16. L'OBBEDIENTE CANTERÀ VITTORIA (Chiusura degli Esercizi Spirituali)
Esercizi Spirituali (9-17 marzo 1966) al grupppo di formazione delle Pie Discepole del Divin Maestro.
Ariccia, Casa Divin Maestro, 17 marzo 19661
Avete questa missione particolare di far conoscere e vivere la vita di Gesù Cristo Maestro, Via, Verità e Vita. Mi sembra che, in generale, tutte avete la divozione a Gesù Maestro. Ma c'è una certa scarsità ancora di conoscerlo, e quindi meditarlo, e quindi viverlo in quanto è Via, Verità e Vita. Bisogna che adesso, negli anni seguenti, specialmente entrando nel noviziato e poi nel tempo dei voti temporanei: penetrare il Maestro in quanto è Via, Verità e Vita.
Ora, certo, vale il libro di don Roatta2; ma quello che è perfetto, direi, come libro, come insegnamento, i quattro volumi3, in quanto è, Gesù Maestro, è Via e Verità e Vita. Ci manca ancora tanto, eh! Allora c'è da pregare e quindi da vedere e meditare il Vangelob in quanto è Via, Verità e Vita. E se poi si ha da insegnare, quelle tra di voi che hanno studi particolari, penetrino nei volumi di don Dragone4. Tre sono usciti, un quarto uscirà fra poco tempo. È la missione, è la vita vostra.
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Oh, seconda cosa. L'altro giorno abbiamo fatto la meditazione sopra la confessione1, il grande sacramento di purificazione e, nello stesso tempo, il sacramento della penitenza è come grande mezzo per il progresso spirituale togliendo ciò che è difettoso e mettere ciò che è virtuoso. Toglier ciò che è difettoso e metter ciò che è santificante, virtuoso. Ora, la caratteristica della confessione per religiose che vogliono progredire, in generale, che vogliono progredire: confessione breve, confessioni brevi. Non perdersi in piccole cose o in cose accidentali; fermarsi bene su quello che è veramente di pentimento e di proposito, bene, abbreviando, quindi la confessione; nella maniera giusta, però, non per togliere quel tempo; il tempo necessario ci vuole. Però, nella vostra formazione, in gran parte o, almeno, in otto su dieci, la direzione viene fatta dalla maestra delle novizie, e dalle suore, dalle Madri che guidano nei tempi, negli anni dei voti temporanei.
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Ora, poi: non far la direzione spirituale, non far la direzione spirituale per lettera; eccetto qualche caso che ci sia qualche lettera alle suore o alle Madri; ma non si tengano corrispondenze per lettera, per direzione. E quindi che cosa succederebbe? Mi sono capitate lettere varie da... qualche tempo fa, alcuni [mesi] fa. Queste cose disturbano lo spirito; disturbano. Vadano a far bene l'Adorazione; si accusino, si confessino bene, ciascheduna, di quello che si deve confessare, ma poi veramente impegnarsi. (C'è già un carico di propositi, neh? ho visto le valigie piene, ci saranno anche dentro?) Ma allora, quelle anime che si mettono in questa relazione... divien una relazione umana, ecco. Allora, sì, non continuare la corrispondenza. E magari c'è qualcheduna che è in Italia, e una è in Asia, oppure in Africa o in America... Quello vuol dire, che alla fine non c'è la perfetta castità. Perché la perfetta castità, c'è la parte negativa e c'è... La parte positiva, qual è? Il cuore tutto a Dio, l'amore a Dio; perché la parte negativa è togliere quel che è male; ma soprattutto è mettere il bene, cioè l'amore a Dio e l'amore alle anime, la parte positiva della castità; come positiva [per] la povertà è di lavorare; e come per il voto di obbedienza, la parte negativa è [la] disobbedienza, e la parte positiva è obbedire, sì. Considerare bene, nella chiarezza della vita religiosa, quando dovrete fare la Professione, in questo senso; e poi successivamente, quando si ripetono i voti; e dopo si devono vivere in tutta la vita.
