Beato Giacomo Alberione

Opera Omnia

Effettua una ricerca

Ricerca Avanzata

9. DOMENICA DI QUINQUAGESIMA

Meditazione alla Comunità delle Pie Discepole del Divin Maestro.
Roma, Via A. Severo 56, 5 febbraio 19671

Il Vangelo secondo Luca2.
In quel tempo: Gesù prese in disparte i Dodici, e disse loro: «Ecco, noi saliamo a Gerusalemme e si adempirà tutto ciò che è stato scritto dai profeti riguardo al Figlio dell'uomo; sarà, infatti, consegnato ai pagani, sarà schernito, flagellato, coperto di sputi. E, dopo averlo flagellato, lo uccideranno; ma il terzo giorno risorgerà». Ed essi non capivano niente di tutto questo, il senso delle parole restava loro oscuro e non afferravano quanto diceva. Ora avvenne che mentre egli si avvicinava a Gerico, un cieco stava seduto lungo la strada a mendicare; e sentendo passare la folla, chiese che cosa accadeva. Gli dissero: «Passa Gesù di Nazaret». Allora egli si mise a gridare: «Gesù, figlio di Davide, abbi pietà di me». Quelli che precedevano lo sgridavano perché tacesse. Ma egli gridava ancor più forte: «Figlio di Davide, abbi pietà di me». Gesù, allora, fermatosi ordinò che glielo conducessero davanti. E quando gli fu vicino gli disse: «(...) Che vuoi che io faccia per te?». E quello: «Signore, che io veda». Gli disse Gesù: «Vedi! La tua fede ti ha salvato». E nello stesso istante egli vide e lo seguiva glorificando Iddio. E tutto il popolo vedendo il miracolo rese gloria a Dio.
L'Epistola3 in particolare parla della carità. Ora, la fede, la speranza e la carità, tutte e tre rimangono, ma la maggiore fra queste è la carità. Dopo la fede e la speranza, la maggiore è la carità.
74
In secondo luogo, il Vangelo. La prima parte del Vangelo parla della passione e morte di Gesù Cristo; seconda parte, il miracolo: quello che era cieco e gridava: «Gesù, figlio di Davide, abbi pietà di me». Quindi il miracolo: Gesù restituì la vista al cieco.
Adesso fermiamoci sopra alcuni punti:
«Ecco, noi saliamo a Gerusalemme e si adempirà tutto ciò che è stato scritto dai Profeti che riguarda il Figlio dell'Uomo». Siamo nella domenica di Quinquagesima. Già passata la Settuagesima, la Sessagesima, adesso la Quinquagesima. Questa è la prima parte della preparazione della Settimana Santa. E poi, la settimana seguente, preparazione più diretta, la Quaresima. Gesù predice la sua passione e morte di croce:
«Sarà, infatti, consegnato ai pagani, sarà schernito, flagellato, coperto di sputi, e dopo averlo flagellato, lo uccideranno. Ma il terzo giorno risorgerà». Quindi la risurrezione. Sarà consegnato ai pagani, sì, i pagani che dominavano a Gerusalemme; sarà schernito dai pagani, e sarà flagellato e sarà coperto di sputi, e, dopo averlo flagellato, lo uccideranno: la croce. Ma non tutto è finito: il terzo giorno risorgerà. Questo è il tutto.
75
In questi giorni, e in tutta la Quaresima, giova meditare la passione e morte di Gesù Cristo. O si legge nel Vangelo direttamente oppure vi è... e si adopera qualche altro libro in cui si spiega più ampiamente la passione e morte di Gesù Cristo con la risurrezione seguente. Perciò, nella Quaresima, meditare la passione e morte di Gesù Cristo. Egli, Gesù, aveva oramai compiuta la sua missione, quanto a predicazione. Poi quello che è avvenuto, quando il popolo, in grande gioia, ha accompagnato Gesù nell'ingresso di Gerusalemme; e poi, il giorno seguente, Settimana Santa, lunedì, martedì, mercoledì, giovedì, venerdì, sabato, sì. Oh! Meditare la passione di Nostro Signore Gesù Cristo.
