Beato Giacomo Alberione

Opera Omnia

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29. DOMENICA VIII DOPO PENTECOSTE

Meditazione alla Comunità delle Pie Discepole del Divin Maestro.
Roma, Via A. Severo 56, 9 luglio 19671

[Dal Vangelo] secondo Luca2.
In quel tempo: Gesù disse ai suoi discepoli questa parabola: «Un uomo ricco aveva un fattore, e fu accusato presso di lui come dissipatore dei suoi beni. Egli lo chiamò e gli disse: Che sento dire di te? Rendi conto della tua gestione, perché ormai non potrai più amministrare. Allora il fattore disse fra sé: Che farò ora che il padrone mi toglie l'amministrazione? Zappare, non ne ho la forza; mendicare, mi vergogno. So io quello che farò perché, quando sarò rimosso dall'amministrazione, mi accolgano in casa loro. Chiamò dunque ad uno ad uno i creditori del suo padrone e disse al primo: Quanto devi al mio padrone? Cento barili d'olio, rispose quello. Ed egli: Prendi la tua ricevuta, e subito siedi e scrivi 50. Poi chiese a un altro: Tu quanto devi? Cento misure di grano, rispose quello. Ed egli: Prendi la tua ricevuta e scrivi 80. E il padrone lodò il fattore disonesto, per avere agito con scaltrezza. Poiché i figli di questo mondo sono più scaltri che i figli della luce. Ed io vi dico: Fatevi degli amici col danaro d'iniquità, perché quando questo verrà a mancare, essi vi accolgano nelle dimore eterne».
Questo è il Vangelo. È utile anche leggere la Lettera, l'Epistola3
Fratelli, noi siamo debitori, non verso la carne così da vivere secondo la carne; poiché se voi vivete secondo la carne, morirete; ma se per mezzo dello Spirito farete morire le opere della carne, vivrete. Infatti quanti sono guidati dallo Spirito di Dio, costoro sono figli di Dio. In verità, voi non avete ricevuto uno spirito di schiavitù per ricadere nel timore, ma avete ricevuto uno spirito di figli adottivi per mezzo del quale gridiamo: Abba, Padre! Lo Spirito stesso rende testimonianza al nostro spirito perché noi siamo figli di Dio. Se figli, dunque anche eredi: eredi di Dio, e coeredi di Gesù Cristo.
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Allora ricavare un pensiero almeno, almeno un pensiero tra il Vangelo e l'Epistola. E quindi:
«I figli di questo mondo sono più scaltri che i loro simili, che i figli della luce». E cioè, vi sono coloro che ingannano, nel mondo. «I figli di questo mondo sono più scaltri che i loro simili, che i figli della luce». E cioè, quelli che cercano di imbrogliare lo fanno con tanta arte, con tanta - diciamo - scaltrezza. E non tanto, i buoni, sono così scaltri a fare il bene. Bisogna che noi cerchiamo la gloria di Dio, cioè il frutto, i meriti della vita.
«Ed io vi dico: fatevi degli amici col denaro di iniquità, perché quando questo verrà a mancare, essi vi accolgano nelle dimore eterne».
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In sostanza, che noi dobbiamo, nella nostra posizione di anime consecrate a Dio, e allora:
«Per mezzo dello Spirito Santo farete morire le opere della carne», cioè vincerete il demonio, e allora vivrete aumentando i meriti quotidianamente.
«Quanti sono guidati dallo Spirito di Dio, costoro sono figli di Dio. In verità voi non avete ricevuto uno spirito di schiavitù - cioè del male - per ricadere nel timore, ma avete ricevuto uno spirito di figli adottivi per mezzo del quale gridiamo: «Abba, Padre!».
In sostanza si vive su questa terra, e quelli che su questa terra vogliono condurre una vita o di comodità o una vita di peccato; e invece i cristiani che sono più prudenti, le anime che sono più prudenti, usano il tempo, le giornate per aumentare i meriti, ecco. Considerare questo, quello che viene dal Vangelo e dalla Epistola.
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Quindi, quando il Signore ci ha dato questa grazia di essere fatti cristiani... E quanto abbiamo di tempo, utilizzare tutti questi doni di Dio per arrivare alla santità. Quello che invece cerca solamente di star bene sulla (...) terra, godere i vantaggi e i piaceri del mondo, ecco.
Bisogna che facciamo la scelta: o il cielo o la perdizione; quello che è la felicità, paradiso, e quelli che invece si preparano una perdizione, la perdita del paradiso e quindi la caduta nelle pene eterne. In sostanza: cerchiamo la santità o cerchiamo il peccato, il male? Il Signore, in quanto ci dà di tempo, se noi vogliamo arricchirci per l'eternità. Questo è prudenza, sì. Quelli che invece si credono di soddisfarsi nella vita presente. E per l'eternità? Ecco, bisogna che noi facciamo la distinzione. Quali desiderii e quali pensieri e quali fini abbiamo nella nostra vita? Ecco, le anime che sono illuminate dalla grazia del Signore, e allora, la strada che porta al cielo. E coloro che invece scelgono la strada che porta alla dann... alla perdizione, infelici, infelici in eterno, sì.
