36. DOMENICA XVII DOPO PENTECOSTE
Meditazione alla Comunità delle Pie Discepole del Divin Maestro.
Roma, Via A. Severo 56, 10 settembre 19671
Dal Vangelo secondo Matteo2.
In quel tempo: Si avvicinarono a Gesù i farisei, e uno di essi, dottore della legge, gli chiese per metterlo alla prova: «Maestro, qual è il comandamento più grande nella legge?». Gesù gli rispose: «Amerai il Signore Dio tuo con tutto il tuo cuore, con tutta la tua anima, con tutto il tuo spirito. Questo è il primo e il più grande comandamento. Il secondo gli si è simile: Amerai il tuo prossimo come te stesso. Da questi due comandamenti dipende tutta la Legge e i Profeti». Ed essendo riuniti i farisei, Gesù rivolse loro questa domanda: «Che vi pare del Cristo? Di chi è figlio?». «Di Davide», gli risposero. Ed egli a loro: «Come dunque Davide, sotto l'azione dello Spirito, lo chiama Signore, dicendo: Il Signore ha detto al mio Signore: Siedi alla mia destra, finché io metta i tuoi nemici come sgabello sotto i piedi? Se Davide lo chiama Signore, come dunque è suo figlio?». Nessuno poteva rispondergli; e da quel giorno non vi fu più alcuno che osasse interrogarlo.
Nel Vangelo, due insegnamenti, e cioè: «Amerai il Signore Dio tuo con tutto il tuo cuore, [con] tutta l'anima, con tutto lo spirito».
Poi, insegnamento, e cioè: «Di chi è figlio?». «Di Davide», gli risposero. «Come dunque Davide, sotto l'azione dello Spirito, lo chiama Signore, dicendo: Il Signore ha detto al mio Signore - e cioè, il Figlio di Dio al Padre celeste -: Siedi alla mia destra finché io metta i tuoi nemici come sgabello sotto i tuoi piedi? Se Davide lo chiama Signore, come dunque è suo figlio?». E nessuno sapeva rispondere.
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La carità risponde alla Lettera di san Paolo apostolo agli Efesini1.
«Vi supplico io, prigioniero nel Signore - perché san Paolo scriveva dal carcere - vi suppllco io, prigioniero del Signore, a condurre una vita degna della vocazione alla quale siete chiamati». In che maniera? «Con tutta umiltà e mitezza, con pazienza, sopportandovi a vicenda nella carità, solleciti nel conservare l'unità dello spirito mediante il vincolo della pace». L'unione. «Vi è un solo corpo e un solo spirito, come una sola è la speranza alla quale siete stati chiamati mediante la vostra vocazione. Un solo Signore, Dio, una sola fede, un solo battesimo. Un solo Dio e Padre di tutti, che è al di sopra di tutti, in mezzo a tutte le cose e in tutti noi. Egli è benedetto nei secoli dei secoli».
Quindi, in tutta questa Messa, la carità, sì, e cioè, l'amore a Dio e l'amore al prossimo. È il primo e il più grande comandamento l'amare: «Amerai il tuo prossimo come te stesso».
Questo particolarmente dalla Epistola, sì. La carità. «Vi è un solo corpo, un solo spirito, come una sola è la speranza alla quale siete stati chiamati mediante la vostra vocazione». Uniti. «Un solo Signore, una sola fede, un solo battesimo. Un solo Dio e Padre di tutti».
Poi l'insegnamento, e cioè: Gesù Cristo, Figlio di Dio. Quindi Gesù Cristo è Figlio incarnato, [di] Dio, il Padre celeste, sì. E allora non hanno capito e non avevano insegnato.
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Oh! Quindi, in primo luogo, chiedere al Signore la grazia di amare il Signore, e di amare, insieme, il prossimo, ecco. Amare il Signore, e il Figlio del Padre celeste, lo Spirito Santo, un solo Dio in tre Persone, come è nel Prefazio. Ma oltre l'amore a Dio, l'amore al prossimo, perché il Signore ci ha fatti a immagine di Dio1, quindi noi siamo l'immagine di Dio. E come si vede una persona e un altra volta invece di vedere la persona, vedere, veder la figura, il quadro o una fotografia, è sempre da ricordarsi che, se è una fotografia rappresenta colui che realmente è la realtà, sì. Quindi l'amore a Dio e l'amore al prossimo.
Quel dottore della legge: «Maestro, qual è il comandamento più grande nella legge?». E allora, come ha risposto? «Amerai il Signore Dio tuo con tutto il tuo cuore, con tutta la tua anima, con tutto il tuo spirito». Amare Dio. Così pensava quel dottore. Ma san Pa... Ma Gesù ha aggiunto: «Il secondo comandamento: Amerai il tuo prossimo come te stesso». Quindi: «Da questi due comandamenti dipende tutta la Legge e i Profeti». Cioè, la carità verso Dio e la carità verso il prossimo: «Da questi due comandamenti dipende tutta la Legge e i Profeti». E cioè, per vivere Dio e per la santificazione nostra: l'amore a Dio e l'amore al prossimo.
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Del resto nell'Epistola viene anche a essere spiegato: «Vi è un solo corpo e un solo spirito, una sola speranza, un solo Signore, una sola fede, un solo battesimo. Un solo Dio e Padre di tutti, che è al di sopra di tutti, in mezzo a tutte le cose, in tutti noi».
