Beato Giacomo Alberione

Opera Omnia

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15. DOMENICA II DOPO PASQUA

Meditazione alla Comunità delle Pie Discepole del Divin Maestro.
Roma, Via A. Severo 56, 9 aprile 19671

Dal Vangelo secondo Giovanni2.
In quel tempo: Disse Gesù ai farisei: «Io sono il buon pastore. Il buon pastore dà la sua vita per le sue pecore. Il mercenario, invece, che non è pastore, al quale non appartengono le pecore, se vede venire il lupo, abbandona le pecore e fugge. Allora il lupo rapisce e disperde le pecore. Il mercenario fugge perché è mercenario e non gli importa delle pecore. Io sono il buon pastore e conosco le mie pecore e le mie pecore conoscono me, come il Padre conosce me e io conosco il Padre; ed io do la mia vita per le mie pecore. Ed ho altre pecore che non sono di questo ovile; anche quelle devo condurre, e ascolteranno la mia voce e si farà un solo gregge ed un solo pastore».
In questo giorno particolarmente ricordarsi l'ufficio del sacerdote: il buon pastore. Così, la parola pastore è data al Papa, ai vescovi, ai sacerdoti. Pastore. Per arrivare a questo ufficio di pastore, quanti passi si ha da fare: i ragazzi che hanno vocazione; e poi il tempo degli studi, fanciulli; e poi la vestizione a chierico; e poi il noviziato; e poi i quattro anni di filosofia; e poi i quattro anni di teologia; poi l'ordinazione; e poi ancora un altro anno di pastore; pastorale si chiama l'ultimo tratto degli studi, e si chiama pastorale l'anno della Pastorale. Pastorale (...) ché si compia l'ufficio.
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E l'ufficio quale è? Prima parola, poi: predicare, insegnare; predicare, scrivere, illuminare, catechizzare. Quindi, la prima parte è di insegnare.
La seconda parte del ministero di pastore è guidare le anime nella via della salvezza. E cioè, insegnare e spiegare i comandamenti, e poi le virtù; e poi gli esempi, si deve dare; e poi dopo che richiami colui che è capitato su una strada falsa. Allora richiamare.
E terzo, la comunicazione della grazia. Quindi dare la vita.
Primo, dare la verità; poi dare la santità; e poi dare la vita soprannaturale cominciando dal battesimo, e poi la confessione, la comunione, i sacramenti, le funzioni, tutti i sacramenti, sette, in quanto vengono applicati secondo agli uni o agli altri, secondo i bisogni, e secondo le condizioni. E poi dopo, la comunicazione della grazia, la santificazione, al fine della vita che è, questo, il sacramento dell'Estrema Unzione, cioè il sacramento dell'Unzione degli ammalati; e poi la confessione, e poi la comunione, e le ultime preghiere, sì, per tutti coloro che sono da chiamarsi pecore, e poi si radunano, il buon pastore Gesù, nella gloria eterna. Le docili pecorelle che lo hanno seguito, e han servito il Pastore, allora entreranno nel gaudio eterno. Il grande Pastore che raccoglie le pecorelle che sono state docili.
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La giornata, quindi, è per le vocazioni sacerdotali, e vocazioni anche per i semplici, che sono Discepoli. E poi le vocazioni religiose oltre che i religiosi. E ora ci sono varie e tante specie di religiosi e di religiose. Quindi la giornata per le vocazioni questa.
Le vocazioni certamente sono il numero, sì, il numero come il Signore manda, ma molti non corrispondono. Allora, primo mezzo, passare la giornata e offrire la giornata perché coloro che sono chiamati abbiano la grazia di corrispondere alla vocazione di Dio. E si può lavorare, pregare per le vocazioni; quello che possiamo fare, e cioè, scoprire coloro che possono avere vocazione, e vocazioni al sacerdozio e religiosi e religiose. Pregare, sì. Ma, in quanto ci è possibile, che noi scopriamo qualche vocazione, vedere se possiamo aiutare, difendere dal male e, nello stesso tempo, dare il buon esempio. E poi, e quello che ci porti anche alla riparazione, alla riparazione di coloro che non corrispondono, o anche, se c'è stato del male, sia riparato, e il Signore comunica di nuovo le sue grazie. Quindi, per quanto è possibile a noi. Questa giornata è però in tutta la Chiesa, come ha stabilito il Papa, come il giorno delle vocazioni, sì. Però non sia soltanto la giornata presente delle vocazioni, ma ci deve interessare per tutto l'anno.
