Beato Giacomo Alberione

Opera Omnia

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49. «MOLTI SONO I CHIAMATI» (Domenica XIX dopo Pentecoste)

Meditazione alla Comunità delle Pie Discepole del Divin Maestro.
Roma, Via A. Severo 56, 9 ottobre 19661

«Se vi adirate, non vogliate peccare; il sole non tramonti sulla vostra ira, e non date posto al diavolo», nell'Epistola2.
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Ora il Vangelo1: «In quel tempo: Gesù parlava in parabole ai capi dei sacerdoti e ai farisei, dicendo: il regno dei cieli è simile ad un re che celebrò le nozze del figlio suo». Chi è il re? È il Padre celeste. «Il regno dei cieli è simile ad un re che celebrò le nozze del figlio suo». Cioè, Gesù Cristo, il quale si unì con le anime.
«Egli mandò i suoi servi a chiamare gli invitati alle nozze, ma essi non volevano venire». E quanti hanno sentito il Vangelo e non hanno creduto!
«E di nuovo mandò altri servi dicendo: annunziate agli invitati: ecco ho preparato il mio banchetto, i buoi e gli animali ingrassati sono stati uccisi e tutto è pronto. Venite alle nozze». E cioè, la predicazione degli Apostoli e dei sacerdoti.
«Ma essi non ne tennero conto e se ne andarono chi al suo podere e chi al proprio affare; gli altri poi, presero i suoi servi, li oltraggiarono e li uccisero». Li uccisero - i martiri - anziché ricevere il Vangelo.
«Allora, udendo questo, il re si sdegnò». Dio.
«E mandò i suoi eserciti a sterminare quegli omicidi e ad incendiare la loro città». Il che vuol dire: tutti muoiono e quindi passeranno all'eternità, e allora avranno quello che [si] meritano.
«Quindi disse ai servi: le nozze sono pronte, ma gli invitati non ne erano degni. Andate, dunque, nei crocicchi delle strade e quanti incontrerete invitateli alle nozze. E i servi usciti per le vie raccolsero tutti quelli che vi trovarono, cattivi e buoni, e la sala del convito fu piena di commensali». E cioè, è specialmente il popolo che crede alla fede secondo il Vangelo, secondo la Chiesa.
«Il re entrò per vedere quelli che erano a mensa e vide un uomo che non indossava l'abito di nozze». Cioè, non aveva la grazia. «E gli disse: amico, come mai sei entrato qui senza la veste nuziale?». Cioè senza la grazia, alla comunione.
«Quello non aprì bocca. Allora il re disse ai servi: legatelo mani e piedi e gettatelo nelle tenebre esteriori dove sarà pianto e stridore di denti». L'eternità del castigo.
«Poiché molti sono i chiamati, ma pochi sono gli eletti». Cioè tutti son chiamati al Vangelo, alla Chiesa; ma «poiché molti sono chiamati ma pochi sono gli eletti».
E quindi il Vangelo si conchiude con: «Lode a te, o Cristo», il quale predicò il Vangelo.
E quelli che lo hanno rifiutato e hanno ancora perseguitato i cristiani. E allora, se si son rifiutati di accogliere il Vangelo, allora si rivolsero, gli Apostoli... I predicatori, i sacerdoti si rivolgono piuttosto alla povera gente, al popolo ordinario, o agricoltori, o operai, e molti entrano nella Chiesa e vivono cristianamente e allora potranno entrare in cielo. Ma anche tra i cristiani può esserci uno che non ha l'abito di nozze, cioè la grazia, e quindi può essere un sacramento ricevuto con un altro peccato. E, quindi: «legatelo mani e piedi e gettatelo nelle tenebre esteriori dove sarà pianto e stridore di denti».
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Qui dobbiamo considerare quello che ci aspetta nell'eternità, sì, quello che ci aspetta nell'eternità. Bisogna fare oggi, sì, sempre, ma oggi in particolare: [atti di] fede nel paradiso, la vita eterna; fede nel purgatorio per chi non ha peccato grave, ma ha ancora da purificarsi; e, terzo, l'inferno. Quindi spesso ricordare i tre posti che ci aspettano al di là dalla vita presente. Quando noi passeremo dalla vita presente alla vita eterna: paradiso, purgatorio, inferno. Questi tre punti che sono tre dogmi da credere e quindi meditarli. Purtroppo si parla, così, un po' chiaro, alle volte, ma molte volte non abbastanza. E si vergognano alcuni (...); e lo stesso nel fare il catechismo o la predicazione a un complesso di persone, specialmente se sono persone un po' distinte.