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Quindi: «Se voi vivete secondo la carne, morirete». Cioè, se uno si vive secondo le soddisfazioni carnali. «Ma se per mezzo dello Spirito farete morire le opere della carne, vivrete. Infatti quanti sono guidati dallo Spirito di Dio, costoro sono figli di Dio». E cioè, coloro che seguono lo Spirito di Dio cercando i meriti. Giorno per giorno possiamo moltiplicare, almeno crescere di giorno in giorno i meriti, le ricchezze di Dio, sì. Tutto va all'eternità e tutto quel bene che si accumula, ecco lo si trova poi all'ingresso dell'eternità; quando l'anima si separa dal corpo, il corpo allora cade nella morte, ma l'anima, uscita dal corpo, trova tutte le ricchezze e tutti i meriti che si è fatti dall'uso di ragione fino all'ultimo momento in cui l'anima si separa dal corpo; si trovano tutte le ricchezze, tutte le ricchezze eterne. E, giorno per giorno, quel che si fa di bene, tutta la giornata, lo stesso riposo, offerto a Dio, al Signore, e allora si accumula per l'eternità. E il premio è in proporzione dei meriti che ciascheduno guadagna. Quanto, invece, noi possiamo temere il peccato, temere. Cercare, invece, quel che è buono. Mentre che sono, come sono, persone che non hanno la prudenza, e cioè pensano solamente alla vita presente e non pensano alla vita eterna. Infelici costoro che sono come nell'oscurità e piuttosto cercano di quello che è il piacere della vita terrena.
Allora considerare: vi sono i prudenti e vi sono gli imprudenti. Prudenti: che vogliono conquistare i beni eterni. Infelici coloro che, imprudenti, si meritano e si guadagnano la perdizione. Sta nelle nostre mani come usare il tempo o come sprecare il tempo. La divisione, sì. I commenti che [sono] nel Breviario e nel Messale, questo ce lo insegnano.
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Il Signore Gesù ha compito la redenzione. Cominciando dall'Avvento e fino al giorno in cui Gesù salì al cielo alla destra [del Padre], e lo Spirito Santo mandato dal cielo. Ora, questa redenzione che è compiuta da Gesù Cristo, ora sta a noi usufruire della redenzione, e quindi moltiplicare i meriti in questi sei mesi: dalla Pentecoste fino di nuovo all'Avvento, sì.
Quelli che sono astuti, prudenti, saggiamente prudenti: arricchirsi di meriti. Pregare per quelli che sono infelici, che sono come nell'oscurità, e cioè non pensano alle cose divine, alle cose che sono per la santificazione, per la salvezza. E non si accorgono che, giorno per giorno, passo per passo, seguono altre vie storte che portano al basso, quelle vie. Allora prendere la via che si sale, la via che sale, mentre la via che porta alla perdizione, discendendo, discendendo. Avendo ricevuto il battesimo siamo stati messi nella via di grazia. E quindi cominciando dal battesimo a salire, salire fino al giorno in cui il Signore ci chiama. Anche quel battesimo, il bambino ha ricevuto anche la grazia, la vita di grazia; ma se poi si arriva verso le strade cattive, e allora si forma la strada per cadere, per passare, per abbassare, per discendere, in sostanza. Perdendo la grazia e peccando, e allora si insegue la strada che porta al basso.
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Adesso domandare al Signore Gesù che ci mandi lo Spirito Santo, della sua luce; che capiamo bene che cosa vuol dire vivere bene, guadagnare giorno per giorno i meriti. E come sono infelici coloro che chiudono gli occhi e non vedono più le cose spirituali! Chiedere una luce sempre più chiara per le meditazioni, le letture spirituali, e per tutte le illuminazioni che il Signore manda. Ecco utilizzare, utilizzare. Ieri, sì, già raccolti molti meriti, e oggi raccoglierne anche di più. E così giorno per giorno, giorno per giorno. E poi quando la vita è passata santamente, allora il passaggio dalla vita presente alla vita eterna, al premio.
Adesso, nella giornata, le preghiere: domandare al Signore la luce che è capire bene come dobbiamo vivere. Sono, i veri prudenti, sono quelli che sono illuminati dalla luce di Dio. E che questa luce di Dio sia sempre più chiara. E che noi seguiamo la strada illuminata, ecco. Ci fa camminare con questa luce? Salire, e salire per... più alto in paradiso, più alto. Quindi seguire bene la via, secondo i passi che avremo fatti giorno per giorno.
Sia lodato Gesù Cristo.
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1 Nastro 149/b (= cassetta 240/a.1). Voce incisa: “Domenica VIII dopo Pentecoste: meditazione del PM”. In PM, nessun accenno cronologico (cf PM e nostra nota in c257). - dAS, 9 luglio 1967 (domenica): «Messa verso le ore 5 e meditazione nella cappella di CGSSP».

2 Lc 16,1-9.

3 Rm 8,12-17.