9. CREDO LA RISURREZIONE DELLA CARNE
Regolare i sensi interni ed esterni
Sabato dopo Pasqua, Meditazione, Torino (SAIE), 20 aprile 19631
Tempo Pasquale, tempo di letizia per l’anima, se siamo risorti, risorti a una vita nuova.
E noi ci rallegriamo con Gesù, il quale «surrexit Dominus vere, et apparuit Petro» [cf Lc 24,34], è risorto veramente Gesù ed apparve a Pietro – giusto, perché era il capo della Chiesa –. E ci rallegriamo con Maria, perché ella ha tanto sofferto accompagnando il suo Divin Figlio nel viaggio al calvario e particolarmente assistendo alla crocifissione, agonia e morte del suo Figlio: là la sua anima era stata trapassata da una spada di dolore. E quindi diciamo: Regina coeli, laetare, Maria rallegrati, o regina del cielo, perché colui che è il tuo figlio è risorto2. Gesù è risorto, glorioso e trionfante con le doti del corpo glorioso. Il sacrificio da lui fatto per aprire a noi la porta del cielo, meritarci le grazie. E Maria accompagnò Gesù come corredentrice nel gran mistero della redenzione, partecipando alla redenzione. E Gesù risuscitò e Maria risuscitò; e Gesù è in paradiso con il suo corpo glorioso e Maria è in paradiso con il suo corpo glorioso. Perciò ci rallegriamo, e sì, tanto con Gesù come con Maria.
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E allora abbiamo da pensare altra cosa, e cioè all’articolo del Credo: credo la risurrezione della carne. Sì, risorgeremo con il medesimo corpo che abbiamo, sostanzialmente, medesimo corpo. E i misteri di Dio noi non possiamo scrutarli, e invece che aver la curiosità di certe spiegazioni, accrescere la nostra fede nella onnipotenza e nella bontà infinita di Dio: si risorgerà… la risurrezione della carne. Portiamo le salme dei nostri cari accompagnando al cimitero, e ci porteranno accompagnandoci – se vorrà il Signore – al cimitero, dopo che il nostro corpo sarà separato dall’anima. L’anima va all’eternità e il corpo va a subire le conseguenze del peccato, cioè il disfacimento nel sepolcro. Ma si risorgerà. E quando, e come, e perché? Poche domande. Ma il corpo in tutti i suoi sensi avrà una glorificazione, cioè il premio.
E quello che invece viene usato male, il corpo, allora: «Et ignis non extinguitur» [Mc 9,43.45.47], e il fuoco non si spegnerà, arderà, «non extinguitur». Come il ricco epulone aveva negato le briciole che cadevano dalla sua mensa, le briciole aveva negato a Lazzaro, così poi, sepolto nell’inferno, chiedeva una goccia d’acqua per mezzo di Lazzaro ad Abramo, una goccia d’acqua: cioè che intingesse il suo dito nell’acqua e poi facesse cadere una goccia di acqua sopra le sue labbra, perché qui ardo [cf Lc 16,19–24].
E il corpo verginale di Maria, assunto in cielo, glorificato in tutte le sue membra, in tutti i suoi sensi, interni ed esterni. Ecco, l’anima accompagna il corpo, sono compagne anima e corpo, fanno tutte e due insieme il viaggio verso l’eternità; ma l’anima tende a fare il viaggio verso il cielo e il corpo cerca di attirare l’anima nella strada che conduce all’inferno. E allora? E allora, ecco, la grazia di chiedere, e chiedere proprio la grazia anche… allora, la grazia di chiedere e chiedere che la preghiera venga esaudita: che l’anima domini il corpo, le voglie del corpo, perché le voglie del corpo sono tanto contrarie alle voglie e ai desideri dell’anima bella, dell’anima che vuol servire Dio. Vuole esser vergine… ma le lotte! Alle volte sono ostinate, pertinaci, forti. L’anima, l’anima deve trionfare con i suoi pensieri, con le
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sue aspirazioni sante! Maria fu vergine, glorificata quindi, prima fra i puri esseri umani.
Oh! Viene di conseguenza che noi esaminiamo di tanto in tanto se l’anima nostra riesce a dominare il corpo o no, e se lo tiene soggetto e se dà al corpo quel che è necessario e nega al corpo quello che invece è pericoloso o peccato. Nel tempo pasquale ricordarsi che il corpo sarà glorificato, il corpo di chi è vergine, o anche di chi per disgrazia ha peccato ma poi dopo si è, come dice un autore, di nuovo verginizzato, in certo modo, in penitenza, come supponiamo la Maddalena3. Allora al corpo si deve dare ciò che si deve dare: il riposo necessario ma non la pigrizia, il vitto necessario ma non la golosità, prendere il necessario di cibo e il necessario di riposo per mantenerci nel servizio di Dio e nell’apostolato. Regolare il corpo! Non perché una cosa è più gustosa, l’altra invece è meno gustosa, fare quelle distinzioni… o una quantità maggiore perché è più gustosa, una quantità minore perché è meno gustosa o ripugna, e non si vuole neppure prendere quando è una medicina amara, alle volte. Regolare! L’anima è superiore al corpo ed è responsabile del bene o del male, cioè responsabile che fa il bene: premio; responsabile del male: e prepara al corpo un’eternità infelice. Come si incontreranno anima e corpo quando verrà il giorno della risurrezione? Che cosa si diranno per esprimersi a vicenda? Corpo soggetto, corpo ribelle. Oh! L’esame allora va fatto sui sensi esterni in primo luogo, ed è più facile; un po’ più difficile, i sensi interni: supponiamo, fantasia, la sentimentalità.
