28. DOMENICA VII DOPO PENTECOSTE
Meditazione alla Comunità delle Pie Discepole del Divin Maestro.
Roma, Via A. Severo 56, 2 luglio 19671
Dal Vangelo secondo Matteo2.
In quel tempo: Gesù disse ai suoi discepoli: «Guardatevi dai falsi profeti che vengono a voi in veste di pecore,ma dentro sono lupi rapaci. Li riconoscerete dai loro frutti. Si raccoglie forse uva dalle spine, o fichi dai rovi? Così ogni albero buono dà frutti buoni e ogni albero cattivo dà frutti cattivi; l'albero buono non può dare frutti cattivi, né un albero cattivo, frutti buoni. Ogni albero che non dà buon frutto sarà tagliato e gettato nel fuoco. Li riconoscerete, dunque, dai loro frutti. Non chiunque mi dice: Signore, Signore, entrerà nel regno dei cieli, ma colui che fa la volontà del Padre mio che è nei cieli, entrerà nel regnodei cieli».
E quindi abbiamo da richiamare anche l'Epistola3.
Fratelli, vi parlo alla maniera umana per riguardo alla debolezza della vostra carne: come offriste le vostre membra schiave dell'impurità e del disordine per vivere nel disordine, così ora dovete porre le vostre membra a servizio della giustizia per la santificazione.
Quindi dobbiamo considerare che, considerare, e cioè, vi saranno molti, speriamo, voglio dire in sostanza:«Guardatevi dai falsi profeti», quelli che insegnano del male, sì, «guardatevi dai profeti che vengono a voi in veste di pecore, ma dentro sono lupi rapaci». E cioè, vi sono coloro che predicano con le loro buone parole e in se stessi non hanno la santità, non hanno la grazia entro.Quindi noi dobbiamo ricorrere a coloro che parlano bene,e insieme, nello stesso tempo, fanno il bene. Quindi, se si ha da insegnare bene, bisogna che ci siano le due cose: la parola buona e la condotta buona.
«Li riconoscerete dai loro frutti». Perché, coloro che erano i falsi profeti, erano per ricavare del denaro, dei doni, non perché volevano insegnare la via della santità, ma la volontà che avevano di arrivare a quello che a loro piaceva.
«Così ogni albero buono dà frutti buoni e ogni albero cattivo dà frutti cattivi». Gesù: «L'albero buono dà frutti buoni e l'albero cattivo dà frutti cattivi». (...).Specialmente quei falsi profeti, falsi sacerdoti. «L'albero buono non può dare frutti cattivi, né albero cattivo, frutti buoni. Allora, «ogni albero che non dà buon frutto sarà tagliato e gettato nel fuoco». Coloro che, vogliono insegnare e non fanno loro quello che essi non osservano.«Ogni albero che non dà buon frutto sarà tagliato e gettato nel fuoco». Sì, non si arriverà al frutto della parola. Allora, se... il risultato come sarà? «Li riconoscerete - dunque - dai loro frutti», secondo la loro vita.
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«Non chiunque mi dice: Signore, Signore, entrerà nel regno dei cieli, ma colui che fa la volontà del Padre mio che è nei cieli, entrerà nel regno dei cieli».
Quindi: dove e quando e come arriviamo al cielo? in che maniera? Coloro che non soltanto dicono: Signore, Signore, ma coloro che fanno i propositi buoni e poi li osserva[no] e poi arriva[no] alla vera santità, alla vera santità.
Sì, quindi, le conclusioni sono sempre questo: non solamente la parola, ma la volontà; quelli che parlano, e quando c'è la volontà buona, ecco; se si parla bene e si opera il bene, allora si arriva a insegnare a tutti; e in primo luogo, ricavare frutto per noi stessi, per noi stessi.
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«Come i sacrifici antichi, olocausti di arieti e di tori e migliaia di scelti agnelli, così il nostro sacrificio fino a te oggi salga, e ti sia gradito, o Signore. Spero in te, non resterò deluso»1 .
Quindi nella Messa, specialmente negli Oremus e poi nell'Offertorio, e poi ancora le preghiere, meglio, la preghiera finale: «La tua azione risanatrice, o Signore, ci liberi benignamente dalle nostre inclinazioni perverse»2.Quindi dobbiamo sempre, sempre dominare le inclinazioni perverse, e invece: «ci conduca sulla via del bene», con la grazia del Signore. «Ci liberi benignamente dalle nostre inclinazioni perverse», e, nello stesso tempo, «ci conduca sulla via del Signore». Così dalla Messa bisogna ricavare questi frutti: «ci conduca sulla via del bene».
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E certamente la luce di Dio è entrata nel cuore man mano che abbiamo ricevuto l'istruzione religiosa, cominciando dal catechismo fino al momento in cui ci siamo offerti al Signore, specialmente con la vita religiosa.
Allora richiamare quello che ci hanno insegnato, nelle Costituzioni, sì. E che noi vogliamo veramente seguirle e viverle, sì.
Oh! Allora, la conclusione: pensare bene e operare bene. È la conclusione: pensare bene e operare bene, così la nostra persona è tutta consecrata al Signore, e vi sarà il premio eterno in cielo.
Sia lodato Gesù Cristo.
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1 Nastro 149/a (= cassetta 239/b.2). Voce incisa: «Domenica VII dopo Pentecoste: meditazione del PM». In PM, nessun accenno cronologico (cf PM e nostra nota in c257). - dAS, 2 lug1io 1967: «Celebra [il PM] più tardi... dopo la Messa tiene la meditazione.
2 Mt 7,15-21.
3 Rm 6,19-23.
1 Offertorio della Messa.
2 Orazione dopo la comunione.