23. IL LAVORO PIÙ DELICATO DEL MONDO!
Fede per la santificazione e per l’apostolato vocazionale
Esercizi Spirituali, 6° giorno, Ariccia (Casa Divin Maestro), 6 agosto 19631
L’Istituto va progredendo, e questo non solamente di persone ma anche di apostolato, di opere.
Adesso c’è stato un periodo in cui una parte [di voi] era a Torino e l’altra parte qui a Mole, Castel Gandolfo. Oh, questo è come un noviziato dell’Istituto, un noviziato dell’Istituto… come. Le Figlie [di] San Paolo le abbiamo mandate a Susa, a fare la prova del noviziato dell’Istituto, e sono state a Susa alcuni anni e poi son state chiamate ad Alba: ecco adesso l’Istituto si va sempre meglio delineando, e d’altra parte le prove di obbedienza e di lavori estranei, eccetera… la prova è stata data buona, e ritornando si è anche nominata la superiora; oh!, e quindi Alba. Quindi, la prova o il noviziato dell’Istituto. E così hanno fatto un noviziato dell’Istituto molto più lungo le Pie Discepole e anche le Pastorelle. Oh! Ora, perciò, con la grazia di Dio avrete tanto, se non viene qualche cosa di straordinario: due case, una a Mole e l’altra in Alta Italia. Oh, e allora si può camminare.
Quando dicevo che occorreva la fede, la fede era per due motivi. Il primo motivo è la vera santità: di raggiungere la vera santità di un’anima che si consacra a Dio totalmente e vive in Dio! Quindi la fede è per la santificazione, in primo luogo, e credo che con la grazia di Dio tutte avete fatto un
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certo progresso spirituale. Camminare al buio e camminare invece con l’obbedienza senza vedere il perché delle cose, quello è fondamento: Son nelle mani di Dio, fatemi quel che volete, l’abbandono in Dio, ecco! Quella è la prova, quando non si discute ma si obbedisce, e il Signore se vuole che facciam questo, che facciam quello… e che tutto venga contrario a quel che pensiamo e quel che vorremmo noi, allora c’è il fondamento della vera santità. Perché lì la vera santità è certamente l’obbedienza, ma l’obbedienza ha tre gradi: la obbedienza semplice; poi c’è la docilità a obbedire a tutte le disposizioni alle persone che hanno incarico nella Congregazione; e poi, terzo, l’obbedienza perfetta è l’abbandono in Dio: Mi alzo stamattina e non so quel che devo fare, ma farò quel che vuole il Signore. Ad esempio, sappiamo che partono stasera delle Figlie di San Paolo, partono in questi giorni delle Pie Discepole, partono, o se non sono già partite, Pastorelle. Cosa farai?, Io so solo che mi han dato il biglietto per partire; quel che poi dovrò fare, me lo diranno là, quel che vorranno lo farò. Ecco l’abbandono. Tante discussioni… Generalmente la Prima Maestra, la Madre Maestra2 non dicono fino all’ultimo l’ufficio che avrai, solo che vai; oppure, Preparati che andrai3 all’estero. Ma dove devo andare, cosa faccio?, Quando ti daranno il biglietto dell’aereo che è ora di partire, partire. Questo abbandono! Questo voler sapere… finché non c’è l’abbandono, non si forma l’anima alla santità, ma quando c’è questo abbandono: Signore, fate di me quel che vi piace. Tu sei il Padre celeste, puoi comandare a tutti i tuoi figli e a tutte le figlie… abbandono! O sana o malata, o onorata o messa in un angolo, o fare un ufficio di responsabilità oppure vai a fare la cucina, se devi fare la giardiniera, quindi lavorare nell’orto per procurare le patate alla comunità… eh, gioiosi mi hanno scritto i ragazzi da Thiene: Quest’anno abbiamo piantato le patate, son cresciute, le abbiamo annaffiate, adesso le raccogliamo… 60 quintali.
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Cominciamo al mattino, e ne avremo per tutto l’anno, per tutto l’inverno e per tutto il nuovo raccolto successivo4. Oh, tutti gioiosi… e al mattino cominciano [con il lavoro]. Li proviamo, e bisogna provare, se no altrimenti già cominciano così: eh!! Come se si andasse a scuola: vengono per prepararsi al secondo, il terzo, il quarto… così si dà prova dell’aver imparato con gli esami; e così nella vita ci vogliono le preparazioni, che non son solamente di studio, ma sono di opere… vita.
Quindi la fede è per la santità – è questo che si è sempre predicato – e, secondo, per l’apostolato. Colui che dovrà essere medico, va a scuola per cinque anni… medicina; vi è [una] suora delle Pie Discepole [che] deve fare il quinto anno di ragioneria, l’altra deve fare il quinto anno di medicina.
