Beato Giacomo Alberione

Opera Omnia

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38. LA CONSACRAZIONE: LASCIARE E AMARE
Il rifornimento spirituale quotidiano

Ritiro Mensile, 1a Meditazione, Torino (SAIE) 4 settembre 1960 (?)1


Quando un’anima si consacra al Signore è di conseguenza che debba compiere due cose: primo, una rinunzia, una mortificazione, un distacco; e secondo, che accolga, accetti, e scelga e voglia quello che è più perfetto, più santo. Lasci e acquisti, due cose.
Lasci, che cosa? I pensieri che sono di terra, i desideri che sono per la vita presente soltanto; e lasci un poco di quello che sono le sue comodità, e un po’ della sua libertà, e un poco di quello che sono le relazioni umane non necessarie. Tuttavia altro è vivere nella vita comune e altro è vivere come membri degli Istituti Secolari2. Una rinunzia.
E adesso è tanto prezioso che voi al mattino vi raccogliate tutte insieme per compiere le vostre cose di pietà. Il mattino è il segreto della giornata.
Se si comincia bene la giornata, eh!, si può pronosticare, sperare che la giornata passerà bene; ma se al mattino comincia con la pioggia e la tempesta... che cosa sarà della giornata?
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Cominciando nella giornata vuol dire fare tre cose: primo, la meditazione; secondo, la Messa; terzo, la Comunione, almeno spirituale se non si potesse fare sacramentale. Il rifornimento, come se uno dovesse intraprendere un viaggio e sa che non arriva a destinazione fino a sera: si fornisce di alimenti, prepara gli abiti, si dispone in sostanza per il cammino. Così è nella vita nostra religiosa, nella vita nostra cristiana. Coloro che vogliono assicurarsi una giornata santa, rifornirsi bene: il viatico cosiddetto della giornata. Perché il viatico per le milizie consisteva nel rifornimento di quanto era necessario per il viaggio, per le marce, e quanto ad armi e quanto a cibo e tutto quello che era necessario, in sostanza, per andare incontro ai nemici. Così al mattino il rifornimento dell’anima cristiana, dell’anima cristiana.
Certamente è un sacrificio alzarsi a quell’ora... e il che importa anche già un sacrificio antecedente: per alzarsi presto bisogna andare a dormire presto! Il corpo ha bisogno di quel dato numero di ore di riposo ed è questione di prendersi questo riposo o prima o dopo. Se si prende prima la sera, al mattino si è già soddisfatto alle necessità del corpo; ed è uno sbaglio voler fare di giorno notte e di notte giorno, come fanno persone mondane che alla sera non terminano mai con il loro sollievo, il loro passatempo, e magari le loro conversazioni e gli spettacoli, eccetera... e poi al mattino non possono esser riposati. Come vi sono persone che alla domenica faticano di più che gli altri giorni, e al lunedì hanno bisogno di riposarsi della domenica, mentre che proprio la domenica, secondo la natura e secondo la Chiesa, secondo Dio, la domenica è il giorno del riposo, perché al lunedì si sia disposti a riprendere le occupazioni ordinarie.

