Beato Giacomo Alberione

Opera Omnia

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26. DOMENICA VI DOPO PENTECOSTE

Meditazione alla Comunità delle Pie Discepole del Divin Maestro.
Roma, Via A. Severo 56, 25 giugno 19671

Dal Vangelo secondo Marco2.
In quel tempo: Una gran folla era con Gesù, e poiché essa non aveva da mangiare, egli chiamò i suoi discepoli e disse loro: «Ho compassione di questa gente che già da tre giorni sono con me e non hanno di che mangiare. Se li rimando digiuni a casa loro, verranno meno per via; ed alcuni di essi sono venuti da lontano». I suoi discepoli gli risposero: «E chi potrebbe qui, nel deserto, trovare tanto pane da saziarli?». Egli domandò loro: «Quanti pani avete?». «Sette», risposero. Allora ordinò alla folla di sedersi per terra e, presi i sette pani, rese grazie, li spezzò e li diede ai suoi discepoli perché li distribuissero; e li distribuirono alla folla. Avevano anche alcuni piccoli pesci; e li benedisse, e ordinò che fossero distribuiti. Così mangiarono e furono sazi; e raccolsero sette sporte dei pezzi avanzati. E quelli che avevano mangiato erano circa quattro mila. Poi li congedò.
Anche bisogna che ricordiamo la Lettera di san Paolo3. Fratelli, noi tutti che siamo stati battezzati nel Cristo Gesù, siamo stati [battezzati] nella sua morte. Per mezzo del battesimo siamo stati sepolti con lui nella morte, perché come Gesù Cristo è risorto dai morti per la gloria del Padre, così anche noi camminiamo in novità di vita.
E cioè, prima l'uomo ancora col peccato originale, sì; ma poi il battesimo, e quindi la vita nuova; non soltanto più una vita umana, ma una vita cristiana perché con la grazia del Signore [l'anima] è unita a Dio, in Gesù Cristo.
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Ecco, cosa abbiamo da ricavare da questi due tratti, e del Vangelo e dell'Epistola di san Paolo ai Romani?
In primo luogo, che noi ammiriamo quella gente che avevano seguito Gesù: quattro mila persone, uomini, senza contare le donne e i giovani, ragazzi. Allora sono andati dietro, tutti questi uomini, dietro a Gesù per sentire la parola di Dio, di Gesù Cristo. Ecco, non avevano avuto cura di portare con loro il pane materiale, ma han voluto nutrirsi della parola, del pane spirituale, la parola di Dio, sì.
Noi abbiamo tutti quella fame e quella sete della parola di Dio? Ecco, noi, primo luogo, dobbiamo cercare quello che è lo spirito, quello che è la vita soprannaturale, sì. Bisogna che noi, in primo luogo, leggere o sentire la parola di Dio, il Vangelo, il Vangelo. Tra voi, alle volte, si leggono cose che sono di poco valore; ma quando si tratta della parola del Vangelo, quello è il nutrimento soprannaturale per l'anima.
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Abbiamo noi il desiderio, la volontà e la intercessione, con la grazia, per fare bene la meditazione? Fare bene la meditazione, sì, ecco. Prima alimentazione è quella che riguarda lo spirito, la parola di Dio. E quindi nel Vangelo si dice: la parola di Dio è il pane che nutre l'anima, sì. Abbiamo noi fame e sete di questo alimento spirituale, parola di Dio, parola di Gesù Cristo? Oh! Noi abbiamo il dovere di fare la meditazione. Tutti far la meditazione. E nelle Costituzioni, specialmente: la meditazione, l'esame di coscienza, l'Adorazione. Sì, in primo luogo vi è questo alimento, alimento dello spirito, alimento del cuore.
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L'uomo è composto di anima e corpo. E c'è bisogno anche per il corpo. Ma in noi vi è l'intelligenza, la mente; e vi è la volontà, cioè fare il bene; e poi, i sentimenti spirituali del cuore, cosicché dobbiamo essere nutriti della parola di Dio, nutriti nella mente, nella volontà e nel cuore. Il cibo soprannaturale. E siccome c'è la vita soprannaturale, avendo ricevuto la grazia, e allora in continuità questa nutrizione soprannaturale secondo la fede, secondo i comandamenti, secondo i precetti, le Costituzioni; e poi tutto quel che è la liturgia, la preghiera. Quindi non chiedere soltanto una parte: che il Signore, che m'illumini! Che mi dia tutto Gesù che è Via, Verità e Vita! E cioè, nutre tutto il nostro essere: di mente, di volontà e il cuore. Il nutrimento.
