Beato Giacomo Alberione

Opera Omnia

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57. VIVERE L'ANNO LITURGICO (II) (Domenica I di Avvento)

Meditazione alla Comunità delle Pie Discepole del Divin Maestro.
Roma, Via Portuense 739, 27 novembre 19661

Oggi abbiamo incominciato l'anno liturgico. Vi è l'anno civile, vi è l'anno scolastico; sono parecchi anni; anche l'anno commerciale.
La Chiesa ha il suo proprio anno liturgico, l'anno liturgico composto di 52 settimane. Bisogna ricordare che sono due parti che compongono l'anno; e circa la metà, un semestre, e l'altro semestre; e cioè: 26, 27, 25 settimane, domeniche; oppure la seconda parte, di nuovo 25, o 26, 27, secondo procede l'anno liturgico. La prima parte dell'anno liturgico è l'attivo della redenzione, e la seconda parte, è l'applicazione.
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La prima parte: la redenzione. Comprende l'Avvento e il tempo della vita privata di Gesù, e la vita pubblica; e poi la vita di sofferenze, il tempo della risurrezione e la Pentecoste, dopo l'ascensione, la Pentecoste col suo ottavario. La redenzione, sì. La prima parte di questa prima parte è l'Avvento. È l'attesa, sì. Da migliaia di anni l'umanità aspettava il Redentore, e finalmente il Signore, ecco, è vicino il giorno della redenzione dell'umanità. Questi giorni, o questo tempo dell'Avvento, ci suggerisce di umiliarci. Abbiamo bisogno tanto, l'umanità [ha] tanto bisogno della grazia. La redenzione. Questi giorni, quindi, ci devono insegnare quello che è l'umiltà e la fede e la speranza, sì. Passare bene questo tempo di Avvento.
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Poi Gesù, Figlio di Dio incarnato, il Bambino nella grotta, sì. E di lì comincia la sua vita privata, dalla notte della salvezza fino al tempo che chiamiamo la Settuagesima. La vita privata di Gesù. II Signore ha voluto darci questa grande lezione di seguirlo nell'umiltà, seguirlo nel tempo di raccoglimento, il tempo di progredire: «cresceva in sapienza, età e grazia»1. E questo serve tanto a farci meditare la vita privata o la vita raccolta, la vita di religiose, di religiosi. Seguire la vita del Salvatore Gesù.
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Dopo, la vita pubblica; quando Gesù, lasciata la vita privata, ecco l'inizio - e sappiamo che Gesù ha ricevuto il battesimo di san Giovanni Battista - l'inizio, quando Maria ha chiesto al suo Figlio il miracolo di cambiare l'acqua in vino1; sì, la vita pubblica. E questa vita pubblica ci risulta bene dai quattro evangelisti: san Matteo, san Marco, san Luca, san Giovanni. I quattro evangelisti, ciascheduno espone una propria tesi; ogni Vangelo ha una propria tesi, sì. La predicazione, sì. E allora è necessario che noi meditiamo il Vangelo quale ci è preparato, ci è tramandato, sì. È il tempo di meditare quello che Gesù ha predicato, e poi quello che si chiude con la passione e morte di Gesù Cristo in croce, sì.
Oh! Dobbiamo sempre ricordare che noi dobbiamo essere veramente preparati per l'eternità; prepararci per l'eternità, sì, lassù in cielo, sì. Prepararci al paradiso e purificarci quanto più ci è possibile, perché passiamo subito, se questa è la nostra grazia, cioè passare dalla vita, direttamente al cielo, al paradiso, chiedendo al Signore fin d'ora di purificarci così che non si abbia da subire un tempo in purgatorio.
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Segue il tempo glorioso di Gesù, la risurrezione; e poi le apparizioni e quello che ancora ha stabilito durante quei quaranta giorni, e specialmente l'ascensione al cielo. E quindi comincia l'attività della Chiesa. Sono gli Apostoli che con Maria pregano, e discende lo Spirito Santo sopra di loro, quelli che erano là presenti, raccolti. Quindi la Pentecoste è l'inizio dell'attività della Chiesa. E subito il giorno, il mattino in cui era disceso lo Spirito Santo dal cielo, allora san Pietro ha cominciato il lavoro apostolico. E così la Chiesa, la Chiesa la quale da quel giorno ha fatto tutto il suo cammino fino ad oggi. Sono quasi 20 secoli, sì. Oh! Questo tempo lo chiamiamo della salvezza, sì. Quindi noi abbiamo seguito l'attività.
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Ora, dalla Pentecoste fino all'Avvento successivo, sono circa 26, 25 o 27 [settimane], secondo sono nell'anno liturgico. Questa seconda parte dell'anno [liturgico] riguarda noi; cioè, abbiamo ricevuto quello che il Signore Gesù ci ha portato e stabilito. E viverlo, la seconda parte, viverlo, meditando. Fare proprio quello che Gesù ha insegnato. Quindi: «Io sono la Via»1. Meditare gli esempi che egli ci ha lasciato, gli esempi, e non solamente i suoi esempi, ma anche la sua parola, come ha predicato, le virtù, cominciando - almeno quello che è stato più spiegato - dalle Beatitudini, circa tre capitoli in cui Gesù spiegava la sua parte morale, la parte teologica-morale, applicando.
