IV
LA NOSTRA MISSIONE
HA CARATTERE PASTORALE1
La prossima domenica, seconda dopo Pasqua, si celebra la festa di Gesù Buon Pastore2 (sic!). L’Epistola è presa dalla lettera di S. Pietro, dove egli, come pastore universale della Chiesa, esorta i fedeli ad amare il Signore Gesù, a credere alla sua parola e a santificarsi, mostrando come Gesù buon Pastore ha dato la vita per le pecorelle. Poi il Vangelo sarà tutto sul buon Pastore. Comincia con le parole: «Io sono il buon Pastore, conosco le mie pecorelle. Il mercenario, cioè colui che non è pastore, vedendo il lupo arrivare, fugge, perché non gli importa che le pecorelle siano divorate. Io invece darò la vita per le pecorelle», cioè morirò per loro. Poi va avanti e fra le altre parole ci sono queste: «Ho anche altre pecorelle che non appartengono ancora al mio ovile, ed è necessario che io le conduca al mio ovile», così che si finisce con il fare «del mondo intero un solo ovile sotto un unico pastore»3.
Qualche volta si sente parlare dello spirito pastorale. Sembrerebbe che lo spirito pastorale si rivolga e spetti unicamente al sacerdote. Questo è un errore. Le nostre Famiglie [Paoline] sono tutte di spirito pastorale. Che cosa significa spirito pastorale? Spirito pastorale comprende una mentalità pastorale, una sentimentalità pastorale, un’attività pastorale e zelo pastorale.
Mentalità pastorale vuol dire conoscere il valore di un’anima, che cosa voglia dire per quell’anima essere figlia di Dio o non essere figlia di Dio, cioè non vivere in grazia. Conoscere che cosa sia salvarsi o non salvarsi. Conoscere che le anime,
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per salvarsi, devono innestarsi in Gesù Cristo, cioè credere in Gesù Cristo, seguire Gesù Cristo.
Primo: sapere che cosa sia un’anima, che cosa voglia dire salvare un’anima.
Secondo: sentimentalità pastorale. Allora si desidera la salvezza delle anime, si prega per le anime. Per le anime del purgatorio si prega perché arrivino presto al paradiso; per le anime che sono consacrate a Dio perché si facciano sante; per i peccatori perché si convertano; per gli eretici e per gli scismatici perché tornino alla Chiesa romana; per tutti i pagani, sia dell’Africa, dell’Asia o di altre regioni, perché tutti arrivino a conoscere Gesù Cristo, arrivino alla salvezza. Vuol dire avere un cuore grande, avere il cuore di Gesù: Ecco quel cuore che tanto ha amato gli uomini e nulla ha risparmiato per essi4.
Terzo: attività pastorale vuol dire fare ciò che fate: apostolato. Apostolato dal mattino alla sera. Apostolato con i vari mezzi che la Provvidenza vi ha fornito: periodici, libri, dischi, pellicole e poi tutto quello che può servire per fare conoscere il Vangelo, fare conoscere la via della salvezza e dare il messaggio della salvezza.
La donna fu creata per essere aiuto dell’uomo, in che cosa? Nella forza? No, la donna è il sesso debole per natura. Aiuto per l’uomo, perché ha più intelligenza? No. In generale, gli scrittori grandi, i Dottori della chiesa sono tutti uomini. Certo, donne scrittrici importanti ce ne sono, come S. Teresa di Gesù5, come può essere S. Caterina da Siena6, e altre. Ma non è questo veramente quello che vuol dire la loro missione cioè: essere di aiuto all’uomo secondo la Scrittura: «Adiutorium simile sibi»7. La donna è aiuto nello spirito, perché comprende il cuore dell’uomo. Comprende come esso sia molto inclinato all’orgoglio,
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più che la stessa donna. Comprende come l’uomo, impegnato in tanti affari economici, in tanti lavori, nel commercio e spesso nel governo, ecc., è portato un po’ a dimenticare il cielo e quindi pensare solo alla terra. Tu, o donna, devi ricordargli il destino eterno, il paradiso. Ecco la tua parte di fronte all’uomo: donna associata allo zelo sacerdotale8. La suora è in mezzo tra l’opera sacerdotale e gli uomini, i quali sono troppo rivolti con l’occhio alla terra, alla vita presente. Quindi la donna può essere un grande pericolo per le anime, e lo sappiamo bene che pericolo è stata Eva per l’umanità, ma può essere anche la salvezza di tante anime, come Maria, Maria, Mater misericordiae, o clemens, o pia, o dulcis virgo Maria!9 Salvezza, e quanti bei titoli le vengono dati nelle litanie!
Allora ecco la funzione della donna: saper ricordare all’uomo i beni eterni che vuol dire fare una vita migliore, una vita che assicuri sì il pane sulla terra, ma il paradiso nell’altra vita.
