Beato Giacomo Alberione

Opera Omnia

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50. CHIAMATI A UNA PIÙ ALTA SANTITÀ (Domenica XX dopo Pentecoste)

Meditazione alla Comunità delle Pie Discepole del Divin Maestro.
Roma, Via A. Severo 56, 16 ottobre 19661

Dal Vangelo secondo Giovanni. In quel tempo: C'era un funzionario regio il cui figlio era ammalato, in Cafarnao. E avendo appreso che Gesù dalla Giudea era venuto in Galilea, andò da lui e lo pregava di discendere e di guarire suo figlio che stava per morire. Gesù gli disse: «Se non vedete miracoli e prodigi, voi non credete». E il,funzionario gli rispose: «Signore, discendi prima che mio figlio muoia». E Gesù gli disse: « Va', tuo figlio vive». Quell'uomo credette alla parola che Gesù gli aveva detto e se ne andò. E già era sulla via del ritorno quando i servi, venendogli incontro, annunziarono che suo figlio viveva. Allora egli domandò in quale ora avesse cominciato a star meglio. Ed essi gli risposero: «Ieri all'ora settima la febbre l'ha lasciato». Il padre allora riconobbe che era proprio quella l'ora in cui Gesù gli aveva detto: «Tuo figlio vive». E credette lui e tutta la sua famiglia2.
In questa giornata molti sono gli insegnamenti, ma almeno uno: fede. Ottenere il dono della fede. Il dono della fede, in una certa misura, l'abbiamo ricevuto dal battesimo: fede e speranza e carità. Però vi è fede e fede.
E, in questo caso, quel figliuolo stava per morire. Il padre ricorse a Gesù Cristo: «Signore, discendi prima che il mio figlio muoia». E Gesù gli disse: «Va', tuo figlio vive». Quell'uomo ebbe fede in Gesù Cristo, e la sua fede è stata premiata. Perché in quel momento che Gesù aveva detto: «tuo figlio vive», era allora, in quel momento, il miracolo della guarigione del figlio; all'improvviso, improvvisa guarigione. Fede.
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Vi sono persone che vivono secondo la fede. E vivono di fede. Altre volte vi sono persone che hanno una fede soltanto - diciamo - per i dogmi; i dogmi che sono recitati dal Credo, sì. Ma la fede è necessario che venga penetrata, la fede, quando si ha una vocazione. La vocazione è per la santità. Quando si è stati chiamati dal Signore alla santità, la fede era viva, sentita. E adesso, è viva? E si sente sempre di più, la fede? Perché la vocazione è vocazione alla santità. Vi è la fede per il buon cristiano, e vi è poi, sopra la fede del cristiano, la fede religiosa. E la fede è per la santificazione superiore rispetto alla vita cristiana. La fede, quindi, di avere la sicurezza che il Signore ci dà le grazie proprio per la santificazione religiosa. E bisogna sempre considerare che è diversa la fede del cristiano. E dev'essere migliore la fede delle persone religiose. Fateci santi! Sì, una santificazione superiore, e quindi la fede di ricevere le grazie per la vita di santificazione religiosa, sì.
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Ora, non possiamo fermarci soltanto a pensare come sono i buoni cristiani; ma adesso è necessario credere, aver la fede per le grazie della santificazione. Allora i ragionamenti non possono essere soltanto i ragionamenti umani o i ragionamenti del cristiano. Hanno avuto le grazie, i genitori, per vivere cristianamente. Ma adesso che abbiamo preso la via della santificazione bisogna chiedere e aver fede nelle grazie superiori a quelle che ebbero i buoni cristiani, se la nostra fede, come cristiano, non è sufficiente. Occorre la fede della santificazione, e cioè, che il Signore dà le grazie superiori. E quante volte si ragiona con persone le quali non hanno fede; ma [vi sono] quelle persone che hanno già la fede, secondo la vita cristiana, sì. Ma noi dobbiamo parlare in un'altra maniera, pensare. Avere delle espressioni e delle convinzioni che procedono dalla luce di Dio, dalla grazia di una maggior fede. Perciò, questa mattina, da chiedere e aver fede che siamo chiamati ad una santità superiore (...).