Oh! Sensi esterni. Gli occhi: usarli in quello che dobbiamo usarli, e chiuderli e cioè distogliere la vista da quello che non si deve guardare. E l’udito deve servire a tutto quel che è bene e [si] deve invece negare all’udito quello che è curiosità, quello che è brutto, o contro la purezza o contro la golosità, o contro le altre cose che attirano, musiche che
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non… o discorsi contro la carità, supponiamo. Non stare ad ascoltarli e tanto meno – si capisce –, farli! Così contro le altre virtù. Santificare gli occhi perché [tu] possa veder bene la Madonna in paradiso; santificar l’udito perché sentiamo le armonie celesti in paradiso; santificare il gusto: quel che fa bene ed è necessario, ecco, o piaccia o non piaccia… eh, deve piacere per amore di Dio! Unirsi alla sete di Gesù in croce, Gesù che venne abbeverato di fiele e mirra prima di essere spogliato degli abiti. Il corpo… Il tatto… Ci vuole una certa moderazione nel vestire, una certa modestia, sì. Le persone consecrate a Dio hanno alcune l’abito comune, altri hanno l’abito invece ordinario, e cioè l’abito che portano le persone laiche, ma buone. Non seguire così esageratamente… vi è un certo limite e una certa regola. E come diceva san Francesco di Sales: Vorrei che le mie figlie spirituali vestissero in modo decoroso, ma pur sempre modesto4. E non si eccede già un po’ adesso? Vedere di essere ben equilibrati, perché il mondo ha tanti eccessi.
Saper sopportare il dolore. E chi è che non ha dei dolori? Saper lavorare, perché è la fatica corporale anche! Dio ha creato l’uomo «ut operaretur» [Gen 2,15;3,23], lo ha posto nel giardino terrestre, e poi gli ha dato un comando serio dopo il peccato: Mangerai il pane con sudore della fronte [cf Gen 3,19] …e non si vorrebbe! Pigrizia… perdere tempo… prolungar le conversazioni anche quando non è tempo… e regolare la lingua! Questa lingua, la quale può fare un’immensità di bene e può fare un’immensità di male e travolgere l’anima stessa nel peccato, trascinarla. Come è difficile regolare la lingua! Come è difficile pensare prima di parlare, pensare ciò che si vuol dire! Parole che edificano, parole che son necessarie… parole invece che non edificano chi le sente e parole che non son necessarie! Sì, ci vuole la letizia, ma la letizia dei santi!
Ho sempre notato questo: quando c’è qualche malato grave e soffre tanto in qualche parte – e può essere il cuore
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malato e può essere la testa malata, e possono essere le altre membra –… ho sempre notato che ricordare: E risusciterai in gloria, sì. Quella sofferenza e il tuo corpo che adesso va disfacendosi – ad un certo punto non può più servire all’anima –, il corpo sarà glorificato; risorgerà a somiglianza del corpo di Gesù, a somiglianza del corpo di Maria. Maria: Tota pulchra es, Maria5. E se il tuo corpo è tutto bello e se non vi è macchia, ecco come risorgerai. Sì, si risorgerà.
