Beato Giacomo Alberione

Opera Omnia

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13. L'OBBEDIENZA (Commento alle Costituzioni)

Esercizi Spirituali (16-24 marzo l967) al gruppo di formazione
delle Pie Discepole del Divin Maestro. Ariccia, Casa Divin Maestro, 16 marzo 19671

Pie Discepole di Gesù. E vuol dire, imitarlo. E poi, ottenere le grazie che chiediamo; e poi il premio finale, il premio in cielo. Quindi riflettere sopra gli esempi che Gesù ci ha presentati. Ora, il Figlio di Dio, secondo il volere del Padre celeste, si è incarnato, poi la nascita (...) nella vita, cioè; poi è tutta la vita particolare di Gesù, cominciando dal momento dove è nato. E poi passò la sua vita privata: subditus illis2 soggetto agli... che sono il padre, san Giuseppe, padre putativo, e Maria; subditus illis anche nelle cose minime; così le giornate passate una dopo l'altro e poi compiendo tutte le disposizioni secondo la legge precedente; poi quelle che avrà poi pubblicato, la legge nuova, cioè la vita cristiana. E cosi la sua vita pubblica. Poi la vita dolorosa che noi mediteremo in questa settimana prossima, la Settimana Santa, così chiamata.
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Ora, si è parlato, in generale, dell'obbedienza. Adesso riflettere sopra la obbedienza pratica secondo le Costituzioni.
Voto e virtù di obbedienza
Col voto semplice di obbedienza le religiose consacrano a Dio la propria volontà, e si obbligano anche in forza della virtù della religione, a obbedire ai precetti formali dei legittimi Superiori in tutto ciò che direttamente o indirettamente, si riferisce oll'osservanza dei voti e delle Costituzioni1.
Quanto alle Costituzioni abbiamo da far passare quello che già è stato detto come guida, come spiegare e applicare, applicare le Costituzioni. Finora le Costituzioni sono un poco fredde, diciamo, invece si deve far fare un passo notevole. In ogni articolo, almeno i principali, in ogni articolo delle Costituzioni, si faccia il commento. E in che maniera? Portare le prove teologiche: perché si fa cosi? si è stabilito quello? Quindi le prove teologiche. Poi le prove della Scrittura con quei punti che corrispondono. E poi i santi Padri. E in particolare, adesso, gli insegnamenti della Chiesa, cosicché è utile... E a capo di una pagina ci saranno uno, due, tre articoli e poi sotto, come commento, si preparano le verità e le applicazioni teologiche, specialmente la teologia morale, ma anche la teologia dommatica. E poi la liturgia; e poi quel che è stato sempre l'insegnamento dei Padri. E poi quello che la Chiesa attualmente sta spiegare e applicare a noi. Quindi diviene ogni articolo quasi, o almeno i principali articoli, possono diventare una meditazione; ogni articolo, una predica può essere.
Quindi si dovrà fare questo lavoro poco per volta, e nel passaggio di un tempo sufficiente, può essere tre anni. E poi si aumenterà ancora quello che sono le ragioni anche, alle volte, ragioni umane, sì.
E quanto più viene spiegato ed applicato, tanto più, chi fa l'obbedienza lo fa anche con la testa, cioè con la ragione, con i princìpi soprannaturali, e allora certamente si potrà compiere meglio, più santamente, più amorosamente, sì.
Quindi dovremo fare questo passo nel portare le Costituzioni: assicurare che sono principi, che non sono solamente articoli... che sia stato fatto da una persona, ma quello che viene, viene allora dalla Chiesa e quindi le Costituzioni, quindi dipendono dalla Chiesa. E lo si dimostra con queste applicazioni, con queste note. Sarà un certo lavoro e, d'altra parte, questo è già segnato che si deva fare.
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Oh! L'osservanza delle Costituzioni. Al fine (delle Costituzioni):
Le Costituzioni siano pubblicamente lette nelle singole case, in modo che almeno una volta all 'anno si percorrano integralmente. Le Superiore ne promuovano anche la lettura privata1.
È tanto utile che, alcuni minuti, qualche poco di tempo, nell'Adorazione, rivederle, perché allora vi uniformate meglio a Gesù Maestro.
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Si devono pure avere in alta stima gli usi e le consuetudini buone che sono conformi alle Costituzioni, alla natura e allo spirito della Congregazione e ai sacri canoni1.
