37. DOMENICA XVIII DOPO PENTECOSTE
Meditazione alla Comunità delle Pie Discepole del Divin Maestro.
Roma, Via A. Severo 56, 17 settembre 19671
Dal Vangelo secondo Matteo2.
In quel tempo: Gesù, salito su una barca, attraversò il lago e andò nella sua città. Ed ecco gli presentarono un paralitico disteso su un letto. E Gesù, vedendo la loro fede, disse al paralitico: «Confida, figlio, ti sono rimessi i tuoi peccati». Ed alcuni scribi dicevano tra sé: «Costui bestemmia». Ma Gesù, vedendo nei loro pensieri, disse: «Perché pensate male in cuore vostro? È più facile dire: Ti sono rimessi i tuoi peccati, oppure: Alzati e cammina? Ora, perché sappiate che il Figlio dell'uomo ha il potere sulla terra di rimettere i peccati: Alzati! - disse al paralitico - prendi il tuo letto e torna nella tua casa». Ed egli si levò in piedi e andò a casa sua. Allora la folla al vederlo, fu presa da timore e glorificò Dio che aveva dato tale potere agli uomini.
Dalla Lettera di san Paolo3.
Fratelli, io continuamente rendo grazie a Dio per voi, a motivo della grazia di Dio che vi è stata data in Cristo Gesù; poiché in lui voi siete arricchiti di tutto, di ogni parola e di ogni conoscenza, nella misura con la quale la testimonianza del Cristo si è consolidata in mezzo a voi, così voi non mancate di alcun dono di grazia mentre aspettate la manifestazione del Signore nostro Gesù Cristo. Egli vi confermerà fino alla fine, conservandovi irreprensibili nel giorno della venuta del Signore nostro Gesù Cristo.
Qui è un grande miracolo riguardo al paralitico. Ma quello che è fondamentale: «Gesù, vedendo la loro fede, disse al paralitico: Confida, figlio, ti sono rimessi i tuoi peccati». Quindi il Signore volle che prima fosse purificata la sua anima: «ti sono rimessi i tuoi peccati». Poi dopo, «ed alcuni scribi dicevano fra sé: Costui bestemmia». Cioè, nel senso quasi, perché diceva, rimettere i peccati... «Ma Gesù leggendo nei loro pensieri disse: Perché pensate male in cuor vostro? E più facile dire: Ti son rimessi i tuoi peccati, oppure: Alzati e cammina? Ora, perché sappiate che il Figlio dell'uomo ha il potere sulla terra di rimettere i peccati, e allora: Alzati! - disse al paralitico - prendi il tuo letto e torna nella tua casa. Ed egli si levò in piedi e andò a casa sua. Allora la folla a vederlo fu presa da timore e glorificò Dio che aveva dato tale potere agli uomini». E cioè, il perdono dei peccati, e le grazie che il Signore volle dare secondo il pensiero giusto.
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Riflettiamo sopra la purificazione. E quindi noi ci dobbiamo purificare giorno per giorno, settimana per settimana e anno per anno. La purificazione. E quando vi è la purificazione spirituale, allora si hanno anche le grazie che riguardano la vita presente, la vita attuale.
Dobbiamo domandare al Signore la grazia di fare bene le nostre confessioni. Sì, nella settimana c'è la confessione settimanale, confessione; ma qui non si tratta soltanto della confessione; si tratta di far l'esame di coscienza, di domandare il perdono al Signore di tutte le nostre mancanze; e poi vi è anche il sacramento della confessione. Ma ogni giorno [domandare perdono al Signore] quando facciamo l'esame di coscienza, sia al mattino e sia nella Visita, nell'Adorazione, e poi alla sera stessa. La purificazione. Quando c'è il pentimento, e domandando perdono, si ottiene la misericordia di Dio; ma poi quando c'è la confessione c'è anche il sacramento, quello che è il sacramento della penitenza.
Il sacramento della penitenza è di pochi minuti, qualche minuto, ma quello che dobbiamo invece pensare, che vi è una virtù che si chiama la virtù della penitenza.
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La virtù della penitenza [è] quella che porta a conservarci e a pensare che siamo peccatori abitualmente e quindi sempre col capo chino [per] le mancanze che si sono fatte. E allora c'è l'esercizio della virtù della penitenza. La virtù della penitenza. Sono stati perdonati i peccati, se la confessione era stata fatta bene; ma però bisogna sempre ricordare che il sacramento è di un momento, ma per la virtù della penitenza bisogna sempre tenere il capo un po' piegato, sì. E ogni giorno e ogni ora siamo nella nostra pietà, cioè la virtù della penitenza. Pensando alle nostre miserie saremo anche purificati dalle penitenze, perché altro è l'assoluzione e altro avere la purificazione del tutto. E quindi se la purificazione è continuata, allora saremo anche purificati in maniera di non arrivare al purgatorio. Bisogna che la virtù della penitenza duri sempre nell'umiltà, sì. E se avete letto ciò che riguarda la Teologla1, tale e quale. E quindi bisogna che sempre noi portiamo un po' il capo chino (...) anche qui nelle nostre (...), nelle nostre miserie, le mancanze che sono state, sì. E la purificazione, sì, nel sacramento.
