18. «ANNUERUNT SOCIIS»...
La missione vocazionale nella Chiesa
Domenica IV dopo Pentecoste, Meditazione, Castel Gandolfo, 3 luglio 19601
Il Vangelo è secondo san Luca, il capo V.
«In quel tempo, si trovava Gesù sulle rive del lago di Genezaret attorniato da una gran folla che voleva sentire la parola di Dio. Vedendo due barche tirate a riva, perché i pescatori erano scesi a lavare le reti, salì sopra una di quelle ed era di Simone; e lo pregò di scostarsi un po’ dalla sponda. Allora si sedette sulla barca e cominciò a predicare alla folla. Quando ebbe finito di parlare, disse a Simone: Prendi il largo e getta le reti per la pesca. Simone rispose: Maestro, abbiamo faticato tutta la notte e non abbiamo preso nulla; però, se tu me lo dici, getterò le reti. Fatto ciò presero tanta quantità di pesci che la loro rete si rompeva. Allora fecero segno ai compagni dell’altra barca di venire ad aiutarli. Arrivati, riempirono tutte e due le barche, tanto da farle quasi affondare. Vedendo questo, Simon Pietro si gettò ai piedi di Gesù dicendo: Signore, allontanati da me perché sono un peccatore. Difatti Pietro e i suoi compagni erano rimasti sbalorditi per la pesca che avevano fatto; così pure Giacomo e Giovanni, figli di Zebedeo, che erano soci di Simone. Gesù disse a Simone: Non temere, d’ora innanzi tu sarai pescatore di uomini. Ed essi, tirate a riva le barche, abbandonarono ogni cosa e seguirono Gesù»2.
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Il primo pensiero è questo: la moltitudine delle persone che seguiva Gesù era tanta. Ognuno voleva avvicinarlo e toccarlo, e sentire più da vicino la sua Parola; e così lo spingevano tanto, quasi - erano sulla sponda del lago - da farlo cadere in acqua. Allora Gesù, per parlare più liberamente e farsi udire da tutti, chiamò una delle due barche che erano ferme sopra la spiaggia sulla sponda del lago. E comandò a Pietro che gli imprestasse la sua barca e salì sopra di essa, e fece scostare un poco la barca dalla spiaggia: così vedeva più facilmente tutta la turba che era distesa sopra la sponda e si faceva udire meglio. Ecco, Gesù era seguito, la sua Parola era sentita, desiderata... si affollavano attorno a lui le turbe: bisogna amare il catechismo, bisogna amare la Parola di Dio... la Parola di Gesù o letta o sentita a voce, sentita con l’orecchio o letta con gli occhi quando leggiamo libri buoni.
Gesù salì sulla barca di Pietro e di là predicò. Era simbolico questo, era come un fatto profetico. Gesù avrebbe sempre predicato dalla barca di Pietro, cioè nella persona di Pietro: il Papa è infallibile; ciò che dice il Papa è la Parola di Gesù applicata ai bisogni dei tempi, ma è sempre la Parola di Gesù. Gesù insegna per mezzo del suo vicario, del Papa: occorre dare la massima importanza, riverenza, docilità alla parola del Papa. È il vicario di Gesù Cristo e quello che egli definisce, stabilisce per tutta la Chiesa, è come se lo definisse e lo stabilisse Gesù. Quindi stare fermi nella nostra fede, stare fermi nell’obbedienza al Papa, nell’assecondamento. E non tutti lo assecondano; anzi, le lotte, come erano vive, tenaci, ostinate contro Gesù, sono anche adesso contro il vicario di Gesù. Mica perché abbia fatto del male a qualcheduno, ma perché odiano la sua parola, non vogliono il suo insegnamento, non vogliono seguire quello che egli dice: Non ascolteranno voi perché non hanno ascoltato me [cf Lc 10,16; Gv 15,20]. Però vi son sempre quelli che ascoltano docilmente e si salvano.
