Beato Giacomo Alberione

Opera Omnia

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8.
LA MISERICORDIA DIVINA

(PB 2, 1938, 496-502)

I.

1. «Il Signore è buono per chi spera in lui, per l'anima che Dio cerca» (Lm 3,25). «Pensate bene di Dio, e cercatelo con sincerità di cuore» (Sp 1,1). Se per timore della giustizia evitiamo di fare il male, per la grande bontà di Dio siamo portati ad amare Dio.
Molti detti della sacra Scrittura del Vecchio Testamento ci testimoniano la divina misericordia. «Tornate a me, dice il Signore degli eserciti, e tornerò a voi» (Zc 1, 3). «Io non voglio la morte dell'empio, ma che l'empio si ritiri dalla sua via e viva» (Ez 33,11). «Ma se l'empio fa penitenza... avrà la vera vita e non morrà. Non ricorderò più nulla di tutte le iniquità da lui commesse» (Ez 18,21s.). «Tu sei indulgente verso tutte le cose, perché sono tue, o Signore, che ami le anime» (Sp 11,27 Vg).
Oltre alle parole, anche i fatti testimoniano la stessa verità. Ai progenitori caduti Iddio promette il Redentore... «Io getterò inimicizia tra te e la donna... essa ti schiaccerà il capo» (Gn 3,15). Se Dio colpisce gli ostinati, usa però spesso misericordia con i peccatori che fanno penitenza. Così fece con i Niniviti, con Davide, con Israele: poiché Dio vuole che tutti gli uomini giungano a salvezza.
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2. Nel Nuovo Testamento appare la carità e la benignità e la misericordia del Figlio di Dio, che è pieno di grazia e di verità.
Carità del Padre: «Infatti, Dio ha tanto amato il mondo, che ha sacrificato il suo figlio unigenito, affinché ognuno che crede in lui, non perisca, ma abbia la vita eterna» (Gv 3,16). Carità del Figlio: «Spogliò se stesso, prendendo la natura di schiavo» (Fl 2,7), nell'incarnazione, nella sua passione, nel sacramento dell'eucaristia, perché venne come agnello a redimere il gregge: «Ecco l'Agnello di Dio, ecco colui che toglie i peccati del mondo!» (Gv 1,29), dice S. G. Battista. Carità dello Spirito Santo: «Poiché l'amore di Dio è largamente diffuso nei nostri cuori per mezzo dello Spirito Santo, che ci è stato dato» (Rm 5,5); da questo ce ne deriva l'inabitazione di Dio, il merito e la vita eterna.
Gesù era dolce nel predicare, mite di cuore, soave nei modi: attirava tutti a sé: bambini, poveri, peccatori, turbe; passava facendo del bene e risanando tutti; sollevava gli afflitti e gli addolorati, ma tu considera particolarmente queste sue frasi: «Ti son perdonati i tuoi peccati» (Mt 9,2); «Confida, figliuolo» (Mt 9,2); «Confida, figliuola» (Mt 9,22); «Va' in pace» (Mc 5,34); «Non temere» (Mc 5,36); «Non sono i sani che han bisogno del medico, ma i malati» (Mt 9,12); «Preferisco la misericordia al sacrificio, perché io non sono venuto a chiamare i giusti, ma i peccatori» (Mt 9,13).
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Gesù dichiarò che tre cose facevano parte della sua missione: essere medico della nostra salute; preferire gli atti della virtù della carità a quelli delle altre virtù; essere venuto a salvare ciò che era perduto. Spiega il suo pensiero con tre parabole nelle quali tutti gli uomini, ma specialmente i Sacerdoti, vi sono raffigurati. La prima parabola è quella della pecorella smarrita (cf Lc 15,1-7): una pecorella è stata smarrita e non un agnello, ossia un Sacerdote e non un semplice fedele; ricordati che anche i Sacerdoti possono peccare. La seconda parabola è quella della dramma ritrovata (cf Lc 15,8-10): la donna che ha perduto la dramma la cerca con grande diligenza, e dopo che l'ha ritrovata, chiama le amiche e dice: «Rallegratevi con me» (Lc 15,9). La terza parabola è quella del figliuolo prodigo (cf Lc 15,11-32): il padre riceve con trasporto il figlio prodigo che ritorna, e lo introduce in casa con gioia: «Perché... era morto ed è ritornato in vita, era perduto e si è ritrovato» (Lc 15,32).
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I fatti confermano poi la dottrina. La Samaritana, Maria di Magdala, la donna adultera mostrano l'indole del Cuore di Gesù. Ma a noi interessa maggiormente considerare il fatto di Levi-Matteo, il quale da pubblicano diventa apostolo, evangelista e martire; di Zaccheo, nella casa del quale il Salvatore manifesta e difende la sua misericordia; di Pietro, il quale pur avendo peccato viene riconfermato capo della Chiesa; di Saulo, il quale, sulla strada di Damasco, da persecutore viene cambiato in apostolo; del ladro crocifisso con Gesù al quale viene promesso dal Salvatore: «Oggi sarai in paradiso con me» (Lc 23,43).
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3. Ed ora rientrando in me stesso, considererò: «Uno dei soldati con la lancia gli aprì [a Gesù] il costato, e subito ne uscì sangue ed acqua» (Gv 19,34): ed io mi rifugerò in questo cuore trafitto. «Vedendo [Gesù] la città, pianse su di lei, dicendo: Oh, se tu pure conoscessi, almeno in questo giorno, quello che giova per la tua pace!» (Lc 19,41s.): «Quante volte io ho voluto radunare i tuoi figli, come la gallina raduna i suoi pulcini sotto le ali...» (Mt 23,37): spesso pure, o Gesù, hai pianto su di me indegno Sacerdote!
«Porgi ascolto, o Dio onnipotente, alle nostre suppliche, e concedi benigno l'effetto della consueta misericordia a coloro cui dài fiducia di sperare pietà» (Orazione sul popolo: Lunedì dopo la 2.a Domenica di Quaresima).
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II.

