Beato Giacomo Alberione

Opera Omnia

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52. GESÙ CRISTO RE DELLE MENTI, DELLE VOLONTÀ, DEI CUORI
(Festa di Gesù Cristo Re)

Meditazione alla Comunità delle Pie Discepole del Divin Maestro.
Roma, Via A. Severo 56, 30 ottobre 19661

Dal Vangelo secondo Giovanni. In quel tempo: Disse Pilato a Gesù: «Tu sei il re dei Giudei?». Gli rispose Gesù: «Dici questo da te stesso, oppure altri te l'hanno detto di me?». Disse, allora, Pilato: «Sono forse Giudeo? Il tuo popolo e i gran sacerdoti ti hanno consegnato a me, che cosa hai fatto?». Gesù rispose: «Il mio regno non è di questo mondo; se il mio regno fosse di questo mondo, certo, le mie guardie avrebbero combattuto perché io non fossi consegnato ai Giudei; ma ora il mio regno non è di quaggiù». Tornò a chiedergli Pilato: «Dunque tu sei re?». Rispose Gesù: «Tu lo dici, io sono re. Io per questo sono nato e per questo sono venuto al mondo per rendere testimonianza alla verità. Chiunque è dalla verità, ascolta la mia voce»2.
Pilato intendeva sempre parlare di un re umano, come sono le varie nazioni; ma Gesù intendeva un regno tutto diverso, un regno di infinito valore e di potere: il regno di Dio, regno di Gesù Cristo. Che cosa intende allora col nome di Re? Il Signore che ha creato tutto (...) e tutto è sotto [di lui]: cielo e terra e tutto il mondo, perché tutto è stato creato, e tutto è dominato da Dio.
Quando gli angioli si sono ribellati al Signore, allora il Signore ha manifestato il suo potere; e cioè, coloro che si sono ribellati a Dio, sono stati condannati all'inferno; e gli angeli invece si sono sottomessi, gli angioli [con] a capo l'arcangelo Michele che ha dominato, che ha guidato il numero immenso di angeli a fare ossequio a Dio. Quindi già il Signore si era mostrato come Re: quindi il giudizio e la condanna, e il giudizio e quello che è il premio, cioè l'ingresso [in cielo] in eterno. Gli angeli che hanno cominciato l'inno di gloria a Dio, e questo inno di gloria per tutti i secoli dei secoli.
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Adesso, ricordiamo il regno di Dio, [di] Gesù Cristo, e che cosa si intende qui col nome di Re nel senso in cui ha parlato Gesù a Pilato:
«Il mio regno non è di questo mondo. Quindi non è come il regno o d'Italia o di Francia o di altra...
«Il mio regno non è di questo mondo». Se il mio regno fosse di questo mondo, certo le mie guardie avrebbero combattuto perché io non fossi consegnato ai Giudei». Quindi Gesù non aveva bisogno di soldati e di guardie per difendersi.
«Ma ora il mio regno non è di quaggiù». E allora che cosa si intende? Il nostro essere.
«Tu lo dici, io sono Re. Io per questo sono nato e per questo sono venuto al mondo, per rendere testimonianza alla verità. Chiunque è dalla verità ascolta la mia voce».
Che cosa allora dobbiamo comprendere? Il regno della verità. Quindi il regno della nostra mente: che noi dobbiamo seguire la verità. Lui è la verità, e il regno del nostro cervello, della nostra mente: che dobbiamo prendere i suoi pensieri, quello che egli ha insegnato, ha predicato, sì. Il regno, in primo luogo, sulla mente.
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E poi il regno della volontà: i comandamenti e tutti gli insegnamenti che Gesù ha dato nel Vangelo. Cosa dobbiamo fare? Quello che riguarda l'obbedienza. E, quello che è più perfetto, è nelle Otto Beatitudini: «Beati i poveri, beati i miti, beati quelli che soffrono, ecc.»1. Quindi il dominio della volontà; e cioè, egli dà quello che egli ha insegnato e, quindi, (...) la sottomissione di tutto il nostro essere. I re possono mettere in carcere e possono mettere delle tasse. Ma riguardo alla volontà, è seguire tutto quello che vuole il Signore, quello che Gesù ha predicato nel Vangelo. Piena sottomissione della nostra volontà.
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E, terzo, dei cuori. Chi amare?. Bisogna che il nostro cuore sia ordinato tutto a Dio, alla salvezza, alla santità. Quindi non tutti i sentimenti che possiamo avere, magari sentimenti di vanagloria, ma quando c'è veramente tutto l'amore a Dio, allora noi sottomettiamo il nostro cuore al cuore di Dio, di Gesù: «Vi amo con tutto il cuore sopra ogni cosa». Poi l'amore del prossimo. Sì, il dominio dei cuori. Cosa cerchiamo? Ecco allora il Signore Gesù: regno della mente, regno della volontà, regno dei cuori.
