Beato Giacomo Alberione

Opera Omnia

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49. CHI AVRÀ CERCATO DIO, TROVERÀ DIO
Il bene produce sempre il bene

Domenica XXIV ed ultima dopo Pentecoste, Meditazione, Castel Gandolfo, 20 novembre 19601


Nel Vangelo di oggi si parla insieme della rovina di Geru-salemme, che non aveva prestato fede a Gesù Cristo, non l’aveva accolto come Messia, come Figlio di Dio; e poi si parla insieme del giudizio finale, cioè della fine del mondo, e quindi il raccogliersi di tutti gli uomini innanzi al giudice supremo, a Gesù che verrà sulle nubi con grande gloria e potenza e darà a ciascheduno quello che ciascheduno avrà meritato. Allora una grande gioia per gli eletti, per chi avrà amato Gesù, e un terrore immenso per chi non lo avrà amato, non avrà obbedito, seguìto.
C’è da ricavare soprattutto questo: che il bene produce il bene e le benedizioni di Dio, o più presto o più tardi ma sempre; e il male produce male e dal male non si può aspettare che del male, perché se si semina grano si raccoglie grano e se invece si seminano ortiche, si raccolgono ortiche. Il Signore non dà immediatamente il premio sulla terra al bene, molte volte non lo dà subito, ma lo dà infallibilmente a suo tempo: quindi stare sempre in speranza e in attesa. Quello che non abbiamo sulla terra di premio, lo avremo di premio eterno in cielo, eterno...
Leggiamo dunque il Vangelo.
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«In quel tempo, Gesù disse ai suoi discepoli: Quando vedrete nel tempio l’abominazione della desolazione predetta dal profeta Daniele - chi legge la Scrittura comprenda bene - colui che sarà in Giudea fugga sui monti, e chi è sulla terrazza non scenda in casa a prendere qualche cosa, e chi è nel campo non torni a prendersi la veste. E guai alle donne gravide e allattanti in quei giorni. Pregate che la vostra fuga non accada d’inverno o di sabato; sarà una catastrofe spaventosa, come non si è mai vista e mai più si vedrà. E se quei giorni non venissero abbreviati, non ne scamperebbe anima viva; ma saranno accorciati in grazia degli eletti. Allora se uno vi dirà: Ecco qui, ecco là il Cristo, non date retta: sorgeranno infatti dei falsi messia e dei falsi profeti che faranno miracoli e prodigi tali da sedurre, se fosse possibile, anche i fedeli. Ecco, ve l’ho predetto. Se dunque vi diranno: Il Cristo è nel deserto, non uscite; e nelle grotte, non date retta, perché come il lampo esce da levante e guizza fino a ponente, così pure sarà la venuta del Figlio dell’uomo, simile all’aquila che si precipita dal cielo su una preda. Subito [dopo] la catastrofe di questi giorni, si oscurerà il sole, la luna non darà più la sua luce, le stelle cadranno dal cielo e gli astri celesti saranno sconvolti. Allora comparirà nel cielo la croce del Figlio dell’uomo. Tutte le nazioni della terra si batteranno il petto vedendo il Figlio dell’uomo venire sulle nubi con grande potenza e gloria. Egli manderà i suoi angeli che a gran voce di tromba raduneranno i suoi eletti dalle quattro parti dell’orizzonte, da una parte all’altra dei cieli. Eccovi un paragone: quando il ramo del fico si fa tenero e mette le foglie, sapete che l’estate è vicina; così anche voi, quando vedrete tutti quei segni, sappiate che egli è alle porte. In verità vi dico: non passerà questa generazione prima che tutto ciò avvenga. Il cielo e la terra passeranno, ma le mie parole non passeranno»2.

