Beato Giacomo Alberione

Opera Omnia

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14. QUANDO C’È FEDE… CI SI METTE SULLA VIA GIUSTA
Le grazie da ottenere sono le vocazioni
Domenica VII dopo Pentecoste, Meditazione, Castel Gandolfo, 21 luglio 19631


«Gesù disse ai suoi discepoli: Guardatevi dai falsi profeti; questi tali vengono a voi travestiti da pecore, ma dentro (il loro animo) sono dei lupi rapaci. Dai loro frutti li conoscerete. Si coglie forse dell’uva dalle spine o dei fichi dai triboli? Così, ogni albero buono dà buoni frutti, ed ogni albero cattivo dà frutti cattivi. Non può l’albero buono dar frutti cattivi: né l’albero cattivo dare frutti buoni. Ogni pianta che non porti buon frutto vien tagliata e gettata sul fuoco. Voi riconoscerete dunque (i buoni dai falsi profeti) dai loro frutti. Non coloro che mi dicono: Signore, Signore, entreranno nel regno dei cieli; ma coloro che fanno la volontà del Padre mio che è nei cieli, questi entreranno nel regno dei cieli»2.

Il Signore, Gesù Maestro, ci mette in guardia dai falsi predicatori, dai falsi maestri. Il vostro maestro è Gesù, così egli ha detto, il Maestro unico; ma quando qualcheduno insegna il bene ma opera malamente, non può essere un maestro: colui che magari pensa di mostrarsi interessato di noi, ma che intanto, se non vive bene, non può essere una persona che realmente ci ama e che si interessa della nostra salvezza eterna. Noi dobbiamo fare un atto di fede, oggi, anzi molte volte atti di fede, in Gesù Maestro: egli insegnò bene ma in
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primo luogo visse bene: prima «coepit facere», e poi insegnare [cf At 1,1], cominciò a vivere santamente e poi insegnò a noi a vivere anche santamente, secondo l’esempio che ci ha lasciato. La sua santità: ecco il frutto! Allora è un buon Maestro; e siccome morì anche per noi, quale Maestro! Vuol dire che non solo voleva insegnarci la strada della salvezza e della santità… ma ancora guadagnarci la grazia volle, perché noi seguiamo l’insegnamento. Atto sempre di fede: credere a Gesù, credere al Vangelo!
Poi, Gesù ha lasciato come maestra la Chiesa, la quale poi è infallibile nelle cose di fede e dei costumi. La Chiesa, la quale c’insegna in tutta la predicazione; e ringraziamo il Signore che fin da piccoli abbiamo avuto la grazia di essere ammaestrati: genitori buoni, parrocchie, parroci buoni; e poi tanti successivamente: e come catechismo e come predicazione e come ammaestramento, ecco. Dobbiamo riconoscere che siamo nati nella fede cattolica, e quindi: Vi ringrazio di avermi creato, fatto cristiano, ecco, fatti cristiani… allora, ringraziamento al Signore. E poi come si mostra la nostra riconoscenza? La nostra riconoscenza si mostra con la vita, e cioè se noi seguiamo quello che ci hanno insegnato, se noi seguiamo gli insegnamenti che ci hanno dati. Oh! L’atto di fede: credere in Gesù Cristo, credere nella Chiesa, credere nel Credo stesso, cioè negli articoli del Credo. Credere quando facciamo l’atto di fede profondo, e particolarmente quell’atto di fede così solenne, particolare, della Messa. Credere. Il primo ossequio a Dio è la testa, cioè è la mente, è la mente: il merito è più grande… piegarsi davanti a Gesù: credo! E quando Gesù aveva rivelato il mistero dell’Eucarestia, e parecchi non volevano credere e se ne allontanavano da Gesù, Gesù domandò agli apostoli: E voi volete anche andarvene?. Ma Pietro rispose: No! Tu hai parole di vita… e quindi crediamo alle tue parole [cf Gv 6,67–69].
Fare spesso atti di fede: atti di fede quando vedi Gesù crocifisso, il crocifisso che è un po’ in tutti i luoghi, in tutti gli ambienti: ecco il mio Salvatore, ecco il mio Maestro. Quanto è santo Gesù! I frutti! E ha ammaestrato noi: Chi
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vuol venire dietro di me, rinneghi se stesso, e prenda la sua croce e mi segua [cf Mt 16,24; Mc 8,34]. Sì, egli lo fece per primo: portò la sua croce al calvario. Atti di fede quando si viene in chiesa: ecco, c’è Gesù nell’Ostia… atto di fede. E quando facciamo la lettura spirituale o leggiamo qualche libro di meditazione, allora atto di fede: credo. Sì, credere quello che [dal]la Chiesa viene dato, viene insegnato. Atto di fede, sì, «rationabile obsequium» [Rm 12,1]. Noi sappiamo che la Chiesa è stata da Gesù Cristo istituita ed essa è la maestra che continua a illuminare, ammaestrare l’umanità. Gli uomini passano… un secolo dopo l’altro, passano passano… la Chiesa rimane! Ecco, il Papa, il quale succede al Papa antecedente e non è interrotta mai la successione del vicario di Gesù Cristo, perché cambia un Papa, se ne viene un altro3… rimane sempre la Chiesa e nella Chiesa Gesù Cristo, il quale illumina la Chiesa. Credo, credo… Se avete letto il testamento che ha fatto Giovanni XXIII, su quel punto dove spiega il suo atto di fede, dice appunto che egli crede a tutto quello che la Chiesa ha insegnato e insegna, e quello che specialmente a lui soddisfaceva, la recita del Credo della Messa, il Credo della Messa4. Oh, fede, quindi, e fede nella grazia… questo punto: che Gesù vuole santificarci, e ci ha comunicato la vita spirituale, la grazia nel Battesimo, sì, e allora questa grazia che ci accompagna: credere! E credere che questa è la vita spirituale, è la vita della salvezza… è sviluppare la grazia in noi: sviluppare la grazia con atti di fede, con la preghiera e con l’esercizio della virtù. Ecco.
Quindi, il tratto di Vangelo ci illumina ad essere saggi e capire bene chi ci predica la verità. E ringraziarlo il Signore che siamo stati così ammaestrati nella Chiesa di Dio; e come vogliamo sempre più seguire l’insegnamento della Chiesa
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e specialmente leggere il Vangelo, leggere le Lettere di san Paolo: man mano che si leggono ci si prende affezione… e santa Teresina diceva: Non c’è più un libro che mi dia qualche soddisfazione, mi dia gusto; per me il libro unico è il Vangelo5. Quindi dal Maestro buono andiamo: «Magister vester unus est, Christus» [Mt 23,10], il vostro Maestro è Gesù Cristo. E Gesù Cristo che, mentre ci ammaestra, ci dà la grazia di credere, di credere: quindi di far l’atto di fede, che è il più importante, e da cui poi viene l’atto di speranza e viene l’atto di carità… ma primo l’atto di fede, sempre. Vivere di fede: «Iustus ex fide vivit» [cf Ab 2,4; Rm 1,17; Gal 3,11; Eb 10,38], se volete esser sante. Ci possono essere anche state delle mancanze, ce ne possono essere… ma quando c’è la fede, poco a poco, o presto o tardi, ci mettiamo nella via giusta, nella via che porta sicuramente al cielo. E allora proseguiamo per quella via con coraggio e fiducia nella grazia del Signore.

