Beato Giacomo Alberione

Opera Omnia

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44.
L'ORDINE

(PB 4, 1940, 377-381)

I.

1. Gesù Cristo è Sacerdote in eterno secondo l'ordine di Melchisedec. Nei giorni della sua vita si offrì a Dio Padre, essendo assieme Sacerdote ed ostia ed altare. Il suo sacerdozio è eterno, ma, dovendo salire al Padre, lasciò altri Sacerdoti, i quali assunti di tra gli uomini, sono costituiti a bene degli uomini per quelle cose che riguardano Dio, affinché offrano doni e sacrifizi per i peccati (cf Eb 5,1). L'ordine è un sacramento istituito a beneficio della società religiosa; da esso dipendono gli altri sacramenti, in modo che «senza di esso, alcuni non si possono né avere né amministrare in alcun modo, e gli altri non potrebbero essere circondati da solenni cerimonie e da rito religioso» (Catechismus Romanus, p. 2, c. 7, n. 1).
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L'Ordine è un sacramento della nuova Legge, col quale viene trasmessa la potestà di consacrare, di offrire e di amministrare il Corpo e il Sangue di Cristo, e di rimettere o di ritenere i peccati (Concilio Tridentino, cf sess. 23, c. 1. - Denzinger n. 957). Nella Chiesa vi sono sette ordini, ossia quattro minori: ostiariato, lettorato, esorcistato ed accolitato; tre maggiori o sacri: sottodiaconato, diaconato e sacerdozio. Il Sacerdote è costituito per il sacrifizio; perciò la distinzione dei vari ordini, secondo S. Tommaso, è fatta in base alla loro relazione con l'eucaristia, in quanto viene consacrata, distribuita e ricevuta. Infatti: o si tratta di consacrare l'eucaristia, e per questo vi è il sacerdozio; o si tratta di distribuire l'eucaristia, ed in ciò il Sacerdote è aiutato dal diacono; o si tratta di preparare i vasi sacri, affinché possano ricevere la materia del sacramento, e ciò è compito del sottodiacono; o si tratta di presentare la stessa materia, e ciò appartiene all'accolito. Ciò che poi riguarda coloro che devono ricevere l'eucaristia, questi devono essere mondi; gli immondi devono essere allontanati: gli indegni e gli immondi sono gli infedeli, i catecumeni, gli energumeni, ecc.; riguardo a costoro vi sono gli uffici degli ostiari, dei lettori e degli esorcisti.
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2. La gerarchia, composta di Vescovi, Sacerdoti e ministri, è di istituzione divina. Sappiamo infatti che Cristo ha chiamati ad uno ad uno gli apostoli, e che dopo ha concesso loro speciali poteri di predicare il Vangelo, di consacrare l'eucaristia e di rimettere i peccati. «In quei giorni, Gesù si recò sul monte a pregare, e trascorse tutta la notte in orazione a Dio. Quando fu giorno, chiamò i suoi discepoli e ne scelse dodici, ai quali dette il nome di apostoli: Simone, che chiamò Pietro, Andrea suo fratello, Giacomo, Giovanni, Filippo, Bartolomeo, Matteo e Tommaso, Giacomo, figlio di Alfeo e Simone, detto lo Zelatore, Giuda, fratello di Giacomo e Giuda Iscariote, che divenne traditore. Poi, sceso con loro, si fermò in un ripiano dov'era gran folla dei suoi discepoli» (Lc 6,12-17). Questi dodici mandò Gesù, comandando loro...: «Andate piuttosto alle pecore perdute della casa d'Israele. E durante il viaggio predicate, dicendo: Il regno dei cieli è vicino» (Mt 10,6s.). «Dopo questo, il Signore ne designò ancora altri settantadue, e li inviò a due a due innanzi a sé, in ogni città o luogo dov'egli stesso doveva andare. E disse loro...: Andate! Ecco, io vi mando come agnelli in mezzo ai lupi» (Lc 10,1-3).
Negli Atti degli Apostoli viene riferita l'elezione e l'ordinazione dei diaconi: «Scegliete dunque di mezzo a voi, fratelli, sette uomini di buona riputazione, pieni di Spirito Santo e di sapienza, ai quali potremo affidare tale ufficio... E li presentarono agli apostoli, i quali, dopo aver pregato, imposero loro le mani» (At 6,3.6).
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3. L'ufficio sacerdotale è duplice: prima riguarda Dio, ed in secondo luogo riguarda gli uomini. Il Sacerdote è l'uomo di Dio, perché è eletto da Dio, serve Dio, loda Dio, offre a Dio doni e sacrifizi. Come l'uomo diventa membro della Chiesa col battesimo, soldato di Cristo con la cresima, così, con l'ordine, diventa ministro di Cristo. «La virtù di questo sacramento è la grazia dello Spirito settiforme, e certamente coloro che ricevono questa grazia, vengono mutati, come se avessero ricevuto un altro cuore, poiché quelli che lo Spirito Santo rafforza con la sua grazia, li fa subito diventare quelli che non erano» (S. Gregorio il Grande).
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Grande è la dignità sacerdotale! Per essa l'uomo è deputato ad atti di religione, al servizio dell'altare divino, alla cura delle cose spirituali ed eterne. «Chi dice Sacerdote, dice uomo venerabile, quasi divino» (Pseudo Dionigi Areopagita, De ecclesiastica hierarchia, 1. 3. - MG 3, 374). «Dimostriamo ciò che siamo per professione, più con le opere che con il nome» (S. Ambrogio, De dign. Sac. 1. 1). Il Sacerdote ha verso gli uomini un divino mandato ricevuto da Cristo, e compendiato nelle parole: «Andate dunque ad ammaestrare tutte le genti, battezzandole,... insegnando loro a osservare tutte le cose che vi ho comandate» (Mt 28,19s.). Il Sacerdote «è posto tra Dio e l'uomo; al di qua di Dio, ma al di là dell'uomo; è inferiore a Dio, ma è superiore all'uomo» (Innocenzo III, Sermones de diversis. Sermo 2. - ML 217, 658 A). Insegni egli con la parola e con l'opera, diriga al cielo il popolo a lui affidato, santifichi gli uomini con i sacramenti e con la preghiera.
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II.

