Beato Giacomo Alberione

Opera Omnia

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11. LA MADRE, MAESTRA E REGINA MARIA
Vi troverete tutte bene con Maria

Inizio della Novena alla Regina degli Apostoli, Meditazione, Torino (SAIE), 19 maggio 19601


Oggi incomincia la novena della Regina Apostolorum, e cioè nove giorni di preparazione a questa festa che ha tale importanza nella Chiesa, e particolarmente per noi e per l’Istituto Regina Apostolorum; per noi tutti, ma particolarmente per le Apostoline2.
Maria è chiamata Madre, Maestra e Regina degli Apostoli. Che cosa indica questa formula, questa espressione?
Maria è Regina. Vi sono due poteri in uno stato, in una nazione: il potere... cioè il Ministero di grazia e il Ministero di giustizia, e tante volte si uniscono insieme. Ora il ministero di giustizia è riservato al Figlio, Gesù Cristo, il quale può far la grazia e può anche far la giustizia, cioè castigare. E si sa che egli è il giudice nella fine della vita: dopo che l’anima nostra sarà spirata, si presenterà a lui per rendere il conto della vita. E allora egli, il Figlio di Dio, darà a ciascheduno ciò che ciascheduno ha meritato; e qualche volta castiga anche sulla terra, quale castigo alle volte esemplare, sì.
Ora, Maria non ha l’amministrazione della giustizia, ha solo l’amministrazione della grazia, e cioè: lei può solo intercedere e trasmettere a noi le grazie che riceve dal Figlio suo Gesù. Il fonte della grazia è Gesù Cristo, ma la distribuzione
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viene fatta per mezzo di Maria. È la mediatrice... cioè si mette in mezzo fra Dio offeso e noi offensori e cerca di placare Dio e cerca di richiamare noi ad una vita migliore, più santa: ha l’amministrazione della misericordia. E quindi chi vuole grazie, chi ha bisogno di perdono, chi ha bisogno dell’aumento della forza, della luce, eccetera, vada da Maria. Perché le diciamo: Salve Regina, mater misericordiae, madre di misericordia? Perché ella ha la misericordia, finché siamo sulla terra; quando si chiude la vita, ha finito il suo ufficio rispetto a noi. Quindi, se noi ci sentiamo deboli, ci sentiamo indegni della grazia di Dio, ricordiamoci che c’è questa Madre3: a lei è riservato il ministero di grazia, il ministero della misericordia.
Maria è ancora chiamata Maestra, e Maestra degli Apostoli. Qui bisognerebbe fare una lunga meditazione. Noi eravamo, in tutto aprile, nella casa di Esercizi dove abbiam fatto il mese di Esercizi; e nel mese di Esercizi - eravamo 125 persone -, abbiamo fatto anche più di una meditazione, alcune meditazioni sopra questo titolo di Maria, Maestra degli Apostoli4. Ma per non andare nelle cose difficili, pensiamo che Maria è stata Maestra degli Apostoli, e facciamo solo un esempio: chi ha spiegato a san Luca tante cose che furono scritte da lui nel Vangelo suo sopra l’infanzia di Gesù? Maria! Chi sapeva l’Annunciazione? Come era avvenuta, come era comparso l’angelo, che annuncio le aveva dato, la conversazione - diciamo così - tra lei e l’angelo, e la conclusione di Maria: «Fiat mihi secundum verbum tuum» [Lc 1,38], sia fatto di me secondo
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che tu hai detto, eccetera? E poi, «verbum caro factum est»5 [Gv 1,14], chi l’ha spiegato a san Luca che lo scrivesse nel suo Vangelo? Maria! Lei solamente lo sa[peva]. E chi ha spiegato come il Figlio di Dio ha preso carne, il mistero dell’incarnazione? Maria! Non si legge che l’abbia spiegato Gesù nel Vangelo, ma, sì, invece Maria lo ha spiegato, lo ha dichiarato e san Luca lo ha scritto nel suo Vangelo. Chi ha spiegato come nacque Gesù nel presepio, l’apparizione degli angeli, la venuta dei pastori ad adorare il Bambino, la venuta dei Magi ad adorare il Bambino, la fuga di Gesù in Egitto, il ritorno dall’Egitto a Nazaret... e poi l’infanzia, quando Gesù a dodici anni fu condotto al tempio, quell’episodio dello smarrimento e del ritrovamento di Gesù, eccetera? Tutte queste cose furono spiegate da Maria agli apostoli e san Luca le registrò.
Ma Maria è Maestra degli apostoli per tante altre ragioni, che al momento non è il caso qui che le ricordiamo. Quando noi ci troviamo all’oscuro e indecisi, dubbiosi; quando sappiamo che ricordiamo poco le cose, che le capiamo poco le cose; anche nella vita che non sappiamo ancora e vediamo alle volte buio magari nei nostri giorni prossimi e ci troviamo come un po’ spersi, dispersi... Maria è la luce, perché è la stella: Ave, Maris Stella6. I naviganti guardano la stella per orientarsi, per orientarsi cioè nel viaggio attraverso il mare, perché non vedendo terra devono guardare in cielo e, guardando le stelle, si orientano per il loro cammino, nel viaggio. Anime che sono un po’ sperdute, incerte, che sono travagliate da due pensieri: Dio, la mia vita, che sarà... mi salverò? Quale cosa vuole da me il Signore... che strada mi ha riservato? «Respice stellam, voca Mariam»7, guarda questa stella, chiama Maria. Ella è Maestra, è Maestra. San Tommaso, il più grande dottore della Chiesa, sempre, prima di mettersi a studiare e a scrivere, chiamava Maria con una bella preghiera; e da bambino aveva trovato un foglio di carta su cui era scritta l’Ave Maria e ne fece come una pallottola e la inghiottì,
