Beato Giacomo Alberione

Opera Omnia

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14. IL MISTERO DELL’UNITÀ E TRINITÀ DI DIO
Imitare la bontà di Gesù

Festa della SS. Trinità (Domenica I dopo Pentecoste), Meditazione,
Castel Gandolfo, 12 giugno 1960
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Nel libro delle Preghiere molte volte i canti latini sono tradotti in lingua italiana, affinché si possa capire il senso. Leggendo anche l’italiano, ecco, si può conoscere meglio quello che lo scrittore voleva dire e quello che il Signore voleva farci capire, quello che egli ha ispirato.

Il Vangelo di quest’oggi si riferisce alla Santissima Trinità, perché è la festa della Santissima Trinità. Nel Natale si onora specialmente il Figlio di Dio incarnato, e così nella Pasqua il Figlio di Dio Gesù Cristo che risorge dal sepolcro dopo la sua morte; e nella Pentecoste si onora specialmente lo Spirito Santo; poi il Padre Celeste: si può dire [che] ogni domenica è per la prima persona della Santissima Trinità, il Padre. Ma dopo questo e dopo il Natale e dopo la Pentecoste, la Chiesa ci fa invocare tutte e tre insieme le Persone Divine che formano un solo Dio. Perciò il Vangelo dice:

«In quel tempo: Gesù disse ai suoi discepoli: Mi è stato dato ogni potere, in cielo ed in terra. Andate, rendete tutti i popoli miei discepoli, battezzandoli nel nome del Padre, del Figliolo e dello Spirito Santo, e insegnando loro ad osservare tutte le cose che vi ho comandate. Ed ecco che io sono con voi fino alla consumazione dei secoli»2.
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Questo Vangelo, però, si riferisce alla domenica anche... alla domenica, perché quest’oggi è insieme I Domenica dopo Pentecoste e Festa della Santissima Trinità. Quanto alla domenica, il Vangelo dice:

«Siate misericordiosi come è misericordioso il vostro Padre Celeste. Non giudicate e non sarete giudicati, non condannate e non sarete condannati. Perdonate e vi sarà perdonato. Date e vi sarà dato: sarà versata nel vostro seno una misura buona, pigiata, scossa e traboccante; perché sarete misurati con la stessa misura che avete usato con gli altri. Inoltre Gesù propose dei paragoni: Può mai un cieco guidare un altro cieco? Non cadranno tutti e due in un pozzo? Nessun discepolo supera il maestro, sarà perfetto quando arriverà ad essere come il suo maestro. Perché osservi la pagliuzza nell’occhio del tuo fratello e non badi alla trave che è nel tuo occhio? E come puoi dire a tuo fratello: Lascia, fratello, che io ti levi la pagliuzza nell’occhio, se non vedi la trave che sta nel tuo occhio? Ipocrita! Togliti prima la trave dal tuo occhio, e allora vedrai chiaro e potrai toglier la pagliuzza dall’occhio del tuo fratello»3.