1. I benefizi particolari spingono maggiormente ad amare Dio; spesso però questi benefizi ci sono sconosciuti; li verremo a conoscere soltanto nell'eternità in modo completo, e solo allora sarà possibile ringraziare degnamente per averli avuti. «Qual ricompensa gli potremo dare? Vi può essere una cosa che uguagli i suoi benefizi?» (Tb 12,2). Bene S. Paolo dice: «O abisso delle ricchezze e della sapienza e della scienza di Dio; quanto sono incomprensibili i suoi disegni, imperscrutabili le sue vie? E chi ha conosciuto il pensiero del Signore? O chi gli ha dato consiglio? Ovvero chi per primo ha dato a lui, sicché gli si debba per questo il contraccambio? (Rm 11,33-35). Consideriamo tuttavia qualche cosa per sommi capi.
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Tre atti di misericordia Dio mi ha elargiti: Io sono nato nella religione del Nuovo Testamento, ossia nella religione di grazia e di amore; sono cresciuto in una regione cattolica; ho avuto genitori timorati di Dio; sono stato educato nello spirito cristiano dai genitori, dal parroco e dai maestri. Fin da fanciullo forse ho udito la voce di Dio che mi diceva: «Vattene... dalla tua casa paterna verso la regione che ti mostrerò. Io ti farò divenire una grande nazione» (Gn 12,1s.). Così, in modo soave e forte, la luce e la verità divina mi condussero sul monte santo e nei tabernacoli di Dio, con l'ineffabile vocazione sacerdotale.
Il carattere sacerdotale mi stabilì nell'ufficio di insegnare, pascere e santificare i fedeli. Si dice di me, come di Cristo: «Tu sei sacerdote in eterno, a maniera di Melchisedec» ( Sl 109,4).
Il Signore mi ha amato e mi ha destinato alla celeste beatitudine nella porzione dell'eredità di Cristo. «Ma Dio che è ricco di misericordia, mosso dall'immensa carità, con cui ci ha amato, a noi, proprio quando eravamo morti per i peccati, ridiede la vita insieme con Cristo - è per grazia che siete stati salvati - e con lui ci risuscitò e ci fece sedere nei cieli in Cristo Gesù» (Ef 2,4-6).
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2. In Cristo ho avuto tre atti di misericordia: a) Identità del carattere sacerdotale. Godiamo ed ammiriamo: siamo diventati Cristo, per dignità, per poteri, per ufficio. Io sono il tempio di Dio, anzi Gesù vive, prega, opera dentro di me.
b) «Noi adunque siamo ambasciatori di Cristo, come se Dio esortasse per bocca nostra» (2Cr 5,20); e la salvezza delle anime dipende da due fattori: la grazia e l'azione del Sacerdote. La salvezza del popolo è nelle mani dei Sacerdoti che sono amici, partecipi dei segreti del Cuore di Gesù, e suoi cooperatori nella redenzione e santificazione delle anime.
c) Gesù ci diede il calice del sangue suo: «Il giorno prima che soffrisse per la salute nostra e di tutti» (Messale Romano: Qui pridie, Giovedì Santo); «Questo è il calice... il quale per voi e per molti sarà sparso a remissione dei peccati» (Messale Romano: Canone della Messa). Le parole «per voi» sono importanti; indicano che i Sacerdoti sono tra i primi predestinati alla grazia ed alla gloria.
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3. Tre atti di misericordia abbiamo da Maria corredentrice e Madre dei Sacerdoti:
a) La vita di innocenza e di pietà fino alla prima Comunione, quando abbiamo ricevuto Gesù giglio di purezza, e venne deposto nel nostro cuore il seme della vocazione.
b) La castità, o integra o riparata, che ci aprì la porta del sottodiaconato; la Madre del bell'amore ci attrasse a sé, dietro il profumo delle sue virtù.
c) La penitenza riparatrice ottenuta da Maria, la quale è il rifugio dei peccatori, la consolatrice degli afflitti, il sollievo dei Sacerdoti. Per essa abbiamo adito a Gesù, in essa abbiamo la difesa nelle tentazioni: da essa riceviamo speranza nell'ora della morte nostra, perché essa ci assisterà, come assistette Gesù pendente dalla croce.
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Chiederò a Maria la grazia della contrizione perfetta, di fare una confessione integra, di avere una conversione duratura, di fare una riparazione piena, di avere tempo a penitenza, e di meritare un'indulgenza plenaria; affinché possa giungere alla gloria eterna almeno per la via della penitenza, se non posso più giungervi per la via dell'innocenza: «Mi sono smarrito qual pecora sbandata; va' in traccia del tuo servo» (S1 118,176), o Signora.
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III.