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perché voleva proprio che l’Ave Maria gli discendesse nell’intimo8: è una cosa un po’ da bambini, ma indica qualche cosa che è bella, che è santa.
Poi Maria è ancora nostra Madre: ce l’ha data Gesù. Sulla croce Gesù ha detto: Donna, ecco il tuo figlio! [Gv 19,26], e indicò san Giovanni e, in lui, tutti gli uomini. Maria aveva compìto il suo ufficio rispetto a Gesù: l’incarnazione, il presepio, poi la vita di Nazaret; Maria che seguiva Gesù nella vita pubblica e l’aveva seguito fin sul Calvario... aveva finito così, terminava così l’ufficio di Maria rispetto a Gesù. Allora Gesù la fece Madre della Chiesa, cioè Madre nostra, per dirci: Mi son trovato bene con Maria. Oh! Anche voi seguite Maria, vi troverete bene!. Perciò disse a Giovanni: Giovanni, ecco tua madre [Gv 19,27] e indicò Maria. Vi troverete tutte bene con Maria: vi troverete bene nello spirito, vi troverete bene nella vita, e vi troverete bene perché vi sarà sempre l’odio al male e il desiderio del bene.
Allora va molto bene che iniziamo la novena di Maria Regina oggi, perché poi la festa si celebra tre giorni dopo l’Ascensione [...], oh!, quando Maria si raccolse cioè nel cenacolo con gli apostoli, e là invocò lo Spirito Santo.
Ora, quale ossequio fare a Maria in questo tempo?
L’ossequio che va bene, molto bene, è la preghiera speciale al mattino che si fa9... quella è preghiera speciale; la Messa è per eccellenza una preghiera speciale. Poi se si fa una postoncina10 la sera, ecco, quella è ancora preghiera speciale di tutte assieme che ha grande forza presso il Signore e presso la Madonna.
Poi vi è l’ossequio individuale: ognuna ha delle preghiere per Maria; anzi, andrebbe bene [per] ognuna che si ripeta
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ogni giorno la Consecrazione a Maria11 e, quando uno si consacra bene a Maria, si prepara alla consecrazione totale a Gesù: è Maria stessa che conduce le anime alla vita di perfezione. Allora, almeno qualche Ave Maria ogni giorno alla Madonna in questo tempo; le tre Ave Maria ad esempio, sì.
Ma vi sono altri ossequi, e per voi vi è un ossequio che è proprio adatto, appropriato. Quello che fate è, sì, un impiego, ma è specialmente un apostolato, cioè si impiegano le forze nell’apostolato... sì, come quando ognuno usa le forze bene12. Allora, fare bene l’apostolato con intenzione alta e, cioè, che quel lavoro sia utile alle anime, perché alle volte sembra che sia troppo indiretto questo apostolato, più lontano; ma è un apostolato vero, è un apostolato necessario, sì, poiché nell’apostolato ci sono... riman[gono] due parti13... c’è la redazione, c’è la stampa, c’è la propaganda, c’è la contabilità, c’è tutto. L’apostolato richiede varie cose, sì, e tutte queste cose formano il nostro apostolato. Allora, offrire la giornata a Maria. Questo lavoro che fate è tutto un ossequio a Maria, ossequio che è anche sociale - tutte assieme -, e ossequio che è anche individuale, perché ognuna ha la sua divozione.
Non vogliamo vedere troppo avanti nei misteri di Dio, lasciamoci condurre! Maria non poteva veder tutto quello che sarebbe stato, conosceva nel complesso le cose ed accettava la sua vocazione, ma i particolari poi sono stati manifestati giorno per giorno. E anche voi, e anche tutti noi, abbandoniamoci nelle mani della Madonna santa, nelle mani di Maria... che ci condurrà lei. Anche se qualche volta non ci vediamo... ma è bello non vederci e abbandonarci solo in Dio e consegnarci a lui: Guidami tu!; consegnarci a Maria: Guidami tu!, dammi la mano, ecco - bisogna dire a Maria -, perché sono un bambino. Conducimi nei sentieri buoni. Sei la mamma più buona ed io voglio essere la tua figliola, il figliolo più buono. E Maria è Madre perché ci comunica le grazie.
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Oh! Allora adesso cerchiamo di santificare questi nove giorni con una bella novena a Maria Regina Apostolorum. Ossequio sociale e ossequio individuale, personale... tutto gradito da Maria. Quanto vi sentirete illuminate, confortate, incoraggiate con la Madre... contente! Tante volte noi perdiam tempo per la strada o mentre che si fa su e giù dalle scale, ma possiamo fare un ossequio a Maria un momentino. Ricordiamoci che è Madre, Maestra e Regina degli Apostoli, e che sia la nostra Madre, che sia la nostra Maestra e sia la nostra Regina, cioè la dispensiera delle grazie: che eserciti per me il ministero di grazia.

