Beato Giacomo Alberione

Opera Omnia

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51. AMORE DI DIO51
1. Se volete raggiungere una santità più alta, dovete avere un'umiltà più profonda. La profondità non è altro che osservanza del primo comandamento: amare il Signore con tutta la mente, con tutto il cuore, con tutte le forze.
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2. Amare Dio con tutta la mente. Tutto a Dio. Non la mente che un po' pensa a Dio, ai doveri di studio e di apostolato, e un po' pensa ai capricci, ai torti ricevuti, alla vanità. La mente pensi a Dio. La cosa più difficile da disciplinare in noi è la mente. Eppure la santità dipende dalla mente. Se i pensieri sono buoni, sarà buona tutta la vita.
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3. Con la sola mente si possono fare tanti meriti, ma si possono fare anche tanti peccati. Nessun peccato si fa senza la mente e così pure nessun merito si fa senza la mente. Ci possono essere due persone vicine, una che ha tutti pensieri santi, l'altra tutti perversi. La nostra mente è occupata di Dio, del bene, oppure trascorre ore intere ad almanaccare un po' di tutto.
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4. Lo spreco della mente dispiace molto a Dio, perché è lo spreco maggiore che facciamo dei talenti ricevuti da lui. I nostri pensieri sono uniformati a Dio? Nelle 16 ore in cui abbiamo il dominio di noi stessi e siamo svegli, la mente è occupata bene? Si legge di qua, si legge di là, ci si intrattiene a parlare e ad ascoltare... Possiamo dire di amare il Signore con tutta la mente? Occorre governare la mente coltivando pensieri buoni.
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5. Amare Dio con tutto il cuore. Vuol dire che i nostri affetti sono tutti per Dio, per il paradiso; che i desideri sono per il bene della congregazione, per il bene dei bambini e per il bene dei sofferenti; che tutto il cuore è proteso al bene. Occorre amare Dio e le creature fatte a sua immagine e somiglianza.
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6. Alle volte invece di amare il Signore si ama se stessi; guai se ci toccano! Questo cuore, dite che è tutto di Dio? Ma e se ci sono le antipatie, le simpatie, i rancori? Vedete, Gesù ha detto: «Chi ama il padre e la madre più di me, non è degno di me» (Mt 10,37), e alle volte si amano cose più meschine dei genitori!
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7. Il cuore bisogna che stia a posto. In una casa dove due si amano e l'altra è lasciata da parte, il cuore non è tutto di Gesù. Vigiliamo, custodiamo il cuore. Che questo cuore ami le cose di Dio! Amare il catechismo, il Vangelo, la pratica della virtù, la semplicità, soprattutto amare Gesù, il Padre celeste, la Madonna, i santi apostoli Pietro e Paolo, l'angelo custode. Il cuore di Gesù ed il cuore di Maria formino i vostri cuori.
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8. Amare Dio con tutte le forze. Vuol dire amare Dio con tutta la volontà. Noi vogliamo proprio ciò che vuole Dio? Vogliamo che si compia La sua volontà o la nostra? La nostra obbedienza è sincera, oppure abbiamo delle preferenze?
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9. Vi può essere qualcuna a cui ripugna fare la conferenza, intonare in chiesa, fare il catechismo, mettersi in mostra, fare certi uffici. Si tratterà di farsi violenza, ma finché non c'è la santa indifferenza nella volontà, non si può dire di amare Dio con tutte le forze.
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10. Ci trova sempre pronte il Signore a dire dei sì? Se in tutta la vita non abbiamo fatto altro che pronunciare il «fiat» cosa possiamo aspettarci alla fine se non il bel paradiso? Osserviamo dunque il primo comandamento di Dio e saremo sante.

Albano Laziale (Roma)
ottobre 1954

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51 Albano Laziale (Roma), ottobre 1954