Beato Giacomo Alberione

Opera Omnia

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2. GESÙ NOSTRA SALVEZZA (Santissimo Nome di Gesù)

Meditazione alla Comunità delle Pie Discepole del Divin Maestro.
Roma, Via A. Severo 56, 2 gennaio 19661

In quel tempo: Quando si compirono gli otto giorni prescritti per la circoncisione del Bambino, gli fu posto il nome di Gesù che gli era stato dato dall'angelo prima che fosse concepito nel seno materno2.
Poi l'Epistola, che è presa dagli Atti degli Apostoli.
«In quei giorni: Pietro, pieno di Spirito Santo disse: Capi del popolo ed anziani, ascoltate:...».
Era prima venuto il miracolo, quando Pietro e Giovanni salendo al tempio si incontrarono in un uomo infelice, tutto storpio, i piedi e le gambe; non poteva stare in piedi; e veniva portato [presso la porta «Bella» del tempio] per chiedere l'elemosina, portato dai suoi; e vedendo arrivare Pietro e Giovanni stese la mano chiedendo la carità. E Gesù volle fare il miracolo. Pietro disse a colui che era infelice, che stendeva la mano: «Noi non abbiamo né oro né argento, ma ti diamo ciò che abbiamo, e cioè: alzati e cammina!». E si raddrizzarono le gambe e i piedi; e allora si mise in piedi e con gioia saltava e [si] accompagnava all'entrata, [si] accompagnava con Pietro e Giovanni. E molta gente si era radunata ammirando il prodigio che era stato fatto. E allora Pietro predicava alla turba che si era radunata. Ma i farisei e i sacerdoti ebrei erano molto disgustati, irritati e allora chiesero perché egli aveva fatto [questo], Pietro con Giovanni. E allora Pietro fece un discorso lungo. E cioè, non erano loro che avevano fatto il prodigio, ma Gesù Cristo; [essi avevano] invocato Gesù Cristo; e che Gesù Cristo era stato da loro crocifisso e che era il Salvatore. Ecco, adesso, se noi oggi dobbiamo rispondere in giudizio del bene operato a vantaggio di un uomo infermo e dichiarare in virtù di chi egli sia stato guarito, «sia noto a tutti voi e a tutto il popolo di Israele: è per il Nome di Nostro Signore Gesù Cristo, il Nazareno, che voi avete crocifisso e che Dio risuscitò dai morti; per questo Nome costui ora sta davanti a voi sano». Questo Nome: Gesù Cristo. «Egli è la pietra che voi costruttori avete scartata e che è divenuta la pietra angolare. E in nessun altro è la salvezza. Non c'è, infatti, sotto il cielo alcun altro nome dato agli uomini in virtù del quale dobbiamo essere salvati»3.
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E cioè, solamente nel Nome di Gesù Cristo possiamo essere salvati. Perché? Perché, per entrare in paradiso, che è la vita eterna, occorre assolutamente la grazia. E la grazia soltanto Gesù Cristo l'ha portata al mondo, all'uomo, e non vi è altra via per arrivare alla salvezza. «Non c'è infatti, sotto il cielo, alcun altro nome dato agli uomini in virtù del quale dobbiamo essere salvati».
Quindi, già l'arcangelo aveva annunziato il nome di Gesù, cioè colui che doveva essere concepito nel seno della Vergine; quindi gli diede il nome prima che fosse incarnato il Figlio di Dio. E allora alla circoncisione gli imposero il nome di Gesù, che vuol dire Salvatore, il Salvatore.
Rovinata la umanità dal peccato originale, non vi era altra speranza, sia nell'antico tempo, prima che Gesù Cristo venisse, e sia adesso che Gesù Cristo è venuto. Non c'è altra speranza che in Gesù. «Non c'è infatti, sotto il cielo, alcun altro nome dato agli uomini in virtù del quale dobbiamo essere salvati». Siamo, cioè, salvati soltanto nel Nome di Gesù Cristo. Perché, per l'ingresso in cielo, il gaudio eterno, è necessaria la grazia. Ora la grazia procede tutta da Gesù Cristo. E allora, o ci rivolgiamo a lui, oppure rimaniamo a mani vuote e non possiamo entrare nel cielo.
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Quindi il nome di Gesù: Salvatore; il Salvatore dell'umanità di tutti i tempi: quella che ha preceduto l'incarnazione del Figliuolo di Dio; e poi durante la vita di Gesù Cristo; e quello che è il tempo dopo Gesù Cristo.
Quelli che han preceduto il Figlio di Dio incarnato, anche nel tempo antico potevano salvarsi pensando al futuro Messia; e sperando nel Messia, ricevevano la grazia.
Allora, poi, dopo Gesù Cristo. E tutti coloro che vogliono arrivare alla salvezza, tutti devono orientarsi verso il presepio e verso la croce di Gesù Cristo e la sua risurrezione. E Gesù Cristo sta alla destra del Padre. Tutti, e soltanto possono aver la grazia - ma tutti possono averla - e soltanto, però, in Gesù Cristo.
Anche Maria, concepita senza peccato originale, quindi subito santificata; nel momento in cui fu creata la sua anima già è stata comunicata in lei la grazia che fu per i futuri meriti di Gesù Cristo. Quindi e san Giuseppe e Maria sono stati santificati: Maria, nella concezione; san Giuseppe poi; e poi il Giovanni Battista.