Adesso io dò la benedizione; ciascheduna faccia un proposito... e passerà bene la novena.

Sia lodato Gesù Cristo.
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1 Nastro originale 66/60 (Nastro archivio 65b. Cassetta 65, lato 2. File audio AP 065b). Titolo Cassetta: “Prepararsi alla festa della Regina degli Apostoli. Ministero di grazia”.

2 Parola incerta. La meditazione sembra rivolta ai membri della Famiglia Paolina presenti alla SAIE, e probabilmente a quelli degli Istituti femminili.

3 Parola incerta. Potrebbe essere anche: mano.

4 Si tratta del ben noto Mese di Esercizi Spirituali della Pia Società San Paolo, tenuto nell’aprile 1960 a Casa Divin Maestro (Ariccia), in cui erano convenuti sacerdoti e discepoli paolini da tutto il mondo.
Con il titolo Ut Perfectus Sit Homo Dei (UPS), fu pubblicata in 4 volumi (uno per ogni settimana del mese) la raccolta delle meditazioni e conferenze tenute da Don Alberione e da altri paolini. Il PM accenna a Maria in riferimento ai voti religiosi (UPS I, pp. 453-454; 489-490; 524-525), e poi ne tratta nelle due istruzioni conclusive (Discepola e Maestra - Regina degli Apostoli: UPS IV, pp. 232-244; 267-278); dettano una meditazione di indole mariana anche don Giovanni Roatta (Maria Santissima e la sua parte nella redenzione e nella Chiesa: UPS I, pp. 383-412) e don Stefano Lamera (Guardare a Gesù Maestro, a Maria Maestra, a san Paolo: UPS IV, pp. 125-137).

5 «Il Verbo si fece carne».

6 Cf AP 1958/1, p. 147, nota 5.

7 Cf AP 1958/1, p. 83, nota 18.

8 Attribuita a Tommaso d’Aquino (1225-1274), devotissimo di Maria, è la Preghiera alla Beatissima Vergine Maria. Il “fioretto” citato dal PM, riguardante la sua infanzia, è riportato dai suoi primi agiografi (cf JACQUES MARITAIN, S. Tommaso d’Aquino, Siena 1936, p. 18; RAIMONDO SPIAZZI, San Tommaso d’Aquino: biografia documentata di un uomo buono, intelligente, veramente grande, Bologna 1995, pp. 24; 279-280).

9 Espressione incerta.

10 Ossia una “posta del rosario”

11 Cf Preghiere, ed. 1957, pp. 137-138; ed. 1985, p. 204.

12 Frase incerta.

13 Le parole sono incerte.