Beato Giacomo Alberione

Opera Omnia

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40. IL PROGRESSO SPIRITUALE NELL'ANNO LITURGICO

Meditazione alla Comunità delle Pie Discepole del Divin Maestro.
Roma, Via Portuense 739, 9 novembre 19671

Siamo nel tempo adatto. Questo mese è da considerarsi come l'ultimo mese liturgico. E poi si rientra nell'anno liturgico seguente, cominciando dal 3 dicembre2, sì.
Ora, la santificazione di questo mese. Cominciato bene con la festa di Tutti i Santi, e poi tutto il mese, suffragio per le anime che sono in purgatorio, sì.
Poi ora, considerando questo mese, l'ultimo mese liturgico, fare un esame di coscienza: si è progredito in questi 12 mesi? 11 e 12, si è progredito? Questo è l'esame. Perché la vita nostra religiosa è perfectae caritatis come è il Decreto della... che abbiamo sentito gli anni...3. Ora, perfectae caritatis, ora bisogna esaminare tutto il nostro essere, tutta la nostra vita.
Quest'anno, abbiamo fatto un vero progresso? Passano gli anni: c'è un anno, poi un altro anno, poi un altro anno. Meditare se abbiamo perfectae caritatis. E cioè: abbiamo camminato nella santificazione? Quanto alla vita umana, a 20 anni, a 22 anni, e allora si ferma la crescenza fisica, corporale; ma quella che è la parte spirituale, questa deve crescere fino al momento in cui il Signore ci chiama al termine della vita. Ora l'esame di coscienza se quest'anno, mese dodicesimo, allora pensare se c'è stato un vero progresso dell'anno, sì, dell'anno spirituale. Ora, noi dobbiamo rendere conto al Signore del tempo che ci ha dato e che ci dà, sì; perchè dobbiamo renderne conto al Signore. L'ultimo mese liturgico. Poi ricomincerà l'anno successivo, anno liturgico, con l'Avvento.
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Ora, ricordarsi quello che c'è nella liturgia: Exivi a Patre, veni in mundum, relinquo mundum, vado ad Patrem1 . E cioè: Sono uscito dalle mani del Padre, il quale ci ha creato, la nostra anima, e allora: veni in mundum: sono venuto in questo mondo. A che cosa, il Signore, a che cosa il Signore ci ha mandati nel mondo? Perché noi diamo gloria a Dio e che possiamo, noi, attendere alla santificazione e guadagnarci il paradiso. Bisogna considerare tutto il complesso della vita: quando il Signore ha creato la nostra anima; quando il figliuolo, il bambino che è nato; e poi quello che è il battesimo per entrare nella vita cristiana, sì. Allora considerare: che cosa abbiamo fatto finora nella nostra vita? Pensando alla nascita e quindi cominciando dal battesimo e poi aspettando il tempo della ragione, 6 o 7 anni. E di lì il corpo continua, è continuato a crescere. Ma noi abbiamo anche fatto... cresciuto la parte spirituale, la vita spirituale? Ecco il grande atto di esame di coscienza. E come è stato la vita allora a 7 anni, a 10 anni, a 15 anni? secondo ciascheduno di voi? C'è stato un vero progresso? Qualche volta, persone che camminano veramente, e quando hanno 15 anni, quando hanno 20 anni, 30 anni, han sempre cresciuto, camminato, camminato in santità, perfectae caritatis. Ma vi sono anche persone che sono indietreggiate, cioè invece dei passi avanti, o si sono fermate, oppure sino anche andato un po' indietro. Occorre fare l'esame dell'anno liturgico. Tutti gli anni, ma particolarmente quello che riguarda attualmente, cioè l'anno liturgico presente. Veni in mundum. Siamo venuti nel mondo, sì. E che cosa fare nel mondo?. E cioè, il Signore, il quale ci ha dato il tempo perché noi crescessimo in santità. A un certo punto il corpo non cresce più, ma lo spirito deve crescere fino all'ultimo momento della vita, al momento ultimo della vita, sì.
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Vi sono quasi tre punti. Vi sono persone che invece di andare avanti si fermano, si fermano dalla Professione; magari in qualche punto hanno fatto qualche vantaggio, ma poi si arriva a 5 anni, a 10 anni, a 15 anni della Professione, vi sono persone che si son fermate e si contentano di fermarsi a questo punto. E allora il gran dono del tempo, che il tempo è il grande dono perché tutto si fa col tempo, nella vita. Quindi questo esame, cioè, che non si è progredito.