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E allora c'è questa fede? Molte volte è scarsa; e vi sono ragionamenti, alle volte, soltanto umani, tutt'al più come se avessero soltanto la vita cristiana. Non bisogna fermarci alla virtù. Delle persone che erano nelle nostre famiglie, vivevano cristianamente. Ma adesso bisogna fare una vita superiore. La fede è quella che ci ha portati alla vita religiosa, sì; cioè: donarci totalmente a Dio e quindi i voti: povertà, castità e obbedienza, sì. E ricordare quello che ci hanno insegnato, specialmente alla formazione, al noviziato e agli anni dei voti temporanei. Ma adesso, dobbiamo e possiamo soltanto vivere come si viveva i voti temporanei? Purtroppo che molte persone dopo la Professione si fermano e, forse, qualche volta, indietreggiano come virtù, sì. E poi certi ragionamenti: e perché si è più avanti negli anni, ecc. Allora c'è il dovere maggiore di dare esempio e di vivere la vita perfetta, sempre più perfetta nella povertà, castità e obbedienza, e nella osservanza delle Costituzioni, e poi nei doveri quotidiani. E, tante volte: persone consacrate a Dio, però non sono cresciute nella fede. E quindi la fede di aver le grazie, e domandarle quotidianamente, sì. Allora, quando c'è questa fede, la sicurezza di ottenere le grazie della santificazione, sì. Altro sono le grazie materiali, e altro sono le grazie della vita cristiana, e altro è la fede della vita religiosa.
Oh! Ma dobbiamo adoperare i mezzi; il raccoglimento abituale poi, quando si fa la comunione, quando si assiste alla Messa, si partecipa alla Messa; e poi tutte le preghiere della giornata siano tutte illuminate dalla fede religiosa.
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E quest'uomo non ha chiesto soltanto le medicine e il medico, ma ha chiesto il miracolo a Gesù. Quindi la sua fede è stata molto di più di quella dei semplici uomini comuni; chiede, egli, chiede il miracolo. E il miracolo avvenne.
E chi ha veramente una fede religiosa certamente si santifica, perché in quella fede si pensa sempre più perfettamente, cioè, vivere le Costituzioni e vivere la vita religiosa. Sì, comprenderla e viverla. E quante persone che invece di progredire si fermano, e qualche volta indietreggiano! Oh! Allora, chiediamo, nella giornata presente, una fede di santificazione. I pensieri sempre più elevati; il discorso, il parlare, superiore; sicché tutto [sia] illuminato dalla fede: tutte le azioni, le attività, tutti i passi che possiamo fare nella giornata. La giornata del religioso, della religiosa è tutta una superiorità di grazia e di meriti. Noi ringraziamo il Signore che i nostri genitori ci hanno messi nella via buona, cristiana. Ma poi, la vocazione ci ha messo in un'altra situazione, e quindi, preparati per un posto più elevato in cielo. Ma ci vuole la vita più elevata del cristiano; la vita religiosa invece; non contentarci di essere... E qualche volta si va indietro e si ragionano le cose umanamente; fosse almeno cristianamente; ma è necessario che sia religiosamente, proprio la differenza, perché è differente la nostra vita perché è la chiamata ad una maggior santità e a un maggiore posto, elevazione di gloria in cielo.
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Quindi domandare al Signore una fede religiosa. Credere a ogni articolo delle Costituzioni, a tutte le disposizioni che vengono date. E poi la preghiera dev'essere diversa; l'attività dev'essere diversa; il parlare dev'essere diverso; le aspirazioni, diverse. Sentirci religiosi.
Ecco, ci sono le tre virtù teologali: fede, speranza e carità; poi ci sono le virtù cardinali, le quattro virtù. Ma in mezzo tra le virtù teologali e le virtù cardinali, in mezzo c'è la virtù della religione che noi abbiamo abbracciato. Quindi, oltre fede, speranza e carità del fedele semplice, la virtù della religione, per cui tutto sia religioso, ecc.; anche il prendere il cibo, anche il prendere il riposo, ecc. tutto va considerato in un ordine più elevato; cioè: la vita religiosa, i pensieri religiosi, il parlare religioso, l'operare religioso, e tutto il giorno di 24 ore passate nella virtù della religione, sì.
Purtroppo che, qualche volta, ci abbassiamo invece di elevarci. Chiedere allora la fede religiosa. Anche il miracolo chiedere. E se ho perduto del tempo che almeno ripari (...); quando si è mancato, e allora riparare; e quindi far presto perché il tempo passa, e se il tempo passa almeno almeno adesso impieghiamolo sempre meglio, dominati dai pensieri e dalla fede religiosa.
Sia lodato Gesù Cristo.
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1 Nastro 141/c (= cassetta 225/b.1). - Voce incisa: “Domenica XX dopo Pentecoste: meditazione del PM”. In PM, nessun accenno cronologico (cf PM e nostra nota in c440). - dAS, 16 ottobre 1966 (domenica): «m.s. Roma CGSSP e Castelgandolfo» (cf dAS in c9).

2 Gv 4,46-53.