38. SINCERITÀ CON DIO, CON SE STESSI E CON IL PROSSIMO
Domenica XXII dopo Pentecoste, Meditazione,
Castel Gandolfo, 3 novembre 19631
L’insegnamento da ricordare dal Vangelo di oggi: la sincerità. Chiedere al Maestro Divino questa grazia: la sincerità con Dio e la sincerità con tutti. Egli ha insegnato: Il vostro parlare sia semplice, cioè sì sì, no no [Mt 5,37], senza scusarsi e senza lodarsi, né portare le cose che siano più a nostra gloria che non al bene delle anime e a gloria di Dio […]. I farisei danno qui un segno di ipocrisia, di falsità; Gesù l’esempio della sincerità.
«I farisei si radunarono e si accordarono per ottenere da Gesù delle dichiarazioni compromettenti. Gli mandarono alcuni discepoli con degli erodiani a dirgli: Maestro, sappiamo che sei veritiero e insegni la via di Dio con franchezza, senza guardare in faccia a nessuno, perché non temi l’opinione pubblica. Sentiamo il tuo parere: è lecito o no pagare il tributo a Cesare? Ma Gesù, conosciuta la loro malizia, disse: Ipocriti, perché mi tendete un tranello? Mostratemi la moneta che vi serve a pagare le tasse. Gliene presentarono una ed egli, Gesù: Di chi è questa immagine e l’iscrizione? Risposero: Di Cesare. E allora – conchiuse Gesù – date a Cesare quello che è di Cesare e date a Dio quello che è di Dio»2.
I farisei volevano trovare un’occasione per accusare Gesù, e cercarono di fargli una domanda; qualunque risposta che
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egli avesse dato3 alla domanda, avrebbero come preteso di accusarlo, accusarlo davanti a delle autorità politiche. Se avesse detto: Non date il tributo a Cesare e al governo di Roma, l’avrebbero accusato di ribellione; e se invece avesse detto Datelo, avesse detto il contrario, allora che cosa sarebbe avvenuto4? E cioè l’avrebbero accusato che egli ammette il diritto di quella che era la legge ebraica, cioè esso doveva essere il popolo di Dio, quindi sottomesso soltanto a Dio… esso è il popolo eletto, il popolo di Dio!
Maestro sappiamo che sei veritiero e insegni la via di Dio con franchezza e senza guardare in faccia a nessuno, perché non temi l’opinione pubblica. Ma allora, ecco, questa lode che gli fanno non era sincera… ma era la verità però! Loro non pensavano così ma esteriormente dichiaravano che Gesù era veritiero: pensava e diceva sempre la verità, e mostrava la via di Dio senza guardare in faccia a nessuno, sì. Allora lo interrogarono se era lecito pagare il tributo a Cesare o se si doveva soltanto pagare il tributo al tempio, in sostanza. Ma Gesù, conoscendo ciò che c’era nel loro cuore, subito rinfacciò a loro quello che avevano nell’intimo: Ipocriti, perché mi tendete un tranello?. Ecco… la sincerità ci vuole con Dio! E cioè: se si vuole, tutto è di Dio, e non sempre io… la nascondo la grazia di Dio5. Nei nostri esami di coscienza essere schietti, ammettere i nostri peccati, i nostri errori e non trovare così facilmente scuse e non dare la colpa a qualche cosa che non è andato bene, non dare la colpa agli altri, ma esser sinceri… quindi sinceri in Confessione. Perciò, sincerità nell’esame di coscienza e sincerità nelle Confessioni, e sincerità tutte le volte che parliamo con Dio. […] Maria ammise, confessò che aveva ricevuto tante grazie da Dio, ma la sua riconoscenza era per questo: confessava che Dio era stato buono con lei e che le aveva concesso tante grazie [cf Lc 1,46–49]. Ammettere le grazie che ognuna ha, ammettere le grazie che abbiamo. Se c’è un po’ di intelligenza, l’adoperiamo bene? È importante
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che sfruttiamo al massimo la grazia di Dio. E se c’è nel nostro cuore, nel nostro interno buona volontà, ammetterlo che il Signore ci ha dato buona volontà, e usarla e conservarla. E quando facciamo i propositi, [fare] propositi che sono più utili sui punti di cui abbiamo più bisogno: può essere lo spirito di fede che porta all’umiltà, può essere l’amore più intenso a Dio, […] ancora più intenso, volontà a orientare tutta la vita verso Dio. Aver sempre intenzioni rette nell’operare e nel parlare, sempre. Vi amo con tutto il cuore e sopra ogni cosa6. Quindi domandare quelle grazie di cui abbiamo bisogno, specialmente in quei punti in cui noi vogliamo o intendiamo di crescere. E dico: sincerità quindi con Dio… nella preghiera stessa. Eh, alle volte si fan dei propositi grossi! Ci fidiamo! Facciamo dei propositi modesti, ma insistere per quella grazia di corrispondere a quello che promettiamo… conservati.