Invece, anche peggio, che qualcheduno è andato più indietro. E magari quando c'è stato il noviziato e quando c'è stata la Professione, con un certo fervore, e quello dura, alle volte, qualche anno, o un anno, o 5 anni o 10 anni; poi un po' stanchi, allora, non solo si fermano ma indietreggiano.
Terzo, c'è stato un vero progresso finora? un progresso finora? Dal giorno della Professione, anno per anno? Certo ci sono tante anime di voi che hanno fatto qualche passo e anche molti passi, sì. Allora bisogna pensare al Decreto del Vaticano II: Perfectae caritatis1, e cioè, la vita religiosa è perfectae caritatis in quanto c'è la Professione. E quindi il Decreto spiega tutto, il Decreto, e anche ripensarlo e rivederlo e meditarlo. Quindi il lavoro, la vera professione, il vero impegno, il lavoro, l'uso del tempo è perfectae caritatis, e cioè, che il tempo, giorno per giorno si lavori al perfectae caritatis, cioè passare in avanti. Oh!
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Allora, giorno per giorno, al mattino incominciare a camminare, a camminare. Il giorno è di 24 ore, e, nelle 24 ore, c'è il riposo che anche si compie secondo la volontà di Dio, come siamo nelle nostre condizioni di salute. E poi anche quello che può essere la ricreazione, altre cose, ma che tutte le ore, 24 nella giornata, siano santificate bene. E come giorno per giorno noi contiamo i giorni del mese: uno, due, tre, quattro, ecc., allora nel mattino: oggi il lavoro spirituale; adesso, uno; e quindi un giorno impegnato bene. E poi dopo, se si è passato bene il primo giorno, allora è il secondo. Camminare, camminare. La vita nostra ci fa correre, camminare sempre. Oh! E allora bisogna che, anche con qualche minimo progresso, ma che giorno per giorno si faccia qualche passo. Ciascheduno deve fare l'esame di coscienza secondo ciascheduno. E può essere: quelle che sono giovani, e quelle che sono già adulte, e quelle che sono piu avanti negli anni, e poi quando si è vicino al passaggio all'eternità. Quindi questo, questi dodici mesi secondo la liturgia, possiamo conchiudere, e cioè: abbiamo fatto dei buoni passi? Ma c'è ancora adesso il tempo di fare dei buoni passi, perché in questo anno liturgico il quale continua fino al giorno 3, per l'Avvento, che ricomincia con l'anno liturgico.
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Quindi poi: relinquo mundum. Così ha detto il Signore di sé: relinquo mundum; cioè vicino a passare dalla vita presente, umana, il mondo, e allora: relinquo mundum. E come si conchiude? È questo: vado ad Patrem. E quindi fare bene la comunione, ascoltare bene, partecipare bene della Messa, e le pratiche che avete nella giornata, l'Adorazione. E allora elevare il nostro pensiero al tabernacolo e al Padre celeste, lassù dove il Padre celeste ci aspetta, dove ci aspetta. Questo tenerlo vivo, presente a noi perché possiamo avere un po' di fervore e, nello stesso tempo, giorno per giorno accumulare i meriti. E vi sono giornate che non rendono, alle volte, ore che non rendono. Bisogna che [non] perdiamo neppure un minuto. E quindi cominciando dal mattino, offrire tutto, offrire non solamente la giornata, ma ogni momento della giornata. Non si può, che ogni minuto si debba ripetere questa dichiarazione, ma al mattino; e poi qualche volta nella giornata, offrire al Signore. Che noi possiamo dire di avere impegnato bene, cominciato bene la giornata e continuata. Sì, avanti!
