Beato Giacomo Alberione

Opera Omnia

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30. DOMENICA IX DOPO PENTECOSTE

Meditazione alla Comunità delle Pie Discepole del Divin Maestro.
Roma, Via A. Severo 56, 16 luglio 19671

Dal Vangelo secondo Luca2.
In quel tempo: Gesù avvicinandosi a Gerusalemme, nel vedere la città, pianse su di essa, e disse: «Se anche tu avessi conosciuto, in questo giorno che era il tuo, ciò che giova alla tua pace! Ma ora è nascosto ai tuoi occhi. Verranno per te giorni in cui i nemici ti circonderanno di trincee, e ti accerchieranno e stringeranno da ogni parte; e abbatteranno te e i tuoi figli che sono in te, e non lasceranno di te pietra su pietra, perché non hai riconosciuto il tempo in cui eri visitata». Poi, entrato nel tempio, prese a scacciarne coloro che vendevano e compravano, dicendo: «Sta scritto: La mia casa è casa di preghiera. Voi, invece, ne avete fatto una spelonca di briganti!». E ogni giorno insegnava nel tempio.
È la domenica IX dopo Pentecoste.
«La comunione nel tuo sacramento ci purifichi, o Signore, e ci accolga nella tua unità»3.
Ora è il tempo in cui il Signore segnava il giorno della distruzione di Gerusalemme.
251
Il Signore Gesù, nato; il bambino portato, al suo tempo, bambino al tempio, consecrato il bambino al tempio. Poi Gesù a 12 anni, quando a Gerusalemme si fermò per discutere e sentire i sacerdoti ebrei1. E poi vennero altri giorni, altre occasioni in cui Gesù entrò in Gerusalemme, non solo, ma nel tempio stesso. E qui se ne parla, del tempio.
252
Il Signore Gesù ha predicato molto in Gerusalemme, insistendo [per] la conversione; e cioè, accettare il Vangelo che Gesù predicava. Un po' del popolo ha creduto, ma i più non hanno creduto a Gesù. E quindi la loro ostinazione meritava e ha meritato il castigo, (...). Gesù pianse su di essa, pianse sulla testardaggine di Gerusalemme, sì. «Nel vedere la città, pianse su di essa, e disse: Se anche tu avessi conosciuto, in questo giorno che è il tuo, ciò che giova alla tua pace!». E cioè, alla tua pace, in che cosa? Che egli... Gerusalemme, il popolo di Gerusalemme, se avesse accettato la predicazione di Gesù «... era il tuo, ciò che giova alla tua pace!». Cioè, accettare il Vangelo. «Ma ora è nascosto ai tuoi occhi». Adesso non vedi più te stessa, Gerusalemme. «Ora è nascosto ai tuoi occhi. Verranno per te giorni in cui i nemici ti circonderanno di trincee, e ti accerchieranno e ti stringeranno da ogni parte e abbatteranno te e i tuoi figli, e (...) non rimarranno più pietra su pietra (...), la città, non lasceranno di te pietra perché non hai riconosciuto il tempo in cui eri visitata». Cioè, non hai accettato la predicazione che ho fatto.
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«E allora Gesù rientrò nel tempio e prese a scacciare coloro che vendevano e compravano dicendo: Sta scritto: La mia casa è casa di preghiera. E voi, invece, ne avete fatto una spelonca di briganti». E cioè, di negoziatori che... Allora vendevano per il tempio, vendevano ad alto prezzo quello che dovevano portare come offerta al tempio. Quindi tutto una cosa materiale. Allora Gesù: «Voi, invece, ne avete fatto una spelonca di briganti». Cioè, come sarebbe una spelonca di briganti? E c'è gente che cercavano solamente di fare dei soldi.
«E ogni giorno insegnava nel tempio», Gesù, intanto. Nonostante che egli continuasse a predicare, un po' il popolo accettava la parola di Gesù Cristo, ma la massa, no, non hanno accettato la parola del Vangelo di Gesù.
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Noi abbiamo da tenere una conclusione, una risoluzione. E quale? Che non sprechiamo le grazie del Signore, ma che noi ci approfittiamo delle grazie; man mano che il Signore ci dà, rispondere bene. E se non si corrisponde alla grazia, la grazia poi viene tolta. Se però anche noi avessimo, qualche volta, perduto quello che dobbiamo... se ancora noi [non] ci pentiamo dei peccati commessi e anche di avere perduto certe grazie, ora umiliamoci e umiliamoci, e allora il Signore ci ridona le sue grazie, la sua misericordia ancora. E ancora il tempo ha dato. Finché siamo vivi abbiamo sempre il tempo per ricorrere alla misericordia di Dio. Domandar perdono con cuore, e allora il perdono, e quindi la salvezza eterna, sì.
255
Quante anime ricevono abbondanti grazie dal Signore! E non approfittano di queste grazie, sì. Ma intanto esaminiamo solamente per noi. Se si passa nelle città, tanta gente che cerca solamente cose mondane, cose naturali, cose materiali o vanità, spesso. Allora, che cosa dobbiamo pensare? Pensare a pregare per tutti. Che noi, in primo luogo, che curiamo bene la grazia. E, in secondo luogo, pregare perché questo popolo apra gli occhi e pensi alla salvezza eterna, sì. Ci vuole una grazia di luce interiore alle anime. Troppi cercano soltanto il mondo attuale e il piacere attuale e fare soltanto quello che è terreno. Ma noi abbiamo da guardare più in su, il cielo, il cielo. Quello che è sulla terra si perde. Si passa all'eternità, e tutto è dimenticato, e tutto è perduto. E che cosa c'è? E c'è quel che è eterno: la salvezza, la gloria del cielo, la gioia del paradiso, sì. Questi sono veramente gli uomini che sono prudenti, prudenti; e cioè prudenti in questo senso: che non cercano solamente quel che è necessario per la vita presente, ma specialmente per la vita eterna. La prudenza, sì. E infelici quelli che non accettano gli aiuti di Dio…
256

1 Nastro 149/c (= cassetta 240/a.2). PM: «È la domenica IX dopo Pentecoste» (cf anche PM e nostra nota in c257). - dAS, 16 luglio 1967 (domenica): «Celebra [il PM] nella cappella di CGSSP e tiene la meditazione».

2 Lc 19,41-47.

3 Orazione dopo la comunione.

1 Cf Lc 2,46.