Beato Giacomo Alberione

Opera Omnia

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19. AVER FAME E SETE DELLA PAROLA
Desiderio della preghiera, dell’unione con Dio

Domenica VI dopo Pentecoste, Meditazione, Castel Gandolfo, 17 luglio 19601


Il Vangelo di questa domenica, fra gli altri insegnamenti, [dà] questo: aver fame e sete della Parola di Dio; e in generale delle opere di pietà; in generale, cercare in primo luogo quello che è utile per l’anima: «Quaerite primum regnum Dei et iustitiam eius, et haec omnia adicientur vobis» [Lc 12,31], cercate prima il regno di Dio, la santità, [e] il resto vi verrà per la grazia di Dio. Perché il Signore, quando noi compiamo bene le opere di pietà e in primo luogo ci preoccupiamo della santità, del progresso spirituale, il Signore provvede nelle cose anche materiali.
Dice il Vangelo:

«In quel tempo: siccome la folla era molta e non aveva da mangiare, Gesù chiamò a sé i discepoli e disse loro: Ho compassione di questa folla che da tre giorni sta con me e non ha nulla da mangiare. Se li rimando a casa digiuni, verranno meno per strada, perché alcuni sono venuti da lontano. I discepoli gli risposero: Come si potrebbe saziarli di pane qui in un deserto? Domandò loro: Quanti pani avete? Risposero: Sette. Gesù ordinò alla gente di sedersi per terra e prese i pani e, dopo aver ringraziato il Signore, li spezzò e li diede ai discepoli, i quali li distribuirono alla folla. Avevano anche alcuni pesci. Gesù benedisse anche quelli e li fece distribuire. Tutti mangiarono a
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sazietà. E i discepoli raccolsero ancora sette ceste di avanzi. Poi Gesù licenziò la folla. Tutti quelli che avevano mangiato erano circa quattromila»2.

Sì, quando si compie bene il proprio dovere davanti al Signore, il Signore benedice e aiuta anche nelle cose materiali, provvede: provvede all’infermo che non può lavorare, all’infelice, eccetera..., che non può lavorare, in qualche maniera; e provvede anche a chi può lavorare, in primo luogo dando la forza di lavorare, il tempo per lavorare... quindi quello è già un mezzo perché provveda a se stesso. Non ho visto il giusto andare a cercare l’elemosina [cf Sal 37(36),25], dice il Salmo, e vuol dire che chi compie il proprio dovere, il Signore non l’abbandona, non lo abbandona.
Vi sono genitori che hanno dieci figli e li crescono bene, quantunque non siano ricchi e quantunque debbano lavorare e industriarsi in molte maniere per tirar su la famiglia, e riesce bene la famiglia. Vi sono genitori che hanno un bambino, hanno due bambini al massimo, e sembra loro quasi che sian troppo; eppure i figli che crescono alle volte non sono poi obbedienti. Quelle famiglie lì non sono benedette dal Signore, talvolta anche sulla terra; e le famiglie finiscono con lo spegnersi, ecco. Ma quando si cerca il regno di Dio e la sua giustizia - quando si cerca di fare il proprio dovere, vuol dire -, il Signore provvede, provvede, sì. Aveva allevato dieci figli e tutti bene a posto; il vicino aveva avuto due figli e uno morì ancora giovane e l’altro non fu quello che fece una buona riuscita, non fu felice anche.
Oh! Dove c’è la benedizione di Dio, dove c’è la grazia del Signore, dove si cerca prima Dio, dove si cura in primo luogo l’anima, dove son fatte bene le pratiche di pietà, il Signore dà tante grazie, interviene. Quasi non si accorge uno che c’è la Provvidenza, che c’è la mano di Dio che guida. Ma in realtà alla fine si vede: le cose sono andate bene, sono riuscite bene.
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Oh! Allora ecco: questi [uomini] erano tre giorni che seguivano Gesù, e affamati più della Parola di Dio che del pane per la bocca, per il pane materiale. Avevano dimenticato anche di fornirsi abbastanza, perché poi il vedere Gesù, il sentir la sua santa Parola e assistere a certi prodigi, eccetera... questo per loro soddisfaceva assai di più e piaceva assai di più, in maniera tale che quasi dimenticavano il cibo e l’avevano posposto. E Gesù ha pietà allora quando vede tanta buona volontà nelle anime! Tanta buona volontà in noi! Certo, non si deve stare tutta la giornata a pregare: ci sono i doveri; ma quando però la Comunione è tanto ben fatta, la Parola di Dio... e da quella meditazione, la lettura spirituale, quel che è di consiglio, di avviso, i catechismi: se son amati, se sono cercati, se si cerca di penetrare, eccetera, il Signore allora lavora per noi. Quando noi lavoriamo per lui, egli lavora per noi, lavora per noi. Sì, in quel tempo in cui noi siamo preoccupati della nostra anima e della gloria di Dio e di farci santi, il Signore prepara le sue grazie per noi. E vedete come ha soddisfatto qui miracolosamente: quel che ha fatto esteriormente, così pubblicamente, in maniera così impensata, è indice e significa quello che fa in ogni persona, in ogni famiglia, quando si cerca Dio e si cerca la santità e si cerca di fare il proprio dovere e si fanno le pratiche di pietà bene.