Oh, ecco dunque: la Festa della Trinità insieme alla Domenica I dopo Pentecoste. Oh! Ora fermiamoci sopra entrambi [i Vangeli].
Vi è un Dio solo in tre Persone. Quando si dice: Nel nome..., si dice l’unità. Non dice: Nei nomi..., ma dice: Nel nome..., l’unità. E quando si nominano il Padre e il Figlio e lo Spirito Santo si intendono le tre Persone: Un Dio solo in tre Persone realmente distinte, come spiega il catechismo. È un mistero, certo; ma chi lo crede, in paradiso lo vedrà come potevano essere assieme questi due concetti: unità e trinità di Dio, come poteva essere un Dio solo in tre Persone realmente distinte. Aver fede profonda, e allora si capirà in cielo.
Quanto poi al Vangelo della domenica. Primo: Siate misericordiosi come misericordioso è il vostro Padre Celeste.
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Vi son quelli che sono inclinati a perdonare e quelli che non perdonerebbero mai: anche una parola, e la portano nel cuore e si risentono. Vi sono poi delle regioni dove il perdonare è una viltà, pensano; e portano lo spirito di vendetta da padre a figlio. Ora, essere misericordiosi come è misericordioso il vostro Padre Celeste: il Signore, quando abbiamo confessato i nostri peccati, già ci perdona subito; e non ci sono più e non ti castiga. Perché abbiamo ricevuto un dispiacere, portare l’invidia, portare ancora il rancore, portare una specie di istinto a giudicar male e magari a vendicarsi...
Poi, secondo: Non giudicate e non sarete giudicati. Noi non abbiamo autorità di giudicare gli altri; e chi non giudica esercita la carità e quindi non sarà giudicato; ma se uno giudica gli altri, pretende, sarà giudicato lui dal Signore. Non giudicate non vuol dire che i giudici in tribunale non devono giudicare e che i superiori non devono giudicare se c’è vocazione o no... ma vuol dire: quando non c’è nessun incarico di giudicare, nessun ufficio. Perché sospettare male degli altri, pensare in male degli altri?
Non condannate e non sarete condannati: non condannate, no! Alle volte si san mica le intenzioni di un altro, l’interno di un altro: perché dobbiam condannare? e aspetta a noi il condannare? e se Gesù condanna poi noi? e se noi condannando facciam peccato: sospettando il male, giudicando il male?
Perdonate e vi sarà perdonato... e chi vuol essere perdonato anche del purgatorio, perdoni tutto tutto tutto agli altri, qualunque dispiacere.
Date e vi sarà dato: chi insegna agli altri, riceverà più luce se lo fa con retta intenzione, perché dà la luce, la verità agli altri, e allora Gesù ne darà più a lui di luce, e più verità a lui.
Oh! Però il Signore perdona a noi molto di più anche quando perdona un piccolo peccato veniale; e allora se il Signore ci perdona il più, noi abbiamo da perdonare almeno sul meno! E chi perdona avrà un grande premio e cioè una misura buona, pigiata, scossa e traboccante, che vuol dire:
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avrete una felicità eterna così abbondante che è come far buona misura; e poi si pigia la materia che c’è dentro perché ci stia di più; e poi si scuote il sacco perché ce ne entri di più; e poi viene ancora ad essere traboccante, e cioè ad uscirne una parte perché è troppo pieno.
Sarete misurati con la stessa misura che avete usato con altri: chi è buono troverà bontà, chi è misericordioso troverà misericordia, chi è duro troverà durezza.
E può mai un cieco guidare un altro cieco? Non cadranno tutti e due in una fossa?. Per esempio: i genitori e le persone del mondo non son capaci a giudicare, a capire la vocazione religiosa... non son capaci; loro hanno capito la loro condizione: si son formati una famiglia. E se pretendessero di guidare, sarebbero dei ciechi che vogliono guidare dei ciechi, cioè della gente che non sa. Per la vocazione religiosa bisogna sentire chi è religioso, chi è sacerdote. E perché? Altrimenti, certi genitori guidano i figli che son ciechi ed entrambi cadono nel peccato, cioè nel fosso.
Nessun discepolo supera il maestro... sarà perfetto quando arriverà ad essere come il suo maestro: non inorgoglirsi.
Poi l’altro insegnamento: Perché osservi la pagliuzza nell’occhio del tuo fratello e non badi alla trave che è nel tuo occhio?... vuol dire: perché guardi i difetti piccoli del tuo fratello e non pensi che hai una trave nel tuo occhio, cioè che hai difetti più gravi, molto più gravi tu, in confronto di altri, di altre? Come puoi dire a tuo fratello: Lascia, cioè permetti, che io ti tolga la pagliuzza dal tuo occhio, se non vedi la trave che sta nel tuo?... saresti un ipocrita. Ipocrita, togli prima la trave dal tuo occhio - cioè i difetti più grossi -; allora vedrai chiaro e potrai togliere dall’occhio altrui anche la pagliuzza: e cioè che noi, se ci correggiamo, togliamo cioè i difetti nostri più gravi, abbiamo modo e ragione di insegnare agli altri che facciano anche bene.
Come è chiaro questo Vangelo! Non occorrono molte spiegazioni... ma in sostanza comanda la bontà, la carità, la larghezza di vedute, la comprensione, l’aiuto e tutto quello che è compreso sotto la parola carità, bontà. Vi sono persone
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che sono tanto buone! E vi sono persone che sono anche dure e pretendono, eccetera... Allora imitare la bontà di Gesù, imitar la bontà di Gesù! Per quanto siamo buoni e inclinati alla misericordia e al perdono, non saremo così buoni come è stato Gesù che perdonò tanto e perdonò offese che l’avevano ferito nell’animo. Perdonare, sì, non conservare inimicizia e rancori mai; e non veder male colui che... però se ci ha fatto qualche disgusto, portare sempre quella memoria del disgusto e quindi sentire un pessimismo nel cuore...
Dunque, chiediamo a Gesù la bontà, la grazia di capire quanto sia importante la carità, e la grazia di praticarla prima in Casa e poi con gli altri esterni. Prima in Casa, perché in Casa è più necessario: la carità deve cominciare da chi è più vicino.

Sia lodato Gesù Cristo.
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1 Nastro originale 67/60 (Nastro archivio 66a. Cassetta 66, lato 1. File audio AP 066a). Titolo Cassetta: “Sulla Trinità e sulla carità”.

2 Vangelo: Mt 28,18-20.

3 Vangelo: Lc 6,36-42. Il brano viene citato liberamente dal PM all’interno della meditazione.