45. DOMENICA II DI AVVENTO
Meditazione alla Comunità delle Pie Discepole del Divin Maestro.
Roma, Via A. Severo 56, 10 dicembre 19671
In quel tempo: Avendo saputo, Giovanni, in carcere, delle opere del Cristo, gli mandò a dire per mezzo di due discepoli: «Sei tu colui che deve venire o dobbiamo attendere un altro?». E Gesù rispose loro: «Andate a riferire a Giovanni ciò che avete udito e veduto: i ciechi vedono, gli zoppi camminano, i lebbrosi sono mondati, i sordi odono, i morti risuscitano, la buona novella è annunziata ai poveri, e beato è colui che non troverà in me motivo di scandalo». Mentre essi se ne andavano, Gesù cominciò a parlare di Giovanni alla folla: «Che siete andati a vedere nel deserto? Una canna sbattuta dal vento? Che siete andati a vedere? Un uomo vestito con raffinatezza? Ma chi veste con raffinatezza sta alla corte dei re! Che siete andate dunque a vedere? Un profeta? Sì, vi dico, è più che un profeta. Egli, infatti, è colui del quale sta scritto: Ecco, io mando il mio messaggero davanti al tuo volto per preparare la tua via davanti a te»2.
Giovanni era incarcerato e dal carcere voleva assicurare i suoi discepoli che Gesù era il Messia. E allora Giovanni mandò i due discepoli i quali hanno domandato a Gesù: «Sei tu colui che deve venire o dobbiamo attendere un altro?». Sì. E cioè, quello che stava predicando già, Gesù: «Sei tu colui che deve venire o dobbiamo attendere un altro?». Allora Gesù rispose - non rispose direttamente, ma dimostrò che Gesù moltiplicava i miracoli - quindi, ai due che erano venuti: «Andate a riferire a Giovanni ciò che avete udito e veduto». Quindi i due mandati che riferiscono, che cosa? «I ciechi vedono». Ecco un miracolo. «Gli zoppi camminano». Miracolo. «I lebbrosi sono mondati» (...) e nello stesso tempo. Miracolo. «I lebbrosi sono mondati». Miracolo. «I sordi odono». Miracolo. «I morti risuscitano». Un grande miracolo. E, insieme, la buona novella, cioè la predicazione di Gesù che annunziava il Vangelo. La buona novella è annunziata ai poveri, cioè, Gesù predicava ai poveri. E allora: «E beato è colui che non troverà in me motivo di scandalo», riguardando a Gesù. Allora son partiti, quei due, a portare la notizia a Giovanni, in carcere.
357
Mentre se ne andavano Gesù cominciò a parlare di Giovanni alla folla. Che cosa disse, Gesù, di Giovanni? «Che siete andati a vedere nel deserto? (cioè quando Giovanni predicava nel deserto). Una canna sbattuta dal vento? Che siete andati a vedere? Un uomo vestito con raffinatezza? Ma chi veste con raffinatezza sta alle corti dei re!». Ma come era vestito Giovanni? «Che siete andati, dunque, a vedere? Un profeta?». E qui: «Sì, vi dico, più che un profeta». Cioè Giovanni è più che un profeta. «Egli infatti è colui del quale sta scritto: Ecco io mando il mio messaggero davanti al tuo volto per preparare la tua via davanti a te». E cioè Giovanni era mandato per preparare la strada a Gesù. E Gesù senza dichiararsi, sì, e ha spiegato quello che era veramente di sicurezza: «Riferite a Giovanni ciò che avete udito e veduto». E cioè, i due avevano udito e veduto. E che cosa? «I ciechi vedono, gli zoppi camminano, ecc.». Ecco, i due senz'altro sono andati a riferire i miracoli che Gesù diceva e dava e così Giovanni credeva che Gesù... E la prova viene dai miracoli.
358
Bisogna che noi pensiamo ai miracoli. Gesù nella sua vita pubblica, tre anni, e forse un po' più, quanti miracoli, quanti miracoli! Innumerevoli! Per assicurare che egli era il Messia, e che il popolo doveva credere, e coi miracoli, Gesù. E i miracoli, fino a questo punto, non soltanto di guarire qualcheduno che era ammalato, ma la risuscitò... del giovane che era già alla sepoltura1; e poi quella fanciulla che era morta2; e poi colui che era già sepolto e Gesù risuscitò3. Ecco le grandi prove del valore e del potere di Gesù Cristo. Quindi, la prova era che il Figlio di Dio incarnato è venuto a portare la parola di Dio, la parola di Dio.
