49. TRE PENSIERI...
Meditazione alla Comunità delle Pie Discepole del Divin Maestro
in occasione della festa onomastica posticipata di Madre M. Lucia Ricci (presente)1.
Roma, Via Portuense 739, 28 dicembre 19572
Avete pregato, sia in questi giorni, ma in particolare quando la Madre Maestra è nelle visite delle Case visitate. Ora, pensare che c'è un'unione di tutte le Case, che tutte le Case costituiscono la Congregazione, e sì, e quindi come se fossero tutti presente. E presentare tutte al Signore, sia nella Messa, sia nella Comunione e sia nella Adorazione, sì, affinché si cammini sempre nello stesso spirito.
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E poi pensare alle vocazioni: che entrino nelle varie Case; [in] qualche parte è un po' più difficile raccogliere le vocazioni, in altre che è più facile, ma ci vuole la grazia. E sempre l'invocazione: il Signore che mandi le persone, le anime. Questo deve sempre essere tenuto alla presenza, perché la Famiglia, non solamente si costruisca, ma si santifichi e si aumentino le persone, sì.
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Ora, tre pensieri per questa meditazione: la chiusura dell'anno 1967; secondo, l'inizio dell'anno successivo 1968; e, terzo, l'Epifania, l'Epifania che oggi è celebrato nella Messa attuale col Breviario. Poi, si potrebbe anche chiudere con quello che è stato, per Gesù, il battesimo, giorno 13 che viene celebrato, sì.
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Primo, dunque, pensiero, la chiusura di questo anno. La chiusura si deve fare che porti conclusione santa. Domandare il perdono delle mancanze che ci sono state nell'anno; e, secondo, ringraziamento al Signore di ciò che si è fatto di buono e di tutte le grazie che il Signore in un anno ha dato a ciascheduno di voi e a tutta la Congregazione.
Il primo pensiero: domandare perdono di tutto quello che è stato di debolezza, sì. Non è necessario di fare una confessione generale, annuale, no; ma richiamare in generale, se è stato fervore e se invece è stato quando si è freddezza, alle volte; e quando vi sono certe difficoltà e poi si pensa che ci siano degli impedimenti che provengono dall'esterno e poi dall'interno e specialmente dal nostro intimo. Perché noi dobbiamo sempre portare un progresso nella mente, la mente, l'intelligenza; e, secondo, la volontà, la volontà ferma, sempre più fermata; e poi il cuore che si unisce al cuore di Gesù specialmente nel momento della comunione. Ora, se vi sono state delle negligenze, e certamente dei difetti ce ne sono stati sempre nel tempo, ma domandare perdono. Molte cose si cerca di compiere, ma ci sono anche le debolezze umane, e allora, la santificazione della mente, della volontà e del cuore, sì. Quindi, chiedendo la misericordia al Signore, e che questo sia sepolto e rimangano solamente i meriti dell'anno. Quindi, tolto quello che è difettoso, allora rimane solamente quello che è santo.
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E quindi ringraziare il Signore di ciò che il Signore ci ha dato. E perché si canta il Te Deum? Appunto per ringraziare il Signore di quello che ci ha dato, e che egli anche ci ha dato la forza per seguire bene la vita religiosa. Sì, il Te Deum. Se si può, cantare in latino, e si può cantare in italiano; e anche nel recitarlo, o in latino o in lingua italiana, sì.
Ringraziare il Signore di tutto. Se si è fatto un progresso in un anno, progresso spirituale, allora ringraziare il Signore. E se ci sono state delle difficoltà e dei sacrifici: Sono stato forte, sono, - [dire] al Signore - e allora che, ringraziare di quello che si è fatto di sacrificio, sì; e specialmente la parte che è la vita religiosa, le Costituzioni. Vivere le Costituzioni che sono la strada giusta. Perché avete due - diciamo - due piedi: e uno è l'Adorazione, e l'altro invece, è la Costituzione, sono. I passi così. Così, pensando: come eravamo un anno fa? E come ci troviamo adesso? Quali sono stati i frutti? E quello che il Signore ci ha dato di grazia: Te Deum laudamus.
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Secondo pensiero, è l'inizio dell'anno successivo, se piace al Signore darci. E allora, l'inizio dell'anno successivo 1968.