Poi ci vuole l’umiltà con noi stesse, con noi stesse. Alle volte consideriamo solamente quel che abbiamo di bene, sì. E quel che si è sempre da noi. Siamo umili di cuore, perché Gesù ha detto: Imparate da me che sono mansueto ed umile di cuore [Mt 11,29]. E non pretendere, non sembrare7 sopra quello che noi sappiamo di noi stessi… quando ci stimiamo troppo in sostanza. E se c’è qualcosa, lode… siamo così: non stimarsi sopra a quello che in realtà non abbiamo inventato, sì. Essere buoni e sinceri, persone che conoscono i loro difetti.
Poi essere sinceri. Avviene qualche volta questo, che sarebbe molto grave, sarebbe molto grave questa cosa. Finché sono nel periodo di formazione, eh, si mostrano con l’ascolto, fan bene8, si impegnano a mostrarsi obbedienti, educate, eccetera… Una volta fatti i voti perpetui, loro si mostrano intemperanti. Vuol dire che prima non c’era abbastanza sincerità, c’era molta ipocrisia. Non che cerchiamo di essere ammirati o stimati, non questo! Se si è fatto bene, le lodi9; se si è fatto male, lo ammettiamo con schiettezza, con sincerità.
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Quando si parla e si gonfiano le cose, non si dan le prove della schiettezza e della sincerità! Quando si è avvertiti, allora, non scusare ma ammettere con serenità, ammettere con serenità: Questo lo so… quello non lo so, con sincerità. E temere sempre quindi la superbia che porta alla insincerità. Questi farisei in realtà facevano un elogio a Gesù che era vero e che poi lo meritava, ma mentre gli facevano l’elogio della sincerità di Gesù, essi nell’intimo avevano un’ipocrisia profonda, per cui Gesù li ha svelati: Ipocriti, perché mi tendete un tranello?. Oh, quindi schietti e sinceri sempre! Allora si onora Dio: la schiettezza, la sincerità onora Dio. «Ego sum veritas» [cf Gv 14,6], dice Gesù, io sono la verità; e quando non si cammina, non camminiamo nella verità e nella sincerità, offendiamo il Signore, offendiamo il Signore… e quando invece camminiamo nella sincerità, nella veracità con Dio stesso, con noi, e con il prossimo, questo sì, allora quando noi siamo sinceri onoriamo Dio, onoriamo Gesù Cristo. Io sono la verità: vedendo la verità, c’è chi vede Gesù Cristo […]. Vediamo che la superbia porta qualche volta alla mancanza di sincerità, l’umiltà invece porta più facilmente alla schiettezza, sì. Se c’è un peccato che Gesù Cristo ha flagellato con parole le più forti, è stato quello dell’ipocrisia dei farisei. Che parole forti ha utilizzato […]. Allora, domandiamo questa grazia: sinceri con Dio, sinceri con noi stessi, e sinceri con il prossimo, sempre di più. E quanto c’è dentro, allora viene anche fuori con le parole: il tuo parlare sia sì sì, no no, senza scuse e senza lasciare i fatti a metà… quello mai.
E le persone che sono sincere son sempre amate; quando non sono sincere, s’illudono sempre e in quel che dicono e in quel che fanno. Ma quando c’è la schiettezza, si attira questa schiettezza l’affetto e la stima; e poi se c’è un difetto, si ammette e c’è più grazia di Dio a correggerlo. Se manca un dono, una virtù, si ammette che manca e si avrà la grazia di acquistarla… avrà più grazia per acquistarla un domani.
Onorare Gesù Cristo […]
Sia lodato Gesù Cristo.
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1 Nastro originale 4 s.d. (Nastro archivio 186b. Cassetta 186bis, lato 1. File audio AP 186b). Titolo Cassetta: “Il tributo a Cesare”.
2 Vangelo: Mt 22,15–21. Il PM lo commenta nella meditazione.
3 Il PM dice: desse.
4 Il PM dice: avverrebbe.
5 Espressioni incerte.
6 Vedi p. 212, nota 2.
7 Parola incerta.
8 Espressione incerta.
9 Parola incerta.