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Tutti e sempre e solo vengono e venivano alla salvezza solamente in Gesù Cristo, perché: «senza di me non fate nulla»1 assolutamente, di bene. Si possono fare le cose materiali come può farle un ebreo o un incredulo, è però un'opera umana; ma perché abbia merito quell'azione, anche buona... quell'azione però non ha un valore soprannaturale che vale per il paradiso; è un'opera buona in sé e si merita la lode di aver fatto un'opera buona in sé; ma perché l'opera buona valga per entrare in cielo è necessario aver la grazia, cioè pregare Gesù Cristo e ricevere i mezzi che Gesù Cristo ha istituito per la grazia, cominciando dal sacramento del battesimo (...). Quindi non vi è altro, «non c'è infatti sotto il cielo, alcun altro nome dato agli uomini in virtù del quale dobbiamo essere salvati». Ecco, non c'è altro.
Quindi occorre che noi pensiamo che, se vogliamo che le nostre opere abbiano valore per l'eternità: in Gesù Cristo; cioè, fede in Gesù Cristo, colui [che] comunica il merito, la grazia. Quindi: sine me nihil potestis facere1, sì.
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Dio Padre contempla il suo Figlio incarnato che ha redento l'umanità; ma lui, il Padre celeste, riceve solamente coloro che passano dal Figlio incarnato e morto sulla croce. Bisogna passare di lì. Vi è spesso un modo di pensare e di pregare, come se fossero le nostre orazioni, perché sappiamo dire delle preghiere, così, in senso umano. Ma quello che possono valere le nostre preghiere, se sono appoggiate: per Christum Dominum nostrum. Come fa la Chiesa, che le preghiere, gli Oremus son sempre con la conclusione: per Christum, per Dominum nostrum Iesum Christum, ecc. E quindi le nostre preghiere, non si pensi che basti dir delle parole; bisogna però che le nostre parole siano offerte a Gesù Cristo e passino di lì, allora le nostre parole hanno un valore in Gesù Cristo. E neppur la Chiesa domanda grazie da sé. Ma la Chiesa, che pure è santa e senza macchia1, la Chiesa, tutta la Chiesa bisogna che domandi le grazie: per Christum, per eundem Christum, ed altre espressioni simili.
Oh, e quanto ci ama il Padre, quanto ci ama il Padre! Il Padre celeste ama coloro che amano Gesù Cristo; il Padre ama soltanto quelli che hanno amato il suo Figlio, Gesù Cristo incarnato, il Verbo di Dio. Quindi, [tr] cielo e terra c'è un punto solo in mezzo; tra il cielo e la terra: Gesù Cristo (...) e il calvario. E non vi è altro uomo, altra persona, altro nome per arrivare alla salvezza.
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E ci è applicata la grazia dal battesimo. E se noi abbiamo il battesimo, abbiamo la grazia anche prima degli altri sacramenti, e le nostre opere divengono buone, divengono meritorie per il cielo. Poi, quanto agli altri sacramenti, e c'è sempre aumento di grazia, quindi lui, Gesù Cristo, prende sempre più possesso dell'anima nostra, secondo noi riceviamo altri sacramenti.
Abituarsi a invocare Gesù Cristo. Et non est in alio aliquo salus1; è quello che è stato scritto: non vi è salvezza se non in Gesù Cristo. Ma in Gesù Cristo, tutto, tutto il valore. Ma oltre che ricevere i sacramenti, anche invocare Gesù Cristo sovente: è il Salvatore, è tutto. Anche tutte le novene che si fanno e tutte le preghiere che si fanno, tutte bisogna che siano appoggiate ai meriti di Gesù Cristo: per eundem Christum Dominum nostrum. Perché la nostra preghiera, in sé può aver valore, cioè, può aver un valore umano, ma perché abbia valore soprannaturale: per i meriti di Gesù Cristo. Sempre.
Invochiamo sovente il nome di Gesù! Si disperdono anime, credono che fare una novena, o fare la promessa di fare un'offerta, ecc... bisogna sempre che siano tutte le cose appoggiate a Gesù Cristo. E se in noi non vi è la grazia. cioè non c'è Gesù Cristo, come sono le preghiere nostre? Tanti che ricorrono a Gesù Cristo, in quanto sono in disgrazie particolari. Prima mettersi in grazia, cioè togliere il peccato, e allora Gesù Cristo interviene con la sua grazia.
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Perciò pensare che, nella Famiglia Paolina, vi è appunto questa divozione chiara, sicura: la divozione all'Ostia Santa; quindi i sacramenti: Confessione e Comunione; e poi la Visita al Santissimo Sacramento, sì. Oh! Allora, come è fatta la nostra preghiera?
Oh! Noi, in questo mese, onoriamo Gesù Cristo sotto il titolo di Maestro. Gesù Cristo, il Divino Maestro; gennaio è consacrato a Gesù Maestro. Quindi, come santificarlo questo mese? Bisogna sempre partire dal centro, dalla fonte, e cioè: il Vangelo, la Messa, la Comunione, l'Adorazione. Ma che preveda ognuno, e cioè, leggere il Vangelo, conoscere il Maestro Gesù. E come Gesù ha detto: Non vi è sulla terra altro Maestro, uno è il Maestro, ha detto Gesù1...
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1 Nastro 120/d (= cassetta 204/b). - Voce incisa: “Meditazione del PM. 2 gennaio 1966: festa del Nome Santissimo di Gesù”. - In PM, nessun accenno cronologico. - dAS, 2 gennaio 1966: «m.s. giorno festivo, celebrazione cappella CG» [= more solito; e cioè: il PM celebra la Messa nella cappella di CGSSP per la comunità delle PD e tiene per loro la meditazione].

2 Lc 2,21.

3 Cf At 3,1-27; 4,1-12.

1 Gv 15,5.

1 Cf Ef 5,27.

1 At 4,12.

1 Cf Mt 23,8.