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E poi lui, Re. Quando noi passeremo dalla vita presente alla vita eterna, Gesù Cristo, Re Giudice: entra in cielo, o in purgatorio, o se, il peccato, il castigo eterno. Re. E domina noi. La risurrezione. Gesù Cristo, Re, risurrezione. E poi il trionfo finale di Gesù Cristo là, al giudizio universale quando ci sarà la sentenza dei tristi e quello che è il premio: «Venite, o benedetti, nel regno del mio Padre»1, Gesù Cristo. In eterno, il regno dei cieli e, il regno dei cattivi, in eterno il castigo.
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Oh! Quindi dobbiamo essere tanto docili, docili da sottomettersi a tutte le verità; cioè, che noi pensiamo come egli pensa e come ci ha insegnato. Bisogna che si legga il Vangelo e che, leggendo il Vangelo, uniformare la nostra mente alla mente di Cristo. Dobbiamo veramente pensare come lui. Quante cose che si pensano che sono proprio delle cose inutili, e, qualche volta, niente affatto buoni: pensieri di vanagloria, pensieri d'invidia.
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Oh! E poi quello che dobbiamo sottomettere, non solo la mente, ma sottomettere la volontà: la volontà di Dio. E siccome siamo ancora poco buoni e non siamo ancora così sottomessi nella volontà, e certamente anche nelle giornate non tutto è perfetto: i nostri capricci, parole, ecc. Che ci sia la sottomissione totale della nostra volontà. E qualche volta sembra che troviamo troppa difficoltà a obbedire a quel che dispone (...).
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E terzo, che tutto il cuore sia sottomesso al cuore di Gesù Cristo. Re dei cuori. Oh! Se noi facciamo l'esame di coscienza sui sette vizi capitali, bisogna un po' vedere se i nostri cuori sono totalmente sottomessi a Gesù Cristo o non siamo sempre buoni sudditi. Egli è il Re delle menti, delle volontà e dei cuori.
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E come siamo soggetti? Siamo buoni sudditi? No! Ci sono tante debolezze e tante cose che non sono del tutto sottomesse a Gesù Cristo. E la mente, sì, magari recita il Credo. E va bene, questo bisogna recitarlo perché facciamo ossequio, col Credo, ossequio a Gesù Cristo. Col Credo, uniformarsi alle verità. Ma poi dopo ci sono tanti pensieri consacrati a Gesù Cristo, cioè consacrati con la vocazione, [con la] Professione, per cui dovremo totalmente essere sottomessi nella mente e nella volontà e nel cuore. Se vogliamo essere buoni sudditi bisogna che ci sottomettiamo non soltanto recitando il Credo, osservando i comandamenti, ma non soltanto, ma quello che [è] tutto il nostro essere. Se noi rinnoviamo i voti nella Messa o (...) nella comunione, allora ci mettiamo sudditi, sudditi della mente, della volontà e del cuore, sudditi della misericordia di Dio.
Oh! Sappiamo che, dopo il peccato originale, quante imperfezioni, e quante passioni, e quanti disordini, e quanti peccati! Sudditi, se siamo docili nella mente, nella volontà e nel cuore, sì; e se in altre cose o in certe cose non siamo sudditi, rinneghiamo, cioè, il momento in cui non siamo stati sudditi. Allora bisogna che ci mettiamo totalmente sottomessi: la mente, la volontà e il cuore, sì.
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«Tu lo dici, io sono Re». L'ha detto chiaro.
«Io per questo sono nato». Cioè per portarci la verità, la santità.
«E per questo sono venuto al mondo». Affinché il nostro essere, tutto sottomesso a Gesù Cristo.
«Per rendere testimonianza alla verità». Cioè per predicarla.
«Chiunque è dalla verità ascolta la mia voce». Cioè coloro che credono: «ascolta la mia voce». Allora saremo buoni sudditi. Tutto il nostro essere, particolarmente nell'intimo; e poi quello che è l'azione, la vita.
Quindi quest'oggi fare la sottomissione, la sottomissione di tutto il nostro essere, tutto a Gesù Cristo, uniformandoci in tutta la mente, [in] tutta la volontà, [in] tutto il cuore. Allora veri sudditi. E quando poi al giudizio, allora Re Giudice, Giudice perché Re. Sì, allora compirà il suo ufficio di Giudice come Re; giudicare come noi...
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1 Nastro 142/a (= cassetta 226/a.1). - Voce incisa: “Ultima Domenica di ottobre. Festa di Cristo Re: meditazione del PM”. In PM, nessun accenno cronologico (cf PM e nostra nota in c480). - dAS, 30 ottobre 1966 (domenica): «Al mattino celebra [il PM] m.s. cappella CGSSP» (cf dAS in c9).

2 Gv 18,33-37.

1 Cf Mt 5,3-10.

1 Mt 25,34.