Beato Giacomo Alberione

Opera Omnia

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1. LA SANTITÀ SI FONDA SEMPRE SULLE VIRTÙ TEOLOGALI
1963: Anno di particolare santificazione
Circoncisione del Signore e Ottava di Natale, Meditazione
Castel Gandolfo, 1 gennaio 1963
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È una cosa molto bella e gradita al Signore che noi incominciamo l’anno con il Nome Santissimo di Gesù, prima festa dell’anno.

«In quel tempo: Come passaron gli otto giorni per la circoncisione del fanciullo, gli fu posto nome Gesù, come era stato chiamato dall’Angelo prima che nel seno materno fosse concepito»2.

Il Nome Santissimo di Gesù. La legge mosaica prescriveva che la circoncisione avvenisse l’ottavo giorno dalla nascita, e allora veniva imposto il nome al bambino. Il nome però di Gesù non fu pensato dagli uomini, ma fu il nome che volle il Padre celeste, quando ha mandato l’angelo: Lo chiamerai Gesù [Lc 1,31]. Gesù: nome che indica salvezza; egli portava la salvezza. E il nome era il programma, era la missione che veniva a compiere.
Si mettono alle volte ai bambini dei nomi che sono anche strani, ma lì sono nomi che vengono dati dagli uomini; ma i nomi che vengono dati da Dio indicano la natura, indicano anche la vocazione, la missione, i privilegi, le grazie che
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un’anima avrà nella vita. Questo soltanto Dio poteva saperlo e poteva farlo.
Oh! Allora, che cosa chiederemo al Signore Gesù, che è nome di sapienza, di salvezza, di amore? Che cosa chiederemo oggi, primo giorno dell’anno, e tutto il mese, primo mese dell’anno?
E cioè: chiedere grande fede, speranza e carità, l’aumento cioè di queste tre virtù teologali. Certamente i propositi possono essere molti, le grazie che possiamo chiedere possono essere molte, ma le grazie fondamentali, le grazie che sono poi quelle da cui dipendono le altre, queste grazie sono le tre virtù: fede, speranza e carità. Il Signore ce le ha infuse nel Battesimo. Che cosa significa? Significa che ce le ha infuse lui. Quando poi noi arriviamo, e si è arrivati a una certa età, c’è lo sviluppo della ragione e il lume della fede sentito, il lume della fede, cioè quando si cominciano a fare gli atti di fede; allora queste virtù che stavano nell’intimo dell’anima, divengono virtù meritorie: l’esercizio della fede, l’esercizio della speranza, l’esercizio della carità.
Oh! Siccome il mese [di gennaio] è la base degli altri mesi dell’anno, così in questo mese chiedere particolarmente fede, speranza e carità.
Se direte i misteri del rosario – cioè tutti i quindici misteri –, nei primi cinque chiedere aumento di fede, nei secondi cinque, cioè i dolorosi, chiedere aumenti di speranza, e negli ultimi cinque chiedere la carità, l’amor di Dio.
Vedere subito il senso! Virtù teologali vuol dire virtù divine, che riguardano direttamente Dio! Quindi, sono le virtù fondamentali: sono le divine! Ogni altra virtù deve nascere da queste tre, se no non è una virtù vera, è una virtù che sarà più umana che soprannaturale. Sarà un vivere rettamente umano ma, perché sia una vera virtù, [è] assolutamente necessario l’atto di fede soprannaturale, l’atto di speranza soprannaturale, l’atto di amore soprannaturale, l’amore a Dio. Perché un ebreo può amare Dio, ma se non ha la fede e la speranza, la fede in Dio, la speranza in Gesù Cristo e l’amore soprannaturale, cioè la grazia, eh, non si guadagna il paradiso perché
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non ha in sé la vita soprannaturale, la vita eterna. Eppure pregherà Dio! Sì: al modo di Mosè, al modo degli antichi padri. Però, se gli antichi padri avevano la fede, [e] con la fede la speranza nel redentore, già amavano colui che un giorno sarebbe stato la salvezza. Quindi, dice san Paolo: Abramo credette a Dio e perciò fu salvo [cf Rm 4,3], perché procedeva la sua vita e procedeva la sua azione e tutto quel che faceva dallo spirito di fede. Oh! Quando il Signore gli chiese il sacrificio del figlio, credette; sembra una cosa più strana, e tuttavia credette! Più strana: cioè che il Padre celeste gli chiedesse il sacrificio del figlio… e lui obbedì e partì per il sacrificio e già eresse l’altare su cui legare il figlio per sacrificarlo al Padre. Ma il Padre celeste voleva solamente che gli mostrasse la sua fede, la sua obbedienza. E allora, ecco, abbiamo la speranza nel redentore, l’amore a Dio [cf Gen 22,1–18].
Se si fa la Visita di un’ora, i primi venti minuti siano per chiedere la fede, i secondi venti minuti per chiedere la speranza, i terzi [venti] minuti per chiedere l’amore a Dio, la carità, la carità soprannaturale, non quella naturale… non quella naturale che può anche avere un ebreo.