Vedete un poco anche la fede nella vostra vocazione, e cioè la capacità di fare l’apostolato vocazionario. E se c’è un periodo di tempo dell’anno in cui più facilmente si decidono le vocazioni, maschili specialmente, e femminili pure, ecco, in questo tempo pregare di più per le vocazioni. Perché il Signore Gesù, il mezzo che ci ha dato e che ha consigliato per l’aumento delle vocazioni e la corrispondenza alle vocazioni: Pregate – ecco il mezzo! – il padrone della messe che mandi buoni lavoratori alla messe, alla mietitura [cf Mt 9,37–38; Lc 10,2]. Quindi [in] questo tempo pregare di più per le vocazioni. Come si decideranno i giovani a entrare in un Istituto Religioso o Seminario? Come si decideranno in questo tempo in cui c’è un periodo, generalmente un periodo di ferie, in cui si fanno Esercizi Spirituali per la gioventù maschile e per la gioventù femminile in particolar modo: prendere questo tempo, e in questo tempo noi pregare di più per le vocazioni… ma far dei sacrifici anche; non solo la preghiera vocale, ma proprio la preghiera vitale: corrispondere alla nostra
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vocazione e nello stesso tempo ottenere che molte siano le vocazioni. E moltissime hanno difficoltà. Difficoltà che vengono dalla gioventù: ci sono delle tentazioni, c’è il mondo che tenta e c’è la carne… [pregare] perché si vinca, si risponda. E poi vengono le difficoltà dai genitori e dagli ambienti, e da altre difficoltà ancora, varie… [c’è] anche la condizione economica alle volte che scoraggia. Allora, pregare pregare! Perché tutti i chiamati rispondano alla chiamata, tutti i chiamati rispondano alla chiamata. Oh! Quando Dio offre la grazia, quando Gesù chiama, è il momento! è il momento di corrispondere ed è il momento di avere la forza. Persone che sono sorde all’invito di Dio: hanno due voci, una alla destra e l’altra a sinistra. è quella della voce di Dio, che è alla destra, che supera… che l’anima divenga sorda alle tentazioni, alle lusinghe del mondo, della carne e ascolti la voce di Dio. Non mancano le vocazioni alla Chiesa, manca più spesso la corrispondenza, oh!, nel mettersi sulla via delle vocazioni o nel perseverare nella vocazione.

Perciò ringraziare il Signore, il quale ci ha mandato dei buoni maestri, maestri di fede, la Chiesa; e protestiamo di piegare sempre la nostra testa a tutto l’insegnamento della Chiesa, anche di fronte al Concilio Ecumenico Vaticano II, che proseguirà dalla fine di settembre prossimo6. E poi pregare per le vocazioni e aver fede in questa nostra preghiera, in questa vostra preghiera per le vocazioni. Perché, se voi avete da ottenere una grazia per il mondo, è questa la grazia da ottenere: Mandate buoni operai alla vostra messe [cf Mt 9,37–38; Lc 10,2]. Questa grazia per l’aumento delle vocazioni e la corrispondenza alla vocazione per tutte le anime che sono chiamate, sì. Tempo prezioso, questo.

Sia lodato Gesù Cristo.
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1 Nastro originale 5grande (Nastro archivio 138.1a. Cassetta 138.1, lato 1. File audio AP 138d). Titolo Cassetta: “Veri e falsi profeti”.

2 Vangelo: Mt 7,15–21.

3 Ricordiamo che il 3 giugno era morto Giovanni XXIII e il 21 giugno era stato eletto dal Conclave Paolo VI. Le parole del PM sembrano richiamare il detto popolare: “Morto un Papa, se ne fa un altro”.

4 Il Testamento spirituale di Papa Roncalli fu pubblicato su L’Osservatore Romano il 7 giugno 1963. Cf GIOVANNI XXIII, Il giornale dell’anima e altri scritti di pietà, Roma 1964, pp. 345–361.

5 Vedi p. 86.

6 Dal 29 settembre al 4 dicembre 1963 si tenne la seconda sessione del Concilio Ecumenico Vaticano II.