359
Adesso, quanto ai miracoli che sono nel Vangelo. Ma poi, i successori di Gesù, cioè gli Apostoli, hanno operati anche innumerevoli miracoli. E così, anche nella storia della Chiesa, i miracoli sono sempre e (...) fatti i miracoli. Se si tratta della canonizzazione di un santo, allora, per provare che ha... veramente santo, almeno due miracoli o tre miracoli, come prova che quel santo, allora, dopo la morte, quel santo ha provato, per la volontà di Dio, il miracolo. Allora con i miracoli si persuade che quel santo, e viene assicurato della sua grazia, della sua santità; sì, della sua santità. E allora, due o tre miracoli per la beatificazione; poi, per arrivare alla dichiarazione del santo, non solamente del beato, ma santo, altri tre miracoli occorrono di nuovo, ecco.
E perché questi miracoli? E perché è il potere di Dio, il quale approva che quel santo era amico di Dio. E quindi quei miracoli assicurano che quel beato è arrivato alla santità, e quindi all'altezza del cielo, e quindi canonizzato, dichiarato non soltanto beato, ma canonizzato, santo canonizzato.
360
I miracoli, tanta gente non li credono, ma ce ne sono in continuità. Il papa Pio XI, quando ha fatto una predica al popolo, dichiarò: Io, dopo che sono Papa, ho già approvato e provato e assicurato più di cento miracoli1. Ed erano forse undici anni. Miracoli. Più di cento miracoli. Eppure non si pubblicano e allora non si viene a provare la fede, a provare e assicurare la fede. E come Gesù, quando faceva un miracolo, approvava la sua dottrina, e così dev'essere la Chiesa. Ma si tacciono, neppure se ne parla, alle volte; sì, qualche volta, sì, ma raramente. E allora per noi è conveniente che pubblichiamo i miracoli perché provano la santità di quelli che sono arrivati fino all'altare, per essere all'altare, quindi, canonizzati. Ma questo deve portare al risultato, cioè, la fede ai cristiani, e, nella preghiera, ottenere le grazie da questi santi, ecco. Quindi, che assicuriamo e approfondiamo meglio la fede, meglio la fede.
361
E giorni fa, è [stato] canonizzato un (...) discepolo, ed era non sacerdote, ma era un fratello religioso1. I miracoli, i miracoli. E poi si tacciono, alle volte, e il popolo non conosce. Bisogna che si parli dei miracoli e così è confermata la nostra fede, e, nello stesso tempo, questa fede ci porta a chiedere più grazie. Il Signore può arrivare a estendere i miracoli, sì, ma non sempre i miracoli; ma arrivano, però, le grazie ordinarie, specialmente per la santificazione, le grazie che vengono attraverso un santo per il potere di Dio; ecco, ricevere le grazie. Quando poi si arriva al miracolo, allora... E ogni canonizzato: sei miracoli che provano la santità, cioè che assicura che quell'anima è già in cielo, è glorificata anche sulla terra, coi miracoli, sì.
362
Quanti miracoli ci sono e si tacciono! E raccontano tante sciocchezze, e quello che è intervento di Dio, quello poco lo considerano. E forse anche molte anime, press'a poco, seguono così, nonostante che siano anime di pietà (...) in una certa misura. Ma per avere una fede sicura, appoggiarsi ai miracoli, allora si è assicurati e possiamo domandare a quel santo le grazie; le grazie, sì.
Maria continua a portare miracoli nella Chiesa (...) e san Giuseppe pure; ma specialmente adesso parliamo di coloro che sono alla beatificazione e alla canonizzazione.
363
Abbiamo fede?. Persone le quali recitano tante preghiere così, un po' superficialmente; ma bisogna che sia approfondita la fede e la speranza e continuare in quella fede e speranza per la santità. È molto bene, è necessario leggere il Vangelo, ma leggere anche le vite dei santi…
364
1 Nastro 152/ (= cassetta 245/a.1). Per la datazione, cf PM: «Giorni fa è stato canonizzato... un fratello religioso (cf la nota del n. marginale 342). - dAS, 10 dicembre 1967 (domenica): «Celebra [il PM] alle 5,30 in latino...; meditazione alle 6, alle PD della comunità CGSSP.
2 Mt 11,2-10.
1 Cf Lc 7,11ss.
2 Cf Mc 5,21ss.
3 Cf Gv 11,17ss.
1 PIO XI, Discorso del 18 febbraio 1934. - Cf Discorsi di Pio XI, vol. III, Torino, Società Editrice Internazionale, 1961 pp. 27-33.
1 Il 29 ottobre 1967 fu canonizzato FRATEL BENILDO ROMANÇON, delle Scuole Cristiane (n. 1805; m. 1862).