Beato Giacomo Alberione

Opera Omnia

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34. DOMENICA XV DOPO PENTECOSTE

Meditazione alla Comunità delle Pie Discepole del Divin Maestro.
Roma, Via A. Severo 56, 27 agosto 19671

Dal Vangelo secondo Luca2.
In quel tempo: Gesù andava verso una città chiamata Naim e con lui i suoi discepoli e una grande folla. Mentre si avvicinava alla porta della città, ecco un morto era portato a sepoltura, e figlio unico, e sua madre era vedova; e c'era con lei moltissima gente della città. Quando l'ebbe vista, il Signore ne fu mosso a pietà e le disse: «Non piangere!». Poi si accostò e toccò la bara (i portatori si fermarono). Ed egli disse: «Ragazzo, io te lo dico, alzati!». E il morto si levò a sedere e cominciò a parlare. E Gesù lo rese a sua madre. Allora tutti furono presi da timore e glorificavano Dio dicendo: «Un grande profeta è sorto in mezzo a noi e Dio ha visitato il suo popolo».
Quindi il grande miracolo di risuscitare il giovane che era morto. Ma è molto importante anche leggere l'Epistola3.
Fratelli, se noi viviamo dello Spirito, camminiamo anche secondo lo Spirito. Non diventiamo avidi di gloria vana provocandoci a vicenda, invidiandoci gli uni gli altri. Fratelli, anche se uno viene sorpreso in qualche colpa, voi che siete spirituali istruitelo in spirito di dolcezza. E poni mente a te stesso, che tu pure non abbia a cadere in tentazione. Portate ciascheduno i pesi dell' altro, e così adempirete la legge di Cristo. Se qualcuno poi ritiene di valere qualcosa mentre è nulla, egli inganna se stesso. Ciascuno esamini invece l'opera sua e allora potrà trar motivo di vanto solo da se stesso e non dal confronto con altri; poiché ognuno ha il proprio fardello da portare. Colui che è catechizzato nella parola, faccia parte di tutti i suoi beni a chi lo catechizza. Non illudetevi. Dio non si lascia illudere. Ognuno infatti mieterà quello che avrà seminato. Chi semina nella sua carne, dalla carne mieterà corruzione; e chi invece semina nello Spirito, dallo Spirito mieterà la vita eterna. Nel fare il bene non stanchiamoci; perché a tempo opportuno mieteremo, se non ci stancheremo. Dunque, nel tempo che ci è dato, operiamo il bene verso tutti, e specialmente verso quelli che ci son fratelli nella fede.
È facile spiegare e fare applicazione per la risurrezione di quel giovane morto che è stato risuscitato da Gesù Cristo. Questo è semplice.
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Adesso quello che è più pratico, più chiaro:
«Fratelli, anche se uno viene sorpreso in qualche colpa, voi che siete spirituali istruitelo in spirito di dolcezza». Quindi, non criticarlo e non far rilevare i difetti che l'uno ha, l'altro. Invece «istruitelo in spirito di dolcezza», sì. Quindi non è una sgridata; invece, «istruitelo in spirito di dolcezza». Ci sono coloro che sono ostinati nei difetti, allora se sono ostinati basta pregare per loro, perché si indica che non volevano correggersi in tanti...
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«E poni mente a te stesso». Dopo aver rilevato questo per gli altri, adesso l'esame; è tutto un esame di noi.
Primo:
«Portate ciascuno i pesi dell'altro». E cioè, se uno ha dei difetti: «Portate ciascuno i pesi dell'altro e così adempirete la legge di Cristo». E cioè, anche se uno ha un carattere diverso, difficile: sopportarlo, «e così adempirete la legge di Cristo». Cioè, avere la bontà per tutti, e riflettere che se qualcuno ha dei difetti, ciascheduno pensi ai propri difetti. «Così adempirete la legge di Cristo».
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Secondo: «Se qualcuno poi ritiene di valer qualcosa mentre è nulla egli inganna se stesso». Quando uno si pensa di essere persona importante, che [ha] capacità di molte cose, ecc. «mentre è nulla, egli inganna se stesso». Quello che c'è è da Dio. Quindi non vantarsi, perché «egli inganna se stesso», e allora, invece di acquistare meriti, porta ancora dei pesi, poi.
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E allora, mentre si vuole parlare degli altri, cosa dice l'Epistola?