1. Il maestro nostro Gesù Cristo, di tra la moltitudine dei discepoli ne elesse dodici che chiamò apostoli. Prima però di dare loro il carattere ed i poteri sacerdotali, li formò per tre anni alla pietà, alla virtù, allo zelo ed alla scienza. Poi mandò loro dal cielo lo Spirito Santo con i doni ed i carismi.
La preparazione agli ordini è più lunga e più accurata della preparazione agli altri sacramenti; si compie nei seminari e negli istituti religiosi, attraverso lunghi anni e grandi fatiche. «Sappiano i vescovi che devono assumere a questi ordini soltanto i degni, e quelli la cui provata vita serva di anzianità», dice il Concilio di Trento. Questo dovere risulta anche dalla Scrittura: «Affinché l'uomo di Dio sia ben preparato» (2Tm 3,17). L'Apostolo vuole i chierici: «santi e immacolati e irreprensibili» (Cl 1,22). Deve infatti il chierico, fedele alla vocazione divina, dare una certa garanzia della sua futura perseveranza. E S. Tommaso dice: «Non è sufficiente una bontà qualsiasi, ma si richiede una bontà eccellente». Perciò l'Apostolo proibisce (cf 1Tm 3,6) di ordinare i neofiti, ossia, come spiega lo stesso Angelico, coloro che sono neofiti non solo per l'età, ma anche nella perfezione.
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2. Oltre alle altre condizioni canoniche esterne richieste, vi devono essere: vocazione divina, scienza sufficiente, probità di vita, retta intenzione. La vocazione divina interiore è un impulso spirituale, ossia una propensione dell'animo al ministero sacerdotale. Questa propensione ha origine dalla positiva elezione di Dio, dal consiglio della Provvidenza, che muove allo stato sacerdotale, e rende atti ad esso, mediante doni di natura e di grazia. È necessario che questa propensione venga da Dio: «I quali, non dal sangue né da volere di carne, né da volere dell'uomo, ma da Dio sono nati» (Gv 1,13). Dice l'Apostolo: «Nessuno poi si arroga questa dignità, se non è chiamato da Dio, come lo fu lo stesso Aronne» (Eb 5,4); ed in S. Giovanni si legge: «Non siete voi che avete eletto me, ma io ho eletto voi» (Gv 15,16). Realmente il Sacerdote è mediatore tra Dio e gli uomini; deve perciò essere eletto ed ammesso da coloro ai quali interessa; è inoltre dispensatore dei misteri divini, e deve perciò essere deputato da Dio legittimamente, da quel Dio del quale sono i misteri da dispensare.
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«Si adoperino i Sacerdoti, specialmente i parroci, affinché i fanciulli, che dimostrano segni di vocazione ecclesiastica, siano preservati dai contagi del secolo mediante cure particolari, vengano avviati alla pietà, istruiti nei primi studi letterari, e si sviluppi in essi il germe della divina chiamata» (CJC, can. 1353). Il can. 1357, § 2, raccomanda ai vescovi di cercare massimamente di conoscere l'indole, la pietà, la vocazione ed il profitto degli alunni del seminario.
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3. Occorre la debita scienza, perché il Sacerdote è maestro, ed ha l'ufficio di insegnare: e nessuno può insegnare se prima non sa. Anche gli studi devono essere fatti a norma del diritto; terminati gli studi, deve sempre essere riservato un tempo da impiegarsi, secondo le proprie forze, alla scienza sacra.
Occorre la probità di vita: ed una probità positiva, corrispondente alla sublimità del grado sacerdotale. Non ascenda agli ordini nessun cattivo, ma inoltre, affinché il candidato conduca una vita spirituale, sia assiduo alla chiesa, si accosti con devozione ai sacramenti, attenda allo studio, sia buono verso i poveri, rispettoso verso i superiori, e sia di esempio agli altri nella carità. Benedetto XIV dice: «È meglio avere pochi Sacerdoti, ma buoni ed utili, che molti i quali siano inadatti».
Si richiede intenzione e volontà efficace di procurare la gloria di Dio e la salvezza delle anime. Alcuni cercano l'onore, altri le ricchezze, altri le comodità, altri di sostentare i parenti; tutti costoro: «cercano gli interessi personali e non quelli di Cristo» (Fl 2,21), e perciò devono essere esclusi dall'ufficio sacerdotale.
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Quale cura ho io delle vocazioni sacerdotali e religiose? Come sono entrato nella vigna del Signore? Come coltivo ora nel mio cuore la santità, la scienza e lo zelo di Dio? Ripenserò alle parole dell'Apostolo Paolo a Timoteo: «Non trascurare il dono, che è in te e che per ispirazione profetica ti fu conferito, con l'imposizione delle mani, dal collegio dei presbiteri» (1Tm 4,14). Ed ancora: «Ti raccomando di ravvivare il dono di Dio, che è in te per l'imposizione delle mie mani» (2Tm 1,6).
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III.