1. «Dio, largitore di perdono e desideroso che gli uomini si salvino«$ (Messale Romano: Commemorazione di tutti i fedeli defunti, Terza Messa: Orazione). - «E Gesù disse loro: Tutti troverete occasione di caduta, poiché sta scritto: Percuoterò il pastore e le pecore saranno disperse. Ma dopo che io sarò risuscitato, vi precederò in Galilea. Allora Pietro gli disse: Anche se tutti venissero trascinati a cadere, io no! Ma Gesù lo ammonì, dicendogli: In verità ti dico, che proprio tu, oggi in questa notte, prima che il gallo abbia cantato due volte, mi rinnegherai tre volte. Ma egli con più forza ancora affermava: Anche se dovessi morire con te, non ti rinnegherò» (Mc 14,27-31). Ma venne la prova: Anche tu eri col Nazareno, con Gesù. Ma egli negò... Ma egli negò ancora... Ma egli cominciò a giurare e imprecare: Io non conosco l'uomo di cui parlate. E subito un gallo cantò per la seconda volta. Allora Pietro si ricordò della parola che Gesù gli aveva detto: Prima che il gallo abbia cantato due volte tu mi rinnegherai tre volte (cf Mc 14,67-72). «Allora il Signore, voltatosi, guardò Pietro...» (Lc 22,61-).
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Considero: È la misericordia di Dio che mi ammonì prima che io peccassi; mi diede le grazie ed i mezzi di evitare la caduta; con ispirazioni e illustrazioni alla mente mi ritraeva dalla colpa...
Inneggerò al Signore perché è buono, perché dopo il mio peccato mi guardò con sguardo di misericordia: «Venite a me voi tutti che siete affaticati e stanchi, ed io vi darò completo riposo» (Mt 11,28). E, quando io sono ritornato, mi hai baciato con il bacio di pace e di perdono.
Le condizioni sono: dolore dei peccati commessi, e confidenza nella misericordia del Cuore di Gesù.
«Dio, di cui è proprio l'aver sempre misericordia, e il perdonare» (Messale Romano: Messa nel giorno della morte: Orazione). - «Quando ebbero dunque mangiato, Gesù chiede a Simon Pietro: Simone di Giovanni, mi ami tu più di questi? Gli rispose: Sì, o Signore, tu lo sai che io ti amo. Gesù gli dice: Pasci i miei agnelli. Poi gli chiede una seconda volta: Simone di Giovanni, mi ami tu? Ed egli rispose: Sì, o Signore, tu lo sai che io ti amo. E Gesù a lui: Sii pastore delle mie pecore. Poi per la terza volta gli domanda: Simone di Giovanni, mi ami tu? Si contristò Pietro che per la terza volta gli avesse chiesto: Mi ami tu? e gli disse: Signore, tu sai tutto, tu lo sai che io ti amo. Gesù gli rispose: Pasci le mie pecore» (Gv 21,15-17).
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Considero: Il Signore non perdona soltanto i peccati, ma conferma e lascia continuare nella medesima via, nello stesso ufficio e ministero, che il peccatore aveva. Il padre, quando il figlio prodigo fece ritorno alla casa paterna, non lo annoverò tra i suoi schiavi, ma lo riabilitò nella condizione primitiva di figlio; anzi si può dire che ebbe per lui delle preferenze: «Vi sarà in cielo una gioia maggiore per un peccatore che si pente» (Lc 15,7). Pietro viene confermato nel primato che gli era stato promesso; il Sacerdote ordinariamente viene lasciato nel suo ufficio pastorale a sua salvezza, ed a salvezza degli altri.
Le condizioni sono: l'amore di dilezione verso Dio e verso il prossimo, l'umiltà e la pazienza verso i fratelli che peccano: «E tu, quando sarai convertito, conferma i tuoi fratelli» (Lc 22,32).