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Oh! Riguardo poi al ricordo di questi Esercizi, per mia parte è questo: obbedienza. Prima - ho detto - la preghiera. La preghiera che fate abbondantemente, ma che sia più perfettamente per mezzo della fede, speranza e carità1. Ma come altra sicurezza, altra via veramente sicura di santificazione è l'obbedienza, l'obbedienza usque ad mortem, mortem autem crucis2. Cioè, l'obbedienza di Gesù: subditus illis3: soggetto a Maria ed a Giuseppe, Gesù; e poi l'obbedienza fino alla morte e morte di croce. L'obbedienza. L'obbedienza è quella che assicura la santificazione. Perché? E perché si sono abbracciate le Costituzioni, il libro che viene consegnato quando si fa la Professione o quando lo si presenta per l'entrata al noviziato. La suora è messa su una strada sicura, tranquilla; sempre che, quel che fa, piace a Dio. E quindi fare questa obbedienza in grande amore e letizia, ecco la via è sicurissima; e, d'altra parte, è sempre una sottomissione al volere di Dio. L'uomo obbediente sarà felice sempre, vir oboediens loquetur victorias4, e cioè, tutte le vittorie e quindi tutti i progressi. Beato colui che è obbediente, canterà vittoria sopra le proprie passioni, le proprie particolarità, ecc.; ma nell'obbedienza non obbediamo mai all'amor proprio, ma obbediamo a Dio; e, qualche volta, si vorrebbe adattare il nostro capriccio come se fosse obbedienza. Quello che procede dal nostro io, non procede da Dio.
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Ora, questa obbedienza che assicura, quindi, la strada della santificazione; sicura questa santificazione dall'osservanza delle Costituzioni. E quindi metterci nella pace della vita religiosa. Non, ancora avere il cuore un po' ai parenti. Bisogna, ai parenti, mandare delle preghiere, e cioè, pregare perché si santifichino, si salvino tutti; ma il cuore non è più là, in famiglia; il cuore è messo nella vita religiosa, se no, non c'è l'obbedienza, non c'è l'obbedienza. Bisogna mettere il cuore nell'Istituto; il cuore, la testa, le forze che abbiamo, l'impegno, secondo l'intelligenza, secondo la salute. Bisogna proprio che ci sia questa obbedienza, cioè: mi dono e offro1. E se poi lo teniamo per noi il cuore, il nostro io, oppure verso altre persone, oppure ancora in famiglia? Questo dev'essere penetrato bene, bisogna che sia capito bene. Che diventino, quelle che fan le Professioni, divengano di Dio! Lo sposo celeste lo si abbraccia? L'anima, la sposa si unisce strettamente allo sposo, Gesù Cristo? Oppure glielo dà solo in parte il cuore? Oh! E bisogna proprio capire che le anime, facendo la Professione, danno tutto il cuore al Signore; e quindi il cuore è in Dio, e nella Congregazione, e in tutto l'apostolato che si deve fare e che ciascheduno ha da fare per la santificazione.
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Quindi l'obbedienza: l'obbedienza nelle Costituzioni, obbedienza a chi deve disporre, a chi si ha da dipendere; supponiamo in un ufficio, in una attività c'è una a capo; e anche se ci sono due cuoche, ci deve essere una che obbedisce, ecc. Chi dispone ha da rendere conto a Dio, e chi ha da... chi obbedisce guadagna il merito, ecco. Oh! È tanto difficile comandare; ed è più difficile comandare che non, obbedire, certamente. E poi si deve rendere conto a Dio di quello che viene disposto. Vir oboediens loquetur victorias1. La vittoria è questa: la vittoria è sopra il nostro volere, i nostri capricci, il nostro cuore, dove... sì, vittoria su noi stessi, in sostanza; dobbiamo vincere noi stessi. Quindi: le Costituzioni, chi guida l'Istituto, chi dispone, chi affida un ufficio o un altro, secondo i tempi. Oh, quanto sarà grande [il premio]! Quanto più noi ci sottomettiamo, tanto più andiamo sù, in paradiso, neh? E Gesù Cristo che l'ha fatto fino alla morte, sù siede alla destra del Padre. E allora, attorno allo sposo celeste, ecco, sì. Allora la vita religiosa bene osservata.
