Beato Giacomo Alberione

Opera Omnia

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13. IMPARIAMO L’INTRAPRENDENZA, IL CALORE E IL FERVORE DI SAN PAOLO
La lettura assidua del Vangelo e delle Lettere paoline
Meditazione, Castel Gandolfo, 1 giugno 19631


Incominciamo oggi il mese dedicato a san Paolo.
Da san Paolo imparare il fervore: «Quis me separabit a caritate Christi?», chi mi separerà dall’amore a Gesù Cristo? E risponde: Niente mi separerà, né la morte, né la vita, né le tribolazioni, né la fame, né la sete, né le umiliazioni… nulla mi impedirà di amare Gesù Cristo [cf Rm 8,35–39]. Il Signore non sa cosa farsene delle anime tiepide; vuole delle anime calde, fervorose, intraprendenti, generose… E [san Paolo] quanti sacerdoti ha fatti! E quante persone – specialmente i suoi discepoli, le donne che lo ascoltavano –, quante persone ha santificate! E a quante persone ha dato, ha comunicato la vocazione! Tra gli altri, specialmente san Tito, san Timoteo; e poi vi sono un buon numero di donne che ricorda nelle sue Lettere.
Ora, per possedere lo spirito vostro, questo fondamento: Vangelo e Lettere di san Paolo. E in questo mese, le Lettere di san Paolo. Fortezza ci occorre: «Mulierem fortem quis inveniet? Procul, et de ultimis finibus pretium eius»2 [Pr 31,10] e cioè, la donna forte vale tanto oro quanto se ne può immaginare; la donna però che insieme è umile e insieme è
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generosa, cioè piena di fede, piena di fede. Vedete, ci vuole una certa fatica a leggere le Lettere di san Paolo, sul principio; poi se ne prende gusto e non si vorrebbero più smettere. Quanto al Vangelo, santa Teresina, cioè santa Teresa del Bambino Gesù: Più nessun libro mi piace perché ho gustato il Vangelo! E questo è il libro solo, questo solo libro che mi dà consolazione e mi apre la via a parlare con Gesù. Domanda a Gesù: Che cosa volevi dire in questo versetto? In questa espressione?3. Ad esempio: Chi mi ama, verrò a lui, entrerò nella sua anima e mi manifesterò4, cioè farò a quest’anima grazie particolari, cioè manifesterò il mio cuore, la mia mente. Ecco. Anime allora che trovano facile la meditazione, l’esame di coscienza, la Visita al Santissimo Sacramento e specialmente Comunione e Messa. Se si vuole fare il mese di giugno bene, leggere le Lettere di san Paolo e leggere il Vangelo nelle varie letture, perché qui è lo spirito paolino, lo spirito della Congregazione: è lo spirito vostro.
D’altra parte, vivere in Gesù Cristo. Perché tutte le pratiche di pietà sono per vivere Gesù Cristo, perché c’è una sola via per la santificazione, una sola: è vivere in Cristo. Vivere in Gesù Cristo: cioè conoscere sempre più Gesù Cristo nel Vangelo e nelle Lettere di san Paolo; e amarlo sempre di più Gesù Cristo; e viverlo sempre di più nella Comunione, e nella giornata dopo che noi abbiamo assistito alla Messa e fatta la
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Comunione… e poi si rinnova questo calore per mezzo della Visita al Santissimo Sacramento.
Dio, creandoci, ha fatto tutto per la sua gloria. Egli vuole che lo glorifichiamo, ma glorificandolo nel suo Figlio, nel suo Figlio. Gesù Cristo ha detto agli apostoli: Il Padre vi ama – come se adesso Gesù lo dicesse a noi – il Padre celeste vi ama. Ma perché vi ama? Perché voi avete amato me [cf Gv 14,21.23;16,27]. E cioè, amando Gesù Cristo, saremo amati da Dio.
Santa Teresa insiste che le anime non si facciano piccole piccole, ma chiedano grazie grandi, chiedano doni grandi5! A Gesù piacciono i cuori generosi, e piacciono a Gesù le domande che a lui si fanno quando riguardano cose grandi: riuscire, riuscire, non spaventarsi delle cose che dobbiamo fare o che non siamo capaci! Gesù sarà il Maestro, Gesù darà le grazie e Gesù, d’altra parte, segnerà tutto a merito! – Perché vi è quel bel quadro da ricordare: tre figure. In alto un occhio: l’occhio di Dio che ci vede, dappertutto, e vede nel cuore e nella mente. E vi è poi un orecchio disegnato, vi è un orecchio che tutto sente: l’orecchio di Dio; sente tutte le parole e sente i battiti del cuore e sente i desideri che ci sono nell’intimo nostro. E dall’altra parte ancora una mano che scrive: cioè Dio che annota e tiene a mente tutto quello che noi facciamo, diciamo –. Non gli sfugge niente; quando andremo al giorno del giudizio, ci ricorderà tutto, anche le birichinate fatte da bambini con la mamma e le preghiere belle che abbiamo detto dietro suggerimento della mamma: tutto ricorderà, tutto premierà.
Coraggio, dunque: non fermatevi mai! Quando si è fermato san Paolo? Quando alle Tre Fontane, per ordine del carnefice, piegò la testa e fu decapitato. Eppure ancora dopo [la] morte, la sua testa ha fatto tre salti… e son segnati là. Oh!, poiché era l’uomo che tutto intraprendeva, in tutto egli portava il suo fervore, il suo calore. Diceva ai Galati, quegli abitanti della Galazia: Vi ho amato più che la mamma ama i
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suoi bambini e perciò mi dispiace, ho pena che voi siate così volubili. Quando ero tra di voi, un gran fervore; venuto via, più niente!. Fervore, calore spirituale! Eh, sì! Come la mamma allatta i suoi bambini – dice – così vi amo [cf Gal 4,12–20; 1Ts 2,7–8]. Ogni giorno chiedere il suo calore spirituale, leggere qualche cosa di lui, anche solamente due versetti, tre versetti. Cominciare dai più facili, le Lettere più facili. Sono quattordici; le più facili sono le Lettere a san Timoteo, due, e a san Tito, una. Poi seguire bene, man mano che potete, una lettura del Vangelo: fino a un certo punto della vita, quando uno si abitua a leggere il Vangelo e leggere san Paolo, che veramente sentirà poco gusto nelle altre cose, negli altri libri, e troverà la sua soddisfazione nel Vangelo e nelle Lettere di san Paolo.