Oh! La Comunione. La Comunione al mattino per unire intieramente il cuore a Dio, il cuore a Gesù, gli stessi sentimenti, i desideri. La Messa che fortifica l’anima. La Messa che fortifica l’anima, perché nella giornata certamente il demonio farà i suoi assalti e la carne nostra e lo spirito del mondo possono entrare a turbare quell’unione con Dio: abbiamo bisogno
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di essere forti. Dice san Giovanni Crisostomo: Partire dall’altare forti come leoni3.
E ogni giorno abbiamo bisogno di far provvista di pazienza, al mattino. Non sono grandi le nostre sofferenze in proporzione di quelle di tanti santi, ma certamente che delle rinunzie e dei sacrifici e delle mortificazioni e dei rinnegamenti della nostra volontà e dei sensi e della lingua, eccetera... se ne incontreranno: Chi vuol venire dietro di me, rinneghi se stesso - prima parte - e prenda la sua croce [Mt 16,24; Mc 8,34], ognuno ha la sua croce, o che viene dall’interno o che viene dall’esterno. Sì.
E poi la meditazione illumina e fortifica ancora l’anima, perché nella meditazione si fa anche l’esame preventivo, si dispone l’anima per il cammino della giornata: prevede i pericoli, prende i mezzi, fa i suoi propositi, rinnova la professione o la consecrazione a Dio, eccetera... così.
Prima dunque: Chi vuole venire dietro di me, rinneghi se stesso e prenda la sua croce . Poi, secondo: E mi segua. Poiché vi sono anche quelli che rinunciano a tante cose, per esempio per avere il corpo robusto e attendere ai giochi, come facevano gli antichi gladiatori e come fanno molti di quelli che attendono alle olimpiadi, supponiamo, ai giochi olimpici4. Oh! Ma Gesù ha detto: Voi che avete lasciato tutto e mi avete seguito [cf Mt 19,27-29]... ci vuole la seconda parte: le rinunzie per seguire Gesù! Non è che si rinunzia ad un amore perché il cuore sia sterile: vuol dire metterci un amore più intenso, più sapiente, un amore che non finisce con la morte, un amore eterno. Sì, l’unione continuata con Gesù fino all’ultimo sigillo del viatico, il quale poi viene confermato dal
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giudizio, comparendo al tribunale di Dio a ricevere il premio, e allora: «Intra in gaudium Domini tui»5 [Mt 25,21.23].
Gesù dice dunque: Avete lasciato tutto e mi avete seguito. Sono questi [discepoli] che compiono le due parti: una rinunzia, un sacrificio, e abbracciare Gesù, amare Gesù. Amare Gesù: e cioè donargli il cuore, volere ciò che egli vuole, desiderare ciò che egli desidera o detestare ciò che egli detesta, e desiderare l’unione eterna con Dio, sommo bene ed eterna felicità. Amare tanto il Signore, amare tanto il Signore. Sì.
Al mattino cercare di eccitarsi a questo amore... ho detto, con la rinnovazione della consecrazione al Signore: può essere una consecrazione già religiosa e può essere una consecrazione privata, ma sempre la consecrazione al Signore. Sì, questo è il programma di vita che vi siete scelto e la vita nuova che vi siete scelte. Allora c’è una grande consolazione, perché si guadagna molto di più con le opere che facciamo perché tutto il lavoro ha un premio doppio: perché è un esercizio di una virtù ed è anche l’esercizio della virtù di religione, l’impegno. Così l’obbedienza e così la continuazione della vita in amor di Dio, cioè in castità perfetta.
Quanto è più ricca la giornata di chi è consecrato a Dio! Quanto è più ricca per l’eternità! E se una giornata si addiziona all’altra, oggi, domani, poi tutta la settimana, tutto il mese, tutto l’anno, tutta la vita, quale cumulo di ricchezze che qui non si vedono, ma di là si trovano! Quale cumulo di ricchezze, che proprio l’anima va radunando in sé; e quel bene che raduna, quel bene che fa, va sulla porta del paradiso e aspetta l’anima per il giudizio, per andare al premio, per accompagnare l’anima al premio. Vivere sempre di questi pensieri. Come siamo creati per Dio, così la giornata ci è data perché la spendiamo per Dio; e per raggiungere il fine, cercando di aumentare in noi la fede, la speranza e la carità. Raggiungere il fine e raggiungerlo, questo fine, più sicuramente, e un fine più santo, un fine poi glorioso per l’eternità intiera.
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Dunque, quanto è diverso l’inizio della vostra giornata da coloro che invece la iniziano, la giornata, in un modo molto diverso, che si riducono, forse, appena a fare un segno di croce. Che grazia che avete già in questo! Capire quanto è bene iniziare una giornata santamente, ai piedi di Gesù, con Gesù, portandovi via dalla chiesa Gesù, conservando Gesù in tutta la giornata nel cuore, sempre con Gesù! Gesù è con noi e noi siamo con Gesù6: che consolazione questa, e che fortezza e che incoraggiamento e che serenità dà tutto questo alla giornata! E se in qualche momento vi passa qualche nube, ecco, guardiamo di nuovo a Gesù; e se ci fosse anche stata qualche debolezza, subito rinnoviamo l’unione con Gesù con un atto brevissimo magari, di una comunione spirituale, per cui bastano pochi pensieri, senza interrompere l’occupazione... e può essere che basti mettere la mano sul petto e dire: In questo cuore ci sta Gesù e il mio cuore è di Gesù. Allora si ricomincia bene, in umiltà, in amore e in fortezza, sì, in fortezza: con il coraggio di nuovo, perché dobbiam sempre riconoscere che siamo deboli, ma Gesù è il tutto, è la nostra forza.

Concludiamo. Chi vuole farsi santo ha da compiere due cose: la rinunzia e l’amore a Gesù. Rinunzia a cose che costituiscono il mondo presente e gli interessi per tutto quello che è umano, cioè che non è Dio; e l’amore interamente rivolto a Dio. Voi che avete lasciato tutto - che è la rinunzia - e mi avete seguito - che mi avete amato [cf Mt 19,27-29], cioè -, mi avete seguito come [vi] ho invitato: lascia tutto, vieni, seguimi... lascia tutto, vieni, seguimi [cf Mt 19,21]. E chi potrà capire questo? Le anime che sono ben illuminate da Dio, che hanno la luce interiore: «Non omnes capiunt verbum istud»7 [cf Mt 19,11]. Non arrivano molti a capire questo, ma arrivano a capire questo coloro ai quali il Signore dà una luce speciale.

Sia lodato Gesù Cristo.
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1 Nastro originale 80/60 (Nastro archivio 82a. Cassetta 82, lato 1. File audio AP 082a). Titolo Cassetta: “La consacrazione nella vita religiosa”.

2 Da queste parole e da altre dopo (l’anima... rinnova la professione o la consecrazione a Dio; così è nella vita nostra religiosa, nella vita nostra cristiana...), e dal tono della meditazione, si può supporre che stesse predicando anche alle Annunziatine presenti alla SAIE.

3 Cf Breviarium Romanum, Sabbato infra Octavam SSmi Corporis Christi, In II nocturno, lectio V. Questa espressione viene citata in latino da Alfonso de Liguori in diverse sue opere, quali Pratica di amar Gesù Cristo (II, 13), Apparecchio alla morte (XXXIV, III), Messa e Officio strapazzati (I, 1), Sermoni compendiati (XXXI e XLVI). Cf anche ADOLFO TANQUEREY, Compendio di Teologia Ascetica e Mistica, 1333. La frase di Giovanni Crisostomo si trova nella Omelia 46 sul vangelo di Giovanni (nel contesto del brano del capitolo 6,41-53): qui egli spiega gli effetti prodotti dal dono dell’Eucarestia nella vita del credente.

4 Il PM dice: ai giochi olimpiadi. Ricordiamo che dal 25 agosto all’11 settembre 1960 la città di Roma ha ospitato i Giochi della XVII Olimpiade.

5 «Prendi parte alla gioia del tuo padrone».

6 Vedi AP 1959, p. 159, nota 10.

7 «Non tutti capiscono questa parola».