Primo pensiero, ricordare quello che il Santo Padre ha predicato. E quindi il primo giorno dell'anno è il giorno della pace1, come ha dedicato Paolo VI, che poi ogni anno, il primo giorno dell'anno, quello che è portare il giorno della pace. Questo per tutta l'umanità, non solamente tutta la cristianità, ma tutta l'umanità, tutte le varie nazioni che ci sono. E non solamente vuol dire la pace, sì; la pace con Dio, non solamente con gli uomini, tra nazione e nazione o nelle famiglie, ma l'unione e la pace con Dio: che non si portino i peccati da anno [ad] anno. Quindi che sia un giorno di pace: con l'umanità, con le nazioni, nelle famiglie e nell'intimo nostro.
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Ma, personale poi, due punti sono, e cioè: quali propositi per l'anno successivo? Quali propositi? Non molti, ma che sia un proposito fondamentale, il principale che si è già considerato con l'esame di coscienza o col consiglio del confessore o delle maestre. Allora fissare i propositi. Proposito che ci porta a camminare, e allora nell'anno si avrà un buon risultato, una abbondanza di meriti. Quindi i propositi, non molti, ma fedeli. E se il Signore dà l'anno, 365 volte al mattino rinnovare il proposito. Si dirà che sono degli Esercizi. Sì, ma negli Esercizi si cerca e si fa seguire i propositi, sì, ma sempre il principale che viene già messo in questo primo giorno dell'anno. Propositi.
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Ma per mantenerli ci vuole la preghiera. Quindi, è il secondo punto. La preghiera. Noi siamo fragilissimi e nella mente e nella volontà e nel cuore. Sentire le differenze e le miserie che abbiamo ricevuto, quello che è stato la eredità di Adamo ed Eva, l'uomo e la donna, tutti e due; la donna che è stata prima a mancare, e, seguendo, Adamo, sì. E allora bisogna che noi ricorriamo sempre alla grazia del Signore, all'aiuto dello Spirito Santo; fare sempre meglio quelle che sono le Visite, le Adorazioni, le Messe, le Comunioni, sì, e fare le Adorazioni bene.
E ieri avevo esaminato un libro in cui si negava che la consecrazione: In quel momento esiste la consecrazione, Gesù Cristo, e anche nella comunione, ma poi non rimane più. Ma quali spropositi si presentano! E sono cose che sono contrarie del tutto alla Chiesa. Abbiate sempre fede, sempre fede. E mentre che avete la fede dell'Eucaristia: Comunione, Messa e anche la Visita, che sia anche seguito bene dai fedeli, dai cristiani. Ci sia vera fede, sì. Quindi, oltre che fare i propositi, allora le preghiere. Le preghiere che non siano solamente personali; parlare in plurale, plurale cioè, abbracciare tutte le persone della Congregazione, e anche per le vocazioni che il Signore già ha destinate per voi. Allargare sempre la nostra mente, il cuore, il cuore; sì, sì, il cuore, perché noi dobbiamo amare tutti, tutti. E particolarmente amare il Signore, sempre. Quindi togliere l'egoismo e mettere invece quello che è cuore di Dio, cuore di Gesù sacramentato, sì.
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Terzo punto, è l'Epifania. Il Bambino è nato nella Terra Santa, che chiamiamo Terra Santa, sì, quindi la nascita del Bambino Gesù. Ora, per grazia del Signore, il quale volle che ci fosse un invito ai pagani, alle persone che non avevano nessuna conoscenza della Bibbia e di quello che è la Terra Santa, popolo ebraico. Ma il Signore ha mandato la stella e la stella ha guidato i Magi. E il viaggio è stato molto lungo; e poi arrivati a Gerusalemme, allora avendo cessato per un poco di tempo la stella, e quando Erode consigliò allora di andare a Betlemme e allora se avessero trovato il Bambino sarebbe anche andato lui. Questo è tutto una cosa che sappiamo, che è molto dis... sarebbe il sacri... la morte che cercherebbe del Bambino.
Ora, i Magi, portato i tre doni, e hanno adorato il Bambino e poi nel ritorno non sono passati a Gerusalemme, ma han preso un'altra strada, sì, secondo la illuminazione dal Signore. E allora, la cosa successiva, e cioè, l'angelo invitando la sacra Famiglia di allontanarsi perché Erode cercava la strage; come è avvenuto1.
