Beato Giacomo Alberione

Opera Omnia

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23. DOMENICA II DOPO PENTECOSTE

Meditazione alla Comunità delle Pie Discepole del Divin Maestro.
Roma, Via A. Severo 56, 28 maggio 19671

In quel tempo: Gesù disse ai farisei questa parabola: «Un uomo diede una gran cena e invitò molte persone. E all'ora della cena, mandò un suo servo a dire agli invitati: Venite, perchè tutto è pronto. Ma tutti concordemente cominciarono a scusarsi. Il primo gli disse: Ho comprato un podere e ho necessità di andare a vederlo; ti prego di scusarmi. Il secondo gli disse: Ho acquistato cinque paia di buoi e vado a provarli; ti prego di scusarmi. Un altro ancora disse: Ho preso moglie e perciò non posso venire. Il servo di ritorno riferì le risposte al padrone. Allora il padrone di casa, sdegnato, ordinò al servo: Presto, va' per le piazze e per le vie della città e conduci qua i poveri, gli storpi, i ciechi e gli zoppi. E il servo gli dice: Signore, è stato fatto come hai ordinato e c'è ancora posto. Allora il padrone ordinò al servo: Va' per le strade e lungo le siepi, e forzali ad entrare, perché si riempia la mia casa. Ed io vi dico: Nessuno di coloro che erano stati invitati gusterà la mia cena»2.
Questo insegna che siamo piuttosto affezionati e più premurosi per le cose terrene, e invece non siamo così premurosi per le cose spirituali. Vogliamo, in primo luogo dare gloria a Dio? La prima gloria a Dio. Questo è il punto principale. Ma poi quello che riguarda la nostra santificazione. Ora, se noi siamo interessati alle cose spirituali, allora riceviamo più grazia, aumento di grazia. Se però i nostri desiderii sono poco ordinati a Dio, e allora ricordare quello che è nell'Epistola di san Giovanni apostolo.
Carissimi, non meravigliatevi se il mondo vi odia. Noi sappiamo di essere passati da morte a vita, perché amiamo i fratelli. Chi non ama rimane nella morte. Chiunque odia il suo fratello è omicida, e voi sapete che ogni omicida non ha la vita eterna dimorante in lui. In questo noi abbiamo conosciuto la carità di Dio: che egli ha dato la sua vita per noi; ed anche noi dobbiamo dare la vita per i fratelli. Se qualcuno ha dei beni di questo mondo e vedendo il suo fratello in necessità gli chiudesse il suo cuore, come potrebbe la carità di Dio rimanere in lui? Figliuoli miei, amiamo non a parole e con la lingua, ma in opere e verità3.
Quindi nel Vangelo ci fa ricordare che noi dobbiamo, in primo luogo, cercare Dio, amare il Signore; e, secondo luogo, che amiamo i fratelli, il prossimo. La carità. Recitiamo, nell'Atto di carità, diciamo, primo luogo, l'amore a Dio: «Ti amo con tutto il cuore sopra ogni cosa». E poi, l'altra parte, amore al prossimo.
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Oh! Adesso: in noi vi è già un amore perfetto, completo verso il Signore? O vi sia ancora dell'egoismo in noi? Questo è un punto di esame di coscienza. Oh! Può essere che all'esterno, con le parole, diciamo delle parole molto buone, ma non sempre nel nostro cuore vi è tutta la carità, tutto l'amore al Signore.
Questi che non hanno accettato l'invito all'ora della cena, ecco si sono scusati. E vi era l'amor proprio, guardavano le loro cose e non hanno accettato l'invito. In noi, vi è un cuore del tutto puro, tutto santo, tutto ordinato verso il Signore? Sì, l'amore perfetto è cercare la gloria di Dio. Veramente dovremo recitare la preghiera giusta, e dal cuore: «Gloria al Padre, al Figlio e allo Spirito Santo. Come era in principio, ora e sempre nei secoli dei secoli. Così sia». Tre volte viene ripetuto recitando la preghiera mattino, mezzodì e sera, sì. La preghiera la recitiamo con la lingua soltanto o con il cuore? Sì, la gloria di Dio, la gloria di Dio. E il cercare la gloria di Dio è amore perfetto. Sulla terra, facilmente vi sono ancora degli interessi umani, ma separata l'anima dal corpo, l'anima si orienta perfettamente lassù, in cielo.
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Secondo: secondo noi siamo con della purificazione ancora del nostro cuore, allora non si entra direttamente in cielo, si dovrà invece fare una purgazione, cioè togliere ancora quello che non è buono; non ci sarà veramente il peccato, ma c'è l'amore proprio, l'amore proprio. Ma che ci sia l'amore perfetto verso il Signore! Quindi, se noi crediamo di avere già gloria perfetta? Allora, amore perfetto, amore perfetto. Tante volte noi siamo egoisti. Ma se noi ci siamo già purificati, o vogliamo purificarci dalle cose umane, orientarci totalmente verso il Signore, verso il Signore. Quando facciamo un po' di riflessione, un esame di coscienza, dobbiamo constatare come sta il nostro cuore.