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2. O Dio, ci accorda benigno, parimenti il perdono e la pace. - Pietro, dopo aver ricevuto lo Spirito Santo nel giorno della Pentecoste, annunzia per primo il Vangelo. «Ma Pietro, levatosi su con gli altri undici, alzò la voce e disse loro: Uomini di Giudea... date ascolto alle mie parole» (At 2,14).
Pietro guarisce lo storpio all'ingresso del tempio, e poi ammaestra il popolo; cura gli ammalati con la sola sua ombra; castiga Anania e Saffira; compie molti prodigi; è liberato dalla prigione per opera di un angelo; stabilisce la sua prima sede ad Antiochia; predica la parola di Dio ai popoli d'oriente; risuscita dei morti; comanda che Cornelio sia battezzato; apre ai pagani le porte del Vangelo; sostiene per il nome di Cristo fatiche, persecuzioni e flagelli; stabilisce poi la sua sede a Roma. Pietro e Paolo «sono due uomini che ti illuminarono, o Roma, con la luce del Vangelo di Cristo; e tu che eri la maestra dell'errore, sei divenuta la discepola della verità!» (S. Leone, Sermo 1 in natali App. Petri et Pauli).
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Considero: La fermezza della conversione consiste nel riparare l'offesa, nel santificare la vita, nella gioia celestiale, nella vittoria della misericordia del Cuore di Gesù, nella pace dello Spirito Santo. Sovente chi cadde miseramente, in modo più mirabile progredisce nella via della perfezione e nell'umiltà santifica se stesso, e si adopera con tutte le forze perché gli altri si salvino. Pietro, fin che visse, pianse il suo peccato, si affaticò nell'apostolato, si perfezionò nell'ascesa dello spirito, conquistò molti seguaci a Gesù.
«Fa', o Signore, che abbiamo sempre il tuo timore ed il tuo amore». «Come possiamo ringraziarvi, o santi Apostoli [Pietro e Paolo], per quanto avete fatto per noi? Pensando a te, o Pietro, resto sbalordito, ricordandomi di te, o Paolo, la mia mente resta oppressa e sorgono le lacrime... Quante prigioni avete santificate! Quante catene avete rese gloriose! Quanti tormenti avete sostenuto!... Come avete portato Cristo!... Sono strumenti benedetti le vostre lingue; le vostre membra sono cosparse di sangue versato per la Chiesa. Voi avete imitato Cristo... Rallegrati, o Pietro, perché hai potuto godere del legno della croce di Cristo. Tu hai voluto essere crocifisso come il Maestro,... ma con il capo volto verso terra, come chi è in procinto di partire dalla terra verso il cielo... Tu fosti, tra tutti gli apostoli, il più fedele» (S. Giovanni Crisostomo, Sermo apud Metaphrasten. - Breviario Romano: In octava Ss. Petri et Pauli (6 luglio): Ad Matutinum: lectiones 4.a et 5.a).
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Considero: Quanta gloria posso meritarmi, anche con una vita di penitenza, col martirio quotidiano della sollecitudine pastorale! I peccati non impediscono la santità, anzi anche i peccati possono cooperare al bene, per coloro che amano Dio; perché essi favoriscono l'umiltà, fomentano indirettamente la carità, ed esaltano la divina misericordia.
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3. «O Cuore d'amore, io metto tutta la mia confidenza in voi perché io temo tutto dalla mia debolezza, ma spero tutto dalla vostra bontà» (S. Margherita M. Alacoque).
Cuore di Gesù, confido in voi.
Sacro Cuore di Gesù, io credo al vostro amore per me.
O Madre mia, e fiducia mia!
Maria, speranza nostra, abbi di noi pietà.
O Madre dell'amore, del dolore e della misericordia, prega per noi. (Cf Enchiridion Indulgentiarum, [Roma 1950], nn. 232, 226, 230, 302, 299, 300).
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