Beato Giacomo Alberione

Opera Omnia

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8. VIVERE NELL’AMORE
Dare tutto per colui che ha dato tutto a noi

Domenica III di Quaresima, Meditazione, Castel Gandolfo, 20 marzo 19601


Il Vangelo di quest’oggi:

«In quel tempo: Gesù stava scacciando un demonio ch’era muto. E, cacciato il demonio, il muto parlò, e ne stupirono le turbe. Ma alcuni dissero: Egli scaccia i demoni in nome di Beelzebub, principe dei demoni. Ed altri, per metterlo alla prova, gli chiedevano un segno dal cielo.
Ma egli, conosciuti i loro pensieri, disse loro: Ogni regno in se stesso diviso andrà in rovina e una casa cadrà sull’altra. Or, siccome dite che scaccio i demoni in nome di Beelzebub, se anche Satana è discorde in se stesso, come reggerà il suo regno? E se io scaccio i demoni per Beelzebub, in nome di chi li scacciano i vostri figli? Per questo i medesimi saranno i vostri giudici. Ma se col dito di Dio io scaccio i demoni, certo il regno di Dio è giunto fino a voi. Quando il forte guarda in armi l’atrio, è in sicuro tutto quanto possiede. Ma se viene uno più forte di lui e lo vince, gli toglie tutte le armi nelle quali confidava e ne divide le spoglie. Chi non è con me è contro di me e chi non raccoglie con me disperde. Quando lo spirito immondo è uscito da un uomo, va per luoghi aridi cercando riposo e, non trovandolo, dice: Ritornerò a casa mia da cui sono uscito. Quando vi giunge la trova spazzata e adorna. Allora va e prende seco altri sette spiriti peggiori di lui, ed entrati, [vi] si stabiliscono. E l’ultima condizione di quell’uomo è peggiore della prima.
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Or avvenne che, mentre egli diceva queste cose, una donna, alzando la voce, in mezzo alla folla, gli disse: Beato il seno che t’ha portato, e il petto che hai succhiato. Ed egli aggiunse: Beati piuttosto quelli che ascoltano e mettono in pratica la parola di Dio»2.

Il Vangelo è molto sublime e anche a prima vista un po’ difficile ad intendersi; ma in sostanza Gesù risponde ai suoi avversari. Aveva guarito, o meglio liberato dal demonio un povero ossesso il quale, ossesso come era dal demonio, era rimasto anche muto; e, cacciato il demonio, il muto parlò e le turbe restarono ammirate del potere di Gesù. Ma i suoi avversari lo accusavano così: Egli ha un demonio e in nome del diavolo scaccia i diavoli. E Gesù risponde loro con un’immensa sapienza, mostrando che quello non era possibile, quello non era possibile... e che invece essi dovevano riflettere che quando è cacciato un demonio dall’anima, non bisogna più lasciarlo entrare, perché il demonio cercherà di rientrare; e bisogna che intervenga la preghiera, che sia la buona volontà e che quindi sia vinto: la porta del cuore sia sempre chiusa al demonio.
Quella donna restò poi ammirata dalla sapienza di Gesù perché aveva lo spirito di Dio, mentre che altri capivano a rovescio i fatti e le parole di Gesù. Ma Gesù fece sentire che veramente beati sono quelli che ascoltano la Parola di Dio e la mettono in pratica. Non che non fosse beata Maria che gli era Madre... ma che sono beati tutti quelli che ascoltano la Parola di Dio e la mettono in pratica.

