MEDITAZIONI VARIE 1961
Questa sezione inizia con due ritiri mensili, in ognuno dei quali vengono svolte tre meditazioni. Il primo è tenuto a Roma a chiusura dell’anno 1960. In esso Don Alberione sottolinea il fine dell’incarnazione: Gloria a Dio e pace agli uomini. Quindi spiega ampiamente il significato della Virtù della religione che coinvolge integralmente tutta la persona nei diversi aspetti della vita.
Il secondo ritiro è tenuto a Napoli, in occasione della festa dell’Epifania, e presenta ampiamente le virtù teologali.
Le altre venti meditazioni sono rivolte alla comunità delle Figlie di San Paolo di Roma o della Famiglia Paolina presente nel Santuario Regina Apostolorum o nella cripta (med. 12, 16, 17). Importante è la meditazione dettata in occasione della festa del Divin Maestro in cui il Fondatore si sofferma soprattutto sul ruolo dei maestri di formazione che devono seguire l’esempio di Gesù (med. 3).
Nelle meditazioni tenute ad Albano, Don Alberione sottolinea la missione particolare svolta dalle sorelle e, consapevole della presenza di membri di altre congregazioni, parla dell’importanza della pazienza e invita a contemplare Gesù sofferente, a pregare e offrire la fatica del giorno, ad accettare le proprie pene, a offrire le piccole mortificazioni della mente e del cuore per la conversione dell’umanità, aprendo il cuore alle necessità di tutti… (med. 9, 14).
Degne di rilievo per l’elogio a Maestra Tecla, sono le parole che il Fondatore pronuncia come risposta agli auguri onomastici, rivoltigli dalla comunità (med. 11). Afferma che, come servo della Provvidenza è stato sempre molto assecondato dalla Prima Maestra con la sua collaborazione piena e docilissima, e invita ad imitare e a tenere preziosa la sua vita.
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In questa occasione, sollecita a pregare per il corso di Esercizi straordinari di maggio e sottolinea la necessità di un aggiornamento nella ricerca delle vocazioni.
Un altro aspetto molto importante che percorre le varie meditazioni è la formazione alla preghiera e al raccoglimento. Il Fondatore sottolinea che le pratiche di pietà devono caratterizzare la giornata fin dal mattino (med. 5) attraverso una preghiera umile e perseverante (med. 6 e 10), basata sulla fede (med. 8).
Nella meditazione 12 invita le neo professe perpetue riunite nel Santuario Regina Apostolorum ad alzare lo sguardo ed ammirare la doppia cupola che indica l’impegno di elevarsi dalla terra al cielo. E rivolgendosi alle festeggiate assicura: Vi siete scelto il tutto, cioè Dio che sarà la vostra corona eterna, il vostro premio.
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ESERCIZI SPIRITUALI 1961
Nei mesi che precedono il Corso straordinario di Esercizi spirituali, gli interventi del Beato Alberione agli Esercizi non sono molto frequenti. Si può pensare che egli si sia inserito nella predicazione di altri sacerdoti (cf ES, 14 febbraio 1961). Spesso le tematiche sono ripetute, tuttavia coglie ogni occasione per qualche puntualizzazione che diventi linea-guida, richiamo o sfida per le suore o le superiore. Sembra preoccupato di evidenziare-raccomandare alcuni aspetti che ritiene importanti per il cammino delle Figlie di San Paolo, tra questi specialmente la pietà; la lettura, l’assimilazione e l’annuncio del Libro Sacro; la vita liturgica; le virtù cardinali.
Il Fondatore invita soprattutto a esaminarsi sulla buona pietà, ossia sull’impegno di corrispondere alla propria vocazione tendendo alla perfezione (ES, 22 febbraio 1961, I, p. 206). Perciò gli Esercizi sono specialmente occasione per domandare al Signore la grazia di seguire le pratiche paoline di pietà quotidiane, settimanali, mensili, annuali e migliorarle (ibid.). Con cuore grato, Don Alberione sottolinea l’importanza di porre la pietà a sostegno della missione e ribadisce: Se non avessimo messo nelle Costituzioni l’ora di adorazione, dovremmo domandare perdono al Signore, perché non avreste l’alimento sufficiente per la santificazione, per un buon apostolato e una buona vita religiosa (ibid., p. 207). E insiste: custodire lo spirito vostro che è bello, caro a Dio e vi insegna una via breve per la santificazione. Siate gelosissime del vostro spirito (ES, 6 marzo 1961, II, p. 281).
Viene ribadita l’importanza di valorizzare la Bibbia nella preghiera in quanto è la lettera che Dio ha scritto agli uomini (ES, 6 marzo 1961, III, pp. 287-288), è riferimento e modello di vita. E la Chiesa ha l’incarico di custodirla, di interpretarla, con l’assistenza dello Spirito Santo (ibid., pp. 285-286).
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Tra i mezzi di progresso primeggia l’esame di coscienza, considerato come uno sguardo alla propria anima (ES, 27 febbraio 1961, V, pp. 243-244) per riconoscere le grazie ricevute, scoprire le cause delle mancanze e individuare il cammino da compiere (ES, 10 marzo 1961, V, pp. 300-302). Infatti chi non si conosce non si guida (ibid., p. 304).
Considerando il momento particolare in cui vivono la società, la Chiesa e la Congregazione, in occasione degli Esercizi spirituali Don Alberione si sofferma specialmente sulla prudenza (ES, 27 febbraio 1961, VII, La prudenza pp. 260-267 e ES, 11 marzo 1961, VI, La prudenza pp. 310-317), la prima delle virtù cardinali che illumina tutte le altre virtù; e la evidenzia anche in relazione all’apostolato che mette a contatto con ogni ceto di persona e con le varie situazioni del mondo (ibid., pp. 316-317).
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