Oh! Ecco, noi dobbiamo pensare a domandare al Signore queste tre virtù. Già detto altre volte, e questo è sempre da ricordarsi: un candeliere può stare su se ha tre piedi, non gli bastano due, tanto meno uno; bisogna che almeno appoggi su tre punti. Sì, potrebbe anche appoggiarsi su quattro, ma almeno su tre punti… e i tre punti sorreggono il candeliere e poi la candela che si accende.
Oh! Allora ecco quello che è importante: fede, speranza e carità. Oh! La fede in Dio, la fede in Dio! Recitare il Credo sempre adagio, recitar l’Atto di fede sempre adagio, sì, così l’Atto di speranza sempre adagio, l’Atto di carità sempre adagio… misurando e gustando le parole di questi Atti.
Oh, allora, l’esercizio della fede. I ragionamenti umani seppelliscono la fede, invece la fede nostra in Dio, la fede nostra dirizza la ragione, dirizza la ragione. Un uomo può avere una rettitudine naturale, ma la rettitudine naturale non salva l’anima; un uomo può essere un grande filosofo e ragionare,
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ma non è la ragione che salva il cristiano, che salva l’uomo… non c’è. Occorre assolutamente la fede.
Poi la speranza. La speranza in chi? In Gesù Cristo, il quale ci ha guadagnato la grazia. Gesù Cristo è la nostra speranza in due sensi: Io sono la via [Gv 14,6]. Il Padre celeste ha voluto mostrarci come noi dobbiamo vivere, quale via dobbiam tenere. Ci ha mandato il suo Figliolo, il quale è vissuto, e la sua maniera di vivere è la più perfetta, la più santa, cominciando dalla povertà, poi illibatezza e santità interiore, amore, sacrificio: la vita di Gesù Cristo è la via per noi, insegnamento. E poi Gesù Cristo ci ha ottenuto la grazia, che si infonde nell’anima di chi riceve i sacramenti, di chi fa il bene, di chi segue la volontà di Dio: allora, con la grazia noi faremo le opere buone e avremo il premio eterno. La grazia che speriamo specialmente nella Comunione.
In terzo luogo poi viene la carità, ma né la speranza né la carità possono essere soprannaturali se non partono dalla fede; possono essere altra cosa: una rettitudine umana, una filosofia naturale… ma fino lì non c’è ancora la vita soprannaturale. Occorre che ci sia la fede e la speranza, poi l’amore a Dio. Gesù attira le anime a sé. Lasciare che Gesù domini tutto l’essere e tutto il cuore… Gesù domini tutto l’essere e tutto il cuore. In che cosa? Cercar Dio in tutto! Non cercar noi stessi! Sant’Agostino fa degli esami particolari molto intimi, ed esamina come si adoperano gli occhi, come si adopera l’udito, come si adopera il gusto, come si adopera la lingua, anche come si adopera l’odorato, e poi come si adopera il tatto3. Oh! Allora, se noi sappiamo moderare e guidare questi sensi in ordine a Dio, facendo il volere di Dio, allora, ecco, non cerchiamo noi stessi, ma cerchiam Dio! Non perché un cibo piaccia! San Giovanni della Croce dice: Se vuoi attendere alla perfezione, prendi piuttosto quel che è insipido che quel che è saporito. Se vuoi santificarti, prendi per te la cosa più difficile, invece che le più facili. Se vuoi essere perfetto,
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prendi ciò che è più povero, non ciò che è più ricco. Se vuoi esser santo, prendi più ciò che chiede Dio che non le tue tendenze, cioè quello che vorresti tu4. Quindi dobbiamo mirare alla santità, di questo amore a Dio. Questo amore è perfetto e santo se procede dalla speranza e dalla fede.
Quindi… e la Circolare5 che sto scrivendo per mandare alla Famiglia Paolina, tanto parte maschile come parte femminile, [spiega che] quest’anno è dedicato a una santificazione speciale, cominciando dal giorno 25 gennaio, festa della Conversione di San Paolo, fino al 25 gennaio dell’anno ’64, successivo. Anno di particolare santificazione… intima, interna. E che cos’è questa santificazione interna? È l’esercizio della virtù della fede e della speranza e della carità… l’esercizio sempre più perfetto, più santo.
Oh! Allora quest’anno dire molto di cuore: Vergine Maria, Madre di Gesù, fateci santi6. È la giaculatoria più frequentemente ripetuta nella giornata: Vergine Maria, Madre di Gesù, fatemi santo. Ma una santità vera, non di una santità così superficiale, o illusoria: santità vera! Procede sempre dalle tre virtù teologali… procede sempre dalle virtù teologali.
Così piace al Signore. E così l’anno vostro sarà sereno, lieto! E questo ve lo auguro – serenità, letizia è nel Signore – tanto di cuore. Ma per questa serenità e letizia, e perché si riempia di meriti l’anno, in modo particolare: fede, speranza e carità. Ci son dei propositi piccoli, vari, ma questi sono i fondamentali, questi sono i propositi generali per tutti, per ogni anima: fede, speranza e carità.