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E Gesù: «Io sono la Via»1 ma sono anche la Verità1. E l'abbiamo nel catechismo, quando abbiamo incominciato a studiare il catechismo; e poi, questa parte delle verità, quando viene sviluppata, si arriva alla teologia dommatica. Prima c'è la teologia morale, ma dopo: «Io sono la Verità», cioè quello che il Signore ci ha voluto manifestare, sì.
Nella Teologia si dice appunto che il Signore Gesù era infinito nella sua sapienza; ma il Signore ha voluto spiegare una parte, che è una piccola parte - diciamo così - delle verità, degli insegnamenti di Dio, sì. Questo: che dobbiamo aver la fede, e quando abbiamo vera fede, questa fede si svolgerà nella visione beatifica di Dio. La visione che avremo in Dio è in proporzione della nostra fede. Meditare, sì.
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E Gesù ha ancora aggiunto: «Io sono la Vita»1, sì, sono la grazia, cioè; perché dicendo vita è la grazia, la quale grazia si aggiunge alla vita naturale. Quindi il bambino nato è, allora, è persona, ma col battesimo ha una seconda vita che è sopra la prima vita, cioè la vita di grazia, la vita di santificazione. E meditare, sì, il gran dono di essere giunti a una vita, alla vita di grazia, la vita che è di Gesù Cristo: «Io son la Vita», sì.
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E allora, questa grazia ci viene comunicata in tante maniere. Ma nella Teologia si insiste specialmente sopra l'uso dei sacramenti e della fede. E abbiamo incominciato col primo sacramento, il battesimo e, se vorrà il Signore, se non avremo morte improvvisa, ricordarci che c'è il sacramento dell'Olio Santo, il sacramento della confessione, il sacramento del viatico, sì. E, da parte, nei giorni della vita, la Messa e la comunione e poi la confessione, sì. Ora, bisogna che noi meditiamo i mezzi della grazia, sì. Sono specialmente i sacramenti; ma vi sono tante altre opere buone, le quali servono ad aumentare la grazia.
E vivendo la vita religiosa si ha un'occasione o, almeno, è una vita di crescere ora per ora, settimana per settimana, l'aumento della vita di grazia, la vita di Gesù Cristo.
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Ecco, è utile riflettere sopra questa liturgia. È stato il primo Decreto del Concilio1, e vi è, a un certo punto, vi è il capitolo dell'Anno Liturgico. Per questo, adesso, riflettiamo: primo giorno dell'anno liturgico, e vedere di penetrare, sì, tutto il significato degli avvenimenti e di quello che ci serve di applicazione e di grazia, sì.
Dunque, poi, riguardo alla liturgia avete una particolare applicazione, parte dell'apostolato vostro, e non solamente per darlo agli altri, ma prima per viverlo bene noi, l'anno liturgico. Vale sempre seguire gli avvenimenti, e seguire le parti del Vangelo che la Chiesa ci presenta, e poi, le varie funzioni. Dobbiamo, quindi, viverlo, l'anno liturgiCo, giorno per giorno fino all'anno successivo. Si dice per l'età: l'anno scorso avevo l'età... tanti anni; adesso ho un anno di più. E così, vi è già un numero di anni liturgici che abbiamo seguiti, e poi dobbiamo continuare secondo il Signore ci conserva. Ogni anno dev'essere più illuminato, più seguito negli insegnamenti e più nell'aumento di grazia, sì, aumento di grazia.
Conclusione: perciò, cerchiamo di seguire e migliorarlo, l'anno liturgico, migliorarlo rispetto agli anni antecedenti, sì. Ora, questo serve anche per il Giubileo2. E, quando ricevuta questa grande indulgenza, avremo migliore disposizione per seguire meglio l'anno liturgico; sì, l'anno liturgico.
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Oh! Conclusione: la parte della liturgia che vi riguarda è occasione di aumentare molto la grazia, perché i vostri [apostolati] sono per tre fini: Adorazione, e quello che è servizio sacerdotale, e quello che è ancora la liturgia, sì. È veramente un gran dono che vi ha dato il Signore: parte liturgica, per seguirla, la liturgia, e dare il contributo nella maniera che potete farlo; contributo.
Sia lodato Gesù Cristo.
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1 Nastro 88/e (= cassetta 227/a.2). Per la datazione, cf PM: «Oggi abbiamo incominciato l'anno liturgico» (cf PM in c480). Ora questo serve anche per il Giubileo (cf nota 1 del numero marginale 496). - dAS, 27 novembre 1966 (domenica) «Nel pomeriggio [il PM] va in via Portuense CG delle PD per una meditazione del ritiro. - VV: «27 novembre 1966, PM: “Sull'anno liturgico”».

1 Lc 2,52.

1 Cf Gv 2,1-11.

1 Gv 14,6.

1 Gv 14,6.

1 Gv 14,6.

1 Costituzione Conciliare «Sacrosanctum Concilium» sulla sacra liturgia, del 4 dicembre 1963.

2 PAOLO VI, Motu proprio, Summi Dei beneficio, 3 maggio 1966, in Encicliche e Discorsi di Paolo VI, Vol X, Roma, EP, 1967, PP. 17-21.