Adesso varie domande.
Si fanno sempre le cose di pietà? Si fanno intiere? In orario? Si cerca di mettersi subito alla presenza di Dio e concentrare, raccogliere lo spirito in Dio? Si dice agli altri pensieri: Pensieri, fermatevi dietro la porta, fuori di chiesa! Adesso devo parlare con Gesù, non posso pensare ancora a voi e intanto pensare e parlare con Gesù; adesso devo pensare e parlare con Gesù.
E progredisce la preghiera? Le orazioni sono meglio dette? La meditazione è meglio fatta? La Visita è più fervorosa? L’intimità con Gesù cresce? L’anima si sente che ama, che ama davvero il Signore!? Sia proprio nell’intimo del cuore quel desiderio di santità.
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Si è anche disposte a far dei sacrifici e magari qualche mortificazione non solo di lingua, ma anche di gusto, ma anche qualche piccola mortificazione di tavola? Si ha questo impegno, questo desiderio? Si arriva qui?
Allora ecco le benedizioni di Dio. Le vie del Signore sono tante, sono tante volte imprevedibili da parte nostra, non possiamo prevederle tutte, ma il Signore è buono, il Signore pensa a noi, il Signore ha cura di noi. Vedete l’Oremus: O Signore, da cui procede ciò che è buono... ciò che è buono viene tutto da te, o Signore. Perciò infondi nei nostri cuori l’amore per il tuo nome e stringici sempre più a te, alimenta in noi il bene e custodiscilo paternamente3. Tutto il bene viene di là, dal Signore.
Allora, ecco, il nostro cuore, la nostra volontà... tutto di Dio. Se vogliamo che la Comunione porti i frutti, bisogna che svuotiamo il cuore da certi pensieri, da certi sentimenti, da certi voleri; che svuotiamo il cuore da quelle cose che non piacciono a Gesù, o sia che siano contro la carità o sia che siano contro l’obbedienza, l’umiltà, eccetera...: svuotiamo il cuore. Se Gesù ha da riempire la nostra anima di beni, venendo nella Comunione, bisogna che trovi il cuore svuotato di noi stessi. Dove metterà i suoi doni Gesù se noi, invece, ci teniamo a tutte le cose che sono del nostro amor proprio, delle nostre viste, eccetera? Fate posto allo Spirito Santo! Quanto di più renderebbero le nostre Comunioni, se trovasse Gesù un cuore, un’anima, una mente, una volontà proprio disposte, queste facoltà: vuote di quel che si può dire amor proprio, vanità, ambizione, capriccio. Oh! Non impediamo a Gesù di far le grazie e di nutrire l’anima nostra; bisogna che gli facciamo trovare un cuore preparato. Perché [Gesù] non fece tanti prodigi in quella città? Il Vangelo ricorda una cosa: perché non trovò gente disposta; mentre che aveva fatto tanti prodigi in altri luoghi [cf Mt 13,58; Mc 6,5-6].
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Ma sempre: non manca Dio, manchiamo noi. E allora gli esami di coscienza molto attenti: non scrupolosi, ma attenti. E allora il desiderio che Gesù trovi i nostri cuori preparati a riceverlo; e che quel cibo celeste che è il Pane Eucaristico, nutra l’anima nostra, porti i beni che deve portare... e che Gesù porta veramente; e che non li rifiutiamo per nostra indisposizione e impreparazione. E Gesù stesso ci aiuti poi a preparargli il cuore, a svuotarlo di noi stessi... ci aiuti a preparargli il cuore.
E, se volete, invocare molto la Madonna che aiuti noi a preparare il cuore a Gesù, svuotandolo il cuore di quel che non piace a Gesù. E così sarà anche più facile, più facile a ottenere i frutti che deve portare la Comunione in noi. È Pane che nutre4 la mente, che nutre i cuori, che nutre la volontà, è il Pane dell’anima: «Panem de coelo praestitisti eis»5.

Sia lodato Gesù Cristo.
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1 Nastro originale 69/60 (Nastro archivio 67b. Cassetta 67, lato 2. File audio AP 067b). Titolo Cassetta: “La moltiplicazione dei pani”.

2 Vangelo: Mc 8,1-9.

3 Il testo latino è il seguente: «Deus virtutum, cuius est totutm quod est optimum: insere pectoribus nostris amorem tui nominis, et praesta in nobis religionis augmentum; ut, quae sunt bona, nutrias, ac pietatis studio, quae sunt nutrita, custodias» (Missale Romanum, Dominica Sexta post Pentecosten, Oratio).

4 Il PM dice, qui e di seguito: nutrisce.

5 Vedi p. 95, nota 2.