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E che cosa facciamo? E voi che lavorate appunto per coloro che sono i pastori o quelli che sono avviati alla vita religiosa, e poi tutto quello che si può compiere e fare nel corso dell'anno.
Quindi la conclusione: la preghiera, operare, e poi, quanto è possibile, che noi corrispondiamo alla vocazione, noi stessi che corrispondiamo alla vocazione di Dio. Se il Signore ci ha chiamati è perché arriviamo, primo, ad una santificazione particolare, e secondo, allo zelo della salvezza delle anime, sì. La parola di Dio, e poi la guida nella via del bene, e poi la comunicazione della grazia come è incominciata dal battesimo fino all'estremo della vita.
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Conclusione: fino a conoscere chi sia il pastore: e bisogna che sacrifichi la sua vita: «Io sono il buon pastore. Il buon pastore dà la sua vita per le sue pecore». E cioè, i nostri giorni, le nostre ore, per la santificazione del pastore stesso, e poi per la salvezza delle pecore. Il mercenario, cioè, quando uno va solamente a guadagnare, non si espone ai pericoli. Invece il buon pastore: «conosco le mie pecore e le mie pecore conoscono me, come il Padre conosce me e io conosco il Padre; e io do la mia vita per le mie pecore». E l'ha data veramente la sua vita per le pecore: morto sulla croce. E il pastore, il ministro di Dio, deve consumare tutte le forze fino alla fine della vita: per la propria santificazione, ma poi, quel che importa come ufficio, l'ufficio di pastore, cioè, lavorare per le pecore. Oh! Ci sia la docilità, la docilità delle pecore, cioè che corrispondano, che seguano il pastore.
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Prendendo la nostra conclusione: ascoltare la parola di Dio; secondo, seguire gli esempi che ci ha lasciato il buon pastore Gesù che si è sacrificato per le anime; e, terzo, la nostra preghiera. La principale è la Messa, la Comunione, l'Adorazione, e le altre pratiche di pietà; pregando affinché le anime abbiano un aumento di grazia, fuggire dal male; fuggire e, invece, seguire il pastore divino.
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Leggere il Vangelo; egli, come è stata la vita di Gesù Cristo e che dobbiamo seguire. «Signore, Dio mio, tu sei, ti cerco con ansia dal mattino mentre t'invoco, ti tendo le mani»1.
Sì, egli, Gesù, il pastore, egli portò nel suo corpo i nostri peccati, sul legno. E cioè, Gesù si è presa, là nel Getsemani, si è presa, egli si è preso per tutti i peccati e li portò e li espiò sul legno della croce. Perché morti al peccato viviamo per la giustizia. E cioè, con la grazia di Gesù Cristo, i nostri peccati portati sul legno. Perché morti al peccato viviamo per la giustizia; per mezzo delle sue piaghe voi foste risanati. Il Pastore veramente ha offerto la sua vita: morto sulla croce. Eravate infatti come pecore sbandate, ma ora siete ritornati al Pastore e custode delle vostre anime2.
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Giorno quindi particolare, secondo il Papa ha stabilito, come giorno delle vocazioni, questo giorno. E un po' da per tutto si sono stati fatti delle novene, dei tridui, delle predicazioni. E poi tutta la giornata nelle parrocchie e nelle varie... Si possono... e si deve pregare nella giornata, religiosi e religiose. In quanto è possibile, lavorare, e, nello stesso tempo, pregare aspettando. Ma se noi corrispondiamo alla vocazione che abbiamo avuta, questo ci ottiene grazie e vocazioni per la Chiesa.
Sia lodato Gesù Cristo.
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1 Nastro 146/a (= cassetta 235/a). Voce incisa: “Domenica II dopo Pasqua. Gesù, buon pastore». In PM, nessun accenno cronologico. - Le meditazioni nn. 15, 16, 17, 21, registrate di seguito sullo stesso nastro non contengono sicuri indizi cronologici in PM, ma sembra che possano offrire sufficiente garanzia che siano dell'anno indicato (1967). Anche le date trovano conferma nel dAS. - dAS, 9 aprile 1967 (domenica): «Celebra [il PM] alle ore 5, dopo tiene la meditazione alle PD della comunità CGSSP».

2 Gv 10,11-l6.

1 Offertorio della Messa; Sal 62,2.5.

2 Epistola della Messa, cf 1Pt 2,21-25.