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Ora, tre piccoli insegnamenti. Il primo è questo: noi abbiamo da confermare quello che i nostri padrini... Quando siamo stati portati al battesimo, ecco, i padrini a nostro nome hanno, a nome del bambino, i padrini hanno dichiarato che si vuole credere. La fede, sì. Credere, quindi. Espressione, manifestazione della propria fede:
[1] credere in Dio, credere nella Trinità, ecc.;
2. l'impegno di vivere da veri cristiani;
3. allora, la grazia del sacramento per cui il bambino, che era una persona umana, e invece battezzato nel nome del Padre, del Figlio, dello Spirito Santo, diviene un cristiano.
Quindi i padrini hanno fatto le promesse che sono: credere; seguire i comandamenti; e vivere in grazia di Dio, vivere la vita cristiana.
Ora, quello che hanno fatto i nostri padrini, adesso dobbiamo ripeterlo e ammetterlo. E ringraziare il Signore che i padrini ci hanno preso questo impegno che adesso si deve osservare da noi. Quindi pensare ai voti battesimali. E certamente ci impegniamo sempre meglio a vivere il battesimo.
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Secondo, vi sono i voti religiosi. E molte di voi hanno già fatta la Professione, e altre state per farla, la Professione. E allora, per chi già li ha emessi [i voti] allora c'è da rinnovarli; e per chi non li ha ancora emessi, tuttavia già si fa un proposito, volendolo, un proposito di farli e di osservarli quando ci sarà l'impegno, cioè quando ci sarà la emissione dei voti. Quindi, per chi già li ha, rinnovarli con gran fervore e con impegno di osservarli; e per chi dovrà emetterli, domandare la grazia di emetterli con tutto il cuore, e poi, con la grazia di osservarli. E quindi adesso rinnovarli; e impegnarsi, coloro che dovranno, hanno da emetterli a suo tempo. (Allora, nel libro, pag. 37). Chi non li ha ancora emessi, può farli privatamente; non sono ancora i voti religiosi, ma sono già voti individuali, personali.
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Terza cosa: rinnovare i propositi che già avete fatti in questi giorni, e adesso, per la conclusione, ripetere le promesse, i voti, cioè i propositi che avete già preparati e che dovete, ciascheduna, metterli davanti a Gesù perché siano benedetti dalla grazia di Dio, dalla Vergine Santissima e da san Paolo.
Perciò adesso in silenzio, due minuti in silenzio, e quindi ciascheduna esponga al Signore Gesù, i propri propositi come fatti. (Due minuti di silenzio). Ora la benedizione col crocifisso per l'indulgenzia plenaria.
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1 Nastro 86/e (= cassetta 211/b). Per la datazione, cf PM: «L'altro giorno abbiamo fatto la meditazione sopra la confessione» (cf PM in c99)». «Entrando in noviziato e poi nel tempo dei voti temporanei penetrare il Maestro Via, Verità e Vita». - dAS, 17 marzo 1966: «Pomeriggio, parte il PM per Ariccia per la chiusura degli Esercizi delle PD». - VV (cf c99).
2 Si tratta del sacerdote paolino Roatta Giovanni Giuseppe (1913-1985), che fece particolari studi su Gesù Maestro.
3 Si tratta del sacerdote paolino Dragone Carlo Tommaso (1911-1974) che fece particolari studi su Gesù Maestro. I volumi qui ricordati sono rimasti tre, perché il quarto non fu stampato.
4 Si tratta del sacerdote paolino Dragone Carlo Tommaso (1911-1974) che fece particolari studi su Gesù Maestro. I volumi qui ricordati sono rimasti tre, perché il quarto non fu stampato.
1 Cf numero marginale 116.
1 Riferimento alla meditazione precedente, n. 15.
2 Fil 2,8.
3 Lc 2,51.
4 Pr 21,28.
1 Parole tratte dalla formula della Professione religiosa [cf Costituzioni delle Pie Discepole del Divin Maestro, (1960), art. 99].
1 Pr 21,28, il testo latino è: victoriam.