Quindi nella Messa complessivamente si spiega e si insegna: Amerai il Signore, amerai il prossimo. Amerai Dio e le persone; le anime sono l'immagine di Dio, come fotografia, come l'immagine di Dio. E se amiamo Dio, amare anche Dio nella fotografia, nella figura, nel quadro. E siamo noi la figura. Noi siamo le immagini di Dio, quindi siamo noi fotografia. Quindi l'amore al Signore: «Vi amo con tutto il cuore sopra ogni cosa Voi, bene infinito». E poi «il prossimo come te stesso», come amare la fotografia, la figura di Dio nel prossimo. E amare il prossimo, sì. Perché quel dottore pensava solo a me. «Maestro, qual è il comandamento più grande nella legge?». Ma il Signore Gesù ha aggiunto l'altro. Qual è il comandamento più grande? E Gesù subito aggiunse quello che era (...) perché sia completo l'amore. L'amore verso Dio e, nella stessa maniera, la fotografia, l'immagine di Dio nel prossimo, sì. Oh! Anche nelle meditazioni, nelle letture spirituali, subito completare il senso giusto, completo, e cioè: l'amore a Dio e l'amore al prossimo. Non soltanto pensare al prossimo, amare il prossimo; ma prima, l'amore a Dio, perché il prossimo è solamente fotografia (...).
Allora, in primo luogo: «Amerai il Signore Dio tuo con tutto il tuo cuore». E poi il secondo comandamento: «Amerai il tuo prossimo come te stesso». E mentre che amiamo rettamente il prossimo che è fotografia, amiamo Dio stesso.
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Che noi possiamo considerare del tutto il catechismo. Il catechismo, la prima parte è la fede; la seconda parte sono i comandamenti; e terzo, l'amore. L'amore il quale ci porta amare Dio e il prossimo. E specialmente ricevere i sacramenti, la Messa in particolare, la comunione, la confessione; i sacramenti. E come abbiamo cominciato ad amare Dio dopo il battesimo, col battesimo, sì. Quindi che vi possa essere persona che, (...) protestare che ama Dio, e, in tante volte, vi sono le invidie vicendevolmente, qualche persona che non ama bene il prossimo. Se non amiamo anche il prossimo non amiamo realmente Dio, sì, perché se noi vogliamo amare il prossimo che è immagine di Dio... Quindi, in primo luogo, la persona Dio, il Figlio di Dio incarnato.
«Di Davide» - gli risposero -. «Come dunque Davide, sotto l'azione dello Spirito Santo, lo chiama Signore, dicendo: il Signore ha detto al mio Signore...». Il Signore Gesù Cristo, e il Signore il Padre celeste.
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Perciò nelle nostre preghiere bisogna che protestiamo il nostro amore a Dio e protestiamo l'amore al prossimo.
Recitando il Vi adoro ci sono i due amori: l'amore a Dio e l'amore al prossimo, e, in fondo, costituiscono un solo amore. E cioè, mentre che amiamo Dio, amiamo la figura di Dio per mezzo, nelle persone, immagini di Dio. E se ricordiamo l'immagine di Dio innalziamo i nostri cuori a Dio, che è Dio Padre, Figlio e Spirito Santo. E quindi la nostra fede e il nostro amore e le nostre speranze siano uniti assieme: l'amore a Dio e l'amore al prossimo, sempre, sempre. E ogni volta che noi consideriamo una persona consideriamo che c'è l'immagine di Dio. E se fossero delle mancanze contro il prossimo non c'è più l'amore a Dio. Perché quando non si guarda, e non si ama la fotografia, se non amiamo la fotografia non amiamo Dio stesso, perché è Dio stesso. Quindi mettere insieme tutto che abbiamo: l'amore a Dio e l'amore al prossimo.
E Gesù ha voluto proprio darci la lezione perché ci sia la perfezione in noi: «Amerai il Signore Dio tuo con tutto il tuo cuore, con tutta la tua anima e con tutto il tuo spirito». Ma insieme: «Amerai il tuo prossimo come te stesso». Allora sono uniti questi due amori. «Da questi due comandamenti dipende tutta la Legge e i Profeti» E cioè, tutta la legge che abbiamo da parte di Dio e gli insegnamenti della Scrittura. «Dipende tutta la Legge e i Profeti», sì, tutto assieme. È un unico amore, in fondo, sì: Dio, Padre e Figlio e Spirito Santo, un Dio solo. E poi la figura, l'immagine di Dio in noi. Se si considera una persona qualunque, c'è l'immagine sempre di Dio. Se però un fratello, una persona se è più santa, se è molto santa, allora aggiungiamo anche un po' di più di carità, di amore. Perché non c'è solamente l'immagine di Dio nel prossimo, ma c'è anche la vita di Dio nell'anima, quando c'è la grazia. È una grande lezione in questo Vangelo e unendo l'Epistola, messa assieme.
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Chiudere quindi bene con proposito che il nostro amore a Dio sia intensissimo, sempre di più e, nello stesso tempo, l'amore al prossimo, non soltanto come persona umana, ma quando ci sono le persone che sono consecrate a Dio e che vivono di grazia, allora l'amore sarà più intenso. Perché? Perché c'è l'abitazione di Dio nell'anima che è in grazia, sì.
Fare i nostri propositi e poi nella giornata chiedere questa grazia: Amerai il prossimo tuo. E prima amare Dio. Amore a Dio e amore al prossimo, e, nel prossimo, si ama Dio.
Sia lodato Gesù Cristo.
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1 Nastro 150/d (= cassetta 241/b.2). In PM, nessun accenno cronologico (cf PM e nostra nota in c276). - dAS, 10 settembre 1967 (domenica): «m.s» (cf dAS in c220).
2 Mt 22,34-46.
1 Ef 4,1-6.
1 Cf Gn 1,26.