Quando poi la donna è consacrata a Dio, fa qualcosa di più della madre di famiglia o della donna comune. La madre di famiglia lo fa in un piccolo ambiente, ma non ha la forza e la grazia di una suora nel parlare. La forza e l’influenza di una donna sull’uomo, per una suora è più grande, perché c’è la grazia, perché è un’anima consacrata a Dio, perché è un’anima che non ha cercato i beni della terra, le soddisfazioni umane. Si è rivolta tutta a Dio, allora la sua parola è più accetta, perché si sa che è una persona convinta di quello che dice. Convinta, altrimenti non si sarebbe consacrata a Dio per avere una maggiore santità, maggiore premio in paradiso. La sua parola ha più forza, perché disinteressata. Ha più forza la sua parola, perché accompagnata da grazia, da molta grazia. Poi se una suora è santa, avrà efficacia sulle anime. Si potrà dire anche che vi è qualche suora che magari fa una vita da inferma. Una suora che ha poche attitudini, ma se sa pregare, ha lo stesso influenza sull’uomo. C’è come una atmosfera che influisce: quella persona che prega forma un clima di calore in
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mezzo all’umanità. E questo calore vuol dire migliore preparazione alla grazia.
Benedite il Signore, che vi ha fatte per l’apostolato e benedite il Signore anche per l’eccellenza della [vostra] Congregazione, dove sono unite le due vite: la vita soprannaturale, cioè la vita mistica, contemplativa per l’abbondanza di preghiere, specialmente per l’adorazione, e poi la vita di apostolato, perché tutto quello che rimane di forze lo impiegate per le anime. Benedite il Signore di questi grandi doni che vi ha dato.
Allora, lo spirito pastorale. Voi, in senso generale, avete questo apostolato, perché andate in tante famiglie, perché avete le librerie, l’agenzia del cinematografo, perché avete i dischi, ecc. Questo è buono, in generale. Però, per completare la Famiglia Paolina mancava qualcosa: chi va ad ogni anima? Non solo diffondere i catechismi, ma fare adoperare il catechismo dal bambino: questa è la Pastorella. Non solo portare il libro che risolve il problema del dolore, ma che la suora vada al letto dell’infermo e gli faccia buone considerazioni, lo induca a ricevere i sacramenti, a sopportare con pazienza il male. E quante donne sono state quindi organizzate per la sofferenza offerta a Dio attraverso l’Apostolato della sofferenza10! È partita da una, oggi sono cinquantamila. Domenica scorsa11 facevo il viaggio nella notte con un sacerdote che è a capo dell’organizzazione [dell’Apostolato della sofferenza] e mi raccontava lo sviluppo che aveva preso.
Tempo fa mi sono fatto dare una statistica dalle Pastorelle: quanti bambini avete preparato alle Prime Comunioni, alla Cresima, alla Confessione; quanti matrimoni avete sistemato nella parrocchia, dove la famiglia spesso è scomposta; quante visite avete fatto agli infermi; quanti catechismi, quanto avete insegnato alla gioventù femminile con conferenze alle madri, ecc. È una statistica, che è tutta una poesia bellissima, di persone che sono consacrate per questo. Queste [suore] esprimono nella Famiglia Paolina la parte più vicina alle anime, eccettuato
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il sacerdote che entra poi nel santuario della coscienza. Il santuario della coscienza è un santuario riservato, che non può esser violato, va sempre rispettato e vi può essere introdotto solo il sacerdote. Pio XII12 aveva fatto un bel discorso su questo: Non violare il santuario della coscienza, ma aiutare quando l’anima stessa che apre la porta, in quel limite giusto e ragionevole, secondo la morale cristiana13.
È lo spirito pastorale. Questa sembrerebbe una cosa aggiunta per dare una buona formula, come una bella etichetta, che si mette su una bottiglia. Se poi contenga proprio quel vino che è indicato, bisogna vederlo. Ma prima che nascesse questa istituzione, già usciva Vita Pastorale14, già era uscito il libro: Appunti di teologia pastorale15, il primo in Italia, eccetto la traduzione di un libro che veniva dalla Germania16. Poi tutta l’opera catechistica che si faceva, e ancora l’impegno. Quale impegno per l’apostolato che sembrerebbe un po’ lontano? L’impegno per catechismi, che è il primo apostolato richiesto dallo spirito pastorale. Quindi l’opera catechistica è stata affidata proprio alle Figlie di San Paolo. È il primo e più delicato impegno. Voi avete un cuore più fatto per i bambini e li capite anche meglio. Quindi l’apostolato catechistico è molto adatto per voi. Gesù Buon Pastore certamente è contento che facciate questo lavoro con grande impegno, in quanto è possibile, ma lo fate, ne sono certo.