E cioè, prima che fosse passata la generazione che allora viveva quando Gesù predicava, avvenne la distruzione di Gerusalemme3. Ma quanto invece alla fine del mondo, questo non è detto; invece è detto che alla fine del mondo tutti gli uomini risorgeranno e tutti si raccoglieranno per sentire
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l’estrema sentenza, perché noi andiamo incontro a due giudizi: uno particolare subito dopo morte, e l’altro universale alla fine del mondo. Perché avvenne la distruzione di Gerusalemme? Perché la città non accolse il Salvatore, non credette alla sua Parola, non volle neppure vedere, esaminare i miracoli che provavano che egli era il Messia, che era il Figlio di Dio incarnato, che veniva a portare la salvezza: ostinati... anzi, lo misero sulla croce. Ecco come finiscono allora gli ostinati: il castigo alla città, il castigo a tutta la Giudea.
Oh! Il male produce il male. Il castigo può già esserci su questa terra e qualche volta non c’è subito; così anche il bene e le benedizioni non ci son sempre sulla terra, ma ci saranno: il premio non mancherà. Oh! Occorre che noi pensiamo che siamo nelle mani di Dio e che non possiamo sfuggire alle sue mani, al suo potere. Egli darà a noi quello che noi avremo meritato e, se avrem fatto bene, il premio sarà abbondantissimo, sproporzionato, il premio, al poco che facciamo di bene, immenso il premio: Una misura abbondante, scossa, una misura pigiata, una misura che versa per [essere] troppo piena [cf Lc 6,38], perché l’anima non potrà contenere tutto Dio né tutta la felicità di Dio... il cielo eterno!
Che si abbia pazienza, si aspetti, si viva in fiducia! Dio è fedele alle sue parole e ha promesso il paradiso a chi lo seguirà, a chi cioè seguirà la sua legge, a chi seguirà i suoi esempi, a chi obbedirà alla sua parola, chi avrà fede, chi lo amerà. Nessuna può sfuggire dalle mani di Dio. Uomini empi che si credono di comandare al mondo o di imporsi con la loro prepotenza... no, anche loro saranno bambini nelle mani di Dio, incapaci a difendersi certamente, incapaci, impotenti davanti all’onnipotenza di Dio, davanti alla giustizia di Dio. E così, anche se perseguitano i buoni, i buoni in quel giorno, nel giorno finale saranno esaltati, ma un’esaltazione che non durerà cento anni, vale un’eternità.
Allora siamo nelle mani di Dio. Stiamo allora persuasi che il bene porterà del bene, il male porterà del male... non sempre su questa terra, ripeto, ma certamente sì, il bene produrrà il bene, produrrà la felicità eterna, e il male produrrà il male.
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Di conseguenza, pesiamo le nostre azioni, vediamo come si cammina e vediamo quale sia il nostro stesso interesse. Abbiamo interesse a fare il male? No. Abbiamo interesse a fare il bene? Sì. Anche i piccoli sacrifici, le preghiere, eccetera, di ogni giorno, avranno il loro premio, sì.
Il mondo può chiacchierare, possono stampare quel che vogliono, possono dire alla radio o per mezzo della televisione tante cose, ma son parole tante volte vuote. Il cielo e la terra passeranno - dice Gesù - ma le mie parole non passeranno: son solo le sue parole che non passeranno; e delle sue parole non si perderà uno iota, come dice, cioè un i, niente. Quello che ha detto si verificherà, sarà realizzato.
Che gioia per gli eletti quando nel giudizio universale sentiranno l’invito: Venite, o benedetti, nel regno del Padre mio! Che terribile sentenza per i cattivi: Andate lontani da me! [cf Mt 25,34.41]. E perché? Perché siete stati lontani da me nella vita, non avete cioè ascoltato la mia Parola, non avete avuto lo spirito di fede, non mi avete amato, non mi avete seguito, non avete osservato i miei comandi, non mi avete voluto... e ora allora andatevene. Ma chi ha cercato Dio, troverà Dio, chi avrà cercato Dio, sarà in eterno con Dio in cielo. Che abbiamo fede nel paradiso, che abbiamo fede nel giudizio finale, che abbiamo fede in tutto quello che Gesù ci insegna, in quello che vuole! Gesù è il Figlio di Dio, non ha portato sulla terra che del bene. Dio è solo Bene, è il Sommo Bene: non può dare che del bene. Ma il male e l’inferno che possono dare del male, possono portare al male. Pensiamo a quale sia il nostro vantaggio, che cosa ci giovi il bene fatto. Scancelliamo tutto il male, perché non ci produca poi del male, e confermiamo la buona volontà nel bene, nelle promesse, nei buoni desideri... e amiamo questo bene: frutterà del bene e bene eterno.

Sia lodato Gesù Cristo.
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1 Nastro originale 84/60 (Nastro archivio 80c. Cassetta 80bis, lato 1. File audio AP 080c). Titolo Cassetta: “Distruzione di Gerusalemme”.

2 Vangelo: Mt 24,15-35.

3 Vedi AP 1958/1, p. 184, nota 5.