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Oh! bisogna che noi pensiamo alle persone e a tutta la quantità di persone che sono nel mondo e non conoscono ancora Gesù Cristo. Se ci sono 800 milioni [di cristiani], in qualche maniera, si può dire, e tutti gli altri [uomini], che sono tre miliardi e mezzo? La volontà e l'intenzione di pregare per tutta l'umanità. Che si estenda sempre di più la vita, la Chiesa, le anime, sì; e che siano molte le persone consecrate al Signore; [ricordare] in primo luogo, i sacerdoti, il Papa, si capisce, i vescovi e poi tutte le anime consecrate a Dio, e poi un poco tutta la cristianità. Pensare agli altri. La carità cristiana si deve estendere da per tutto. E in che cosa si può compiere questa carità generale? Il mezzo e il dono è la preghiera, per l'umanita. Non ci sia un egoismo che vorrebbero, essere spirituale, ma invece che sia una carità sicura e della carità principale che si possa dare all'umanità, alle persone che sono lontane dalla Chiesa. Bisogna che noi preghiamo per tutti. Pregare per tutti. D'altra parte, adesso la Messa, sì, è per tutta l'umanità. Certamente, e in primo luogo, per chi assiste e per chi è cristiano; ma portare nel nostro cuore, quando si arriva alla Messa e quando si arriva alla Comunione, quando si arriva all'Adorazione, tenere nel nostro cuore tutta l'umanità, tutta l'umanità. Carità larga, tutto, non solameme a qualche cosa o a qualche persona. Si può parlare anche in particolare di qualcheduno che ha più bisogno, ma in generale per tutti, pregare per tutti.
Poi la conclusione di questi giorni, ci sarà la conclusione del battesimo di Gesù Cristo che viene anche... Allora Gesù ha ricevuto il battesimo, sì, e quindi noi lo ricordiamo; e c'è una giornata in cui c'è la Messa e in cui c'è il Breviario, sì.
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Allora adesso, come conclusione: primo, la conclusione dell'anno; secondo, l'inizio dell'anno; e poi l'Epifania che ci porta a considerare tutta l'umanità. E quei Magi non erano cristiani, certamente, non conoscevano ancora quello che era la Bibbia e quella che era la nascita, il Bambino Gesù; ma la luce l'hanno ricevuta poi, sì, sia da una stella e sia dalle ispirazioni e sui doni che loro hanno offerto in adorazione e in riconoscenza.
Adesso, pensando ai Magi, pensare a tutta l'umanità che non ha ancora ricevuto l'istruzione del catechismo, l'istruzione del Vangelo, sì, e quindi allargare il cuore, il che indica che si ama veramente tutte le anime. E questo piace al Signore. E allora, un grande merito quando si porta questo pensiero: tutta l'umanità. Recitare il Padre nostro, non come singolare, ma in comune: «Padre nostro, che (...)...»1. Sì, chiamiamo il Padre nostro e chiediamo le grazie, e si conchiude di nuovo con la parte in (...) sì, cioè, pensare di nuovo a tutta l'umanità; plurale, sì.
Così, questi giorni: chiudere bene l'anno; incominciare bene l'anno successivo; e pensare a tutta l'umanità, specialmente nei giorni dell'Epifania; e poi la conclusione - diciamo - col battesimo che celebriamo il giorno 13 del mese (...).
Il Signore vi benedica tutte. E chiudere bene. E auguri per l'anno successivo.
Sia lodato Gesù Cristo.
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1 Cf dAS in c365.
2 Nastro 94/a (= cassetta 246/a). Per la datazione, cf PM: «... la chiusura dell'anno 1967; l'inizio dell'anno successivo 1968...». - dAS28 dicembre 1967: «Meditazione alle PD di via Portuense». - dAC: «28 dicembre 1967: Meditazione in occasione della festa di s. Lucia non essendo allora presente la Madre Maestra». (cf dAS in c365). - VV: «28 dicembre 1967: PM: S. Lucia».
1 PAOLO VI, l'8 dicembre 1967, diffonde uno speciale messaggio per esortare tutti gli uomini di buona volontà a celebrare il primo gennaio di ogni anno, a cominciare dal 1° gennaio 1968, la «Giornata della Pace». Cf Insegnamenti di Paolo VI, V - 1967 (Tipografia Poliglotta Vaticana, s.d.) pp 620-625.
1 Cf Mt 2,1-18.
1 Mt 6,9-13.