Ecco, la Parola del Signore. In Quaresima abbiamo sempre giorno per giorno un Vangelo, un tratto di Vangelo che ci ammaestra3. E poi abbiamo l’Epistola4 che insegna la pratica, quello che in realtà abbiamo sempre da fare; e vedete le parole dell’Epistola - anche solo le prime - quanto sono sapienti:
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Imitate Iddio come figlioli diletti... vivete nell’amore come Cristo ci ha amato e ha dato per noi se stesso in sacrificio, come ostia soave. E poi dice che cosa non dobbiamo fare, cioè quello che è impuro, quello che è avarizia, e quello che sono parole non decenti: Non seguitare5 in discorsi sciocchi, non buffonerie, tutte cose non decenti... Piuttosto sappiate dimostrarvi riconoscenti verso Dio...
E va avanti: Una volta eravate tenebre, ma siete luce nel Signore ora. Vivete come figli della luce; e frutto della luce è tutto ciò che è buono, giusto e vero... tutto ciò che è buono e giusto e vero.
Oh! Adesso, da tutto questo, quali insegnamenti per noi? Imitare Dio: che i figli rassomiglino al Padre Celeste. Vivere nell’amore: e in quanto ad amore, in che misura amare il Signore? Come Cristo ci ha amati ed è morto per noi sulla croce. Il nostro amore arrivi al sacrificio! Come Cristo ci ha amato ed è morto per noi sulla croce: dar tutto per colui che ha dato tutto a noi. Amare il Signore, amarlo sempre di più, in generosità!
Amare il Signore con tutto il nostro essere, che cosa vuol dire?
Vuol dire amarlo con la mente: che i pensieri siano soprannaturali. Non si ha da pensare sempre a Dio, ma si ha da pensare alle cose che riguardano Dio. Per esempio, quando uno ha da far una cosa, che è disposta, farla il meglio possibile, indovinare il modo che riesca il meglio possibile, tutti i giorni [...], la mente.
Così amare il Signore con tutto il cuore e gli affetti: la vita sia ordinata verso il suo cuore e il suo paradiso. Che l’abbiamo l’amore intenso a Gesù e il suo paradiso: cerchiamo solo quello.
Poi, amare Gesù con tutte le forze vuol dire dargli anche il corpo, oltre che le forze della volontà; specialmente le forze della volontà, che vuol dire praticare la virtù. Ma poi tutto il tempo come desiderate che Gesù solo lo possieda.
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Amare Gesù con gli occhi, guardando spesso il crocifisso e non guardando ciò che non piace al Signore. Dare a Gesù l’udito, ascoltando tutto quello che è utile per l’anima nostra e, invece, non ascoltando quello che non è utile per l’anima nostra. Così dargli la lingua al Signore, dicendo tutto quello che è utile e non dicendo quello che è inutile o dannoso, o tacendo quando è tempo di tacere. Così dargli al Signore tutte le forze fisiche... arrivata la sera possiamo proprio dire: Mi sono stancata nel servizio di Dio, ho operato, ho fatto quel che voleva lui. Il riposo è dato per chi ha operato, non per chi è vissuto così senza operare. Amare il Signore con tutte le forze, con le mani, lavorando, facendo quel che è nostro dovere, che vuol dire: è così con tutto l’essere, i sensi nostri e lo stesso gusto sia santificato in vero amore a Gesù. Vivere per Gesù, solo per Gesù e per il suo paradiso.
Oh! Allora imitare Dio vuol dire imitare Gesù, imitare il Padre Celeste nella sua bontà, imitare Gesù che è Dio nel suo amore verso il Padre Celeste; e poi, come Cristo ci ha amato: quando arriveremo ad amarlo come ci ha amati? Ha dato se stesso in amore per noi. Non è un amore di parole, di complimenti, di gentilezze esteriori, di affettuosità, ma è un amore di sacrificio, amore di sacrificio: il sacrificio è una prova dell’amore. In questo sacrificio, d’altra parte, aumenta l’amore: [si] dà6 la prova a Gesù che lo amiamo veramente, ma nello stesso tempo si ottiene un amore sempre più grande. E beati coloro che ascoltano la Parola di Dio e la mettono in pratica. Sì... e la mettono in pratica.

Oh! Facciamo i nostri propositi per la santa Quaresima. Vi sono delle mortificazioni utili che possiamo fare, specialmente quelle che sono obbligatorie - ci sono delle mortificazioni che sono obbligatorie per tutti -, e così dimostriamo il nostro vero amore per Gesù. Non è una cosa così teorica, aerea, superficiale questo amore. È invece un amore che ci
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porta al dono completo di noi al Signore; il dono completo dell’interno, prima della mente e del cuore, e poi dell’esterno, dell’attività, sì.

Non abbandoniamoci alla tiepidezza mai. Fervore vuol dire sveltezza, generosità, semplicità, e vuol dire desiderio della comunione con il Signore, desiderio di aumentare i nostri meriti, desiderio di piacere a Gesù.
Guardare spesso in Quaresima il Crocifisso: ecco quanto lui ci ha amato. Dice san Paolo: «Dilexit me et tradidit semetipsum pro me» [Gal 2,20], mi amò e morì per me.

Sia lodato Gesù Cristo.
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1 Nastro originale 63/60 (Nastro archivio 64a. Cassetta 64, lato 1. File audio AP 064a). Titolo Cassetta: “Imitare Gesù nel suo amore”.

2 Vangelo: Lc 11,14-28. Di seguito, il PM commenta brevemente il brano.

3 Vedi p. 49, nota 2.

4 Epistola: Ef 5,1-9. Il PM cita e commenta alcuni versetti.

5 Espressione incerta.

6 Il PM dice: dar.