Ora, il vostro lavoro è il più delicato del mondo! Conoscere le vocazioni, indovinare la volontà di Dio su un’anima e avviarla… È una grande scienza! Bene, si può già fare qualche cosa, ma conoscere la volontà di Dio su un’anima, le attitudini, la psicologia, le abitudini che ha avuto, lo stato spirituale, e poi le tendenze o alla vita contemplativa o alla vita missionaria o alla vita di scuole e di studi, eccetera… Perché la seconda intenzione per la fede è diventare veramente vocazioniste, Apostoline vere. Gesù ha eletto i suoi apostoli: dovete pensare a essere Apostoline. La fede su questi due punti.
Sento a dire, eh – non vi offendete –, sento a dire degli spropositini qua e là, anche sulla vocazione, ma spropositini come avrebbe un ragazzo di terza elementare che lo si interroghi sulla quinta elementare: e [gli] si permette, si capisce che uno deve dare degli spropositini, degli spropositini… e dopo studierà! È una scienza delle più delicate, è la parte della pastorale più delicata, questa! Essere molto umili: Che gli altri non si intrighino in questo!… e allora uno perde anche le grazie, perché… perché quando c’è l’umiltà la grazia viene! Illumina il Signore! Dà la forza!
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Perciò fede. Fede per la santificazione di ognuna e per imparare, e quindi cominciare le prove dell’apostolato: e così delle prove le avete già [fatte]… avviato qualche cosa, diverse cose. Avete fatto come sapevate fare, ma vi sono altre cose molto più alte che ancora non si sanno e poco per volta [si faranno].
Quindi, dobbiamo mettere nell’Istituto un corso vocazionale: studio. Quindi scegliere i trattati e poi, in generale, cominciare da quello che è elementare, quello che ha preparato don Panebianco prima nell’avviamento alla vita e, secondo, quel che recentemente ha fatto5. Un corso: una che si prepari e che dopo possa con le sorelle insegnare e apprendere, perché si fa anche lo studio lì.
Oh! Perciò, ecco, questo per tutte le vocazioni: avere cuore largo. Se voi aiutate tutte le vocazioni con le Mostre, ad esempio – sono esempi –, e poi [con] il periodico e tutte le altre maniere che ci sono, che imparerete poco per volta, se fate questo lavoro che è il vostro apostolato, il Signore vi manda le vocazioni perché il Signore vede che voi fate il vostro ufficio nella Chiesa, cioè illuminare e aiutare tutte le vocazioni perché conoscano la loro strada e la facciano con fedeltà e generosità.
Avrete tante vocazioni in quanto aiuterete gli Istituti ad aver vocazioni, e i Seminari. Perché, se c’è bisogno di stampare e di diffondere, vedete come il Signore manda largamente vocazioni alle Figlie di San Paolo? Perché? Perché fanno il loro dovere, fanno il loro apostolato! E allora, quello è approvato dalla Chiesa, il fine; allora si fa bene, si consegue questo fine, questo lavoro si compie… e Dio le manda: perché è approvato dal vicario di Gesù Cristo e allora Gesù Cristo manda. Così, se avete cuore largo! Oh, siete dunque andate avanti e avete fatto d’altra parte, ho detto, le prove, per cui vi siete abbandonate sempre di più in Dio.
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Oh, adesso ci sarà – ordinate poi la funzione – la vestizione; poi al primo ottobre ci sarà l’ammissione al noviziato; e poi si rinnovano i voti per chi ha solamente i voti annuali, quelli che li hanno già biennali, quest’anno no, non han bisogno di farlo perché l’han fatto già per due anni. E poi dovremo fare un corso: quest’anno forse non arriviamo ancora, perché ci sono studenti, non arriviamo ancora a questo. Prima di far poi i voti perpetui, le Figlie fanno il biennio, ma nel biennio, il secondo anno del biennio, fanno un noviziato a casa di nuovo; e le Pie Discepole lo fan pure, ma lo fanno di sei mesi in generale, perché non sono ancora abbastanza numerose da sostituirsi negli uffici; le Pastorelle lo fanno in generale di tre mesi. E poi a poco si arriva a fare il secondo noviziato che è il noviziato alla professione perpetua, che è un completamento, è un completamento. Ma questo, per ora, quest’anno non sarà possibile anche perché siete ancora un numero limitato; d’altra parte ci sono gli studi anche, e ci sono le organizzazioni delle due case; e poi ricordare che tutte sono impegnate a fare la parte che possono come vocazioniste, più che potete fare, quel che potete fare: e una più [facendolo] da casa, e l’altra più [con l’]andare, visite… chi ha piuttosto da studiare e chi invece… E tuttavia facciamo un noviziato al quale si deve dare molta importanza, perché, se chi fa il noviziato nello stesso tempo deve andare a scuola, certo che ha due impegni grossi, due lavori impegnativi, e quindi al mattino sarà soprattutto per lo studio e scuola, e alla sera sarà poi seguire le materie del noviziato che – ho detto – comincerà, con la grazia di Dio, al primo ottobre. Vediamo se è possibile fare l’introduzione al 30 settembre, perché allora avrò già anche di nuovo l’impegno del Concilio Ecumenico che incomincia il 29 settembre; ma [vediamo] se possiamo farlo o al primo o per la Madonna del Rosario, perché per fare il noviziato ci vogliono 365 giorni pieni, non che una lo cominci al mattino alle 6; bisogna entrare il giorno prima, perché il noviziato cominci a mezzanotte già!… per contare fina all’ultima mezzanotte dei 365 giorni: deve essere pieno per essere a posto.