1. I chierici sono tenuti, in modo tutto speciale, a vivere santamente, poiché, secondo S. Tommaso, chiunque abbraccia uno stato di vita, deve fare quello che si addice ad un tale stato. La santità poi deve essere tanto più grande, quanto più è elevato il grado che uno occupa nella gerarchia sacra. Prima ancora dell'ordinazione, si suppone che uno abbia già raggiunto un certo grado di perfezione; dopo l'ordinazione questa perfezione già acquistata deve essere conservata, ed anzi deve venire continuamente accresciuta.
Dopo la mia ordinazione, il mio fervore è cresciuto di giorno in giorno?
Il celibato ecclesiastico è, per ognuno che ha già ricevuto il sottodiaconato, una legge perpetua. Con quale cura ho io osservato questo voto?
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Per titolo dell'ordine sacro sorge l'obbligo di recitare le Ore canoniche. Questa è una legge grave, e pecca gravemente chi omette, senza una legittima causa, tutto l'ufficio di un giorno, od una parte notevole di esso. Le Ore devono essere recitate secondo la forma stabilita dalla Chiesa: ossia bisogna dire l'ufficiatura prescritta e nell'ordine richiesto. Inoltre bisogna osservare le prescrizioni riguardanti il luogo ed il tempo conveniente. L'ufficio divino deve essere recitato in modo degno, con attenzione, e con devozione, come richiede la santità di tale preghiera.
Io ho adempiuto a questi obblighi?
Ogni chierico è obbligato a portare l'abito clericale e la tonsura; come fu prescritto dal Concilio Tridentino. Io ho sempre osservato tale prescrizione?
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Ai chierici sono vietate tutte quelle cose che non si addicono al loro stato di vita; sia ciò che distrae troppo la mente dalle cose divine; sia ciò che costituisce un pericolo per la castità. Tra queste cose proibite vi sono alcune arti ed uffici secolari, il commercio, i giuochi di azzardo, la caccia, il portare armi, il frequentare le bettole, i teatri, i balli, il discorrere con donne sospette. Ai chierici, per esempio, disdicono e sono sconvenienti il mestiere di oste, di macellaio, di ciarlatano, e la professione di medico e di chirurgo. Sono note le leggi ecclesiastiche riguardanti i pubblici uffici, le cariche bancarie, le cose meramente politiche e civili.
Il mio pensiero ed il mio affetto è tutto volto ai doveri spirituali e pastorali?
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2. Il Sacerdote deve predicare la parola di Dio, e, per quanto può, diffondere il Vangelo, avendo riguardo alle circostanze ed alle proprie forze. Il principale dovere è di fare il catechismo agli ignoranti ed ai fanciulli.
Sono sempre stato, secondo le mie forze, disposto a fare questo volentieri?
Il Sacerdote deve amministrare i sacramenti, specialmente la penitenza e l'eucaristia, almeno per carità. Inoltre deve: accogliere i poveri ed i fanciulli con carità paterna; sostenere le opere di fede e di pietà; pregare per tutti. Il mio cuore è veramente sacerdotale, ossia modellato sul Cuore di Gesù?
Il Sacerdote deve dare a tutti buon esempio, secondo la raccomandazione fatta dall'Apostolo a Timoteo: «Renditi modello dei fedeli» (1Tm 4,12), e: «Mostrati in tutto modello di ben fare» (Tt 2,7). Dalle mie opere splende agli uomini luce vera, affinché vedendole possano glorificare il Padre celeste?
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3. Preghiera per conservare la grazia della vocazione. - O dilettissimo Gesù, che per una singolare benevolenza, mi hai chiamato tra migliaia di uomini alla tua sequela ed alla esimia dignità sacerdotale, dammi, te ne prego, il tuo aiuto divino affinché possa compiere bene i miei doveri. Ti prego, o Signore Gesù, affinché risusciti oggi e sempre in me la tua grazia, che mi hai data mediante l'imposizione delle mani del vescovo, o potentissimo medico delle anime; guariscimi in modo che io non cada nei vizi, fugga ogni peccato per piacere a te, durante tutta la mia vita. Così sia.
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