Beato Giacomo Alberione

Opera Omnia

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56. LO SPIRITO DI PREGHIERA56
1. Celebriamo oggi la festa di Cristo Re. Dal Vangelo risulta che Gesù Cristo stesso si chiama Re. Questo titolo compete a lui più che a ogni altra persona di questa terra perché egli è il padrone di tutto.
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2. Egli è Re, ma non a modo dei re temporali; il suo dominio non ha uguali su questa terra: Rex regnum: tutti sono soggetti a lui. Re d'amore, che ci ha creati e redenti per amore: «Effonderò su di loro lo spirito di preghiera e di grazia» (cf. Gl 3,1). Significa che Gesù Cristo ci ha promesso lo Spirito santo e per mezzo suo ci dà lo spirito di preghiera, chiediamolo questa mattina.
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3. Il fervore si distingue con tre segni come la tiepidezza. Il terzo segno della tiepidezza è il poco amore e il poco spirito di preghiera, come pure il fervore è segnato dal buon spirito e dell'amore alla preghiera.
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4. Non è difficile talvolta pregare e nemmeno è difficile arrivare all'abbandono in Dio. Lo spirito di preghiera è cosa ben diversa. E' amore alla preghiera, amore intenso per cui l'anima comunica sovente con Dio.
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5. Chi ha lo spirito di preghiera, oltre le comuni preghiere che dice bene, ne aggiunge altre di sue. Sovente pensa a Dio, prega, dice giaculatorie, ricorda la meditazione, pensa agli esempi di Maria. Tutto il giorno è in preghiera. La «punta» della sua vita è unita a Dio con la preghiera e ha il cuore vicino al tabernacolo. E' sempre in preghiera sebbene faccia anche tutte le altre cose.
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6. Che cos'è che forma questo spirito di preghiera? L'umiltà del cuore e la confidenza in Dio.
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7. L'anima umile vede in tutto la mano di Dio, quindi sente il bisogno di ricorrere a lui con confidenza affidandogli tutto. Lo spirito di preghiera, quando è posseduto da un'anima, dà tante consolazioni perché unisce a Dio e lo fa sentire vicino.
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8. Lo spirito di preghiera è intimità particolare con Gesù, è donazione totale a lui per tutto ricevere attraverso la preghiera e le fusioni d'amore. Questa intimità non può essere capita dal mondo. Chiedere per noi lo spirito di preghiera è segno di fervore.
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9. Con lo spirito di preghiera si acquistano anche le altre devozioni oltre le comuni, si acquista un modo personale di comunicare con Gesù in chiesa, in apostolato, nello studio. E' il risultato di un amore che mira continuamente all'unione perfetta con Gesù in paradiso. Tutto viene santificato, anche le cose più umili perché fatte con Dio.
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10. Quando invece c'è tiepidezza, non si dà importanza alla preghiera, ma si bada solo a mangiare, a dormire, e a star bene. Da religiose bisogna prendere altre idee. La persona che non ha spirito di fede stenta a compiere gli atti di pietà.
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11. Bisogna esaminare il cuore. L'anima tiepida stenta a fare l'esame, non prega e non è unita con Dio. Ammette negligenze nella confessione e nella comunione. Gusta poco le pratiche di pietà e facilmente se ne dispensa.
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12. Scoppia una tempesta in mare e sulla nave tutti pregano perché c'è pericolo; passata la tempesta nessuno prega più. Così fanno certe anime: pregano solo quando c'è da chiedere qualche grazia materiale. La vera preghiera presuppone la donazione della mente, della volontà, del cuore e di tutto il corpo a Dio.
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13. Dobbiamo vedere se c'è in noi il segno di fervore, oppure se c'è segno della tiepidezza. La pianta si conosce dai frutti; noi, passando in rassegna la giornata, distinguiamo un po' se c'è lo spirito di preghiera o se c'è la tiepidezza.
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14. Bisogna anche dire che lo spirito di preghiera è dono di Dio; per averlo occorre pregare molto e chiederlo con insistenza al Signore. Egli darà lo spirito buono a chi glielo chiede. Ci vuole sforzo e grazia di Dio, perché se uno è pigro, allora non corrisponde e le grazie non si ottengono. Bisogna aderite alla grazia di Dio; pensate al raccoglimento abituale di Maria e alle notti passate in preghiera da Gesù!
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15. Dobbiamo chiedere al Signore lo spirito di preghiera e lo sforzo per acquistarlo. La nostra fantasia scappa sempre, e allora c'è bisogno della sua grazia e nello stesso tempo del nostro sforzo per scacciare ciò che ci distrae. Chiedere queste grazie specialmente al mattino nella messa e nella comunione. Converrà qualche volta leggere qualche libro sulla preghiera, ad esempio di sant’Alfonso, altre volte invece basta sforzarsi.
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16. Pensare spesso alla preghiera di Maria e a Gesù nel tabernacolo. Uniamoci intimamente a loro Si può anche perdere lo spirito di preghiera quando ci si distrae troppo facilmente. La pastorella ha bisogno dello spirito di preghiera perché nella parrocchia è molto occupata e se non ha l'abitudine al raccoglimento, facilmente si distrae. Occorre pensare a Dio e ai nostri doveri.
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17. Esaminiamoci: abbiamo l'amore alla preghiera? Abbiamo l'intelligenza della preghiera? Vogliamo entrare nell'intimità con Gesù, con la Madonna, coi santi apostoli Pietro e Paolo, nostri modelli di preghiera? Oppure preghiamo con la bocca e il cuore è lontano? Quante volte durante il giorno pensiamo a Gesù?
Recitiamo il Padre nostro. Propositi.

Albano Laziale (Roma)
31 ottobre 1954

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56 Albano Laziale (Roma), 31 ottobre 1954