Come dobbiamo meditare la passione di Nostro Signore Gesù Cristo? Bisogna che noi leggiamo poco a poco, e quindi approfondire coi nostri sentimenti, coi nostri pensieri, la passione e morte di Gesù Cristo, sì. Poi quando Gesù iniziò la passione nel Getsemani; e poi preso, imprigionato, e poi condannato, e poi messo nelle mani dei pagani, e poi la richiesta della morte, e la crocifissione, sì. Quindi il viaggio di Gesù portando la croce, e poi, crocifisso, le tre ore di agonia, e le ultime parole. Quindi spirò sulla croce.
76
Quali conseguenze da questa meditazione? E, di conseguenza, almeno qualche mortificazione, noi. Anche noi ci avviciniamo alla morte, sì. Bisogna che ci sia la nostra preparazione. E, man mano che passano i giorni, passano anche gli anni. Che noi possiamo meditare e prepararsi al nostro passaggio dalla vita presente alla vita eterna,sì. Non soltanto, quindi, meditare la passione e la morte di Gesù Cristo, ma la nostra, e ciò che porta sacrificio, e poi, quello che di conseguenza, avvicinarsi nel passaggio dalla vita presente alla vita futura. Quindi dev'essere tutto una preparazione la vita nostra, dev'essere tutta una preparazione; duplice: prima, la purificazione del male che abbiamo commesso, e, secondo, radunare i meriti. Togliere il male e radunare i meriti per la vita eterna. Togliere ciò che vi è stato di non buono o anche il bene che si è trascurato; in secondo luogo, la sofferenza e l'offerta della vita nostra.
È tanto necessario meditare la passione e morte di Gesù Cristo. Portare sempre con noi il crocifisso. Che ci sia sempre con noi il crocifisso, nella corona, sì. Allora noi, mentre che meditiamo la passione e morte di Gesù Cristo, pensiamo il nostro passaggio dalla vita presente alla vita eterna, sì; o che ci sia un certo tempo ancora di vita, e ci può essere solamente qualche poco. Il Signore dispone come egli è nella sua sapienza e nella sua carità verso di noi. Quindi, nella Quaresima, la meditazione e morte di Gesù Cristo in croce, e meditare la nostra vita che si va concludendo. Sì, voi, chi crede ancora di potere avere molto tempo... ma il tempo non è nostro, misurato da noi, è misurato solo da Dio, sì. E quindi, e può essere che il tempo sia piuttosto ancora lungo per voi, e che poi, può essere anche breve. Come dispone il Signore.
77
Perciò nella Quaresima la meditazione è duplice: la passione e morte di Gesù Cristo, e poi la nostra conclusione della vita, la morte per noi, e come ci prepariamo. E che noi, che abbiamo offerto la nostra vita con i voti, allora noi li offriamo appunto perché ci siamo consecrati a lui. E, si può dire, che il corpo e la persona consecrata è come un'offerta, come un'ostia; umana, però, cristiana, religiosa, sì.
Durante il tempo dell'Adorazione è molto bene meditare la passione di Gesù Cristo, più o meno lungamente; ma che ricordiamo le due morti: la morte di croce [di Gesù] e la morte nostra, pensando che il Signore ci dia la grazia di prepararci direttamente: confessione, comunione, olio santo, e poi l'indulgenza plenaria (...). La vita si conchiuda col camposanto, per il corpo, e poi all'anima l'eternità (...) fino al giorno in cui ci sarà la risurrezione, anche per noi, finale.
Meditare bene: perché siamo qui sulla terra? E che cosa stiamo facendo adesso sulla terra? È sempre una preparazione alla vita, preparazione alla vita eterna. Solo [per] questo è che siamo nati, creati: perché noi ci meritiamo il paradiso e possiamo andare al gaudio eterno.
Allora adesso, i nostri propositi tenerli presenti e confermarli ogni giorno durante la Quaresima.
Sia lodato Gesù Cristo.
78

1 Nastro 145/c (= cassetta 232/b.1). Voce incisa: “Domenica di Quinquagesima: meditazione del PM”. PM: «Siamo nella Domenica di Quinquagesima» (cf anche nostra nota in c59). - dAs, 5 febbraio 1967 (domenica): «Celebra [il PM] verso le 5 nella cappella di CGSSP e tiene la meditazione alle PD della comunità».

2 Lc 18,31-43.

3 1Cor 13,1-13.