Poi sono venute le altre pubblicazioni che riguardavano la famiglia. Dopo i bambini, la famiglia intera, quindi il periodico
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La Famiglia17 è arrivato a essere una forza considerevole, non solamente in Italia, ma anche all’estero dove ci sono undici edizioni nelle varie nazioni. Fra esse, importanti sono quelle del Brasile e dell’Argentina. Poi si è arrivati un po’ a tutte le classi, specialmente da un certo tempo, per formare i pastori con le collane che riguardano le vocazioni, che riguardano i sacerdoti, collane che comprendono i tre punti dello zelo pastorale che sono: il magisterium, la predicazione; il ministerium, cioè amministrare i sacramenti; poi il regimen, il governo delle parrocchie, il governo delle anime in generale.
Anche quando si danno cose che sembrerebbero lontane dallo spirito pastorale, supponiamo un romanzo, è perché leggendo quel romanzo che è lecito, non se ne leggono altri illeciti, per cui si commetterebbe peccato e si sarebbe portati al male. È una pastorale non del tutto positiva, ma una pastorale negativa, in quanto nega e chiude la via al peccato e dà un sollievo che non sia illecito.
Occorre poi dire che quanto al vostro apostolato, ci sono tre punti. Primo: la redazione sia apostolica. Noi non abbiamo bisogno di insegnare come vestirsi e neppure come [i giovani] devono conoscere la via dell’amore. Abbiamo però bisogno di insegnare a vestirsi modestamente, cioè evitare ciò che può essere pericoloso. Quanto all’insegnamento dell’amore, bisogna stare a ciò che indicano gli insegnamenti pontifici, cioè santificare la famiglia e santificare il sacramento del matrimonio. Quando hanno interrogato il Manzoni18 sul perché avesse insegnato e parlato così poco dell’amore nel suo romanzo I promessi sposi, ha detto: Se ne sa già fin troppo, perché vada ancora io a parlarne. Quindi noi dobbiamo stare strettamente al nostro posto. Se c’è un dubbio, se si fa un passo al di là della via, della linea [indicata], è meglio farne due al di qua e più stretti, che non allargare due passi che, pure stretti, non sono sulla via giusta e non fanno del
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1 Meditazione tenuta ad Ariccia (RM) il 13 aprile 1961. Trascrizione da nastro: A6/an 105a = ac 173b.
2 Domenica 16 aprile 1961.
3 Cf Gv 10,1-18.
4 Rivelazione del Sacro Cuore a S. Margherita Maria Alacoque (1647-1690), monaca nel Monastero della Visitazione di Paray le Monial (Francia).
5 Teresa d’Avila (1515-1582), spagnola, monaca carmelitana scalza, maestra di vita spirituale, Dottore della Chiesa, riformatrice del suo ordine. Fu proclamata Dottore della Chiesa dal Beato Paolo VI il 27 settembre 1970.
6 Caterina da Siena (1347-1380), terziaria domenicana. Fu proclamata Dottore della Chiesa dal Beato Paolo VI il 27 settembre 1970. È compatrona d’Italia e d’Europa.
7 Cf Gen 2,18: «…un aiuto simile a lui» (Volgata).
8 Cf Giacomo Alberione, La donna associata allo zelo sacerdotale, Edizioni San Paolo, Cinisello Balsamo (MI) 2001. Cf anche UPS, pp. 164-165.
9 Maria, madre di misericordia… o clemente o pia o dolce vergine Maria. Cf Salve Regina.
10 Associazione “Apostolato della sofferenza” fondata nel 1929 dal ven. Giacomo Gaglione (1896-1962), terziario francescano.
11 La notte tra sabato 8 e domenica 9 aprile 1961.
12 Ven. Pio XII, Eugenio Pacelli (1876-1958), romano, eletto papa nel 1939, alla vigilia della seconda guerra mondiale.
13 Cf Pio XII, Radiomessaggio in occasione della “Giornata della famiglia”, Roma 23 marzo 1952. Il discorso del Pontefice verte sulla formazione della coscienza.
14 Vita pastorale, periodico paolino per la pratica del ministero sacerdotale. Pubblicato dal 1916, diretto da Don Alberione. Negli anni precedenti “Vita pastorale era solo un bollettino-catalogo che usciva a intervalli regolari”. Cf Andrea Damino, Bibliografia di Don Giacomo Alberione, EASG, Roma 1994, p. 232.
15 Giacomo Alberione, Appunti di teologia pastorale, Edizioni San Paolo, Cinisello Balsamo (MI) 2002. La prima edizione fu pubblicata nel 1915 da Pietro Marietti Editore.
16 Cf Cornelio Krieg, Cura d’anime speciale, Marietti, Torino 1913. In seguito dello stesso autore venne pubblicato Catechetica, ossia scienza del catecumenato ecclesiastico, Marietti, Torino 1915.
17 Riferimento al periodico paolino Famiglia cristiana, settimanale per le famiglie voluto da Don Alberione e inizialmente affidato alla direzione delle Figlie di San Paolo.
18 Alessandro Manzoni (1785-1873), scrittore italiano e autore, tra l’altro, del romanzo I promessi sposi.