Ora, dominare anche le facoltà interne, specialmente la fantasia, la memoria. E tutte le stranezze che passano per la testa: oggi è un proposito, una voglia, domani ce n’è un’altra! Cambiano come cambiare il tempo… che al mattino magari la giornata comincia ad essere bella e poi prima delle dieci o prima della sera c’è la grandine! E sì, dominare l’interno. Sentimentalità: a questa vuol più bene… a quell’altra no! Ci son tante cose lì che procedono dall’orgoglio, dalla superbia, dalla sensualità. Certe distinzioni che sono ispirate a simpatie o antipatie. Ma questo non formarsi ancora un carattere, una cosa ferma, voglio: e sta lì e non muta tutti i giorni. Anche se sono pensieri buoni… e che tutti i giorni ci vuole un libro di ascetica che ci guida: e si sta lì, e si legge e si ripete! Vorrebbero tutti i libri che hanno la copertina bella e li cominciano e ne leggono una pagina! Ma lo spirito ha da formarsi sopra a un indirizzo: non questa volubilità che procede da fantasia, procede da memoria, procede dall’immaginativa! Lo spirito sull’anima! Lo spirito sull’anima! Facciamo l’esame di coscienza qui sopra, se santifichiamo il corpo nei suoi esterni e nei sensi interni? Parlando dei sensi esterni, si sa che il tatto è il senso più diffuso… e ci sono i piedi e ci son le mani e c’è tutto il corpo, tutte le parti. Vi sono persone le quali proprio si compongono in una maniera edificante. Hanno lavorato due assieme per più di 40 anni, lei in
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quell’ufficio, puntuale, compìta, lui in quello stesso ufficio: si edificavano; e dopo 40 anni, ammirato sono stato! Mai che ci fosse stato un pensiero, uno sguardo… e di più di 40 anni, 44 o 45! C’è un modo di comportarsi, c’è un modo di regolarsi: questo richiede raccoglimento; altrimenti, se uno va sempre appresso alle fantasie, non se la finisce più… va appresso al sentimento, il sentimento è cieco. Darlo a Dio il cuore: solo a Dio! S’imponeva con la sua presenza e ha finito con l’edificare così [bene] che l’altro ha cominciato anche una vita di maggior serietà, santificazione. Ma la donna! La donna… ricordiamoci che è Eva che ha attirato Adamo, [il frutto] lo diede ad Adamo, dopo averlo mangiato. E ricordiamoci che c’è Maria. Perché c’è Eva, E–v–a, e se si legge al contrario c’è Ave, Maria: [il] contrario. E Maria ha portato nel mondo la verginità, «gratia plena». Quando si riceve Gesù sulla lingua, domandare che si santifichi la lingua e che si santifichi il corpo. Chiedono tanti consigli, direbbero mille cose e non la finiscono più… per obbedir niente! Imparare6 una rettitudine di pensieri, di sentimenti. La donna forte: «Mulierem fortem quis inveniet?» [Pr 31,10], la donna forte chi la incontrerà? Ma se s’incontra, è una donna che non ha prezzo, cioè ha un valore immenso! Ricordatevi bene come è il sesso femminile e come è il sesso maschile, e come regolarsi… e gli uomini devono far la strada per il paradiso insieme alle donne. […]
Maria ha fatto la sua strada con Gesù e Gesù con Maria: gli esempi. Dunque, riflessione, neh! E pregare, specialmente quando si dice: Regina coeli, laetare. Alleluia! Ci rallegriamo con Maria, santissima nel suo spirito e nel suo corpo. Così. Farete dei propositi, non è vero?
Voglio aggiungere questo: perché non si sa regolare il cuore, il sentimento, quante vocazioni perdute! Occorre che noi riflettiamo. E quante vocazioni non assecondate, non seguite e, parecchie volte – ah sì, più volte! – tradite anche!
La donna oggi ha un valore più grande nella società! Da voi dipendono tante cose! Leggete l’Enciclica Pacem in terris,
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a un certo punto dove dice uno dei segni dei tempi. Ne cita tre ma, fra i tre, lo sviluppo della donna nella società, oggi7. Un grande valore per andare al bene… un grande valore per fare Eva, seguendo Eva… Seguire Maria, Maria!
Adesso, sentirete la Messa – se no, ma chi l’ha già sentita –, sentirete la Messa e si sentirà di nuovo domani: «Carnis resurrectionem», credo la risurrezione della carne! E verranno tutti gli altri pensieri e le altre considerazioni.
Sia lodato Gesù Cristo.
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1 Nastro originale 148/63 (Nastro archivio 136c. Cassetta 136bis, lato 1. File audio AP 136c). Titolo Cassetta: “La risurrezione di Gesù e la nostra”. Questa meditazione è dettata alle Apostoline e alle Annunziatine.
2 È l’Antifona mariana Regina Coeli (Regina del Cielo), che sostituisce la preghiera dell’Angelus nel tempo pasquale. Don Alberione la cita ancora al termine di questa meditazione.
3 Cf JOSEPH TISSOT, L’arte di trarre profitto dai nostri peccati, Napoli 2005 (3), p. 136. Questo testo fu pubblicato dalle Edizioni Paoline con il titolo L’arte di utilizzare le proprie colpe secondo s. Francesco di Sales, Alba 1944 (Pescara 1965
2 ).
4 Cf per esempio, FRANCESCO DI SALES, Filotea, capitolo XXV: Il buon gusto e il senso della misura nel vestire.
5 «Tutta bella sei, Maria». È l’incipit del famoso inno mariano, risalente al IV secolo; nel Breviarium Romanum è l’antifona ai II vespri nella festa dell’Immacolata Concezione. Nelle parole del testo riecheggiano espressioni dal libro di Giuditta e dal Cantico dei Cantici.
6 Parola incerta.
7 Cf GIOVANNI XXIII, Lettera Enciclica Pacem in terris, op. cit., in EnchEnc 7, 579–585. L’Enciclica era uscita la settimana prima di questa meditazione.