17.
LA REGALITÀ UNIVERSALE DI MARIA SANTISSIMA
(PB 5, 1941, 567-572)
I.
1. Gesù Cristo è il salvatore degli uomini, Maria è la dispensatrice delle grazie. Gesù è mediatore; Maria è mediatrice. Gesù è Redentore; Maria è corredentrice. Gesù è via, verità e vita, Maria è vita, dolcezza e speranza nostra. Gesù è re universale; Maria è regina universale. Pio XI concesse, nell'anno 1937, al Vicario Apostolico di Suez, di poter invocare Maria SS. «Regina del mondo, prega per noi».
Maria è regina perché l'angelo Gabriele disse di Cristo: «Il Signore Iddio gli darà il trono di David, suo padre, e regnerà sulla casa di Giacobbe in eterno, e il suo regno non avrà mai fine» (Lc 1,32s.). Gesù poi ebbe il regno di David in eredità, unicamente da Maria: così Maria è regina per diritto di eredità, discendendo essa da Davide; ma da questo lato la sua regalità sarebbe limitata. «La madre non può essere separata dalla dominazione del Figlio; una è la carne di Maria e di Cristo. La gloria del Figlio, credo, non solo è comune con la gloria della madre, ma è la stessa» (S. Arnoldo).
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Maria, come Madre di Cristo, è regina universale; Maria è regina, perché è madre del grande Re Cristo: «Se colui che è nato dalla Vergine è re, la madre che lo ha generato, è per questo motivo regina, dal giorno in cui diede il suo consenso all'incarnazione del Verbo divino, ed è detta signora in senso vero e proprio» (S. Atanasio). «La Vergine, con quel consenso, meritò il primato sul mondo, il dominio del mondo, lo scettro del regno su ogni creatura» (S. Bernardino da Siena). Così, se Cristo è re dell'universo, «Maria a buon diritto costituita regina, possiede il regno del Figlio» (Ruperto). «Tante creature servono a Maria quante sono quelle che servono alla Trinità, tutte infatti le creature sia angeliche, sia umane, e tutte le cose che sono in cielo ed in terra, tutte sono soggette alla gloriosa Vergine, perché tutte sono soggette al comando divino» (S. Bernardino da Siena).
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2. Maria è regina anche in altro senso: ossia perché possiede tutto ciò che è diviso tra le altre creature, ed in questo possesso supera tutti per la quantità, ed a tutti dà ciò che riceve dalla bontà di Dio. È infatti Maria quale la disse Pio IX: «Tesoro quasi infinito, ed abisso inesauribile». Per questo, tutti i privilegi, i doni, le virtù di natura, di grazia e di gloria distribuiti fra le creature, in Maria si trovano riuniti, e superano quelli degli altri. Come alla regina appartengono tutti i beni dei sudditi, ed essa ne ha altri che i sudditi non hanno, così si deve dire di Maria, la quale non è soltanto la prima: «molte figliuole hanno fatto prodezze; ma (Maria)... le ha tutte sorpassate» (cf Pv 31,29).
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La madre di Cristo è regina in modo formale e reale, perché venne a tale dignità eletta, affinché magnificasse, per virtù dello Spirito Santo, in Cristo, Dio, il Paradiso, l'umanità, ed ogni creatura. Magnificò difatti Iddio, il quale, per mezzo di Maria, ebbe in Cristo una gloria nuova e resa in modo nuovo; al Figlio di Dio Maria diede il corpo; agli angeli ed agli uomini diede la restaurazione e la incapitolazione in Cristo: miracolo dell'amore di Dio. Crediamo infatti «che può aprire l'abisso della pietà divina, a chi vuole, quando vuole e nel modo che vuole; affinché nessuno, per quanto sia grande peccatore, perisca, essa offre i suffragi del suo patrocinio nel santo dei santi» (S. Bernardo). Maria è regina non di giustizia, ma di misericordia: «Dio diede ogni giudizio al Figlio, ed ogni ufficio di misericordia lo diede alla Madre» (S. Bonaventura). Affinché tutti e singoli giungano a salvezza, essa soccorre gratuitamente tutti; affinché tutte le nazioni abbiano pace e benessere, essa offre loro il Figlio suo, che veramente è via, verità e vita.