Perchè, come si è iniziato la Congregazione, così deve vivere: «che sono conformi alle Costituzioni e alla natura e allo spirito della Congregazione». Così.
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Riguardo alle Costituzioni e riguardo in particolare a questo, che riguarda l'obbedienza, quali sono i vantaggi? Quali sono?
Ricordando la parola evangelica: «Non vogliate giudicare e non sarete giudicati»1- così non fare i commenti non a posto -. «Non vogliate giudicare e non sarete giudicati», le religiose si astengano con ogni cura dal giudicare e tanto più dal biasimare le azioni delle Superiore; anzi le aiutino con filiale sottomissione e continua preghiera affinché possano santamente e ordinatamente governare, nel Signore, la famiglia ad esse affidata2.
Qualche volta può essere anche un errore casuale, allora privatamente si può esporre, privatamente, quello che doveva essere insegnato o detto o disposto.
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L'obbedienza religiosa deve essere non soltanto effettiva - cioè farlo perché è disposto -, ma anche affettiva cioè farlo, eseguirlo con piacere, cioè con il cuore, farlo volentieri, ancorché sia un sacrificio - ed estendersi a tutti i legittimi comandi; non si tenga tanto conto del proprio giudizio o della persona che comanda, ma si guardi a Dio solo al quale unicamente, nella persona di chi comanda, si obbedisce1. Quindi «nella persona di chi comanda, si obbedisce».
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Considerando anche il primo articolo delle Costituzioni:
Il fine generale della Congregazione religiosa «Pie Discepole del Divin Maestro», è la gloria di Dio e la santificazione dei membri, mediante la pratica fedele dei tre voti di povertà, di castità e di obbedienza, nella perfetta vita comune, a norma dei sacri canoni e delle presenti Costituzioni1.
Quindi «nella perfetta vita comune»; vita comune in quanto tutte obbediscono; allora vi è veramente la comunità.
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Quanto ai vantaggi della obbedienza, questi sono elencati, i vantaggi:
Le suore considerino che l'obbedienza evangelica è esercizio quotidiano di umiltà1.
Sì, esercizio di umiltà; prima ancora, però, di fede, di fede; e cioè, che quello che è disposto è approvato dalla Santa Sede; allora, pensare: questo è certamente buono perché la Santa Sede le ha approvate. Quindi «esercizio quotidiano di umiltà». Ma prima di fede; e di umiltà; umiltà, sottomesso. Quello che deve essere seguito è sempre un esercizio di umiltà. Ogni volta che c'è l'obbedienza, vi è sempre l'esercizio dell'umiltà. E se Gesù era il Figlio di Dio incarnato, lui che è la Sapienza, ed egli a chi obbediva? Obbediva a Maria, obbediva a san Giuseppe; e obbedì anche a coloro che lo hanno inchiodato sulla croce. Sì, era la volontà del Padre: e poi stese le mani e così, inchiodato sulla croce. Bisogna che noi seguiamo l'esempio. E l'ultima obbedienza è: «Nelle tue mani rimetto lo spirito...»2 - come ha detto -.
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Secondo: La via più sicura e breve per giungere alla perfezione1.
Ecco, non che dobbiamo cercare troppe cose, non che cerchiamo troppi libri e troppi insegnamenti, potremo dire in certo senso, «è la via più sicura e breve per giungere alla perfezione». Via più sicura e breve. Anche se non abbiamo una grande scienza, se eseguiamo ciò che viene detto, «sicura e breve via per giungere alla perfezione» se si vuole veramente arrivare alla perfezione. Vi sono, alle volte, persone che nella vita religiosa cercano sempre cose estranee, particolari. No! bisogna stare alla «via sicura e breve per giungere alla perfezione». E chi vuole arrivare alla perfezione? Questi i mezzi: «via sicura e breve».
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Ed è il mezzo per dimostrare più sinceramente l'amore a Dio1.
Perché l'amore a Dio è l'amore in questo senso: l'amore a Dio è, cioè, di fare la sua volontà, la sua volontà; cioè, unire la nostra volontà alla volontà di Dio. Che si formi una sola volontà, sì. E questo è l'amore: l'unione della volontà nostra con la volontà di Dio. Il vero amore: l'unione con Dio.