E bisogna che [si parli] chiaramente: al di là vi sono tre condizioni, tre posti, possiamo dire, e cioè: il paradiso, che è aperto per tutti i buoni; è aperto il purgatorio quando non abbiamo ancora finito di soddisfare le nostre deficienze, le nostre mancanze; poi il timore grande dell'inferno. Chiaro ha detto Gesù nel Vangelo, sì. Se noi teniamo sempre presenti questi tre dogmi: e il paradiso e il purgatorio e l'inferno, certamente faremo una vita migliore: più fede, più delicatezza, più anche carità. E poi che noi chiediamo al Signore che tutti arrivino all'eterna felicità, sì. Sui dodici Apostoli: undici santi, uno caduto nella condanna. «Amico, come mai sei entrato qui senza la veste nuziale?. Quello non aprì bocca. Allora il re disse ai servi: legatelo... ecc.». Sì.
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Cosa [è] veramente necessario? Si fanno tante letture, più o meno se ne fanno o magari (...) o libri vari; ma bisogna leggere e meditare il catechismo, il catechismo. Vi sono troppe persone che hanno una maniera [propria] di pensare. Bisogna che ci puntiamo bene sulle verità come sono esposte nel catechismo: quel che è la fede; e quello che è la speranza per vivere bene; e poi l'amore, carità verso Dio e verso il prossimo.
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E il catechismo è diviso in tre parti, e cioè, le verità: Dio, Uno e Trino; Gesù Cristo; Chiesa, ecc. E poi l'osservanza dei comandamenti, a cui noi dobbiamo aggiungere i voti per la perfezione. E poi la preghiera. La preghiera principale: la Messa, e tutti i sacramenti, ma specialmente il sacramento dell'Eucaristia; e primo la confessione. Se noi facessimo ancora valere la cresima, la quale è data per la fede.
Quindi considerare: le verità; la morale, la vita pratica; e poi la liturgia e tutto quello che (...). Dopo i sacramenti è la preghiera quotidiana: mattino, sera, Adorazione, ecc.
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Perché sant'Alfonso predicava sempre nella [stess] maniera, cioè: vi è un paradiso, vi è un purgatorio e vi è un inferno; quelle [verità] dominavano le sue prediche, sì. E qualche volta si vogliono pensare e leggere cose alte! Leggiamo quel che è fondamentale!
Poi segue e viene meditato e si prega (...) praticamente come abbiamo da fare la glorificazione di Dio, perché l'amor proprio... Quando sarà l'amore perfetto? Quando cerchiamo la gloria di Dio e passiamo attraverso a Cristo, [ci] conformiamo a Gesù Cristo; e poi per mezzo di Dio che possiamo ottenere più grazie per vivere meglio (...).
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Quindi meditare particolarmente le cose del catechismo: le verità, la pratica, i comandamenti, ecc.; e poi la preghiera sacramentale, centrale nella Messa, e poi gli altri sacramenti. E abbiamo ricevuto il battesimo, la cresima, e confessione; e dopo, la Professione religiosa. Meditare quello che è fondamentale. Più volte ho dovuto constatare dalle suore che leggono le cose che non sono fatte per loro (...). Leggano il catechismo! E approfondiscano il catechismo, e lo spieghino il catechismo.
E sto anche predicandolo, alla domenica, a quelli che sono adulti, magari qualcheduno già avvocato, ragioniere, ecc.: chi legge il catechismo, la spiegazione del catechismo. Bisogna che stiamo sopra a quello che è fondamentale. Quello, che si ha da meditare.
Sia lodato Gesù Cristo.
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1 Nastro 141/b (= cassetta 225/a.2). - Voce incisa: “Domenica XIX dopo Pentecoste”. In PM, nessun accenno cronologico (cf PM in c440 e anche nostra nota). - dAS, 9 ottobre 1966 (domenica): «Meditazione e Messa alle PD (cappella CGSSP)».

2 Epistola: Ef 4,23-28.

1 Mt 22,1-14.