La sacra Congregazione dei Riti, nell'anno 1884, afferma, secondo la dottrina di S. Tommaso, che la Chiesa, con altissima venerazione onora Maria, regina e signora degli angeli, e ad essa tributa un culto di iperdulia.
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3. La preghiera della regalità di Maria,... già diffusa per il mondo cattolico, è la seguente:
«O Maria, Madre immacolata di Dio, noi, uniti agli angeli luminosi ed ai santi giubilanti, ti salutiamo Regina del cielo e della terra, e ti supplichiamo ardentemente, affinché voglia regnare sulle singole anime. Con la forza della grazia divina, che generosamente dispensi, fa', che tutte le menti riconoscano nella verità Dio, che tutti i cuori lo amino nella carità, che tutte le volontà si sottomettano umilmente a lui. Nelle singole anime, colloca, o Madre benigna, il tuo trono di amore, in modo che ogni nostro gaudio abbia origine in te, che ogni nostro dolore trovi in te refrigerio, che per te possa venir innalzata ogni nostra supplica con piena confidenza. Affrettati, o potentissima Signora, a conquistare tutto il mondo, con la pace della tua carità, onde rifulga lo splendore della tua corona, ed il glorioso regno universale di Gesù Cristo, tuo Figlio, e Signore nostro».
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II.
1. Pregherò con S. Bonaventura: «O Signora, io voglio affidarmi al tuo dominio, affinché completamente tu mi regga e governi, e non mi lasci abbandonato a me stesso». Leone XIII chiama Maria: «Regina e Signora dell'universo»; Pio X, spiegando le parole del salmo: «Alla tua destra sta la regina colla veste ricamata d'oro e coperta d'ornamenti» (Sl 44,10), afferma che, come Cristo siede alla destra di Dio, così Maria siede alla destra di Cristo. La corona di Maria è composta da dodici stelle. Il concilio ecumenico settimo (a. 787) dichiara Maria: «Signora propiziatrice di tutti i cristiani».
I Padri greci intessono sul capo di Maria una corona: S. Efrem chiama costantemente Maria col nome di Signora, Vergine Signora di tutti i mortali, Signora che tutto può presso Dio; S. Andrea di Creta dice Maria regina del genere umano, e regina dell'universo; S. Germano di Gerusalemme così fa parlare Iddio: «O Signora, siedi sull'alto trono»; S. Giovanni Damasceno, nel carme pentecostale, dice: «Salve, o regina, gloriosa madre-vergine»; Giovanni Ecom., in un suo inno, saluta nove volte Maria come regina, ed in fine conclude: «Salve, o regina! Godi e rallegrati, o clemente regina». Isidoro di Tess. chiama Maria regina delle cose visibili e delle invisibili. Quasi le stesse espressioni si trovano presso S. Ignazio di Antiochia, S. Epifanio, S. Atanasio, S. Cirillo.
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2. Anche i Padri latini intessono sul capo di Maria una corona: S. Agostino dice a Maria: «A te, o signora, degnamente si deve il trono del Re della gloria»; S. Pier Crisologo afferma che Maria è signora fin dalla nascita; S. Ildefonso chiama Maria signora, dominatrice, dominante, Madre del Signore; Alcuino la chiama: «Regina del cielo, regina della terra, regina Madre di Dio, regina della nostra salvezza», Eadmaro la chiama signora dei re. S. Pier Damiani e S. Anselmo convengono nell'onorare Maria sotto il titolo di regina del mondo, che non prega, ma comanda; di signora grande, anzi grandissima, che salva tutti quelli che vuole. Bellissime sono le invocazioni di S. Bernardo e di Pietro Venerabile; infatti il primo la invoca regina delle vergini, Vergine regale, signora di tutti, signora del mondo, regina dei cieli; il secondo le canta: «Tu, imperatrice dei cieli; tu riparatrice della terra; dominatrice degli angeli». I medesimi concetti esprimono con eleganza S. Tommaso d'Aquino, Pietro Blois, S. Bonaventura, S. Alberto il Grande, S. Pier Canisio, S. Bernardino da Siena. In tempi a noi più vicini, S. Luigi Grignion de Montfort chiama Maria regina dei cuori; S. Giuliano Eymard, regina della Chiesa; S. Alfonso, regina del mondo.