Finita la predica, Gesù disse a Pietro: Adesso getta le reti nel lago per la pesca; ma Pietro subito pronto: Eh, abbiamo lavorato tutta la notte e abbiam pescato niente, neppure un pesciolino... però, se lo comandi tu, sulla tua parola stenderò
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le reti per la pesca. E lo fece. E nelle reti arrivò tale moltitudine di pesci che le reti quasi si rompevano. E Pietro fu costretto a chiamare anche quegli uomini che stavano sull’altra barca - erano due le barche che avevano tutta la notte lavorato -; e così le due barche rimasero piene di pesci, con il timore che affondassero quasi. Fra gli altri, c’erano Giacomo e Giovanni che furono pure loro apostoli. Allora, tanto Pietro come Giacomo e Giovanni e quei che erano presenti, capirono che c’era stato un miracolo: pesca miracolosa. Tutta la notte niente... Sulla parola di Gesù: Buttate le reti, [ecco] che si riempirono. Oh!, sempre abbiamo da fare quel che vuole il Signore, sempre, e stare persuasi che nulla ci mancherà; stare persuasi che il mondo inganna, fa delle promesse che poi non adempie, ma Gesù ciò che promette lo dà: la sua grazia, la sua pace, la sua santità, il suo paradiso. Quanto inganna il mondo, quanto invece è sincero Gesù! Quanto mantiene le sue parole! «Ut digni efficiamur promissionibus Christi»3, che vuol dire? Che diventiamo degni delle promesse, di ciò che ci ha promesso Gesù, e cioè la santità, la pace, un bel paradiso, sì... assicurare il paradiso.
Ma Gesù voleva dare una lezione a Pietro, e gli disse: Da qui avanti, non pescherai solo dei pesci ma degli uomini, e cioè: tu, o Pietro, andrai nel mare del mondo e guadagnerai tante anime, ecco, tante anime a Dio. Sì. E così fu la missione di Pietro. Tutti i cristiani si può dire che sono come le anime conquistate da Pietro, dai suoi successori, i Papi: tutti i buoni cristiani, sì. E questa è la missione della Chiesa. Ci sono sempre imperfezioni nel mondo fra gli uomini, ma quella è la missione della Chiesa... pura, semplice: Dio vuole, per mezzo della Chiesa, la salvezza delle anime.
Da notare una cosa: che quando Pietro vide tanta quantità di pesci, «annuerunt sociis»4, chiamò anche gli altri che stavano nell’altra barca, perché venissero in aiuto... sempre Pietro cerca vocazioni. E gli Istituti Religiosi son per quello
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e i Seminari son per quello, e tutto il lavoro per la consecrazione delle anime a Dio nell’apostolato è per quello. Le anime consecrate a Dio son per amare perdutamente Gesù e sono per lavorare per le vocazioni, sì. Allora bisogna che noi pensiamo che il Signore sparge tante vocazioni nel mondo, cioè vuole tante anime a sé perché vuole possederne il cuore, ma ci vuole il lavoro di altri che cerchino le vocazioni. È detto che fra cinque persone, cinque giovani o cinque giovanette, vi è una vocazione. Tuttavia non sempre è sentita, capita, assecondata, seguita. Allora, pregare per le vocazioni, affinché, con la grazia di Dio, tutti quei che son chiamati arrivino a Gesù e arrivino all’apostolato. «Annuerunt sociis»: questa missione vocazionaria è una missione grande! Oggi la più importante nella Chiesa. Occorre che noi ce ne rendiamo degni e che noi siamo efficaci: ma noi faremo tanto quanto siamo umili, quanto amiamo il Signore Gesù, quanto abbiamo di fede in lui. Coraggio dunque! Quest’oggi preghiamo con la Chiesa, per la Chiesa, specialmente perché tutti assecondino e seguano il vicario di Gesù Cristo, il Papa; e che le vocazioni, le anime chiamate da Dio possano tutte seguire i disegni di Dio. Saranno felici in morte e saranno felici nell’eternità.
Nei giorni passati ho dovuto assistere qualche poco una suora, la quale stava5 male, molto male... dolori molto acuti. E diceva: Quanto sono felice di soffrire qualche cosa per Gesù, quanto son felice!, e sorrideva. Oh! Invece chi non ha lo spirito buono si irrita, si arrabbia e se la prende con tutti... magari finisce che bestemmia e se la prende anche con Dio. Oh! La gran pace di un’anima consecrata a Dio! Ed essa, questa persona, sta avvicinandosi, perché il suo male è incurabile, a rapidi passi verso l’eternità. Ma quando si è speso la vita per Gesù, che serenità in morte! Chi si dà tutto a lui... Gesù dà a chi si dà tutto a lui il suo paradiso, se stesso.
Un’Ave Maria per le vocazioni, adesso.
Sia lodato Gesù Cristo.
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1 Nastro originale 69/60 (Nastro archivio 67a. Cassetta 67, lato 1. File audio AP 067a). Titolo Cassetta: “La pesca miracolosa”.
2 Vangelo: Lc 5,1-11. Il brano viene citato liberamente dal PM all’interno della meditazione.
3 Dalla preghiera dell’Angelus Domini.
4 «Fecero cenno ai compagni [dell’altra barca, che venissero ad aiutarli]».
5 Il PM dice: era.