Queste quattromila persone che avevano seguito Gesù, che non avevano forse il desiderio... e aveva bene il desiderio di nutrirsi della parola di Gesù Cristo. E certamente Gesù Cristo aveva conferito la grazia, la luce a queste anime che hanno seguito per tre giorni. Quindi, e la lettura spirituale, specialmente del Vangelo; e poi quello che è la comunione, quella che è la Messa. Bisogna considerare che noi abbiamo un cibo totale: della mente, della volontà e del cuore. Un alimento totale, perfetto, costante. Nutrirci, sì. E, di conseguenza, quando noi abbiamo ricevuto il pane materiale, prima però il pane spirituale nel nostro intimo. E quando noi ci nutriamo delle cose spirituali: mente, volontà e cuore, allora il Signore ci nutre anche del corpo secondo le necessità e i bisogni.
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«I suoi discepoli gli risposero: E chi potrebbe mai qui, nel deserto, trovare tanto pane da saziarli?». Ma sapeva bene Gesù, per saziarli tutti, trovare tanto pane da saziarli. E, con sette pani che uno portava con sé e qualche pesce, e allora il pane fu moltiplicato, i pesci furono moltiplicati e si sono nutriti, quanto ne vollero. E poi: «Così mangiarono, furono sazi; e raccolsero sette sporte dei pezzi avanzati. E quelli che avevano mangiato erano circa quattromila. E poi li congedò». Tornassero alle loro case, sì.
Quindi mirare al nutrimento intiero dell'uomo; e cioè il nutrimento dell'uomo cristiano e, ancora di più, religioso: i pensieri, le verità. Che abbiamo una fede profonda! E poi, che sia fortificata la volontà per mezzo della grazia del Signore. La speranza; la volontà che sia fortificata. E poi i sentimenti, il cuore. Che il Signore in noi, nell'amore a Dio e nell'amore al prossimo. Allora noi facciamo un vero nutrimento. Totale. E vi sono tante persone che non fanno una cerimonia, una preghiera totale. Bisogna che sia totale. Alle volte, c'è solamente il rimorso del peccato. Ma che sia considerato il Signore, il quale ci ha illuminati, ci ha portato la sua grazia; non solamente un rimorso, ma penetrare chi è Dio, chi è Gesù Cristo. Cosa abbiamo fatto, poi cosa vogliamo fare. Che abbiamo una vera, piena grazia; piena, non soltanto una parte, ma totale: il pensiero, cioè la fede; e la speranza e la carità, in maniera che siamo trasformati con questo cibo, che non è fatto di pane del fornaio, ma è il pane eucaristico; e, insieme all'eucaristico, la parola di Dio e la comunione. Nutrimento totale, pieno, pieno, sì. Nutrirci di questo dono di Dio. L'alimentazione dell'uomo: fede, speranza e carità. E, se c'è già il cristiano, e se già la persona, che già si è consecrata al Signore, allora è alimentata con le verità di fede. E, per la parte pratica, allora, osservare i comandamenti, ma osservare, insieme, i voti, ciò che è perfetto. E poi nutrire il nostro cuore, che costituisce l'amore a Dio, che costituisce l'amore al prossimo, insieme. Un cibo pieno, sì, un cibo pieno.
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La giornata potrebbe essere guidata da questi pensieri: conservare e sviluppare la propria vita di «viventi per Iddio in Cristo»1. Questa alimentazione costituisce il compito specifico del cristiano e il suo supremo interesse, cominciando dal mattino appena andiamo verso la chiesa. Dobbiamo difendere coraggiosamente la vita pasquale, battesimale dal peccato, che ne è il nemico sempre in agguato, di rivalsa, sì. Mentre che il Signore continua a comunicare la grazia, il diavolo in agguato, di rivalsa, e cioè, cercare che le anime siano ingannate. Per non venir meno lungo la via, attingiamo fedelmente dalla preghiera, dalla Messa, anzitutto, la forza che ci manca. E quindi il Signore non ci lascia, non ti... il Signore non ci lascia abbandonati. E quindi, se noi facciamo bene la nostra parte, abbiamo il nutrimento interiore, che si compone tutto assieme: fede, speranza e carità. Tutto l'essere nostro: la mente, la volontà e il cuore, il sentimento. Consecrarci totalmente al Signore per vivere e nutrirci di quello che è il «nuovo uomo»2. E il bambino è nato, ma poi col battesimo, e poi più avanti, coi sacramenti, allora c'è l'uomo nuovo; non c'è più solamente l'uomo vecchio; l'uomo nuovo. E nutrirci con cibo sicuro e quello che è divino, in fede.
Propositi. E la preghiera della giornata sia perché noi ci fissiamo con un nutrimento totale, nostro: mente, volontà e cuore.
Sia lodato Gesù Cristo.
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1 Nastro 148/d (= cassetta 239/a.2). Voce incisa “Domenica VI dopo Pentecoste: meditazione del PM”. In PM, nessun indizio cronologico (cf nostra nota in c207). - dAS, 25 giugno 1967 (domenica): «Ore 5, Messa e meditazione in cappella CGSSP».

2 Vangelo: Mc 8,1-9.

3 Epistola: Rm 6,3-11.

1 Rm 6,11.

2 Cf Ef 4,24.