Sia lodato Gesù Cristo.
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1 Nastro originale 149/63 (Nastro archivio 138b. Cassetta 138, lato 2. File audio AP 138b). Titolo Cassetta: “Giugno: mese dedicato a S. Paolo. Lo spirito paolino”.

2 «Una donna perfetta chi potrà trovarla? Ben superiore alle perle è il suo valore». Nella Vulgata si legge letteralmente: “Da lontano, e fin dagli ultimi confini [della terra] è il suo prezzo”.

3 TERESA DI LISIEUX, Storia di un’anima, 236: «Se apro un libro scritto da un autore spirituale (anche il più bello, il più commovente), sento subito il mio cuore serrarsi, e leggo quasi senza capire, o, se capisco, lo spirito mio si ferma senza poter meditare. In questa impotenza, la Sacra Scrittura e l’Imitazione mi vengono in soccorso; in esse trovo nutrimento solido e puro. Ma soprattutto il Vangelo mi occupa durante la preghiera, in esso trovo tutto il necessario per la mia povera anima. Scopro sempre in esso luci nuove, significati nascosti e misteriosi. Capisco e so per esperienza “che il Regno di Dio è dentro di noi”. Gesù non ha bisogno di libri né di dottori per istruire le anime; lui, il Dottore dei dottori, insegna senza rumor di parole… Mai l’ho inteso parlare, ma sento che è in me, ad ogni istante, e mi guida e m’ispira ciò che debbo dire o fare. Scopro proprio nel momento in cui ne ho bisogno, delle luci che non avevo ancora viste, e più spesso non è durante l’orazione che sono maggiormente abbondanti, è piuttosto in mezzo alle occupazioni della giornata».

4 Il Vangelo della Messa in questo giorno, Vigilia di Pentecoste, è Gv 14,15–21. Il giorno dopo, Domenica di Pentecoste, è la sua prosecuzione: Gv 14,23–31. Qui il PM cita i vv. 21 e 23; più avanti li riprende nuovamente.

5 Vedi AP 1962, p. 383.