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3. La legge del supplicare stabilisce la legge del credere: di qui, tutte le liturgie, sia orientali come occidentali, unanimemente lodano ed invocano Maria quale regina. Presso gli occidentali, nella Messa dei Sette Dolori della beata Vergine Maria (15 settembre), si dice: «Maria SS., regina del cielo e signora del mondo, stava addolorata accanto alla croce di nostro Signore Gesù Cristo». Nelle Messe della beata Vergine Maria del Monte Carmelo (16 luglio), della beata Vergine Maria del Buon Consiglio (26 aprile), ecc., Maria è chiamata «degnissima regina del mondo»; in altre è chiamata regina e madre nostra, regina degli apostoli, regina di tutti i santi, ecc.
Celeberrime sono le antifone: Ave, o regina dei cieli; Salve, o regina; Regina del cielo, rallegrati. Nelle litanie, Maria è chiamata regina degli angeli, dei patriarchi, dei profeti, degli apostoli, dei martiri, dei confessori, dei vergini, di tutti i santi, del rosario, della pace. Nelle liturgie orientali Maria è detta: nostra regina Madre di Dio (lit. gerosolimitana); gloriosa regina (lit. costantinopolitana); vera regina (lit. siro-maronita); inoltre, in nove inni orientali, Maria è decorata degli stessi gloriosi titoli.
Innocenzo III la chiama imperatrice degli angeli; Paolo V, regina del cielo e della terra; Urbano VIII, regina dell'empireo; Leone XIII, verissima madre della Chiesa e maestra e regina degli apostoli.
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Il Sacerdote pastore è apostolo di sì eccelsa signora: per il regno di Maria si giunge al regno di Cristo. Ne abbiamo i modelli nei pastori: Gregorio III, Pio VII, Leone XIII decretarono corone a Maria; circa quattrocento tra cardinali, arcivescovi e vescovi approvarono la preghiera di Maria regina. Invocarono ed invocano Maria quale loro regina e signora numerose nazioni, regioni, città e famiglie religiose.
Invochiamo Maria regina della Chiesa, a favore di tutto il mondo; le diocesi, i seminari, le parrocchie siano consacrati a Maria regina. Il popolo mariano diverrà senza accorgersi un popolo fedelmente cristiano. Nella chiesa vi sia un altare, nella casa vi sia un quadro, in ognuno vi sia l'amore a Maria regina. Qui il pastore troverà una dolce e sicura via per la salvezza del popolo che gli è affidato. Si celebrino con pietà e devozione le feste, le novene, i mesi dedicati a Maria. Se i fedeli, nei giorni di feste mariane, si accostano ai sacramenti della confessione e della comunione, essi per Maria giungeranno a Gesù.
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III.
1. «Salve, o regina». Salve, o regina del mondo e signora dell'universo. Concedi a me, peccatore penitente, di innalzare la mia voce assieme a tutte le creature del cielo e della terra, che ti lodano e ti proclamano beata; infatti onorare te è tesoreggiare la vita eterna. Tu, o regina, dividi con il Figlio il dominio del mondo: avanzati sicura nelle possessioni del Figlio tuo, agisci come regina, come madre e sposa del re: a te si deve il regno ed il potere. «Madre di misericordia»; infatti il tuo regno è ufficio materno di misericordia, che Dio ti ha affidato. «Vita, dolcezza e speranza nostra, salve». Tu sei la vita nostra, perché hai trovato grazia presso Dio a favore degli uomini, quando divenisti madre di Dio. Tu sei la dolcezza per tutti gli afflitti, i prigionieri, i peccatori, i moribondi. O madre della santa speranza, mentre noi temiamo per la nostra indegnità, supplisca alla nostra povertà la tua intercessione. Ave, o sicura salute dei cristiani, ave, o unico nostro refrigerio, unico nostro aiuto e rifugio, dopo tuo Figlio; ave, o salute nei pericoli; ave, o sollievo nelle pene; ave, o lume nei dubbi.