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Allora quale sarà il risultato? È una meditazione che basta - diciamo - perfectae caritatis; due parole, due parole, la perfezione della carità, cioè dell'amore a Dio. Perfectae caritatis. Allora, che noi deponiamo un po' il nostro io, le nostre tendenze e le nostre varie mancanze. E alle volte è la superbia, alle volte è la pigrizia; ci sono i sette vizi capitali e ci sono le sette virtù; come ci sono sette vizi capitali, cominciando dalla superbia, ora, a rispetto e contro, sette virtù. E quindi, se c'è la superbia, (...) mettere al posto l'umiltà, la pazienza, ecc., sì. E quindi possiamo, giorno per giorno, fare qualche piccolo passo; almeno, piccolo passo. E poi, una cosa di infelicità quando si arriva a 35 anni, a 40 anni si ferma nello spirito e si stenta magari, forse, a fare dei passi. L'esame di coscienza, l'esame di coscienza, sì.
Siccome avete l'Adorazione e l'Adorazione di due ore, c'è bene il tempo di fare un profondo esame, giorno per giorno, sempre. L'esame alla sera può essere breve, ma nell'Adorazione, che sia approfondito meglio, sia approfondito meglio.
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Quindi la parola che deve conchiudere questa meditazione: il progresso, il perfezionamento, ecco, il progresso spirituale, il perfezionamento. Noi abbiamo un grande dovere: perfectae caritatis. I cristiani sono in una certa condizione di stato, ma avendo abbracciato la vita religiosa, è proprio perfectae caritatis, cioè di progredire nell'amore a Dio. Perfectae caritatis. Questo è il grande nostro dovere. Cominciando, in che maniera? Prendere le Costituzioni e leggere e meditare i due primi punti, primo e secondo degli articoli delle Costituzioni. Prendere le Costituzioni in mano. Alle volte il libro delle Costituzioni ci mette a richiamo, e cioè, quando noi non abbiamo corrisposto nel nostro dovere, nel nostro impegno. È il nostro mestiere quello di lavoro spirituale, di progredire, ecco. E vi sarà chi andrà a passi lunghi e vi sarà chi farà passi meno, e vi sarà anche, forse, qualcheduno che ritorni indietro, cioè qualche passo indietro.
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Quindi, questo mese è un mese di riflessione. Del resto il mese di novembre è il mese più raccolto dell'anno se si... veramente... Cominciando a pensare al gaudio dei Santi, ogni santo, come si è fatto così. E poi vedere il progresso che c'è nel mese, e poi la conclusione dell'anno liturgico. E se in questo anno liturgico si son fatti dei progressi, ora l'anno successivo, piacendo al Signore, se il Signore ci conservi, allora cominciando a camminare liturgicamente - possiamo dire così - liturgicamente, così, vivere.
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Preghiamo tutti insieme e invochiamo la misericordia di Dio. E poi dopo, l'aumento della grazia porterà un progresso a noi; se però, se [dal]la nostra parte, c'è la buona volontà: perfezione nei pensieri della giornata, e nei sentimenti della giornata e, oltre questo, vi è l'opera, cioè il lavoro della giornata, come progredisce. Quindi deve progredire perfectae caritatis la mente, la volontà e il cuore; tutti e tre devono essere sempre migliorati. Non fare solamente un proposito in certo senso; il nostro io intiero, il nostro intiero progresso: mente, volontà e cuore, che è tutto compreso il nostro senso; e parlando del cuore intendiamo anche il fisico, sì, tutto.
Adesso la benedizione del Signore. E riflettiamo bene a passare santamente e conchiudere l'anno liturgico bene, questa ora, in questo mese.
Sia lodato Gesù Cristo.
Benedictio Dei ommipotentis Patris et Filii et Spiritus Sancti, descendat super vos et maneat semper. Amen.
Sia lodato Gesù Cristo.
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1 Nastro 92/c (= cassetta 243/b). Per la datazione, cf PM: «Questo mese... l'ultimo mese liturgico e poi si rientra nell'anno liturgico seguente cominciando dal 3 dicembre» (cf PM in c329 e in c342). - dAS, 9 novembre 1967: «Va [il PM] in via Portuense a tenere la meditazione alle PD».

2 3 dicembre 1967: Prima Domenica di Avvento.

3 Cf Decreto Perfectae caritatis, 2 ottobre 1965. - AAS 58 (1966) 702-712.

1 Gv 16,28.

1 Cf Decreto Perfectae caritatis, 2 ottobre 1965. - AAS 58 (1966) 702-712.