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Ma nella Chiesa è stabilito, nella Messa ci sono nove preghiere per la penitenza, cominciando da: «Mi confesso a Dio onnipotente...». Sono nove preghiere di purificazione fino all'ultimo della Messa.
Oh! Questo ci indica che noi, durante la Messa, che abbiamo il nostro capo chino. Siamo stati peccatori, abbiamo avuto cadute, e anche se è perdonato, se anche perdonato il peccato bisogna che ci sia anche la penitenza. E particolarmente verso la fine della Messa, allora dobbiamo sempre ricordarci delle nostre miserie, delle nostre mancanze, delle imperfezioni, sì. È cosi facile dire: Ho fatto l'atto di contrizione. Bisogna vedere se è talmente pentito il cuore da potere avere scancellato tutto. E sì. E arriviamo anche poi al purgatorio?. Perché, se la nostra perfezione, cioè la nostra perfezione nel pentimento, nel dolore e nella penitenza che possiamo fare, allora dopo che la nostra vita sarà chiusa sulla terra, se l'anima sarà così purificata da potere entrare direttamente in cielo. Non sempre pensare: ho recitato una Ave Maria o la penitenza di una Salve Regina o un Padre nostro o tre Padre nostro; non è che si venga sempre purificato tutto. Quello che ha dispiaciuto al Signore, quello che è dispiaciuto al Signore bisogna che noi pieghiamo la testa in umiltà e allora riceviamo le grazie. E siccome noi non ci purifichiamo come dovremmo essere purificati, bisogna che sentiamo abitualmente il pentimento e con pentimento forte, sentito bene, per la purificazione.
«Alzati! - dice al paralitico - prendi il tuo letto e torna nella tua casa». Ma quello che Gesù ha detto prima: «ti sono rimessi i tuoi peccati», ecco. Quell'uomo è stato preso, quindi si levò in piedi e andò a casa sua con... Il Signore disse al paralitico: «Prendi il tuo letto e torna nella tua casa». Ma per ottenere le grazie, ci sia la purificazione. «Ti sono - prima - i tuoi peccati, ti sono rimessi i tuoi peccati», ecco. La facilità di mancare e di peccare, ma a togliere bisogna che siano delle disposizioni profonde. Quindi nella Messa ricordare le nostre preghiere per la penitenza tra cui specialmente tre pensieri e sentimenti che sono particolari; ma poi i nove e specialmente tre.
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Oh! Adesso la conclusione. Non bisogna sempre credere: e Abbiamo peccato, abbiamo confessato e tutto finito. Invece bisogna sapere se in noi c'è tale pentimento e facciamo qualche penitenza, le penitenze in umiltà, allora la purificazione, perché ci possa, oltre il perdono, ci sia anche la definitiva misericordia. Quindi, che noi abbiamo sempre a fare qualche atto e specialmente atti di pentimenti. Camminare in umiltà, camminare.
Allora: Rinvigoriti dal tuo dono santo, o Signore, ti rendiamo grazie e supplichiamo la tua misericordia che ci faccia essere partecipi1. Quindi, «supplichiamo la tua misericordia», di Gesù, il Signore.
Questi sono pensieri che vengono dal Vangelo. Ma che noi lo sentiamo veramente il pentimento, quando noi diamo una attitudine dello spirito. Quindi, e sentire una predica è un sentire, quella è la prima parte; ma poi mettere la pratica e sentire i pensieri e sentire i sentimenti è altra cosa, sì. Riconoscere le nostre deficienze, miserie, sentire; ma poi bisogna che il dolore sia in continuità nella vita. Sentire sempre le nostre miserie, dall'uso di ragione fino ad oggi, sì, il dolore. E se c'è il dolore in continuità, allora noi ci troviamo nella virtù dell'umiltà, sì.
Ora la conclusione: sempre togliere da noi quello che è dispiaciuto al Signore. Quindi il dolore, e portare sempre nella nostra vita il capo chino. Non alziamo la nostra voce, noi dobbiamo essere col capo chino. La virtù della penitenza che è spiegata abbastanza, abbondantemente nel libro2.
Sia lodato Gesù Cristo.
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1 Nastro 151/a (= cassetta 242/a). In PM nessun indizio cronologico. Le meditazioni nn. 37, 38,39 registrate di seguito sullo stesso nastro non contengono sicuri indizi cronologici in PM, ma sembra che possano offrire sufficiente garanzia che siano dell'anno indicato (1967). - dAS, 17 settembre 1967 (domenica): «Celebra [il PM] alle ore 6, tiene la meditazione alle PD della comunità CGSSP. Andato a Castelgandolfo».
2 Mt 9,1-8.
3 1Cor 1,4-8.
1 Cf Teologia della Perfezione Cristiana, A. ROYO MARIN o.c. n. 223.
1 Orazione dopo la comunione.
2 Cf Teologia della Perfezione Cristiana di A. ROYO MARIN, o.c.