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Oh! La Chiesa perfezionerà il Diritto Canonico anche nella parte dei Religiosi, ed è già abbastanza preparato il lavoro per questo: quel che la Chiesa ordinerà ancora per un maggior progresso, noi lo faremo volentieri; siamo figli della Chiesa: come docili figli della Chiesa, sempre lieti e sereni nel fare quel che la Chiesa vuole, perché sappiamo che ci arricchisce di meriti.
Adesso si mettono tutti i registri a posto, si fanno le cose regolari, comincia una vita vostra veramente di Apostoline, con il giorno che si faranno, si rinnoveranno i voti, il giorno dopo la Vestizione. Tutte le registrazioni… E poi ci sarà anche la nomina delle persone che occuperanno i vari uffici per quando… Oh, a proposito, le suore che erano a Torino e collaboravano con la SAIE, facciano questo sacrificio: il giorno dopo la Vestizione partano per Torino, e poi dopo, una per volta, man mano che sarete sostituite a Torino, prenderete la destinazione che vi sarà data, in maniera però che con il 30 settembre almeno tutto sia chiuso là, per la vostra parte6, ma non bisogna lasciare lì all’improvviso senza aver ammaestrato qualchedun altro lassù – e quindi, poi, un po’ di vacanze ve le fate dopo quando tornate! –; quando… man mano che sarete in condizione di aver avviato altri, e anche non solamente avviate, ma anche lasciare con dignità e riconoscenza, perché avete lavorato, sì, ma avete fatto il noviziato del vostro Istituto.
Il Signore vi vuol bene, la Regina Apostolorum vi protegge, vi assiste ogni giorno: siate sempre più docili, e cioè non discussioni ma obbedienza! Perché la base vera nella vita religiosa è l’obbedienza per amor di Dio, cioè obbedire a Dio attraverso a chi? Alle Costituzioni e a chi deve ordinare una casa, ordinare l’Istituto. E tutti in umiltà: Parla, o Signore, che il vostro servo vi ascolta [1Sam 3,9.10].
Oh, dunque benediciamo il Signore di tutto quel che avete fatto, delle grazie che il Signore vi ha dato in questo tempo,
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e dire al Signore: Oggi cominciamo con una nuova energia, un nuovo fervore. Sempre però questo: umiltà e l’obbedienza; e poi la fede per poi fare quel che vuole il Signore, quel che vuole il Signore.
Intanto sollecitiamo la finitura della casa a Mole e prepariamo per un’altra7, piacendo a Dio… e Dio già ci ha mostrato che la cosa gli è gradita. Quando il Signore manda soldi per fare le cose è segno che lui approva; e se manda delle persone, è segno che approva l’Istituto, se manda vocazioni.
Sento continuamente [dire] che si facciano movimenti per le vocazioni, eccetera…, presentano progetti eccetera… ma, sì, tutto è buono, però [il Signore] ha eletto voi, perché poi poi bisogna muoversi, bisogna guidare anche tutti gli altri movimenti che ci sono, in certo modo, o alimentare le forze. Muovere vocazioni in Italia! Muovere vocazioni in Italia… e il Signore, sì, ha dato prove manifeste della sua volontà.
Sia lodato Gesù Cristo.
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1 Nastro originale 155/63 (Nastro archivio 142a. Cassetta 142, lato 1. File audio AP 142a). Titolo Cassetta: “Il cammino e la missione dell’Istituto”.
2 Si riferisce a Maestra Tecla Merlo delle Figlie di San Paolo e a Madre Maria Lucia Ricci delle Pie Discepole.
3 Il PM dice: manderai.
4 Si tratta dei bambini e ragazzi del prevocazionario che era stato aperto in provincia di Vicenza, a Thiene (oggi Centrale di Zugliano), nel 1961. Le Pie Discepole del Divin Maestro lo gestirono per circa 10 anni. La lettera citata dal PM è conservata nell’Archivio Storico Generale della Famiglia Paolina (n. 4337).
5 All’inizio degli anni ’60, don Panebianco aveva pubblicato una collana di fascicoletti su vari temi vocazionali, e nel 1963 uscì un suo testo, molto accurato, di pastorale vocazionale. Cf CARMELO PANEBIANCO, Collana «Orientamenti per la vita», opuscoletti vocazionali, Roma 1960–1961; ID., Anno vocazionale, Documenti ed esperienze di apostolato per tutte le vocazioni, Roma 1963.
6 Le ultime Apostoline che vivevano alla SAIE, rientreranno definitivamente a Castel Gandolfo i primissimi giorni dell’ottobre 1963. Infatti, il 30 settembre suor Maddalena Verani non era presente al rito di inizio del noviziato (vedi p. 213).
7 Il 18 ottobre del 1962 erano iniziati i lavori di costruzione della casa di Castel Gandolfo. Nel successivo mese di ottobre si aprirà la casa a Montebello Vicentino.