Beato Giacomo Alberione

Opera Omnia

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22. SOLENNITÀ DEL CORPUS DOMINI

Meditazione alla Comunità delle Pie Discepole del Divin Maestro,
del vocazionario San Paolo.
Roma, Via A. Severo 58, 25 maggio 19671

[In] questo giorno chiediamo al Signore la grazia di sempre meglio seguire la Messa; secondo, bene la comunione; e terzo, le buone Adorazioni. Questi doni che abbiamo da ricevere. Il Signore, il quale ci ha dato il grande sacramento.
Prima, quello che è la Santissima Trinità, come principale dogma; poi l'incarnazione e passione e morte di Gesù Cristo; e terzo, il sacramento dell'Eucaristia.
Il sacramento dell'Eucaristia è il più grande fra i sette, i sette sacramenti, perché gli altri sei sacramenti hanno la comunicazione della grazia, sì, i sacramenti, come il battesimo, la cresima, ecc. Ma il sacramento dell'Eucaristia, non solo c'è la grazia, ma c'è l'autore della grazia: Gesù Cristo stesso.
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Quindi ringraziare il Signore che vi ha chiamato [in] questa vocazione per l'Adorazione al Santissimo Sacramento, sì. E nello stesso tempo, l'impegno, il desiderio di aiutare la formazione dei sacerdoti e santificarli affinché possano salvare le anime. E poi quello che è nella liturgia, nella liturgia. Allora questo è compito importante anche per la stessa vostra missione, la parte della liturgia, sì.
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Riflettiamo, allora, di nuovo la Messa. La Messa viene celebrata in una forma liturgica sempre più perfetta; e una parte, sì, adesso; e successivamente altro perfezionamento, verso il giorno di san Pietro, san Paolo1. Il perfezionamento della Messa, sì.
La Messa considerarla, prima parte, come istruzione. La liturgia ci porta specialmente la prima parte della Messa, e quindi l'Epistola e gli altri insegnamenti col Vangelo. Quindi la Messa, la prima parte, è un nutrimento della mente: conoscere sempre meglio Iddio, conoscere gli impegni, i doveri che abbiamo verso il Signore e la vita di santificazione.
Poi, il sacrificio della croce, l'Eucaristia. Mistero grande, il mistero grande. Per ipsum, et cum ipso, et in ipso2. Allora la glorificazione a Dio e, nello stesso tempo e di conseguenza, che noi possiamo unirci sempre meglio al Signore; al Signore, sì, e insieme al Padre, il Figlio e lo Spirito Santo; sì, la Trinità in noi.
E poi la Messa - diciamo - completata, sì, nella maniera che è disposto: la comunione.
I fini della Messa sono: adorazione, primo; secondo, ringraziamento; e terzo, quello che importa a noi, di togliere il male che è in noi, e poi l'infusione, la grazia per mezzo della comunione. Adorazione, ringraziamento, soddisfazione e supplica. La Messa ha questi quattro punti da considerarsi, particolarmente come meditazione, e anche questo potrebbe essere parte della Adorazione.
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Poi segue la comunione, Gesù. E che cosa prendiamo da Gesù? Prendiamo Gesù, Via, Verità e Vita. «Io sono la Via, la Verità e la Vita»1.
E cioè: «Io sono la Via». Come dobbiamo camminare? Come lui ha camminato: nella povertà, nell'umiltà, nel lavoro, nel sacrificio. «Io sono la Via».
E secondo: «Io son la Verità». Quindi approfondire la fede, in noi, e conoscere bene, quanto è possibile, almeno, conoscere bene il Vangelo, capire bene il Vangelo, sì. «Io sono la Verità». E allora la nostra fede a ogni parola del Vangelo, perché il Signore ha detto che delle sue parole neppure un i cascherà2. Quello che ha detto vale, vale per la santificazione e vale per la santificazione nostra: gloria al Signore e santificazione nostra.
E, dopo, il possedere Gesù, la Vita. La vita è la vita soprannaturale, perché abbiamo la vita naturale, come siamo stati bambini, nati; e poi c'è stato la vita cristiana per mezzo del battesimo. Ma adesso, per chi è consecrato al Signore, è in una condizione molto più elevata, e allora si può già avere la speranza, la speranza che, conducendo la vita migliore sulla terra, vi sarà un migliore posto per il cielo, perché oltre la vita umana, la vita cristiana, la vita di consecrazione al Signore.
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Poi le Adorazioni. Le Adorazioni si possono fare in tante forme. Il beato Eymard1 lui insegnava sempre e ancora insegna, i suoi figli, cioè, divideva l'Adorazione in quattro parti: adorazione, ringraziamento, soddisfazione e supplica. Adesso quale prevale, piuttosto, secondo: «Io son la Via, la Verità e la Vita». Quindi: 40 minuti, altri 40 minuti e altri 40 minuti, sono 120. Ora è, il tempo dell'Adorazione, diviso così in tre parti.
E la prima parte è piuttosto: «Io sono la Verità». Dal tabernacolo: «Io sono la Verità», ascoltami. E le parole sono scritte, leggete il Vangelo, la parola di Dio, di Gesù Cristo. E quindi si può avere una istruzione sempre maggiore di perfezionamento E poi di lode al Signore, di lode al Signore, sì.
