Beato Giacomo Alberione

Opera Omnia

Effettua una ricerca

Ricerca Avanzata

5. LE TENTAZIONI5
1. Abbiamo considerato che molte tentazioni possono dipendere dal nostro temperamento. E' necessario guardarsi dal sentimentalismo e, specialmente nella preghiera, non cercare le consolazioni. Molti infatti fanno consistere l'amore di Dio nella consolazione. Anche verso il prossimo non bisogna essere caratteri fiacchi ma persone di grande volontà.
~
2. Un'altra cosa che predispone al vizio è la tiepidezza. Se uno persevera nella tiepidezza è facile che cada, si aumentano i peccati veniali, non ci si sforza per evitarli, facilmente si cede alla curiosità e al sentimentalismo. Si capisce quando una determinata relazione è sensibile, ma dispiace troncarla; allora avviene come per l'acqua che tende al basso: l'anima si abitua a non fare più caso a certe libertà di mente, di cuore, di lingua. Avviene così anche a coloro che si abituano a prendere la cocaina, entrano in uno stato di dipendenza e finiscono per rovinarsi.
~
3. C'è pericolo quando non c'è l'odio al peccato, ci si impiglia sempre più e si finisce col cadere. Non fare mai pace col peccato, non dire che non è cosa grave. Chi disprezza le cose piccole, finisce per disprezzare le grandi. Anche in una nave basterebbe non curare una piccola fessura. La tiepidezza è fiacchezza nella volontà, non è aridità. Tiepido è chi fa pace coi difetti, non si sforza e non si esercita.
~
4. Un altro pericolo da cui è necessario guardarsi è il mondo, ossia l'ambiente, le persone che seguono le loro passioni e vivono nel peccato. Gesù disse: «Il mondo è immerso nel maligno» (1Gv 5,19) nel peccato. Non possiamo però fare una separazione ponendo da una parte il mondo e dall'altra noi, un po' di mondo lo portiamo anche in noi stessi, come la vanità o il rispetto umano. Quanta strada ci rimane da fare!
~
5. Il mondo che vive sotto il dominio delle passioni è un pericolo specialmente per noi di vita attiva che dobbiamo vivere nel mondo. Quando andate in apostolato, quanto occorrerà vigilare ed essere forti! Il peccato è come il sangue che circola in noi e se ne può subire l'influsso in mille modi: si insinua sotto il velo dell'amicizia, della richiesta di un consiglio. Molte persone anche rette nascondono il desiderio di appagare il cuore. Bisogna far attenzione alle amicizie e far in modo che le relazioni siano limitate alle vere necessità.
~
6. Altro pericolo è il demonio. Ha cominciato con Adamo ed Eva e continua. Più volte si serve delle passioni nostre e alle volte si fa avanti direttamente. Quando la tentazione sorge dalle nostre passioni, viene piano piano, se invece viene direttamente allora è il diavolo. Il demonio non può agire sui nostri pensieri ma sui sensi, sulla fantasia e sui sentimenti di antipatia o simpatia.
~
7. Non c'è da stupirsi, anche i santi furono tentati. San Paolo stesso che aveva tante grazie confessò: «Sento il demonio che mi schiaffeggia» (2Cor 12,7).
Quanti santi hanno passato dei momenti dolorosi su questo punto! Sant'Alfonso a ottantatré anni aveva paura perfino di celebrare la messa, non sapeva più guidare se stesso ed era così tentato sulla purezza che perfino urlava.
~
8. E' difficile trovare persone che non abbiano avuto tentazioni di questo genere. Se il Signore ci risparmia in queste, ce ne manderà altre. Tre cose sono necessarie per vincere: vigilare, pregare, lottare, senza paura e senza stupirsi.

fine ritiro
Albano Laziale (Roma)
1 febbraio 1954

~

5 Albano Laziale (Roma), 1° febbraio 1954