Cercare la gloria di Dio. Siccome è più difficile cercare la gloria di Dio, ma è più facile, invece, mettere l'amore a Gesù Cristo. Però l'amore a Gesù Cristo, sì, e che l'amore a Gesù Cristo, poco a poco, ci serve per la purificazione e così arrivare alla gloria di Dio, cercare la gloria di Dio.
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Oh! Quanto poi all'amore al prossimo? Quanto all'amore al prossimo molte volte siamo egoisti e non ci preoccupiamo per gli altri, sì. Ma, in primo luogo, cercare, sì, la gloria di Dio, ma anche il bene del prossimo, il bene del prossimo con la carità per tutti, la carità per tutti.
Il nostro cuore si è dilatato, allargato per le anime del purgatorio? per i peccatori? per tutti quelli che son lontani da Dio ancora? e delle anime trascurate? Oh! C'è una vera carità, un vero amore? Sempre noi, nella Messa e nella comunione, chiediamo la grazia e le grazie per tutto il prossimo, per tutte le anime, dalle anime che sono in purgatorio e dalle anime che sono ancora persone viventi. Domandare al Signore la grazia della salvezza di tutti, salvezza di tutti. Ogni tanto, privatamente, si può recitare l'Atto di carità: «Vi amo con tutto il cuore sopra ogni cosa, ecc.». Man mano che noi recitiamo l'Atto di carità, tanto più si accende l'amore verso Dio e verso il prossimo; sì, verso il prossimo.
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Oh! Quindi vi è anche un egoismo quasi, si direbbe, spirituale. Ma il cuore di Gesù Cristo com'è? Com'era il cuore di Gesù quando Gesù era sul calvario, crocifisso? Sì, quello era l'amore perfetto al Padre, l'amore perfetto al prossimo, alle anime, agli uomini. E se si è lasciato crocifiggere, appunto perché ci sia la grazia per tutti, la grazia per la salvezza di tutti, il Signore Gesù.
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Fino a che punto è arrivata la nostra carità? il nostro amore verso il prossimo? Consecrati a Dio, offrire la vita, sì, per la gloria di Dio, ma anche per la salvezza delle anime, sì. Ci sia una carità sempre più perfetta verso Dio e più perfetta verso il prossimo; l'amore alla Congregazione e a tutte le persone che sono nella Congregazione e quelle che dovrebbero entrare, le vocazioni. E sì, che tutti coloro che son chiamati da Dio, che corrispondano, che corrispondano tutti coloro che sono ordinati all'amore perfetto verso Dio e verso il prossimo.
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Adesso possiamo fare un po' di esame. Cioè: «Tutti concordemente cominciarono a scusarsi». Ecco, per non andare a prendere parte alla mensa che era (...) preparata, sì. Purtroppo noi siamo così facili a cercare delle scuse. Purificare il cuore: Dio e il prossimo sono i due oggetti di amore. L'oggetto di amore infinito, il Signore; e l'amore umano, cristiano, religioso, amore al prossimo. Se in noi vi è questa purezza di cuore, certamente che i meriti sono molto più elevati in quanto c'è la purificazione, tolto l'amor proprio e l'egoismo. Oltre Dio, il prossimo, sì. E se noi, di tanto in tanto, facciamo questa protesta di amare totalmente il Signore e poi il prossimo, allora il cuore si purifica sempre di più e l'anima orientata verso la Trinità, verso la gloria di Dio e verso il prossimo, tolto l'egoismo, tolto l'egoismo, amor proprio.
Facciamo il nostro esame e facciarno i nostri propositi. E qui abbiamo il dono più perfetto di amore verso Dio e verso il prossimo. E quindi la giornata presente sia per la carità, cioè, per l'amore verso il Signore e verso il prossimo, sì. Escludiamo dal cuore questi egoismi per dar posto al Signore. Che il nostro cuore sia pieno di Dio, e, successivamente, in relazione, l'amore al prossimo.
Sia lodato Gesù Cristo.
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1 Nastro 148/a (= cassetta 238/b.1). Voce incisa: “Domenica II dopo Pentecoste: meditazione del PM”. In PM, nessun indizio cronologico. Le meditazioni nn. 23, 24, 25, 26 registrate di seguito sullo stesso nastro, non contengono sicuri indizi cronologici in PM, ma sembra che possano offrire sufficiente garanzia che siano dell'anno indicato (1967). Anche nel dAS le date trovano conferma. - dAS, 28 maggio 1967 (domenica): «Celebra [il PM] verso le ore 5 (dialogata in italiano) con le suore PD della comunità CGSSP e tiene la meditazione».

2 Lc 14,16-24.

3 1Gv 3,13-18.