Poi, la seconda parte, sì, può essere la via. Perchè vi sono quelli che fanno prima la via e altri, invece, fanno prima la verità. O fare la prima parte o la seconda, come si vuole fare, è lo stesso. Però la parola del Vangelo, ecco, di Gesù: «Io son la Via». E poi la seconda: la verita; e poi la terza: chiedere le grazie, la vita, e l'aumento di grazia e l'unione con Dio in Gesù Cristo, sì. Quindi si può dividere nelle tre parti.
Quindi, aumentare in noi la fede, e aumentare in noi la dedizione al Signore, cioè, imitare Gesù Cristo: «Io son la Via». E poi l'aumento di grazia: «Io sono la Vita». La vita, è la vita di grazia, la vita soprannaturale, sì. Va bene fare quindi in queste Adorazioni così, diviso in tre parti, sì.
Oh! A questo riguardo si può rendere l'Adorazione sempre meglio in proporzione, in proporzione delle nostre disposizioni, delle nostre disposizioni. Ora, se si fanno le Adorazioni in comune, si seguono le disposizioni che sono date. Però, si può fare anche una varietà nelle Adorazioni anche, per non sempre dire le stesse cose. E allora, se noi approfondiamo il senso, il senso dell'Adorazione, tre parti.
Esempio: Gloria al Padre. E quindi la glorificazione al Padre. Il Figlio. Glorificazione al Figlio. E lo Spirito Santo. Gloria allo Spirito Santo. Tre punti: adorazione al Padre, adorazione al Figlio, l'adorazione allo Spirito Santo.
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Così anche si può recitare il rosario. In che senso? Sì (...) cinque misteri gaudiosi, meditandoli: 40 minuti e parlandone con Gesù; parlandone, parlare con lui. E poi, dopo dei misteri gaudiosi fino al mistero di Gesù, 12 anni, e tornò a casa, Nazaret, la vita privata e la vita pubblica, sì.
Poi, secondo punto: è la Passione e morte di Gesù Cristo, sì. Si può fermare sui misteri dolorosi meditandoli, recitandoli, meditandoli, applicandoli alla nostra condizione di vita.
E poi, può essere, terza parte, la parte gloriosa, la risurrezione di Gesù Cristo fino all'incoronazione di Maria santissima, nel quinto mistero.
Quindi, personalmente si può così fare l'Adorazione, un po' personalmente. Quando però l'Adorazione è in comune bisogna seguire quel che è in comune. Ci sono almeno sette formule di Adorazioni, sì, sempre con la divisione di tre punti; sì, tre punti; e possono essere di guida i misteri.
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Oh! Poi, quello che è in noi la vita passata. E ricordare tutte le grazie ricevute, per esempio. E, secondo: lo stato dell'anima mia: come sono unito al Signore, che, di santificazione o di cose non tanto abbastanza sante; quindi il secondo punto. E terzo, come vogliamo ancora fare, ancora fare quel che il Signore può ancora dare di vita. Quindi della stessa vita formare un'Adorazione: la vita passata, la vita attuale, e la vita futura.
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L'altra forma, che non è sempre gradita, ma si possono fare molti insegnamenti sull'Adorazione: il paradiso, il purgatorio e l'inferno. Oh! Ma come si può fare questo? Oh! Sì, si può fare con frutti buoni, sì, con frutti buoni. In sostanza, specialmente sono, sarebbero sette queste varie forme di Adorazione. Certo, che se noi facciamo l'Adorazione sulla fede e speranza e carità, fede e speranza e carità allora è più intima subito in noi stessi. Vedere di migliorare l'Adorazione, migliorare l'Adorazione, sì.
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Ora, conclusione, conclusione, questo: che il frutto di questa giornata, Corpus Domini, è già stato il grande dono che il Signore vi ha dato dell'Adorazione. Grande dono. E questo dono che noi sappiamo utilizzarlo, utilizzarlo. E il Signore è così vicino, è nelle nostre case. E l'impegno che avete, secondo le Costituzioni, dove si parla dell'Eucaristia: Messa, Comunione, Adorazione è già, questo, è già un gran dono. Bisogna che noi l'utilizziamo quanto possiamo.
Quindi la giornata di oggi ci porti a delle conclusioni che possono riguardare la Messa, la Comunione, l'Adorazione. E quindi la giornata attuale sarà conchiusa con nuove grazie del Signore, a Gesù Eucaristia. E allargare anche le vostre intenzioni: per le vocazioni, per i sacerdoti, per la Chiesa, per il Papa, specialmente; e poi per tutta la cristianità e per il mondo intiero: la salvezza di tante anime, la salvezza di tante anime. La giornata quindi sarà una giornata di grazie e di ringraziamento. Ringraziare il Signore e ricevere altre grazie che chiediamo.
Sia lodato Gesù Cristo.
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1 Nastro 147/a (= cassetta 238/a.2). Per la datazione, cf PM: «La Messa viene celebrata in una forma liturgica sempre più perfetta; e, una parte adesso; e, successivamente, altro perfezionamento verso il giorno di s. Pietro, s. Paolo» (cf la nota del numero marginale 200). - dAS, 25 maggio 1967 (Corpus Domini: «Celebra [il PM] in cappella, e dopo va in vocazionario per la meditazione alle PD».

1 Riferimento all'Istruzione Tres abhinc annos, andata in vigore il 29 giugno 1967.

2 Cf Missale Romanum, Canon Missae, Per ipsum

1 Gv 14,6.

2 Cf Mt 5,18

1 EYMARD PIETRO GIULIANO (1811-1868), sacerdote, fondatore della Congregazione dei Religiosi del SS. Sacramento e delle Ancelle del SS. Sacramento. Fu beatificato il 12 luglio 1925; dichiarato santo il 9 dicembre 1962.