a). Titolo Cassetta: “Le varie vocazioni. Le Apostoline”.

2 Vangelo: Lc 2,41–52. Il PM mentre lo racconta, lo commenta.

3 Il PM dice: era libero.

4 Potrebbe trattarsi di questo testo: S. ALFONSO M. DE LIGUORI, Opuscoli sulla vocazione, Alba 1943, pp. 54–61; 70–73; 161–167. Cf AP 1960, p. 126, nota 13.

5 Nel Nastro originale, dopo uno stacco della bobina, riparte di nuovo la voce del PM, molto lontana dal magnetofono, che dice le seguenti parole. Dagli appunti di suor Nazarena De Luca, si ricava che è un’aggiunta successiva a questa meditazione, di circa 6 minuti (File audio AP 180a finale).