Sia lodato Gesù Cristo.
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1 Nastro originale 147/63 (Nastro archivio 134b. Cassetta 134, lato 2. File audio AP 134b). Titolo Cassetta: “Fede, speranza e carità. Gesù è la via”.

2 Vangelo: Lc 2,21. Questo brano evangelico era lo stesso sia nella festa della Circoncisione sia in quella del Santissimo Nome di Gesù, che ricorreva nella domenica tra il 1° gennaio e l’Epifania, oppure il 2 gennaio. Nell’anno 1963, cadendo di domenica la festa dell’Epifania, fu celebrata il 2 gennaio.

3 Cf ad esempio AGOSTINO DI IPPONA, Confessioni, X, 30–41 (34–53); Ottantatré questioni diverse, 59.3; 64.7; L’ordine, libro II, 11.32–33; Lettera 147, intro 4; 11,28.

4 Cf GIOVANNI DELLA CROCE, Salita del Monte Carmelo, libro I, cap. XIII.

5 Un primo testo dal titolo Anno di particolare santificazione (dal 25–1–1963 al 25–1–1964) fu pubblicato sul San Paolo, Gennaio 1963, pp. 1–9; quindi, durante l’anno, uscirono, sempre sul San Paolo, ulteriori spunti del Fondatore: Febbraio 1963, pp. 1–8; Giugno–Luglio 1963, pp. 3–12; Agosto–Settembre 1963, pp. 1–7; Ottobre–Novembre 1963, pp. 1–7 (CISP, pp. 1353–1403).

6 Cf AP 1961, p. 161, nota 12. Sul citato San Paolo del gennaio 1963, sotto il titolo è indicata questa giaculatoria da pregare tutto l’anno: «Pratica: Ogni sera la Coroncina del santo Cottolengo “Vergine Maria, Madre di Gesù, fateci santi”».