Beato Giacomo Alberione

Opera Omnia

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50. ACCOGLIERE IN LETIZIA GESÙ CHE VIENE
Umiltà, mortificazione, sincerità del Battista

Domenica III di Avvento, Meditazione, Castel Gandolfo, 11 dicembre 19601


In questa settimana incomincia la novena del Natale. E la liturgia, in tutto l’Avvento ma specialmente in queste ultime domeniche che precedono il Natale, ci vuole preparare, vuole cioè che noi accogliamo Gesù bene, preparando il nostro cuore, il nostro spirito, il nostro essere, la nostra volontà... e domandare a lui, al Bambino, le grazie che sono necessarie a noi, alla comunità, alle famiglie.
Quindi letizia per l’avvicinarsi del Natale, e nello stesso tempo purificazione da tutto quello che può dispiacere al Bambino. Chi vuol accoglierlo bene, bisogna che lo accolga nell’innocenza; e non possiamo portargli il peccato, l’offesa. Bisogna che gli portiamo invece il cuore, l’amore, gli portiamo il nostro essere. Perciò, letizia:

«Fratelli: state sempre allegri nel Signore, ve lo ripeto, state lieti. Ma la vostra modestia sia nota a tutti gli uomini: il Signore è vicino. Non vi affannate per niente, ma in ogni cosa le vostre domande siano presentate a Dio con preghiere e suppliche unite a rendimento di grazie»2.

Ecco gli avvertimenti che ci dà san Paolo nell’Epistola per la preparazione [al Natale]. La preghiera in modo poi particolare:
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Non vi affannate per niente, ma in ogni cosa le vostre domande siano presentate a Dio con preghiere e suppliche.
Poi la liturgia, per mezzo del Vangelo, ci indica anche le altre disposizioni.

«I Giudei da Gerusalemme mandarono a Giovanni una legazione di sacerdoti e leviti per chiedere: Tu chi sei? Egli confessò e non negò, anzi affermò: Non sono io il Cristo. Allora gli domandarono: Chi sei dunque? Sei Elia? Ed egli rispose: Non lo sono. Sei tu il profeta? Rispose: Non lo sono. Allora gli dissero: Dì a noi chiaramente chi sei, affinché possiamo dare una risposta precisa a coloro che ci han mandato. Che dici dunque di te? Rispose: Io sono la voce di colui che grida nel deserto: Raddrizzate le vie del Signore, come disse il profeta Isaia. Gli inviati, essendo dei farisei, interrogarono con arroganza Giovanni: Perché dunque battezzi se non sei il Cristo, né Elia, né il profeta? Rispose Giovanni: Io battezzo con acqua, ma in mezzo a voi sta uno che non conoscete. Questi è colui che verrà dopo di me, ma che è prima di me, a cui non sono degno di sciogliere il legaccio dei sandali. Ciò avvenne in Betania oltre il Giordano, dove Giovanni stava a battezzare»3.

Ecco come Giovanni preparava il popolo ad accogliere il Messia che si sarebbe manifestato pubblicamente. Ed erano tanti i suoi miracoli, erano tante le sue virtù, così calda la sua predicazione che molti pensavano che fosse il Messia, già. E perciò mandarono ad interrogare se egli fosse il Cristo, cioè il Messia; ma Giovanni amava la verità e rispose: Non lo sono. E dice chiaramente il Vangelo: Egli confessò e non negò, anzi affermò: non sono io il Cristo. E così non ammise, negò di essere Elia o di essere il profeta; ma siccome insistevano, quelli mandati: Che dici di te stesso? Egli disse la verità: Sono la voce di colui che grida nel deserto: preparate la via al Signore, cioè raddrizzate le vie di Dio, che vuol dire: raddrizzate la vostra vita, migliorate la vostra vita, allontanate il peccato, non andate per le vie storte.
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Ecco, la voce: quanta umiltà! Giovanni si dichiara uno [che è] solo come un fiato, una voce. Oh! Ma perché allora battezzi?. Il battesimo che dava Giovanni era simbolo del battesimo che avrebbe dato poi Gesù; come Giovanni predicava ciò che avrebbe predicato poi Gesù meglio, come Figlio di Dio incarnato, così Giovanni già dava un segno di quello che avrebbe poi compiuto il Salvatore, il Messia: Io battezzo nell’acqua, ma in mezzo di voi vi è uno il quale è prima di me - perché era Dio -, al quale non sono degno di sciogliere i legacci dei sandali, ecco l’umiltà, Qui è da ammirarsi la vita, la sincerità del Battista, la sincerità del Battista... Egli con l’esempio e con la parola insegnava come ricevere Gesù Cristo, il Messia; più con l’esempio, con la mortificazione: viveva nel deserto, vestiva una pelle grossolana, si nutriva di cibi poverissimi, predicava al popolo, rimproverava il peccato dovunque e, chiunque fosse, invitava tutti alla mortificazione. E come un senso di conversione, come un segno di conversione e di pentimento, allora chi lo chiedeva riceveva il battesimo di acqua; e Gesù stesso poi volle ricevere il battesimo di acqua dal Battista [cf Mt 3,13].
Per la preparazione al Natale, la mortificazione della lingua, dei pensieri, dei sentimenti... la mortificazione, l’obbedienza, la carità, la benevolenza con tutti, la preghiera... è preparazione al Natale, specialmente con una bella confessione prima del Natale per purificare il cuore; poi preghiere, perché gli auguri sono buoni e sono secondo lo spirito cristiano, ma che siano avvalorati dalle preghiere: non basta che desideriamo il bene agli altri ma, per quanto possiamo, che lo chiediamo al Signore il bene al prossimo, alle persone care.
Sincerità poi, sincerità... Giovanni non si arroga il diritto di chiamarsi Messia, sebbene alcuni lo credessero, ed egli lo dichiarò: Non lo sono; ma disse quel che era però, disse quel che era: non vantarci di quello che non abbiamo, di quel che non siamo, ma ammettere quando abbiamo una grazia, una vocazione, anzi difenderla... bisogna difendere la propria vocazione. Allora, la sincerità davanti a tutti: non negare quelli che sono i privilegi e le grazie di Dio, come è una vocazione,
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non negarli, anzi dirlo sinceramente e in semplicità, senza orgoglio ma anche senza vergogna... la verità! E d’altra parte non pretendere quasi che riconoscano in noi delle virtù, dei meriti che non abbiamo, ciò che non abbiamo.
Per amare Gesù che è verità bisogna essere molto schietti e sinceri. Per ricevere bene Gesù, la mortificazione e la confessione ben fatta prima del Natale. Per invocare le grazie dal Bambino su di noi e sulle famiglie e sulla comunità, molta preghiera. Ecco la preparazione al Natale.

E questa settimana incomincia la novena, e che sia fatta bene, che sia fatta bene la novena, sì. Particolarmente questo di togliere e togliere ciò che dispiace a Gesù, perché non si può ricevere una persona facendo quello [che] poi dispiace a quella persona, non si può ricevere il Bambino con il peccato, con l’offesa di Dio. Quindi nella novena non solo confessarsi, ma evitare quello che può dispiacere a Gesù.

Sia lodato Gesù Cristo.
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1 Nastro originale 84/60 (Nastro archivio 81a. Cassetta 81, lato 1. File audio AP 081a). Titolo Cassetta: “Vivere in letizia: il Signore è vicino”.

2 Epistola: Fil 4,4-7. Il brano è brevemente richiamato qui di seguito dal PM.

3 Vangelo: Gv 1,19-28. Il brano viene citato liberamente dal PM all’interno della meditazione.