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Inoltre essa apporta unità e pace nella Congregazione1.
Unità, e quindi tutte seguire nel modo e nelle cose che sono state disposte, e quindi nell'Istituto resta un certo ordine e una pace serena e le cose si fanno più presto e se ne fanno di più. E quindi:
Favorisce lo sviluppo delle opere della Congregazionel.
Tutte coloro che obbediscono favoriscono lo sviluppo delle opere della Congregazione. Vi sono persone che vogliono cambiare, mutare, ecc., portano, in generale, disordine. Invece: «l'unità e pace nella Congregazione» se c'è la obbedienza.
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Ora, in particolar modo, in questi giorni degli Esercizi pensare all'obbedienza, sì. Ultimamente si è fatto un corso di Esercizi per le Figlie di San Paolo, e le giornate tutte sono state trattate di obbedienza, con vari argomenti. E perché? Perché se c'è l'obbedienza l'Istituto cammina, altrimenti si trova sempre di persone che impediscono il cammino della Congregazione. Quindi seguire con tutta volontà e con tutta generosità. Quello che porta poi al disordine: il giudicare e mormorare. Quando entra il giudicare e il mormorare porta certamente un disordine l'Istituto, o che sia una casa piccola o che sia una casa grande; anche se è una casa più grande, il disordine sarà maggiore. Quindi essere veramente docili alle disposizioni.
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E, quanto alle Costituzioni, leggendole almeno una volta l'anno, allora avremo la grazia di santificarci molto di più perché obbediremo in tutte le parti.
Vi sono le parti che sono più necessarie, invece alcune parti si possono soltanto passare alcune volte; ma quelle che sono pratiche, allora o in ogni anno siano lette tutte le Costituzioni, o si faccia in comunità o si faccia nell'Adorazione, per esempio, o al posto della lettura spirituale, sì. Vi troverete alla fine molto ricche di meriti.
In questi giorni quindi dare molto importanza alla lettura delle Costituzioni, in questo tempo.
E poi come meditarle? Non solamente come cose che siano disposizioni che siano state fatte quasi per circostanza, no, le Costituzioni sono approvate dal Sommo Pontefice. E noi dipendiamo, come religiosi, dal Romano Pontefice direttamente. E sì.
Oh! Allora, l'obbedienza sarà anche più facile per noi stessi pensando che dipende direttamente dal Sommo Pontefice.
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Quindi continuate bene gli Esercizi e nella silenziosità, nel raccoglimento, nella preghiera. E poi fermarsi sopra quei punti principali di cui già altre volte avrete meditato.
E preparare lo spirito per una santa confessione, una santa confessione, sì. Oh! Quanto poi alla confessione, non è tanto che sia necessario un lunghissimo esame, no; deve esserci un esame proporzionato al tempo, perché il tempo, se è di una settimana si fa presto a fare l'esame; se è un mese, diverso; se un anno, sì.
Ma ciò che importa veramente per il frutto della confessione è sempre il dolore, il quale dolore porta, di conseguenza, il proposito, sì. Fermarsi più a lungo sopra questo: di eccitarsi al dolore, e il sacramento della confessione darà molto più frutto. Il dolore, il quale di conseguenza, il proposito, così gli Esercizi daranno il massimo frutto.
E preghiamo tutti insieme; e particolarmente per domani mattina, la Messa per questo, per voi.
Sia lodato Gesù Cristo.
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1 Nastro 91/a (= cassetta 234/a). Per la datazione, cf PM: «Si è parlato in generale dell'obbedienza» (cf PM in C94). «La vita dolorosa che noi mediteremo in questa settimana prossima, la Settimana Santa così chiamata...». - dAS e VV (cf c94).

2 Lc 2,51.

1 Cf Costituzioni delle Pie Discepole del Divin Maestro, (1960), art. 136.

1 Costituzioni delle PDDM, (1960), art. 505.

1 Costituzioni delle PDDM,(1960), art. 506.

1 Lc 6,37.

2 Costituzioni delle PDDM, (1960), art 143.

1 Costituzioni delle PDDM, (1960), art 142.

1 Costituzioni delle PDDM, (1960), art 1.

1 Costituzioni delle PDDM, (1960), art. 144.

2 Cf Lc 23,46.

1 Costituzioni delle PDDM, (1960), art. 144.

1 Costituzioni delle PDDM, (1960), art. 144.

1 Costituzioni delle PDDM, (1960), art. 144.