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2. «A te ricorriamo», quando vedi la nostra miseria; e tu affrettati a spendere la tua misericordia; non frapporre indugi nel venire in aiuto; né essere restìa a concedere le tue grazie. «Noi esuli figli di Eva», siamo più fragili, a causa del peccato di Eva; tu invece, o Maria, hai imparato a schiacciare la testa dei demoni. Se in Eva vi è morte e tenebre, in Maria vi è vita e luce; quella fu vinta dal diavolo, questa vinse e legò il diavolo. Chiunque tentato ti invocherà, o Maria, non cadrà. Quando dico «Ave Maria» il demonio trema. «A te sospiriamo», perché Dio vuole che aspettiamo ogni bene, per intercessione della potentissima sua Vergine Madre; mentre fu volontà di Dio, che noi tutto avessimo da te, o Maria. Le ferite del Figlio tuo sono fonti di grazie, ma soltanto attraverso a te che sei il canale, esse giungeranno a noi. «Gementi e piangenti in questa valle di lacrime». Penserò che la mia salvezza è riposta nelle tue mani, secondo il detto: «In me ogni speranza di vita e di virtù... in me ogni grazia della vita e della verità... quelli che lavorano per me non peccheranno... coloro che m'illustrano avranno la vita eterna» (El 24,25.30s.); «Chi troverà me avrà trovato la vita, e riceverà dal Signore la salute...» (Pv 8,35). Queste gloriose espressioni sono dette di Maria. Dio infatti pose in te, o Maria, la pienezza di ogni bene, di modo che se in noi vi è un po' di speranza, lo riconosciamo che ci proviene dalla tua abbondanza.
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«Orsù dunque, avvocata nostra». La tua potestà è regale; ti fu dato ogni potere in cielo e sulla terra; e a te nulla riesce impossibile; tu puoi chiamare alla speranza della salvezza anche i disperati. Accostati dunque all'altare dell'umana riconciliazione, non solo pregando, ma comandando; signora, non serva; ti onora il Figlio non negandoti nulla. Al tuo impero tutte le cose sono soggette, anche Dio.
Tu sei la nostra avvocata presso il tuo Figlio, come il Figlio tuo è nostro avvocato presso il Padre. Tu sei anche il singolare rifugio degli smarriti, la speranza dei miseri, l'avvocata di tutti gli iniqui che si rifugiano in te; non disdegnare di difendere la causa degli empi e dei disperati. «Rivolgi a noi quegli occhi tuoi misericordiosi». Il tuo patrocinio inoltre è universale: infatti se gli altri santi giustamente possono giovare di più a coloro che si sono messi sotto il loro particolare patrocinio, che non agli altri, tu, o Maria Vergine, come sei di tutti regina e madre, così sei di tutti patrona ed avvocata e tu hai cura di tutti, e per tutti sei la più grande fiducia, e tutto il motivo della speranza. Rivolgi il tuo sguardo, o Maria, sopra i giusti e sopra i peccatori per aiutare tutti, né vi sia chi sfugga al tuo calore.
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3. «E mostraci dopo questo esilio Gesù, il frutto benedetto del ventre tuo». O Madre clementissima, è impossibile che perisca chi si è affidato a te; tu conduci i figli tuoi alla celeste patria, anzi gli stessi peccatori, purché ti siano devoti. O Maria, tu hai potere anche sul purgatorio, e visiti e liberi le anime colà detenute. Per te le pene del purgatorio si fanno più lievi e più brevi. Aprici dunque, o Maria, il paradiso, perché tu sei la porta del cielo.
«O clemente, o pia, o dolce Vergine Maria». Certamente, o signora, quando ti rimiro, non scorgo in te altro che pietà; tu sei infatti divenuta Madre di Dio a causa dei miserabili, e ti fu affidato il compito di avere misericordia. Sembra che soltanto desideri di essere misericordiosa; tu recingi i miseri con la misericordia, per cui il peccatore non trova luogo più sicuro per nascondersi, se non nel tuo seno; ed ovunque vi è miseria, quivi accorre e soccorre la tua misericordia.
«Rendimi degno di lodarti, o Maria». Tra i doveri del pastore di anime, nessuno è più dolce che il lodare Maria. Rendi puri, perciò, o potentissima regina, il cuore mio e le mie labbra; affinché degnamente e con competenza, io lodi le tue virtù, i tuoi privilegi, la tua regalità, la tua ineffabile misericordia.
«Salve, o Regina...».
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