«Ciascuno esamini l'opera sua». E cioè, ognuna esamini l'opera sua: come era stata la giornata, come abbiamo fatto quando eravamo giovani, quando eravamo adulti. «Ciascheduno esamini invece l'opera sua». Questo esame può essere per ogni giorno, come dev'essere; ma c'è anche l'esame settimanale per la confessione, e poi l'esame mensile, e poi l'esame annuale negli Esercizi. Esamini, «ciascheduno esamini l'opera sua». Cioè, la sua condotta, come si è condo... «e allora potrà trarre motivo di vanto solo da se stesso e non dal confronto con altri». E quindi non mettersi daccanto gli uni con gli altri; e cioè, che uno si vuole paragonare all'altro. Noi dobbiamo solo riflettere sui nostri bisogni. Quello che già si è riuscito ad ottenere, ringraziare il Signore, e, tutto quello che abbiamo ancora di peso - e i pesi sono sempre tanti - «poiché ognuno ha il proprio fardello da portare», ecco, «ognuno ha il proprio fardello da portare». Pensiamoci bene. E ne abbiamo tante necessità. Il Signore vede tutto come ci stiamo.
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«Colui che è catechizzato nella parola, faccia parte di tutti i suoi beni a chi lo catechizza». Quindi, «di tutti i suoi beni a chi lo catechizza».
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«Non illudetevi, Dio non si lascia irridere». E quindi non pensare soltanto al bene che si è fatto. «Non illudetevi, Dio non si lascia irridere; ognuno infatti mieterà quello che avrà seminato». Quel che semina giorno per giorno, «mieterà quello che avrà seminato», quando si è fatto bene nella giornata, nella settimana, bene, o nel mese o nell'anno.
«Chi invece semina nella sua carne» coi suoi difetti e di pensieri e di sentimenti e di parole e di azioni, «chi semina nella sua carne», cioè nel male, «dalla carne mieterà corruzione»; sì, da un difetto, un altro, «mieterà corruzione», e invece di trovarsi alla fine della settimana o dell'anno o della vita... «mieterà corruzione».
Chi invece lavora spiritualmente semina nello Spirito Santo, e «dallo Spirito Santo mieterà la vita eterna». E cioè, pensare e meditare ciò che il Signore ci ha dato e quello che egli ci insegna: la via della santità. «Dallo Spirito mieterà la vita eterna». Quindi, «dallo Spirito mieterà la vita eterna»; cioè dalle ispirazioni e dagli insegnamenti dallo Spirito Santo, che cosa ci sarà? Alla fine «mieterà la vita eterna». E nel giorno in cui saremo per lasciare la vita per entrare nella vita eterna, «mieterà la vita eterna»; chi avrà radunato giorno per giorno, si è accumulato di meriti.
Bisogna pensare che noi possiamo santificare tutte le 24 ore della giornata, perché anche il riposo è anche dovere. Quindi, che tutte le 24 ore siano santificate.
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«Nel fare il bene non stanchiamoci». Abbiamo esaminato noi stessi? «Nel fare il bene non stanchiamoci». E vi sono coloro che un momento fanno bene e un momento non bene. «Perché a tempo opportuno mieteremo, se non ci stancheremo». Quindi, se le 24 ore sono riempite bene, mieteremo solo i frutti della gloria eterna, se non ci stancheremo. Continuare giorno per giorno.
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Conclusione. «Dunque, nel tempo che ci è dato, operiamo bene e il bene verso tutti», nel tempo che ci è dato operiamo il bene verso tutti. Abbiamo la salute, abbiamo ancor dei giorni; possono essere anche, per voi, degli anni. «Verso tutti e specialmente verso quelli che ci sono fralelli nella fede». Carità.
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Questa lettura del libro di san Paolo ai Galati, è tutto un insegnamento pratico della vita. E sarebbe bene, durante la Visita, rileggerlo, meditarlo e tirare le conseguenze con le applicazioni e con i propositi. Ognuno deve pensare a sé stesso. E chi raccoglie, raccoglie per sé; e chi perde, perde per sé.
Questa è la conclusione: «nel tempo che ci è dato, operiamo il bene», ecco.
Sia lodato Gesù Cristo.
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1 Nastro 150/b (= cassetta 241/a.2). Voce incisa: “Domenica XV dopo Pentecoste: meditazione del PM”. - In PM, nessun indizio cronologico (cf PM e nostra nota in c276). - dAS, 27 agosto 1967 (domenica): «Celebra [il PM] verso le ore 6 e tiene meditazione (cappella m.s.)» (cf dAS in c220).

2 Lc 7,11-16.

3 Gal 5,25-26; 6,1-10.